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Belluscone, una storia siciliana
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Belluscone, una storia siciliana

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marenarobros
view post Posted on 3/9/2014, 10:05 by: marenarobros
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Cinefilo Ad Honorem

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VENEZIA - Peccato che Franco Maresco non abbia potuto godere delle risate che, come raramente succede, hanno accompagnato le proiezioni di "Belluscone una storia siciliana", e il lungo applauso finale con il pubblico che gridava il suo nome. "Ma la vita viene prima di un film", dice lui al telefono. "Non potevo venire a Venezia, ho problemi di famiglia, ho problemi con me stesso, mi faceva paura l'idea dello sbarco con tutti che ti aspettano, ti fotografano, usano il cellulare, mi vengono attacchi di panico solo al pensiero. Sono consapevole della mia fragilità, non ho mai avuto la forza di Daniele Ciprì, e neanche puoi dire alla gente 'scusate soffro di depressione', ti guardano male, porti pure jella".
Ma il favore con cui è stato accolto il film, in cui ricostruisce la storia d'amore tra Berlusconi e la Sicilia, usando le feste di piazza nei quartieri popolari come il Brancaccio e l'adesione totale a FI dei cantanti neomelodici, dovrebbe comunque alleviare la depressione. "Sono contento per tutti quelli che hanno lavorato nel film, e non è stato facile, perché nessuno ci credeva. Mi fa stare bene il pensiero di aver vinto un paio di scommesse: quella di finire il film, visto che ormai, per carattere e per depressione, mi sono fatto la fama di uno inaffidabile, che non porta a termine niente, e poi la scommessa di averlo finito in tempo per Venezia. Ma se penso a me, personalmente, tutto mi sembra inutile".
Nelle parole e nel tono di Franco Maresco c'è la stessa amarezza cupa, eppure ironica e grottesca, che è nel suo film, che in parte è il racconto di un film mai finito per una serie di sfortune che lo colpiscono, ma che in realtà, con il pretesto di Tatti Sanguineti che attraversa Palermo alla ricerca di Maresco "scomparso" scoprendo tanto materiale girato, riesce a mettere insieme personaggi e incontri, l'impresario Ciccio Mira o il cantante Erik autore della canzone "Vorrei conoscere Berlusconi", che raggiungono lo scopo di evocare il legame tra l'ex leader di Forza Italia con la Sicilia. Ed è tutto vero, i personaggi - c'è anche Marcello Dell'Utri seduto su un trono e proprio quando sta per affrontare domande scomode l'audio smette di funzionare - e le loro risposte, si ride dell'ingenuità, della riluttanza - "la mafia?" - dell'ignoranza, del kitsch, ma la riflessione finale è terribile: ad aver dimenticato Falcone e Borsellino non sono solo i quartieri popolari sedotti da Berlusconi, ma giovani eleganti, disinvolti, che frequentano locali alla moda: i borghesi di Palermo.
(Repubblica.it)
 
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