Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Dossier 3924
Poll choicesVotesStatistics
83 [60.00%]
72 [40.00%]
100 [0.00%]
90 [0.00%]
60 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 5)

Dossier 3924, Granato Production

« Older   Newer »
  Share  
mastruccio
view post Posted on 14/1/2015, 19:14 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Annunciato dopo pochi giorni dal suo rientro in gioco, il nuovo film della Granato Productions arriva nelle sale del cinema virtuale allo scadere del semestre, giusto per contribuire a salvarlo e per aumentare il tasso di qualità artistica del gruppo di film che sono in corsa ai prossimi awards.
Bisogna riconoscere che proprio le ultime tre pellicole, questa, la coproduzione Ramaya-Magia e quella della Arcadia Production, aumentano, e non di poco, il livello qualitativo e permettono inoltre una maggior diversificazione della proposta filmica, che fino a poco tempo fa era maggiormente rappresentata dal genere horror.

"Dossier 3924" è tratto da una piece molto valida di Patrizio Cigliano, autore a me sconosciuto , incentrata sulla guerra israelo-palestinese che insanguina da decenni quelle terre.
Il film scritto da Sascha conserva dell'originale la chiara impostazione teatrale. Quindi nessuna accondiscendenza a virtuosismi tecnici e di regia, se non il minimo indispensabile, e lunghi dialoghi inseriti in scene statiche e fotografate con tinte scure e tagliate da lame di luci.
La confezione è molto affascinante, dura e sonvolgente come giustamente deve essere, e devo doverosamente fare un plauso allo sceneggiatore per la giustissima scelta di dare al film un ritmo stringente e a tratti angosciante.
Le sequenze degli interrogatori trasmettono molto efficacemente la sensazione della tortura psicologica cui viene sottoposto il protagonista.
Il drammatico epilogo non lascia scampo, non concede nulla alla speranza e, anzi, lascia presagire il tragico corso degli eventi reali che si stanno manifestando nella storia reale.
La sceneggiatura è scritta benissimo, segno che i consigli ricevuti per il suo ultimo film "Berserk" sono stati perfettamente recepiti.
La tragicità delle immagini si stagliano sullo schermo con la stessa dura e dolorosa caratterizzazione dei personaggi, le cui parole sono perfettamente inserite nel contesto drammatico che stanno vivendo.
Hikmet, di cui non sapremo mai se sia realmente solo un traduttore e poeta o anche un alto esponente dell'Olp, e Yaron, dal cui inatteso colpo di scena finale veniamo a scoprire le sue contraddizioni, sono personaggi costruiti ottimamente, e gli altri comprimari, dal truce Solom alla giovane recluta Amad, non sono mai banali.
A dire il vero, proprio in riferimento al personaggio di Amad, avrei desiderato vedere meglio strutturata la sua evoluzione caratteriale, che si trasforma troppo repentinamente da un estremo all'altro senza che il pubblico ne abbia potuto cogliere neppure un minimo passaggio intermedio. Trattandosi, però, di un personaggio secondario non è un difetto che rovina la bontà del film.

E' un peccato che la narrazione non sia stata accompagnata da una soundtrack. Se già così il film è molto bello, con l'ascolto di musiche adeguate ed evocative sarebbe stato praticamente perfetto. Non riesco ancora a capire perché, secondo Sascha, la presenza di musiche non avrebbe arricchito la qualità del testo e la bravura degli attori, così come scritto nella pagina "curiosità" del sito.

Sono sincero, del regista e degli attori che compongono il cast non ne avevo mai sentito parlare. Tutti fanno il loro dovere, con impegno e calibrata drammaticità, senza mai eccedere e risultando, così, molto credibili.
Buona la scelta di non scritturare più De Niro per la parte di Yaron: l'ho già "rovinato" io con Totò, facendogli arrivare addosso quintali di stroncature, e non sarebbe stato giusto "distruggerlo" con questa difficilissima parte.

La locandina non mi è piaciuta, sia perché graficamente non chiara (i caratteri scuri su fondo scuro non sono ben leggibili) e sia perché l'immagine scelta non risulta immediatamente evocativa.
Sito essenziale e nulla più.

Voto: 82/100

Il più piccolo film di Sascha si rivela essere il suo più bel film sin qui prodotto. Un ottimo esempio di film "politico" e indipendente, che non disdegnerei sinceramente di vedere realmente al cinema.
Sapere che è stato scritto in soli sette giorni è una eloquente risposta a chi invoca a gran voce l'alba di una cascata di summary movies. Ben vengano, per carità, ma non dimentichiamoci mai che film piccoli possono tranquillamente ambire ad essere film qualitativamente e significativamente giganteschi.
Un po' come questo "Dossier 3924".
 
Top
36 replies since 27/12/2014, 03:17   322 views
  Share