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Belluscone, una storia siciliana
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Belluscone, una storia siciliana

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view post Posted on 13/8/2014, 17:37
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Cinefilo Ad Honorem

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di Maria Pia Fusco

Ciccio Mira, impresario di feste di piazza e la canzone di Erik, neomelodico palermitano, “Vorrei conoscere Berlusconi”: senza questi incontri Franco Maresco non avrebbe fatto "Belluscone, una storia siciliana", il film che sarà presentato in Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, dove fuori concorso si vedrà anche "La trattativa" di Sabina Guzzanti, il film sui presunti rapporti Stato-mafia. In sala dai primi di settembre distribuito da Parthénos, Belluscone, una storia siciliana è una scommessa di Maresco, che, tra problemi economici, crisi depressive e colpi di sfortuna ha vissuto tre anni travagliati: «Nel 2011 attraversavo un periodo difficile, finché venne fuori la proposta di finanziare un piccolo documentario su Berlusconi, allora ancora al governo. Era la possibilità di guadagnare qualcosa e mi misi all’opera».
Che chiave aveva scelto?
«L’idea era di raccontare il rapporto privilegiato tra Berlusconi e i siciliani, la comune mancanza di senso dello Stato. Se Berlusconi dice che brinda con lo champagne se sente che il governo è in crisi, molti siciliani caccerebbero il figlio se volesse fare il carabiniere. Cominciai ad intervistare giudici e politici ma più andavo avanti e più mi rendevo conto che qualcosa non andava, non mi ci ritrovavo, mi sembrava di fare Santoro senza essere Santoro. Ad un certo punto incontrai Ciccio Mira, un personaggio particolare, di grande simpatia umana che aveva fatto una particina in "Lo zio di Brooklyn" e scoprì che uno dei suoi cantanti aveva scritto Vorrei conoscere Berlusconi e che molti altri neomelodici sono berlusconiani. Mi scattò la scintilla: costruire il film intorno alla storia di questa canzone e di questo mondo».
Intanto il governo Berlusconi cade nell’autunno del 2011...
«Non solo. Nel frattempo c’era stata una nuova crisi di soldi per me, Ciccio Mira viene intercettato dai Carabinieri, i cantanti litigano... un bordello. Mi fermo una seconda volta, ma quando ho potuto riprendere il film si era rafforzata l’idea di una storia di perdenti. Sono sempre stato dalla parte degli sconfitti, non starei bene con i vincitori. Credo che il film potrà piacere o no, ma se non altro gli va riconosciuto il merito di tentare una chiave originale di leggere la realtà e di raccontare Berlusconi non solo con le donne, gli scandali, i processi, ma attraverso la “passione” di questi cantanti e delle feste di piazza in cui si mandano messaggi ai boss mafiosi nelle patrie galere, gli “ospiti dello stato”».
È tutto vero quello che si vede nel film?
«Tranne poche modifiche e qualche licenza poetica – come il bianco e nero che uso per Ciccio Mira, un omaggio al mondo scomparso di Cinico Tv - nella sostanza è tutto assolutamente vero, forse metterò un cartello all’inizio. Entrare in un mondo complicato e pericoloso è stato quasi una discesa negli inferi, anche se dal punto di vista umano sono personaggi che mi hanno dato molto. E una cosa a cui tengo è la fine del film, con l’intervistatore che chiede cosa era successo il 23 maggio e il 19 luglio. Nessuno ricorda Falcone e Borsellino e gli intervistati sono borghesi che vanno in discoteca a ballare, indifferenti, impassibili, veri conniventi perché a differenza di chi sta in periferia e ha conosciuto solo la mafia, loro hanno la cultura, l’istruzione, il denaro, tutti gli strumenti per conoscere la realtà. È il ghigno finale del film, è molto importante».
Sono scene “vere” quelle di Dell’Utri sul trono e dell’intervento di Ficarra e Picone?
«Dell’Utri volevo incontrarlo e ho fatto ricorso a una cosa che i siciliani avvertono molto: per ogni palermitano Palermo è il centro del mondo. L’ho rintracciato e ho detto “Buongiorno sono Franco Maresco, ricorderà Cinico TV, forse le faceva schifo”. “A volte lo trovavo un po’ greve però mi piaceva molto”, ha risposto. Allora gli ho detto che ero un po’ geloso, andava in tv, era appena stato dalla Annunziata e non veniva da un suo concittadino? Ha funzionato, ha promesso di venire e ha mantenuto la promessa, purtroppo durante l’intervista l’audio ha smesso di funzionare. Non credo di essere amato dalla fortuna, ho avuto problemi anche quando Erik ha litigato con Vittorio Ricciardi che aveva cantato la sua canzone in piazza. Mi sono chiesto chi erano i miti per ragazzi come loro: Ficarra e Picone, i quali, da antichi amici, si sono prestati a portare pace tra i due».
Nel film, sia pure con amarezza, si ride. Ma rideranno i palermitani?
«Non mi sono posto il problema. Io non condivido quello che dice Pif, "La mafia uccide solo d’estate" . Dice che la città sta cambiando, parla di risveglio, ma mi dispiace per Orlando che si impegna tanto, di risveglio non c’è l’ombra, la realtà è molto più difficile che negli anni ’90. C’è rassegnazione, l’antimafia è spenta, la partecipazione alle celebrazioni istituzionali è una stanca passerella. Non dico che tutta Palermo sia così, ma nelle periferie come Brancaccio l’idea è quella di sempre: meglio con Berlusconi. Berlusconi mangiava e faceva mangiare».
 
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mastruccio
view post Posted on 14/8/2014, 13:18




Sarà interessante vedere la reazione al film dell'intero centro destra. Ovviamente ne faranno polpette, ma è innegabile che "Belluscone", a Palermo, ha avuto in passato dei loschi santi protettori, che lo votavano perchè lo sentivano come uno di loro.
 
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Merlino*
view post Posted on 19/8/2014, 16:38




È sempre un piacere trovare chi continua a dargli l'ossigeno necessario alla sopravvivenza ;)
 
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view post Posted on 29/8/2014, 16:44
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Cinefilo Ad Honorem

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Beh, Mastruccio è siciliano e magari certe volte le avverte sulla pelle molto più di noi...
 
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view post Posted on 3/9/2014, 10:05
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Cinefilo Ad Honorem

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VENEZIA - Peccato che Franco Maresco non abbia potuto godere delle risate che, come raramente succede, hanno accompagnato le proiezioni di "Belluscone una storia siciliana", e il lungo applauso finale con il pubblico che gridava il suo nome. "Ma la vita viene prima di un film", dice lui al telefono. "Non potevo venire a Venezia, ho problemi di famiglia, ho problemi con me stesso, mi faceva paura l'idea dello sbarco con tutti che ti aspettano, ti fotografano, usano il cellulare, mi vengono attacchi di panico solo al pensiero. Sono consapevole della mia fragilità, non ho mai avuto la forza di Daniele Ciprì, e neanche puoi dire alla gente 'scusate soffro di depressione', ti guardano male, porti pure jella".
Ma il favore con cui è stato accolto il film, in cui ricostruisce la storia d'amore tra Berlusconi e la Sicilia, usando le feste di piazza nei quartieri popolari come il Brancaccio e l'adesione totale a FI dei cantanti neomelodici, dovrebbe comunque alleviare la depressione. "Sono contento per tutti quelli che hanno lavorato nel film, e non è stato facile, perché nessuno ci credeva. Mi fa stare bene il pensiero di aver vinto un paio di scommesse: quella di finire il film, visto che ormai, per carattere e per depressione, mi sono fatto la fama di uno inaffidabile, che non porta a termine niente, e poi la scommessa di averlo finito in tempo per Venezia. Ma se penso a me, personalmente, tutto mi sembra inutile".
Nelle parole e nel tono di Franco Maresco c'è la stessa amarezza cupa, eppure ironica e grottesca, che è nel suo film, che in parte è il racconto di un film mai finito per una serie di sfortune che lo colpiscono, ma che in realtà, con il pretesto di Tatti Sanguineti che attraversa Palermo alla ricerca di Maresco "scomparso" scoprendo tanto materiale girato, riesce a mettere insieme personaggi e incontri, l'impresario Ciccio Mira o il cantante Erik autore della canzone "Vorrei conoscere Berlusconi", che raggiungono lo scopo di evocare il legame tra l'ex leader di Forza Italia con la Sicilia. Ed è tutto vero, i personaggi - c'è anche Marcello Dell'Utri seduto su un trono e proprio quando sta per affrontare domande scomode l'audio smette di funzionare - e le loro risposte, si ride dell'ingenuità, della riluttanza - "la mafia?" - dell'ignoranza, del kitsch, ma la riflessione finale è terribile: ad aver dimenticato Falcone e Borsellino non sono solo i quartieri popolari sedotti da Berlusconi, ma giovani eleganti, disinvolti, che frequentano locali alla moda: i borghesi di Palermo.
(Repubblica.it)
 
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mastruccio
view post Posted on 3/9/2014, 10:16




Io, da palermitano, per nulla vicino a Berlusconi e al berlusconismo, riluttante e abbastanza schifato dalla palermitanità cafona e ignorante, penso che il film in questione rappresenti una realtà che è vera ma non rappresentativa al 100% dei palermitani. Infatti so già che quando lo vedrò, se lo vedrò, non riuscirò a vederlo per intero senza aver provato un certo fastidio.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 4/9/2014, 11:44




da Venezia comunque sono usciti riscontri positivi. anzi, molti si chiedono come mai non sia stato inserito in concorso
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 12/9/2014, 15:49




visto ieri, grazie al fatto che il film la prima settimana è andato molto bene e hanno aumentato la distribuzione. il discorso sarebbe lungo e complesso, ma dico solo che siamo dalle parti del capolavoro. se Ciprì si è forse un po' perso in mezzo al mainstream (onestamente il trailer de "La buca" non mi fa ben sperare), Maresco è un irriducibile e continua a fare il suo cinema cattivo e grottesco. "Belluscone" è un'opera pressoché completa: si può leggere sia sul piano dell'indagine socio-politica, sia come riflessione storica e antropologica, sia come commedia che mette in scena una realtà italiana deformata dalla lente grottesca del regista, e, infine, anche come riflessione metacinematografica sui limiti del cinema, sulla sua potenza mistificatoria, su un film che riesce a compiersi anche senza il suo autore-demiurgo.
 
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emilgollum
view post Posted on 12/9/2014, 15:55




queste mini-recensioni di Noodles andrebbero messe in HP del nuovo sito :)
 
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view post Posted on 12/9/2014, 17:41
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Cinefilo Ad Honorem

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Nood, Emilz ha ragione! Poss(iam)o?
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 12/9/2014, 18:13




cioè prendere queste quattro righe e metterle in home page? va bene..
 
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Merlino*
view post Posted on 14/9/2014, 10:59




Sul sito interessante commento di una palermitana DOC
 
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view post Posted on 14/9/2014, 11:09
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (Merlino* @ 14/9/2014, 11:59) 
Sul sito interessante commento di una palermitana DOC

Hai il permesso di condividerla anche qui sul forum?
 
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Merlino*
view post Posted on 14/9/2014, 11:24




Sì certo, ma un commento anche lì dove mi ha scritto che d'ora ora che conosce il sito lo terrà d'occhio non sarebbe male, cmq eccola qui:

La mia cara amica Raffaella Giordano, palermitana di origine e riminese di adozione, ha commentato in maniera molto dettagliata e interessante la sua visione del film e mi ha gentilmente concesso di pubblicare qui quelle che più che opinioni si possono chiamare emozioni vissute:
“ieri sera abbiamo visto “Belluscone”.
il film-documentario è fatto molto bene ma, a me che sono palermitana e che conosco, seppur da lontano, certe realtà di alcuni quartieri popolari, ha lasciato molto amaro in bocca.
mia madre ha insegnato in molti di questi quartieri e ancora oggi mi racconta di storie e situazioni che per noi sono assurde. ha insegnato anche a Brancaccio, per molti anni, tanto che io e mia sorella abbiamo frequentato quasi tutte le elementari lì.
lo sguardo di Maresco è il “nostro” sguardo. è quello di chi ha avuto la fortuna di nascere e crescere in famiglie fortunate, in famiglie di cultura, di persone che non devono “sporcarsi le mani” per sopravvivere, di gente che può, almeno per buona parte delle situazioni, decidere della propria vita e del proprio destino.
quelle persone no. nascono “segnate”. nascono sfortunate. e Maresco, seppur bravissimo nel mostrare paure, volgarità, connivenze, fa un grande errore: non tiene conto di questa “diversità”. è impietoso. c’è una condanna, un senso di superiorità, un disprezzo implicito, ne è intriso tutto il film. è vero, lo Stato qui è un nemico, lo Stato non c’è. ma prima di tutto, forse, dovremmo comprenderne le ragioni, le difficoltà, avere uno sguardo differente, non guardarli dall’alto in basso.
io, nel guardare certe facce, mi sono chiesta se fra questi non ci fossero anche alcuni dei miei compagni delle elementari, ed ho provato compassione. …
… ci sono quartieri di degrado, architettonico, sociale, che, per esempio, a Rimini non si immaginano neanche. cambia lo sguardo, di chi “sa” e di chi “non sa”. e Maresco fa l’errore di non adeguare quello sguardo, non porta a comprendere, ma solo a giudicare con distacco e superiorità. è quello l’errore. ed è un peccato.”
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 14/9/2014, 17:46




c'è da dire, però, che con queste idee "giuste" (contrapposte al presunto "errore" di Maresco) ci ritroveremmo alle porte una narrazione simpatetica o, peggio, patetica e tranquillamente tacciabile di paternalismo: stessa cosa che accadde con la commedia all'italiana, a volte troppo velenosa, infine connivente dei vizi italiani e, di conseguenza, rassicurante. Maresco non aveva alcuna intenzione di realizzare un film umanista, perché continua col suo cinema grottesco e col mettere in scena la dis-umanità come faceva già con "Cinico Tv". poi, a mio avviso, l'autore non giudica le persone (la situazione viene circostanziata più volte dagli stessi personaggi "qui è così/qui si fa così/nel mio quartiere è meglio non parlare di certe cose etc"), bensì mette in scena una realtà con ferocia, giudicandola con sarcasmo impietoso.
 
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