Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Il Candidato
Poll choicesVotesStatistics
73 [75.00%]
81 [25.00%]
100 [0.00%]
90 [0.00%]
60 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
Non sa/Non risponde0 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 4)

Il Candidato, Ramaya Productions

« Older   Newer »
  Share  
mastruccio
view post Posted on 28/3/2015, 11:51 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS

Fedele alla linea produttiva intrapresa fin dagli esordi, la Ramaya Production torna al cinema con un nuovo film italiano a basso budget, diretto ed interpretato da nomi pressoché sconosciuti, e incentrato su una storia originale dello stesso produttore.
Lo sviluppo del film è imperniato attorno alla figura di Simone Ferretti, un giovane studente come tanti altri che nel 1995 si disinteressa totalmente alla vita politica del paese, ma che per tallonare una bella ragazza di cui si invaghisce inizia a frequentare la sede locale dell'ex partito comunista, di cui lei è invece una fervente attivista. Siamo a ridosso delle elezioni politiche che vedranno finalmente la sinistra al potere, e Simone dovrà constatare con amarezza che la bella ragazza ha un altro e di lui non gliene importa nulla.
Avrebbe tutti i motivi per tornare a disinteressarsi della politica e abbandonare la sede del partito, dato che comunque non abbiamo ancora avuto contezza di un suo reale interesse per i problemi dell'Italia e degli italiani, ed invece, dopo un salto temporale di ben venti anni ce lo ritroviamo ancora lì, ancora senza una reale passione politica che lo impegni in ruoli istituzionali o incarichi di partito. Non si capisce come mai abbia continuato a frequentare quotidianamente la sede e i compagni di partito, dato che della bella ragazza si sono perse le tracce, si è sposato con una brava moglie e ha pure due deliziosi figlioli, ha un lavoro che lo gratifica e, dopotutto, quella politica non è neppure una militanza che lo impegni più di un qualsiasi altro hobby.
Proprio quando si rende conto che fino a quel momento la sua attività politica è stata praticamente nulla, pari a quella di un soprammobile, decide di candidarsi alle elezioni primarie del partito per eleggere il candidato alla carica di sindaco.
E qui inizia la seconda parte del film, perché cominciano a svelarsi gli intrecci nascosti del sottobosco politico, fatto di affari sporchi e interessi economici che ruotano attorno al porto della città, di tangenti e corruzione, di personaggi oscuri che muovono le fila del potere. Una fotografia piuttosto eloquente della attuale situazione politica affaristica del nostro bel paese, insomma.
Simone, senza neppure grandi lotte interiori e sensi di colpa, sceglie di accettare le lusinghe del potere, accogliendo con disillusa consapevolezza la frequentazione con questi personaggi e compiendo il più classico degli scambi politico-mafiosi, una paccata di voti in cambio di favori. Vincerà le primarie e diventerà sindaco.
Mette una certa tristezza la chiosa finale del film, una pseudo giustificazione auto-assolutoria con la quale Simone saluta il pubblico e si appresta a diventare uno dei tanti amministratori corrotti e lerci di questa repubblica delle banane.

Il film si regge su una sceneggiatura agile e asciutta, con scene brevi e dialoghi tagliati al punto giusto. Luca mostra un notevole senso del ritmo, riuscendo a non stancare anche quando la storia mostra un evidente prevedibilità, senza alcun colpo di scena o guizzo narrativo che possa alzare il livello del climax, che rimane invece piuttosto piatto.
Pur con qualche piccolo errore di battitura, una descrizione di passaggio temporale che avrebbe essere meglio sviluppata quando entra in scena Fabio Morici (cambia l'attore per lo stesso personaggio, ma sullo schermo mi immagino che l'identificazione non sia immediata), qualche battuta da migliorare, l'assenza di fotografie per inquadrare meglio gli attori non già famosi, nel complesso il film si legge con piacere e velocemente.
Come ha detto nell'intervista, Luca non voleva fare un film denuncia, piuttosto fare una sorta di istantanea del livello attuale della nostra classe politica.
C'è da dire che l'intento è piuttosto consumato, perché di film-istantanee sullo stesso tema ne abbiamo visti tanti (“Il portaborse”, ad esempio), e questo "Il candidato" non aggiunge nulla alla nostra conoscenza della triste situazione politica italiana. Si esce dal cinema con una frase in testa: già lo sapevamo.
So che non è roba semplice, ma mi sarei aspettato qualche spunto più coraggioso, una breccia più sconvolgente, qualche esagerazione in più. Tanto, lo sappiamo, qualsiasi esagerazione si possa pensare, nel campo politico affaristico italiano, non sarebbe mai più sconvolgente del vero, e prima o poi avremmo scoperto che anche questa volta la realtà supera abbondantemente la fantasia.

La visione è impreziosita da un'ottima colonna sonora, comprendente brani molto adatti, legati anche alle diverse epoche narrate, e che ben si presta ad accompagnare le diverse scene del film.
Confesso che di tutto il cast conosco solo pochi nomi (Pistoia, Imparato, Trinca, Tidona e Vassallo). Gli altri, compreso il protagonista Fabio Morici (comunque bravo), non li conosco. Men che meno il regista Roan Johnson, che non ho idea di chi sia e che cosa abbia già fatto. Per un film a basso budget, però, può andare anche bene.
Dopo aver vinto il premio per il miglior sito, evidentemente Luca è ormai pago. Questa volta non ci ha regalato nulla, neppure la pagina con il cast, e trattandosi quasi tutti di sconosciuti l'avrei molto gradita. Non mi è piaciuta neppure la locandina, che sembra evocare piuttosto una foto segnaletica di un pregiudicato. Che c'entra col candidato di un'elezione politica?

Voto: 68/100 (7 al sondaggio)
 
Top
13 replies since 6/3/2015, 22:09   158 views
  Share