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TOTÒ
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TOTÒ, Dreaming Studios

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uomo_d
view post Posted on 19/5/2014, 20:48 by: uomo_d




Attesissimo, ecco uscire nelle sale TOTO' , il film predestinato, simbolo del semestre, prodotto dalla Dreaming di Mastruccio.
Di fronte a tanta aspettativa il film rischia di rimanerne inevitabilmente schiacciato...e cosa ci aspettiamo? Un lungo colossal, forse didascalico, che ripercorre la carriera del Principe delle risate.
Mastruccio è invece bravo a dipingere un'altra tela. Quella del Totò uomo oltre alle maschere che ha, volente o nolente, ma, stando alla ricostruzione di Andrea, volente, indossato.
L'opera ha un'intuizione di fondo molto ben riuscita, a mio avviso: lo studente che vuole scrivere una tesi su Totò, riuscendo a entrare in confidenza con lui, lasciando così affiorare i ricordi del Principe e, al contempo, le sue malinconie esistenziali.
Per chi Totò l'ha conosciuto principalmente per le sue pellicole si scopre invece una sorta di astio verso la macchina da presa, e una grande nostalgia per il teatro, sinonimo, forse, anche di giovinezza.
Quello che si scopre ai nostri occhi è dunque un uomo che fa ridere gli altri ma dentro è un po' triste e forse, addirittura apatico.
Non entriamo nel merito dell'interpretazione che il produttore da al personaggio, ma parliamo del film che scorre davanti ai nostri occhi.
Si tratta di un film complesso ma sostanzialmente scorrevole. Il personaggio Totò è molto noto e noti sono alcuni aneddoti della sua vita. Questo fa sì che a volte ci si aspetti di vederli e li si attenda, ma un po' invano, perché Mastruccio preferisce dare spazio a una visione, forse, più intimista, piuttosto che a una ricostruzione pedissequa della carriera del comico.
Sono molto suggestive le sequenze della Napoli d'epoca, ma lo sono anche quelle della Via Veneto degli anni Sessanta.
L'opera schiaccia un po', forse, il tocco del regista, che passa un po' in secondo piano, così come, a mio avviso, lo stesso De Niro non riesce a convincere al 100% nell'interpretare Totò, mentre apprezzo di più Ciro Petrone come giovane Totò.
Comunque ottimo il cast e i volti scelti per interpretare i molti personaggi (troppi?) portati in scena. Sicuramente per chi ha vissuto quegli anni il film si tramuta in un fantastico omaggio a un'epoca che il nostro paese non ha più vissuto, ma per chi invece ha meno dimestichezza con quel mondo, a volte, forse, sfuggono un po'. Unica nota stonatissima è la scelta di Margot Sikabony come figlia di Totò, credo che la Maria del Medico in Famiglia sia più a suo agio (?) con la fiction.
Al termine del film si ha la sensazione di aver familiarizzato con un uomo diverso da quello che ci era stato presentato dalle prime battute, con Nina Zilli/Mina, e diverso anche da quello apprezzato in tanti epici film. Un'alone di malinconia fa dunque da contorno alla sagoma di Antonio De Curtis.

Complessivamente si tratta di un ottimo film, con una sceneggiatura solida, che paga però lo scotto di essere un tributo a un volto forse troppo iconico e ingombrante. Troppe volte De Niro mi è sfumato, lasciando spazio a Totò.
Ampio merito e complimenti a Mastruccio per il lavoro che c'è dietro alla stesura, che ci insegna molte cose su Antonio De Curtis, sul suo passato e sul suo modo di approcciarsi agli altri. Forse Andrea ha persino esagerato questo coinvolgimento, realizzando un film sincero, ma che, in ottica commerciale, magari poteva ammiccare di più al grande pubblico.
Il voto resta comunque alto, e, ad ora, è senz'altro uno dei film da battere, nonché probabile simbolo di questo semestre sinora caratterizzato da film più "piccoli".

Voto: 82
 
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