CITAZIONE
1)In quali casi sei partito da adattamenti/remake e poi hai visto/letto gli originali?
La lista sarebbe abbastanza lunga. Per semplificarla, ricorderò
Guerra e pace, libro che ho letto solo dopo aver visto la (molto bella) miniserie televisiva Rai,
Shining,
It e
Arancia meccanica. Trovo che sia interessante perché, mentre di solito la lettura è un rapporto a due (lettore-testo), con un adattamento alle spalle diventa un rapporto a tre (lettore-testo-film), e questo impedisce la solitudine del lettore di fronte al testo e il formarsi di un'opinione "assoluta" riguardo ad esso. Il lettore viene così costretto a tenere conto del fatto che un altro ha letto quel testo e ne ha tratto la sua versione, il che lo rende conscio del fatto che un testo è suscettibile a più visioni (o interpretazioni, a seconda della complessità del testo): ed è un'apertura mentale non da poco.
CITAZIONE
2)Qualcuno al posto di Burton... non facile, tu chi ci metteresti? Chi come suo erede?
Mah, non so se si possa parlare di un erede di Burton, visto che il diretto interessato è ancora vivo e, a parte Henry Selick, non ci sono altri che si avvicinino molto al suo stile. Oddio, già prendere Selick potrebbe essere meno scontato, perché (a) in fin dei conti Selick non ha fatto molti film in carne ossa, (b) tornerebbe sull'argomento con un occhio che sarebbe soltanto "suo", stavolta. In alternativa, ci sarebbe Del Toro (
Il labirinto del fauno è un ottimo biglietto di presentazione), però sono consapevole che così facendo Guillermo sarebbe un po' trattato da tappabuchi. Oppure, volendo proprio fare gli originali, chi era pure quello (o quella) che ha fatto
Blancanieves?
