Tratto da un libro inizialmente pubblicato online a puntate, diretto dal grande vecchio Scott che si presta bene a tutto, una sorta di Castaway sul pianeta rosso, con Matt Damon che sembra replicare in positivo il suo personaggio di Interstellar, e con molte similitudini - dicono, smentitemi, volevo vederlo ma non dispero di riuscirci tra un Brignano e un Argentero - con Gravity e tanti film precedenti. Peccato solo che i tanto decantati e condivisi trailer ormai spoilerino per intero i film.
Cinematik (Pynox)
www.cinematik.it/2015/10/the-martianCaprara:
CITAZIONE
Recensione – 3D – Sala Energia Arcadia – Ridley Scott porta sullo schermo il libro di Andy Weir che vede protagonista un sopravvissuto sul pianeta Marte. Un solido e ottimistico film di fantascienza, molto ben calcolato, ironico e divertente. A distanza di un anno torniamo tra le stelle con entusiasmo via via crescente per portare a termine la missione.
The_Martian
L’equipaggio della missione Ares 3 sul suolo di Marte si trova nel mezzo di una tempesta che non lascia scampo. Il botanico Watney viene colpito da un detrito: credendolo morto, il comandante Lewis ordina alla squadra di abortire la missione e tornare sulla Terra. Ma Watney è vivo e, mentre cercherà di prolungare il più possibile la sua sopravvivenza sul Pianeta Rosso, la Nasa ricorrerà a ogni stratagemma per provare a riportarlo a casa.
Nonostante una partenza difficile dovuta a problemi tecnici col server del Cinema Arcadia di Melzo, ne è valsa la pena aver scelto la visione in 3D in sala Energia. Un 3D che non è invasivo e allo stesso tempo aggiunge qualcosa al film più che togliere qualcosa dal portafoglio. Esaminato il 3D, il motivo della recensione è senz’altro il film. Una pellicola che porta sul grande schermo il libro di Andy Weir e lo trasforma in un buon film di fantascienza.
THE MARTIAN
A portare il libro al cinema è Ridley Scott, non nuovo a film epici e rivolti allo sci-fi, però questa volta il regista preferisce dare al suo film un clima di generale ottimismo piuttosto che ribadire un futuro negativo e distopico come nel caso di “Blade Runner”, “Aliens”, “Prometheus” giusto per citare i suoi film più noti sull’argomento. Dopo l’odissea nello spazio di “Gravity” che culmina in una allegorica rinascita, dopo il viaggio nelle profondità del tempo e dell’animo di “Interstellar”, si ritorna nello spazio con un grande appuntamento. Si ritorna sul pianeta rosso che è stato ambientazione anche di altri film: “Mission to Mars”, “Total Recall”, ecc…
Purtroppo il “sopravvissuto” aggiunto al titolo italiano, con una scelta nuovamente discutibile, toglie qualche riserva sull’esito finale della vicenda anche senza aver visto il film. Il lato positivo è invece rappresentato dal fatto che il film si regge su ben altri meccanismi rispetto a una specie di “Salvate il soldato Ryan” dello spazio, tra l’altro con protagonista, ironia della sorte, ancora una volta un personaggio interpretato da Matt Damon.
Matt Damon interpreta un novello Robinson Crusoe in maniera impeccabile come fu Tom Hanks in “Cast Away”. Ovviamente qui si tratta di sopravvivere all’arida natura marziana senza farsi lasciar andare a troppi drammi. In “The Martian” lo sconforto fa capolino solo rarissimamente, Watney (Matt Damon) infatti è estremamente realista, analizza la soluzione e ne ricava spunti, teorie che mette in pratica per ritornare sulla Terra…. in qualche modo appunto perché come dice “io non morirò su questo pianeta” (cit.)
martian
Non privo di qualche slancio più fantasioso che verosimile e senza farsi mancare nemmeno il nerd di turno con la sua teoria geniale che rende il film banale in alcuni tratti, la sceneggiatura è ben scritta con anche qualche interessante e spassosa scena, divertente infatti è la scena che vede protagonista Sean Bean quando viene citato e spiegato il consiglio di Elrond de “Il Signore degli anelli” oppure le citazioni sparse di serie tv e canzoni degli anni 80. Si scimmiotta un po’ anche il mondo dei supereroi e il film viene invaso dalla musica dance degli anni 70-80 giusto per far presente che “The Martian” non è un film che vuole aspirare a chissà quali traguardi ma vuole essere intrattenimento, divertimento, avventura che può sfociare non nel classico e banale “volemose bene” ma in un più costruito tifo per lo stesso obiettivo.
Molto buona la fotografia e la scelta degli interpreti con Matt Damon in grande spolvero e con personaggi secondari come Jessica Chastain, Sean Bean e Jeff Daniels che danno sfoggio della loro bravura nei seppur pochi momenti a loro dedicati. Regia che non si lascia sedurre da virtuosismi alla Cuaron ma rimane classica, asciutta, efficace.
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In pratica “The Martian” è un buon film, senza troppe pretese, guarda alle stelle e rimane con i piedi per…. Marte.
Voto: 7,7
Cercando ossessivamente di riacciuffare il Ridley Scott di “Alien” e “Blade Runner” si partecipa al gioco dei cinéfili più pedanti e capziosi. Parliamo, invece, dell’attuale “Sopravvissuto – The Martian” che ha tratto con la collaborazione dello sceneggiatore Drew Goddard da un bestseller di Andy Weir prima uscito online e poi in libreria: ormai distante dai suoi fatidici incubi futuribili, il regista inglese classe ’37 vi racconta con toni assai diversi la storia del primo uomo rimasto solo su un pianeta ostile e deserto, l’astronauta-botanico Mark totalmente indenne da riflessioni sul “significato” dell’universo, guerre stellari o incontri ravvicinati con extraterrestri di qualunque tipo. Il film viaggia, in effetti, su una linea di divertente leggerezza e adeguata fluidità narrativa perché la mano di Scott riesce a governare un’ardua inversione di rotta del classico impianto fantascientifico: la lotta del protagonista per la sopravvivenza usufruisce dei picchi emotivi (secondo qualcuno enfatici) nelle svolte più ottimistiche, ironiche e prosaiche dell’azione anziché nelle solite sventagliate spettacolari intergalattiche. Persino il paesaggio risulta meno “meraviglioso” di quanto ci si aspetti e in qualche modo normalizzato affinché il ritrovato senso dell’intrattenimento di Scott, grazie al quale non s’ingolfano le due ore e 21 minuti di durata, si possa ramificare, infiltrare, dinamizzare, armonizzare nelle pieghe di un apologo alla Robinson Crusoe in antitesi, per fare esempi aggiornati, alle elucubrazioni del Nolan di “Interstellar” o anche al pretenzioso se stesso di “Prometheus”.
In questo senso Damon, l’ultimo, vero camaleonte hollywoodiano supportato per l’occasione da un cast corazzato, è perfetto nell’assumere il piglio dell’ardito colono ovvero dell’ottimo boy scout in grado di escogitare fantasiose soluzioni per salvare la pelle: abbandonato perché creduto morto a causa d’una tempesta sul Pianeta Rosso, asserragliato in una base alquanto effimera e fornito di provviste insufficienti, Mark non ci pensa proprio a impazzire come temono a Houston e con il puntuale doping psico-musicale della Gaynor e la Summer, Bowie e gli Abba si mette di buzzo buono a progettare la vita per i quattro anni successivi in attesa di un’improbabile missione di salvataggio allestita dalla NASA. “Sopravvissuto” si configura, così, come un atto di fede o per meglio dire speranza nei confronti dello spirito avventuroso, esplorativo e ingegnoso del tanto bistrattato genere umano, riuscendo brillantemente ad attivare al posto dei brividi apocalittici, quelli della riflessione, della scoperta, del duro lavoro e il conseguente risultato quotidiani confacenti a un eroe positivista debitore, appunto, di Defoe o Verne più che di Bradbury o Borroughs.
SOPRAVVISSUTO – THE MARTIAN
REGIA: RIDLEY SCOTT
CON: MATT DAMON, JESSICA CHASTAIN, KRISTEN WIIG, MACKENZIE DAVIS
FANTASCIENZA – USA 2015