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Dossier 3924
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Dossier 3924, Granato Production

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SaschaGranato
view post Posted on 27/12/2014, 03:17




La Granato Production è lieta di presentare il suo IV film.
Buona lettura a tutti!!!


www.dossier3924.altervista.org/



Edited by SaschaGranato - 28/12/2014, 23:34
 
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Merlino*
view post Posted on 27/12/2014, 10:00




Intanto merito un premio per aver trovato dove scaricare lo script :P , e ora via col film!
 
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SaschaGranato
view post Posted on 27/12/2014, 23:14




CITAZIONE
Intanto merito un premio per aver trovato dove scaricare lo script :P , e ora via col film!

Perché, c'è anche un film da leggere XD!? Buona lettura
 
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Merlino*
view post Posted on 4/1/2015, 00:14




Anche qui molto velocemente per poi approfondire con calma e insieme ad altri recensori.
Film interessante, molto intenso e sentito. Fortemente teatrale con il fattore positivo centrato sulle interpretazioni degli attori che, naturalmente, portano sulle loro spalle tutto il peso della pellicola. Fattore negativo, forse l'eccessiva staticità, ma è chiaro sia cosa voluta dal produttore.
Un film che colpisce nel segno che si era prefisso, e tanto basta per un giudizio positivo.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 5/1/2015, 16:23




CITAZIONE
Anche qui molto velocemente per poi approfondire con calma e insieme ad altri recensori.
Film interessante, molto intenso e sentito. Fortemente teatrale con il fattore positivo centrato sulle interpretazioni degli attori che, naturalmente, portano sulle loro spalle tutto il peso della pellicola. Fattore negativo, forse l'eccessiva staticità, ma è chiaro sia cosa voluta dal produttore.
Un film che colpisce nel segno che si era prefisso, e tanto basta per un giudizio positivo.

Grazie per la recensione flash. Semplice. Chiara. Il film è volutamente statico. Lo spettatore deve avere l'impressione che niente stia realmente cambiando e che niente cambierà. E stata una scelta consapevole ed il motivo per cui ho deciso di eliminare una decina di pagine che raccontavano il rastrellamento a Gaza. Non piacerà a tutti. Forse il vero difetto è che è troppo verboso. Potrebbe annoiare.
 
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Merlino*
view post Posted on 5/1/2015, 16:54




Non credo risulti verboso, anche se molto parlato è ugualmente scorrevole e non annoia.
 
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uomo_d
view post Posted on 6/1/2015, 20:45




- Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?

Leggendo il testo teatrale sono rimasto colpito dalla forza dei protagonisti. Fra loro s'innesca un dualismo brutale che sfocia in una battaglia tra cervelli raffinati. Domina la cultura. Il pensiero sottile. Ho pensato sarebbe stato bello sviluppare ulteriormente lo script e proporlo a cinematik sotto forma di film.

- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?

Il film l'ho scritto in soli sette giorni. Il testo originale era incentrato unicamente su Hikmet e Yaron. Gli altri personaggio sono frutto d'interventi apportati allo script. Ho inserito una sequenza molto lunga di scene bellica, ma il risultato non mi piaceva pertanto le ho eliminate.

- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

Tra il sei ed il sette. Non oltre.

- Un pregio e un difetto del tuo film?

E' un film conciso e asciutto. Rispetto a Berserk penso di essere migliorato nella scrittura. Descrizioni e dialoghi sono più equilibrati e coincidono in modo armonioso, senza intaccare al ritmo del film. La qualità stessa delle battute è migliore rispetto a qualsiasi sceneggiatura abbia mai scritto finora. Questi sono i pregi. I difetti? Tanti. Staticità, in parte voluta, in parte inevitabile. Forse un po' troppa verbosità.

- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?

Spero possa piacere a tutti. Preferisco un giudizio tiepido, piuttosto che assistere a picchi d'entusiasmo e picchi di delusione, com'era avvenuto per Favola Americana.

- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...

Ho già recuperato i costi di produzioni. Tanto basta.

- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?

Non mi sento particolarmente legato a questo film.

- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?

Si, sono migliorato. Ma la strada è lunga.

- Quello che proponi è un film "forte" e coinvolgente. Si tratta di un adattamento d un testo teatrale; quali sono state le difficoltà di trasposizione e quali credi siano, invece, i punti di forza del media cinematografico per un'opera di questo tipo.

A teatro non conta lo sfarzo, ma i contenuti. "Dritto al Cuore" è un testo intriso di contenuti e del tutto privo d'intrecci narrativi. La vera sfida è stata costruire intorno alla vicenda di Hikmet e Yaron un universo pulsante che potesse valorizzare il racconto. Inserire personaggi che interagissero in scioltezza coi protagonisti. Ad ogni modo credo che un film del genere avrebbe poca risonanza nel panorama cinematografico mondiale.

- La tua produzione finora si era concentrata su opere più "mainstream", stavolta, per il tuo ritorno, hai optato invece per interpreti mediorientali e comunque un taglio più "indipendente". Sarà la tua nuova linea o si è trattato di un esperimento?

Intendo proseguire su questa linea.

- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?

"... Che palle!" probabilmente.

- Sei tornato in pista a ridosso degli Award. Pensi che il tuo ritorno potrà essere accompagnato anche da qualche statuetta?

Non credo di avere nessuna chance. Forse guadagnerò qualche nomination, ma niente più.

- Il semestre è giunto al termine. Quali sono, a tuo giudizio, i suoi film "simbolo"? Chi trionferà agli Awards?

Ho iniziato da poco il recupero. Quest'anno non sono riuscito a seguire nessuna attività come avrei voluto, perdendo di vista anche la lettura dei film e le recensioni.

- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?

Sarebbe bello completare la trilogia di Berserk. Ce la farò, spero.

-CK 2.0 si sta evolvendo, con l'anno nuovo i summary potranno concorrere con i film "classici", pensi che ti approccerai a questa nuova opportunità? Parteciperai al contest dei summary?

L'idea non mi fa impazzire.
 
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uomo_d
view post Posted on 11/1/2015, 17:26




Con Dossier 3924 assistiamo al ritorno nei cinema virtuali di Sascha. Si tratta per me di un esordio, non avendo ancora visto all'opera la Granato Production prima di questo film e, al termine della visione, aggiungo che spero di vederla all'opera ancora a lungo, data l'ottima qualità del film proposto.
Non è un film che andrei a vedere al cinema, complice un trama che anticipa la brutalità, a dire il vero più psicologica che fisica, della pellicola e un cast di attori su cui non riesco a esprimere un giudizio, trattandosi di interpreti mediorientali a me sconosciuti.
L'analisi si sofferma per questo soprattutto sull'intreccio narrativo, che seppur semplice è estremamente coinvolgente. Si sente molto l'origine teatrale della sceneggiatura, e qui forse intravedo uno dei pochi limiti del film, che forse poteva approfittare del media cinematografico per concedere qualcosa di più all'azione, che nell'economia della pellicola è sacrificata alle parti più discorsive.
Fortunatamente, comunque, tali parti, preponderanti, hanno un ritmo e una struttura molto serrate, così com'è giusto che sia per sviluppare correttamente il proposito del film di far scaturire nello spettatore l'ansia per una vicenda così complessa come quella del conflitto israeliano palestinese.
L'ago della bilancia pende per le ragioni di questi ultimi, ma i patemi e le speranze del colonnello israeliano cercano di equilibrare parzialmente tale opinione.
I due personaggi principali sono resi molto bene, cosa che è vera invece in parte per i personaggi di contorno, ma anche questo appunto non inficia sulla riuscita del film. Il produttore lo temeva verboso, io invece ritengo che il giusto ritmo dato alle scene abbia scongiurato il rischio di una critica di questo tipo.
Interessante il finale, in cui sembra che l'interrogatorio sia ribaltato e sotto torchio sia il colonnello anziché il poeta palestinese, per cui l'empatia iniziale sembra un po' scemare, con la consapevolezza che anch'egli non è semplice spettatore e vittima del conflitto, ma un soggetto con una valenza che rimane ambigua.
Complimenti dunque a Sascha per aver scelto di tornare con un'opera affatto "mainstream" e per essere riuscito a non "appiattire" il film alla sua fonte teatrale, anche se, come scritto sopra, forse il film avrebbe potuto fare un ulteriore salto di qualità inserendo qualche scena in più alla luce del sole, lontano dal bunker.
Questo finale di semestre ci sta regalando dei film davvero interessanti e sta riscattando l'eccesso di orrore post-hallowiniano.

VOTO 80.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 12/1/2015, 14:22




Non mi aspettavo una valutazione così alta. Ho pochi meriti, se non quello di aver costruito, intorno alla vicenda di Hikmet e Yaron, un contorno che potesse aggiungere credibilità al film.

CITAZIONE
Si sente molto l'origine teatrale della sceneggiatura, e qui forse intravedo uno dei pochi limiti del film, che forse poteva approfittare del media cinematografico per concedere qualcosa di più all'azione, che nell'economia della pellicola è sacrificata alle parti più discorsive.

Ho eliminato una lunga sequenza bellica (il tentativo di fuga e l'arresto di Hikmet) perché desideravo ambientare il film in spazzi bui, in quanto opera drammatica e non film di guerra. Ho sfoltito molti dialoghi per aggiungere pathos a certe sequenze dove si entrava nel cuore di tematiche filosofiche, perfette a teatro, fuori luogo al cinema. Mantenere un'impronta teatrale è stata una scelta consapevole. Immaginavo potesse non piacere, ma la forza di Hikmet e Yaron deriva proprio da questa radice. Estirparla completamente avrebbe snaturato la natura stessa dei personaggi.

CITAZIONE
L'ago della bilancia pende per le ragioni di questi ultimi, ma i patemi e le speranze del colonnello israeliano cercano di equilibrare parzialmente tale opinione.

Il testo spinge fortemente a favore degli oppressi. Chissà cosa ne penserebbe un Israeliano di un film simile...

CITAZIONE
Il produttore lo temeva verboso, io invece ritengo che il giusto ritmo dato alle scene abbia scongiurato il rischio di una critica di questo tipo.

Questo mi fa piacere.

Bella recensione, grazie mille.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 13/1/2015, 14:05




eccomi :)
allora, come ho avuto modo di dire nell'intervista per Scoprendo Cecilia, questo film mi è piaciuto molto. non solo per interesse personale (cercherò anche il testo teatrale alla base). non solo per questo, ma anche per la scrittura: una questione talmente spinosa e complessa come il conflitto tra palestinesi e israeliani non si può risolvere in una sceneggiatura di 60 pagine, che peraltro volano (anche se certe scene nel carcere sono un pugno nello stomaco: me le sono immaginate e... oddio!), però ho trovato tutto molto approfondito (anche grazie ai dialoghi (però in certi punti ho visto segnati dei tre punti come dialogo... questo al cinema come verrebbe recepito?), spietati e veloci come dovrebbero essere. non so se il personaggio del Colonnello è realistico: cioè, ci sono israeliani pacifisti (e, come racconta I guardiani di Israele, un bel documentario che non so se hai visto, Sascha, uno degli ex direttori dello Shin Bet è appunto pacifista), ma non so se nell'esercito ce ne sono. il personaggio del palestinese invece è molto bello, e ho apprezzato molto che la verità si capisca a poco a poco.
in generale, quindi, un film che trovo molto buono, il migliore di Sascha finora :)
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 14/1/2015, 11:45




comincio con una domanda:
quante volte abbiamo visto film di guerra solo dal punto di vista di uno dei fronti? Tante no?
Ma quante volte abbiamo visto film di guerra da entrambi i punti di vista? Molto meno!
E questo è uno di quei casi in cui si vedono entrambi i punti di vista, entrambe le ragioni, ma in nessuno dei due casi la guerra è giustificata.
Il conflitto fra israeliani e palestinesi non è facile da descrivere, ci sono 50 anni di guerra, di conflitti e di trattati non rispettati, eppure Sascha approfondisce tutto con la meticolosità che un vero sceneggiatore dovrebbe avere.
I personaggi, anche qui, sono fatti molto bene e ben descritti e il fatto che la trama non sia spiattellata subito è un ottima scelta.
Voto 7,5
 
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SaschaGranato
view post Posted on 14/1/2015, 12:34




Agnese e Gennaro, grazie per vostre recensioni. Sono felice che il film via sia piaciuto. Avete entrambi sottolineato la bontà dei personaggi principali del film, Hikmet e Yaron, appunto, ma vorrei precisare che il merito è dell'autore del testo teatrale. E' lui il professionista. Il mio compito è stato quello di proporre il suo testo in chiave cinematografica. Come? Ho sforbiciato lo script quando i dialoghi entravano nel cuore di temi filosofici e la qualità delle parole sfociava in un linguaggio aulico, non pertinente al cinema. Ho costruito intorno alla vicenda di Hikmet e Yaron un piccolo universo popolato da personaggi di contorno, vedi Solom e la giovane recluta, per aggiungere movimento e dinamicità alla storia, ma niente più.

In questo film c'è sicuramente una mia impronta, forte. Ma quando il film tocca le corde più profonde, entrando nel cuore del tema, è tutto merito dell'autore.
 
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mastruccio
view post Posted on 14/1/2015, 19:14




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Annunciato dopo pochi giorni dal suo rientro in gioco, il nuovo film della Granato Productions arriva nelle sale del cinema virtuale allo scadere del semestre, giusto per contribuire a salvarlo e per aumentare il tasso di qualità artistica del gruppo di film che sono in corsa ai prossimi awards.
Bisogna riconoscere che proprio le ultime tre pellicole, questa, la coproduzione Ramaya-Magia e quella della Arcadia Production, aumentano, e non di poco, il livello qualitativo e permettono inoltre una maggior diversificazione della proposta filmica, che fino a poco tempo fa era maggiormente rappresentata dal genere horror.

"Dossier 3924" è tratto da una piece molto valida di Patrizio Cigliano, autore a me sconosciuto , incentrata sulla guerra israelo-palestinese che insanguina da decenni quelle terre.
Il film scritto da Sascha conserva dell'originale la chiara impostazione teatrale. Quindi nessuna accondiscendenza a virtuosismi tecnici e di regia, se non il minimo indispensabile, e lunghi dialoghi inseriti in scene statiche e fotografate con tinte scure e tagliate da lame di luci.
La confezione è molto affascinante, dura e sonvolgente come giustamente deve essere, e devo doverosamente fare un plauso allo sceneggiatore per la giustissima scelta di dare al film un ritmo stringente e a tratti angosciante.
Le sequenze degli interrogatori trasmettono molto efficacemente la sensazione della tortura psicologica cui viene sottoposto il protagonista.
Il drammatico epilogo non lascia scampo, non concede nulla alla speranza e, anzi, lascia presagire il tragico corso degli eventi reali che si stanno manifestando nella storia reale.
La sceneggiatura è scritta benissimo, segno che i consigli ricevuti per il suo ultimo film "Berserk" sono stati perfettamente recepiti.
La tragicità delle immagini si stagliano sullo schermo con la stessa dura e dolorosa caratterizzazione dei personaggi, le cui parole sono perfettamente inserite nel contesto drammatico che stanno vivendo.
Hikmet, di cui non sapremo mai se sia realmente solo un traduttore e poeta o anche un alto esponente dell'Olp, e Yaron, dal cui inatteso colpo di scena finale veniamo a scoprire le sue contraddizioni, sono personaggi costruiti ottimamente, e gli altri comprimari, dal truce Solom alla giovane recluta Amad, non sono mai banali.
A dire il vero, proprio in riferimento al personaggio di Amad, avrei desiderato vedere meglio strutturata la sua evoluzione caratteriale, che si trasforma troppo repentinamente da un estremo all'altro senza che il pubblico ne abbia potuto cogliere neppure un minimo passaggio intermedio. Trattandosi, però, di un personaggio secondario non è un difetto che rovina la bontà del film.

E' un peccato che la narrazione non sia stata accompagnata da una soundtrack. Se già così il film è molto bello, con l'ascolto di musiche adeguate ed evocative sarebbe stato praticamente perfetto. Non riesco ancora a capire perché, secondo Sascha, la presenza di musiche non avrebbe arricchito la qualità del testo e la bravura degli attori, così come scritto nella pagina "curiosità" del sito.

Sono sincero, del regista e degli attori che compongono il cast non ne avevo mai sentito parlare. Tutti fanno il loro dovere, con impegno e calibrata drammaticità, senza mai eccedere e risultando, così, molto credibili.
Buona la scelta di non scritturare più De Niro per la parte di Yaron: l'ho già "rovinato" io con Totò, facendogli arrivare addosso quintali di stroncature, e non sarebbe stato giusto "distruggerlo" con questa difficilissima parte.

La locandina non mi è piaciuta, sia perché graficamente non chiara (i caratteri scuri su fondo scuro non sono ben leggibili) e sia perché l'immagine scelta non risulta immediatamente evocativa.
Sito essenziale e nulla più.

Voto: 82/100

Il più piccolo film di Sascha si rivela essere il suo più bel film sin qui prodotto. Un ottimo esempio di film "politico" e indipendente, che non disdegnerei sinceramente di vedere realmente al cinema.
Sapere che è stato scritto in soli sette giorni è una eloquente risposta a chi invoca a gran voce l'alba di una cascata di summary movies. Ben vengano, per carità, ma non dimentichiamoci mai che film piccoli possono tranquillamente ambire ad essere film qualitativamente e significativamente giganteschi.
Un po' come questo "Dossier 3924".
 
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view post Posted on 14/1/2015, 19:17
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Cinefilo Ad Honorem

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Insomma, miglior film del semestre e favorito ai Ck Awards?
 
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mastruccio
view post Posted on 14/1/2015, 19:24




Per me, senza dubbio in cinquina.
 
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36 replies since 27/12/2014, 03:17   321 views
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