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San Marino Fanta Festival (Halloween Contest) 2014: A special place
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San Marino Fanta Festival (Halloween Contest) 2014: A special place, Dreaming Studios

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Merlino*
view post Posted on 28/10/2014, 10:08 by: Merlino*




L'opinone di Merlino


Recensione 1
Un nuovo giocatore si affaccia a Ck con la sua prima pellicola horror nella quale troviamo tutta la voglia di iniziare questa sua nuova avventura e si vede. La storia è scorrevole e con buone dosi di orrore latente che alla fine del film scoppia come una bomba in faccia allo spettatore che si ritrova davanti al male e al malessere della psiche umana nella sua forma più terribile. Supportato da un cast ben scelto e da un regista appropriato per il sottotema "disturbo psicologico" che già in passato aveva saputo sviluppare come pochi altri il film risulta alla fine un buona prova e la scelta di lanciarlo in occasione dell'Halloween Contest è la ciliegina sulla torta per una pellicola che di certo segna l'inizio di una lunga e fruttuosa carriera per un produttore che ha dalla sua il pregio saper scrivere bene e saper raccontare le immagini senza perdersi in inutili doppi binari o vicoli ciechi ma al tempo stesso senza tralasciare importanti dettagli secondari. Nel complesso un film decisamente ben fatto per un ottimo inizio.

Recensione 2
Terminata la visione dell'ultima fatica di Mas sono rimasto un po' a pensare a quello che avevo appena visto perché è indubbio che si tratti di una bella pellicola, ben fatta e ottimamente recitata, ma nonostante questo non ero pienamente soddisfatto, perché? Pensa di qua pensa di là, pensa di su pensa di giù alla fine sono arrivato alla conclusione che a questo film manca un cuore, quel cuore pulsante che mi aveva sempre fatto apprezzare in pieno le opere precedenti di Mastruccio. È come se questa volta si fosse innamorato di una storia e l'avesse trascritta e riportata sullo schermo senza metterci nulla di quel suo tocco che ha reso vivi i suoi ultimi lavori, manca la freschezza di SuperMax, manca la passione di Mind The Gap e manca l'entusiasmo di Totò, l'unica altra opera che potrei paragonare a questo A special place è probabilmente Ivan il terribile, ma forse non è un caso. Dico che non è un caso perché entrambe le pellicole sono non originali e forse Mastruccio il suo meglio riesce a darlo quando scrive qualcosa di suo che gli viene direttamente da dentro, mentre quando riporta sullo schermo storie "tratte da" sembra dimenticarsi di trasporre anche quello che la storia gli ha trasmesso e questo si ripercuote sull'esito finale che rimane più freddo e distaccato. Certo, non gli si può chiedere di immedesimarsi con un killer o un assassino come invece pare riuscire a fare al meglio quando si tratta di raffigurare personaggi positivi, o forse sì, forse proprio questo dovremo chiedere a Mastruccio, di fare un altro thriller, ma questa volta di suo pugno, mettendoci quello che lui sente di dover mettere nella sceneggiatura perché non credo sia una caso che i suoi due film che risultano più freddi e distaccati sono proprio le due sceneggiature non originali da lui trasportate sullo schermo. In entrambi i casi è evidente che se li ha scelti come soggetto di trasposizione a Ck è perché per lui si tratta di storie emozionanti e coinvolgenti, eppure, soprattutto in A special place il coinvolgimento non traspare attraverso le immagini. La storia è scorrevole ma ripetitiva, quella che dovrebbe essere una serie di situazioni che una dopo l'altra aumentano la tensione e l'atmosfera malata della storia e del suo protagonista in realtà si risolvono in una serie di storie quasi staccate tra loro che si ripropongono a distanza di tempo, con sì una maggiore violenza, ma senza riflettere nello spettatore in maniera continuativa il disturbo del protagonista e, in questo modo, non permettendo a chi lo segue di immedesimarsi, in maniera sia essa positiva o negativa, con lui. La bravura degli attori copre gran parte di questo disagio ma non lo cancella e alla fine nemmeno la mano del buon Polanski riesce a rendere memorabile un film che di certo grazie al cast rimane buono e ben sopra la media del genere, ma che non coinvolge al 100% anche a causa di descrizioni di sceneggiatura che, aggiunte alla spezzettatura in tronchi troppo netti della storia, ne distraggono la visione, un esempio eclatante che ancora non riesco a dimenticare è un ragazzo a terra descritto "come un musulmano che prega" (cito a memoria ma più o meno è così) ... sinceramente quanto di più stonato si possa leggere/vedere in un thriller.
Per concludere Mas come al solito ha fatto un buon lavoro lavorando su personaggi giovani e sui loro problemi (e forse anche sui problemi che hanno i genitori a seguirli) derivati e derivanti da un periodo della vita come l'adolescenza che, una volta vista con gli occhi di un adulto, è sinonimo di felicità e spensieratezza ma che al contrario, nel momento nella quale viene vissuta, risulta un periodo di problemi, di dubbi e di difficoltà che appaiono insormontabili, ma questa volta si trattava di aggiungere male al male ed evidentemente il cuore di papà è stato più forte della volontà di scrittore non permettendo al Mas sceneggiatore di esprimersi al meglio. Un consiglio? La prossima volta ancora un altro horror perché la strada è quella giusta, ma fatto tutto di proprio pugno perché ho trovato più sentimento di vero orrore nelle ultime due pagine di Mind The Gap che non in tutto A special place.
Ciao ciao!

Edited by Merlino* - 28/10/2014, 15:05
 
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