Sì, avevo letto. E i punti salienti erano questi (entrambi by Nood):
CITAZIONE
...in There will be blood ho notato che il divario fra quanto si vede e quanto viene detto "al di là dello schermo" è molto, troppo. Se dovessi riassumere quanto vediamo, notiamo come la storia di Plainview sia davvero poca cosa rispetto alle ambizioni del film di P.T. Anderson. Ora, quello che mi domandavo io era se anche voi avevate notato questa cosa, che personalmente ritengo un difetto che gli fa perdere quel "quid" per poterlo considerare un capolavoro assoluto. E' un ottimo film che respira, vive e muore sullo schermo e al di fuori, ma la vita al di fuori è troppo pregnante rispetto alle immagini, quando, secondo me, dovrebbe essere il contrario o, almeno, il conto si dovrebbe pareggiare.
CITAZIONE
Concordo su questo punto. PT Anderson è forse il più grande autore della sua generazione, uno che sa smontare e rimontare il cinema come gli pare, che ha una padronanza del mezzo assoluta...eppure ai suoi film manca qualcosa (ma non sempre si tratta difetti sgradevoli). Secondo me, il problema sta proprio nel suo ego, che deve essere smisurato. Fa progetti grandiosi, pazzeschi con ambizioni oltre ogni limite - basti pensare alla direzione del mosaico Magnolia o a questo monumentale There will be blood. Col sennodipoi, è strano come Ubriaco d'amore faccia molto più effetto rispetto a questi filmoni, perchè è una storia piccola e intima che Anderson riesce a rendere grande...Magnolia è forse il suo miglior film per la capacità di disegnare tanti tipi di umanità, per l'ironia, per gli incroci, gli incontri e gli scontri, mentre in There will be blood dà fastidio l'insistenza allegorica su quello che filma, Anderson ha l'idea di fare un film tutto fuori campo, ma è troppo anche per lui, che è ebbro di talento
Tutto interessantissimo, sul serio (mi piacciono le tue seghe mentali, ed è un complimento) ma non concordo anzi la vedo proprio all'opposto: se ne "Il Petroliere" PTA è riuscito a sottintendere e a suggerire molte cose che non vediamo ma avvertiamo soltanto, io lo vedo un pregio più che un difetto.
C'è tanta psicologia e sociologia, capitalismo versus fondamentalismo religioso (ed entrambi sono forse due religioni "pari" o due risvolti della stessa medaglia)... il tutto (e altro ancora) suggerito più che mostrato con la fortissima valenza dell'immagine e dei "simboli" (a tal proposito, bellissimissimo tutto l'incipit, il bambino cui viene segnata la fronte col petrolio, come fosse acqua santa): tutte cose complesse che "mostrarle" più che suggerirle, le avrebbe forse sminuite. Quindi quello "scarto" di cui tu parli giustamente tra il film e la "vita al di fuori"... non solo esiste ma lo valorizza.
C'è tutto un link entrafilmico che chi vuole cogliere coglie... ma anche chi non dovesse coglierlo appieno capisce che sotto la superficie c'è una profondità e un magma nero che scorre e ribolle e che PTA ci ha solo in parte "mostrato", come può fare una trivella... di cui vediamo solo lo zampillo quando il petrolio viene scoperto, eppure sai che "sotto c'è", lo avverti e.. "trasuda dal terreno" (come dice Eli)...
Se poi ci allontaniamo dal solo "Petroliere" e prendiamo in esame anche "Magnolia", "Boogie Nights" e "Ubriaco d'amore", personalmente non mi sento di dire che QT sia "avanti" in una ipotetica sfida.
Anzi, ma qui entrano in ballo gusti molto personali, PTA secondo me è già un "classico", cosa che QT non è (ancora).
World, che cazzo vuoi dì?
Mi spiego meglio: secondo me PTA non ha bisogno di prendere il grande cinema e citarlo facendolo proprio e ridandogli nuova linfa (come fa splendidamente Quentin), PTA ci è già dentro e lo fa con più naturalezza. Ne Il Petroliere ho avvertito tanto di quel "cinema" da restarne inebriato ma quasi mai una scena apertamente riconoscibile e che ti fa esclamare: grande, qui ha citato Tizio, ha citato Caio! Non so se mi spiego...
PTA mi è sembrato "classico", nel senso che anche se cita e trasuda cinema da tutti i pori proprio come Quentin, lo fa come se non ci fosse un "prima" e un "dopo", un cinema classico che ama con sguardo immutato da bambino/spettatore/autentico cinefilo e che lui ricrea rendendolo nuovo (che poi è il grande pregio di QT)... in PTA c'è una
continuità che lo fa fare cinema e citazione senza che questo appaia in maniera evidente come in QT.
E così si spiega pure la critica di Quentin a PTA sulla mancanza di
cinematic pieces. Perchè PTA avrebbe DOVUTO metterceli? E poi: siamo sicuri che non ci siano? Ci sono anche se non sono "sottolineati", a ben guardare...
p.s. un altro esempio potrebbero esserlo le straordinarie colonne sonore che sceglie ogni volta QT. Servono ad amplificare ulteriormente quello che è il suo gioco di rimandi e omaggi ed è sicuramente un pregio, ma... ciò non è forse anche un po' dare di gomito, ossia "appoggiarsi" sulla familiarità, su un background che inconsciamente ha qualsiasi cinefilo? Perchè QT non sceglie una colonna sonora originale per i suoi film? Per il semplice motivo che tu spettatore vedendo un film di QT sai già che farai innanzitutto un viaggio "nel" cinema, portando a galla ricordi d'infanzia, visioni perdute, echi di scene e musiche che hai visto, sentito, metabolizzato e
sono tue, anche se forse non te ne rendi conto. Questo è il bello di QT ma anche la sua differenza con altri (e, in questo caso, con PTA): gli altri "classici" aspirano a diventarlo, QT forse no... o li ama troppo o chissà cosa, QT aspirerebbe quasi a rivederli sullo schermo (o cmq a ricrearne l'alone e il mito)... e se fosse vera 'sta cosa la sua è la visione più romantica e cinefila che possa esistere, se vogliamo.
Edited by World ^_^ - 5/12/2009, 12:38