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Il Candidato
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Il Candidato, Ramaya Productions

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Tomcat75
view post Posted on 24/4/2015, 10:51 by: Tomcat75




RECENSIONE by Tomcat: Il Candidato
Un film coraggioso ma non troppo

Guardando la penultima fatica di Luca e della sua Ramaya, ho avuto la sensazione che quella verve e voglia di produrre che lo aveva contraddistinto fin dalla sua entrata sia un po scemata. Questo emerge a mio avviso da diversi fattori: il primo è sicuramente il sito che normalmente era ricco, colorato e pieno di informazioni; contrariamente qui la cosa è minimale; che non è certo una cosa grave, ma abituati ad un certo standard, vedere dei passi indietro stupisce. La seconda cosa è che lo script invece di essere in pdf come in passato è in formato Odt, che mi ha costretto ad un salvataggio in word, che temo abbia eliminto le foto dei protagonisti.
Però di contro c’è da dire che l’aver scelto come genere il basso budget è quantomai azzeccata, infatti si tratta di un film italiano, che racconta proprio la mala politica del nostro paese e che forse se fosse stato più coraggioso, sarebbe potuto essere un film da mandare in giro per il mondo. Proprio come scritto nell’incipit questa pellicola secondo me è stata coraggiosa a metà. Si parte con citare i partiti della prima repubblica, per poi edulcolorare i nomi dei partiti attualmente in auge; non che sia un male, ma dalla pubblicità fatta dal produttore prima dell’uscita in sala, in cui affermava che avrebbe avuto alle calcagna avvocati, mi aveva fatto sperare in una bella denuncia chiara. Anche se è vero che si capisce benissimo quali sono i partiti tirati in ballo.
Altra cosa che non ho apprezzato è stato il fatto di non inquadrare mai in faccia alcuni protagonisti. Cosa che poteva essere giusta in caso di lasciar intendere che fossero persone note, ma qui con l’edulcolorazione che senso ha avuto non inquadrarle?
Il film è costruito molto bene e scorre in maniera egregia senza intoppi, tanto da farci capire ciò che si muove dietro alle domocratiche primarie, al ragionamento di coloro che fanno politica solo per dei tornaconti e ormai non più per ideologie. Ma soprattutto ci fa vedere come la politica ti cambia e ti costringe a patti che nel momento dell’entrata in politica sarebbero state cose aberranti. Proprio il protagonista ha tutta la sua genesi nel film, che lo vede un tiepido militante che alla fine un giorno si sveglia e si getta in bocca al lupo e diventa sindaco. Certo la morale finale sul fatto che: “Meglio venire a patti e sacrificare un po di onesta, che dare il posto a qualcuno che sarebbe più disonesto di me.”, è di una tristezza (ma realtà) disarmante.
Del regista a me sconosciuto sono piaciute parecchio le riprese in cui nella stessa scena si vede il tempo che scorre; l’ho trovato un bel tocco di stile. Cast corale con una buona recitazione di tutti, ma con nessuno che emerge veramente.
La locandina non mi ha fatto impazzire perchè, le scritte sembrano posticce e la foto del protagonista sembra una foto segnaletica, che alla fine non rispecchia il senso della pellicola.
La colonna sonora, annovera brani tipicamente di sinistra che aiutano a capire in che zona ci troviamo, tant’è che inizia con l’immancabile Guccini e la sua Locomotiva, che fa festa dell’unità a palla. Bella anche la scelta di Fossati a sottolineare la vittoria alle elezioni. Così come non si lascia scappare Gaetano e il suo brano “Ma il cielo è sempre più blu” proprio per la scena del passaggio temporale che mi è piaciuta tanto. Ma nemmeno John Lennon viene tralasciato con la sua Working Class Hero, che si adatta bene al professore e alla sua caratura morale. “Televisione, Televisione” di Jovanotti si sposa bene anche per via del titolo e la critica ad un tipo di televisione (che per assurdo è quella che ha reso famoso l’autore della canzone). Ma anche il brano di Neffa riesce ne suo intento e sembra che chi ha scelto le musische lo abbi afatto anche per i titoli. Altro brano allegro per segnare la vittoria di Ferretti. La pellicola si chiude con una delle più belle canzoni di Gaber che alla fine sembra raccontare la vita dello stesso Ferretti.

Concludendo: Seppur sia un film piacevole da vedere e che fa riflettere e che fa incazzare per il fatto che nessuno è puro come vorrebbe far credere, devo dire la verità mi ha lasciato un sapore di poca incisività. Forse perchè da certe affermazioni mi aspettavo qualcosa di ben più diretto e crudele nei confronti della politica. Alla fine credo che Luca riesca meglio con la satira a fare critica sociale, che non con film seri.

Voto complessivo: 68/100
 
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13 replies since 6/3/2015, 22:09   158 views
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