| Soggetto e sceneggiatura: Nuovo cinema italiano segna il ritorno nelle sale di una delle vecchie glorie di Cinematik, Merlino che con la sua Magia Production, assieme alla Ramaya Productions di Luca, è tornato con un progetto leggero e veloce, ideale per chi è stato lontano dalla produzione per così tanto tempo. Personalmente devo dire che non ho un grande amore per i film a episodi (non riesco mai a farmi coinvolgere più di tanto) e anche in questo caso non è che abbia cambiato idea, ma riconosco la bontà e l’indiscutibile cura che c’è dietro al progetto. Il film, in sostanza, non è altro che una raccolta di corti che hanno il compito di descriverci e mostrarci l’Italia, le sue bellezze, i suoi scorci più suggestivi, ma anche gli italiani con le loro simpatiche bassezze. “Aforismi” è uno dei corti più riusciti, molto breve ed essenziale, ma riesce a restituirci uno spaccato efficace di una parte del Paese, quella ancora ancorata al campanile e alla figura del prete che spesso, ahimè, può rivelarsi molto meno limpida e impeccabile di quanto di spererebbe (riuscitissimo il colpo di scena finale). Altrettanto riuscito anche “Arte povera”; spassoso il personaggio di John e le sue riflessione stralunate su Napoli che ci restituiscono, di riflesso, un ritratto impietoso di un’Italia che non vuole, o non riesce, ancora a cambiare. “La bicicletta” invece è quello che mi ha convinto di meno, decisamente troppo verboso e, un po’ come il suo protagonista, sembra non saper dove andare a parare e finisce solo per mostrarci le belle campagne emiliane, come una cartolina. Anche “Ponti d’oro” non mi ha fatto impazzire principalmente perché, anche se tratto da un fatto vero, è parecchio prevedibile e non regala particolari sorprese (all’infuori della Fenech che parla in dialetto!). Il film si riprende poi con “Alice è diventata grande”, corto delicato e poetico, indubbiamente il migliore della raccolta, con un Paolo Villaggio perfetto per la parte. Interessante e riuscito anche “L’architetto”, forse il corto più complesso e ricco di spunti. Regia: anche se non ho visto niente di loro, apprezzo la scelta di aver preso giovani registi indipendenti fuori dal giro dei soliti nomi. Cast: scelto con cura e attenzione. Ho apprezzato soprattutto Villaggio, Schicchitano e Turturro. Musiche: belle. Tutti brani cantati della tradizione italiana che si sposano perfettamente con le città protagoniste dei corti. E poi c’è la chicca finale con i due brani di Nuno. Gran bell’omaggio! Sito e locandina: sito semplice ma curato. Locandina davvero bella e originale. Voto conclusivo: Nuovo cinema italiano è un film che coniuga la scrittura piacevole e leggera di Luca con quella più esperta e ragionata di Merlino. Il risultato è un prodotto insolito, curato nella forma, un po’ discontinuo al suo interno (con episodi più riusciti e altri meno) ma che riesce con il linguaggio della commedia leggera e poco pretenziosa a pennellare un bel ritratto dei pregi e (soprattutto) dei difetti di noi italiani. 65/100
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