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La casa nera (The People Under the Stairs)
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La casa nera (The People Under the Stairs), un film di Wes Craven

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Merlino*
view post Posted on 2/9/2015, 16:06




locandina



La casa nera


Titolo originale: The People Under the Stairs

Regia: Wes Craven
Cast: Brandon Adams, Everett McGill, Wendy Rovie, Bill Cobbs, Ving Rhames, Sean Whalen, A.J. Langer, Wendy Robie, Kellp Jo Minter
Genere: Fantastico
Durata: 102 min.
Paese: USA
Anno: 1991


Prendiamola alla larga. Cominciamo quindi dalla Alive Films.
Trattasi di una minuscola casa di produzione indipendente attiva dalla seconda metà degli anni ’80 ai primi anni ’90 e responsabile di aver realizzato tanto buon cinema. Se il titolo Le Balene d’Agosto di Lindsay Anderson non vi dice niente, il mio consiglio è di correre a procurarvelo con ogni mezzo lecito e illecito.
Tra l’87 e il ’91, prima di fallire, la Alive aveva preso sotto contratto due registi horror di un certo calibro, John Carpenter e Wes Craven. Era un momento infelice per la carriera di entrambi. Carpenter usciva dai due consecutivi insuccessi commerciali di Starman e Grosso Guaio a Chinatown. Soprattutto il secondo, era costato 25 milioni di dollari e ne aveva incassati 11. Una bella mazzata. Abbandonati quindi i grossi budget, si era rivolto al circuito indipendente, dove aveva almeno la certezza di poter operare in totale libertà.
E Craven…a Craven, tanto per cambiare, rodeva tantissimo. Anche lui era reduce da un doppio flop mica da ridere, quello di Dovevi Essere Morta e Il Serpente e l’Arcobaleno. Frustrato dal rapporto sempre fallimentare con le grandi produzioni, Craven torna con la coda tra le gambe e un fegato grosso così a girare film a basso costo, attratto come il suo collega dal non dover subire limitazioni creative.
Sia Carpenter che Craven girano due film per la Alive: Il Signore del Male ed Essi Vivono il primo, Sotto Shock e La Casa Nera (il titolo originale, infinitamente più bello, è The People Under the Stairs) il secondo.
Nel 1990, Craven ha davvero tanti motivi per essere arrabbiato: Sotto Shock non era andato come si aspettava e l’idea di mettersi alla testa di un nuovo e iconico franchise, sulla scia di Nightmare, aveva fatto una pessima fine. Poco tempo prima, inoltre, il regista era stato estromesso da un progetto che gli stava molto a cuore, I Fiori nell’Attico. E allora deve aver pensato: “Andate tutti al diavolo, I Fiori nell’Attico me lo faccio da me, a modo mio”. La Alive, con l’intelligenza consueta (ce ne fossero, oggi, di case di produzione così) gli lascia carta bianca. Ed eccovi servito La Casa Nera.
Che è un horror fiabesco, quasi disneyano, se mi si passa il brutto termine, ma con un substrato di morbosità e perversione da non dormirci la notte.
Craven, sotto sotto, ha sempre raccontato favole, se non altro a partire dal film che più di tutti ha condizionato il suo futuro, Nightmare, che non è altro se non una favola macabra con protagonisti bambini e un orco cattivo che li perseguita mentre dormono. Nonostante Nightmare sia, non a torto, considerato il film che chiude la golden age dello slasher, la sua appartenenza al genere è del tutto accidentale.
Svincolato dalla maschera che lo aveva reso famoso e in pieno furore vendicativo per quello che poteva essere il film della sua vita e gli era stato invece scippato a causa della vigliaccheria dei produttori, Craven può scatenarsi a tirare fuori apertamente, per la prima e ultima volta, la sua anima gotica.
C’è un misterioso castello, con porte e finestre sbarrate, impenetrabile dall’esterno e da cui è impossibile uscire, una volta che si è dentro. Nel castello si nasconde un tesoro. C’è la strega, impersonata da “Mom” e c’è il solito orco, impersonato da “Dad”. Ci sono i bambini chiusi in cantina. C’è la principessa da salvare. C’è il piccolo eroe che sconfigge i cattivi.
Tutti questi archetipi vengono aggiornati e modernizzati: il castello diventa una villa, ex sede di un’impresa di onoranze funebri. La strega e l’orco sono due fratelli ricchissimi, in odore di incesto, che praticano il cannibalismo e rapiscono i bambini, li allevano in un rigidissimo sistema punitivo, con l’intenzione di crescere il figlio perfetto e, quando non soddisfano le loro aspettative, li mutilano e li imprigionano “under the stairs”. La principessa è Alice, ultima dei bambini rapiti e ancora non ritenuta fallimentare dalla coppia di psicopatici. E il piccolo eroe è un ragazzino di colore del ghetto che deve trovare i soldi per pagare l’affitto, altrimenti la sua famiglia sarà sfrattata entro mezzanotte. Ovviamente, i padroni di casa sono proprio l’orco e la strega.
Nel cinema di Craven gli adulti non fanno mai una bella figura. Quando non sono assenti, sono apertamente dannosi. Mentono, nascondono segreti inconfessabili di cui poi fanno le spese i figli, voltano la testa dall’altra parte di fronte ad abusi e tragedie, lasciano i bambini da soli a combattere contro il male e, più di tutto, sono incapaci di ascoltare.
La mamma e il papà de La Casa Nera rappresentano la perfetta incarnazione dei genitori terribili craveniani. Ne sono quasi una caricatura virata al grottesco. Non deve stupire, quindi, la recitazione molto sopra le righe di Everett McGill e Wendy Robie. Dopotutto sono maschere, mutuate dai terrori infantili e dai cattivi delle fiabe.
L’assenza dell’elemento soprannaturale nel film infatti è ingannevole. The People Under the Stairs non è un horror realistico. Al diavolo la realtà. Non guardate la smaccata e anche piuttosto ingombrante metafora politica dei bianchi ricchi e cattivi contro la gente del ghetto. Siamo sempre nel territorio delle fiabe, dove il popolo oppresso si ribella al tiranno chiuso nel suo castello. Il film di Craven è un horror che di realistico non possiede assolutamente nulla. Segue, come sempre quando si tratta di questo regista, un andamento onirico, tra le intercapedini della casa, i suoi trabocchetti, le canne fumarie in cui nascondersi e sfuggire alle fucilate del paparino in costume sadomaso, mentre mammina farnetica di bimbi cattivi che bruciano all’inferno e ti scatena contro il cane demoniaco.
Una casa labirinto, dove ogni porta si spalanca su un nuovo orrore, dove le vie di fuga vengono annientate nello spazio di pochi minuti, gli stagni prosciugati e poi riempiti con vetro e pietre, i bambini prigionieri nutriti con la carne degli intrusi. Uno scenario che definire da incubo è poco. E invece che giovani, biondi, bellissimi bambini obbligati a vivere chiusi in soffitta, troviamo mostriciattoli menomati in una cantina, sotto le scale, alcuni senza lingua, perché hanno detto qualcosa di male, altri privati degli occhi, dopo aver visto ciò che non è consentito vedere. Lì sotto, nel buio, affamati e soli. A guardia di milioni di dollari in monete d’oro, frutto di anni di ruberie ai danni dei poveri del quartiere.
C’è qualcosa di profondamente malsano ne La Casa Nera. Ammorbidito, certo, da un tono sempre leggero e da un protagonista che non perde mai il gusto per la battuta, neanche di fronte alla morte violenta o a delle situazioni senza via d’uscita. Un paio di dialoghi ancora gridano vendetta (“Hai mai visto un fratello?”) e si respira una certa aria scalcinata, tipica delle produzioni a basso costo del periodo. Dopotutto, la Alive era davvero piccola piccola. Ma sapeva ottimizzare i pochi mezzi a disposizione dei film in cantiere. E il set dove si svolge The People Under the Stairs è un piccolo capolavoro di scenografi e attrezzisti.
Se venisse girato oggi, il film sarebbe un torture porn. In mano a Craven, nel 1991, si limita a essere una fiaba gotica, per nostra fortuna, messa in scena da un regista che, di film in film, diventava sempre più valido tecnicamente. È proprio con quest’opera che Craven trova la sua maturità stilistica e la lucidità per esprimere al meglio i tratti salienti della sua poetica.
Sarebbe stato interessante vedere come sarebbe andata avanti la sua carriera se avesse proseguito su questa strada. Ma purtroppo, la Alive fallì poco dopo l’uscita del film. Craven restò fermo per tre anni, fino a quando non venne ricontattato dalla New Line, per riesumare Fred Krueger. E il nostro Wes entrò in fissa col metacinema e imboccò un percorso destinato a portarlo sul carrozzone, molto poco gotico e molto poco fiabesco, di Scream. (ilgiornodeglizombi.wordpress.com)

Come già anticipato con i miei voti nel DDM, uno dei miei Craven preferiti.
 
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view post Posted on 2/9/2015, 16:22
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Credo omaggiato nella prima serie di American Horror Story, sbaglio? (senza spoiler)
 
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Merlino*
view post Posted on 2/9/2015, 16:37




CITAZIONE (marenarobros @ 2/9/2015, 17:22) 
Credo omaggiato nella prima serie di American Horror Story, sbaglio? (senza spoiler)

Boh! Sì, ora che me lo fai notare può ricordarlo in alcuni passaggi ... ma tu sai qualcosa di più preciso? Dai, spoilera ;)
 
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view post Posted on 2/9/2015, 17:53
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Merlino*
view post Posted on 2/9/2015, 19:43




CITAZIONE (marenarobros @ 2/9/2015, 18:53) 

Ah sì ok, quello è davvero eclatante, ma se vogliamo dirla tutta, tutta la prima serie di AHS è un collage di stereotipi "tratti da"
 
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4 replies since 2/9/2015, 16:06   23 views
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