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TOTÒ
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TOTÒ, Dreaming Studios

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mastruccio
view post Posted on 16/5/2014, 23:34




All'indomani della proiezione in anteprima dedicata alla stampa, preceduta da una conferenza stampa di cui trovate il resoconto all'interno del sito, la Dreaming Studios ha il piacere e l'orgoglio di presentare


Per andare al cinema e vedere il film, cliccate qui.
Buona visione!
 
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Andrew.
view post Posted on 17/5/2014, 12:59




- Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?

Quando andai, moltissimi anni fa, alla mostra su Totò, ebbi modo di conoscere Liliana De Curtis. Durante la conversazione uscì fuori il progettodel film su suo padre, poi mai andato in porto . Non ho mai dimenticato quel film mai fatto, e quindi ho deciso di farlo io, anche se virtuale. E' un gesto d'affetto nei confronti del più grande attore comico che l'Italia abbia mai avuto, e visto che molti qui a Ck non lo conoscono bene, è anche un modo per riportare in alto il suo nome e consentire che più persone inizino a sapere di lui.

- Parlaci delle scelte di cast e regia


Per la regia è stata praticamente una scelta obbligata. Tornatore, ho scoperto da poco, era anche allora l'idea della De Curtis. L'ho scelto perchè da sempre avrei voluto fare un film con lui, e comunque lo riterrei l'unico che oggi potrebbe realmente fare questo film. De Niro era stato contattato da Lilliana, ma poi non se ne fece nulla. A parte una vaga somiglianza (guardate le foto), c'è anche da dire che per un ruolo così imponente, ingombrante e rischioso, non vedo chi possa, fra gli attori italiani, essere all'altezza. In fin dei conti uno straniero e del carisma di De Niro mi è sembrata la scelta migliore.
Mi serviva inoltre uno stuolo di attori ed attrici italiani, e diversi in particolare napoletani, che avessero, oltre che la bravura, anche il fisico adatto per impersonare numerosi ruoli, molti di personaggi famosi. La selezione è stata lunga e laboriosa, ma alla fine mi ritengo più che soddisfatto. Ho messo apposta, sia nel sito che nella sceneggiatura, le foto accostate dei presonaggi reali e degli attori. In moltissimi casi la somiglianza è più che buona. Col make-up (virtuale) direi che è perfetta.

- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?


E' stata una lavorazione lunghissima, iniziata un anno fa. Ho raccolto e studiato moltissimo materiale, comprato un libro molto completo sulla vita di Totò che ho utilizzato come fonte principale per evitare di scrivere inesattezze. La mia principale preoccupazione è stata quella di fare un film che raccontasse l'uomo De Curtis per come era realmente, ragion per cui ho voluto anche confrontare ciò che ho letto sul libro con le interviste rilasciate da Totò stesso (la più importante quella fatta da Oriana Fallaci, ma anche molte altre) e dai tantissimi suoi colleghi, testimoni diretti e credibili. La summa di tutto è il film che ho scritto. Ci sono aneddoti, particolari anche insignificanti che però sono reali. Ad esempio, quando Totò incontra per la prima volta Ninetto Davoli, a casa sua, leggerete che appena gli è vicino, storce il naso. La cosa finisce la, non approfondisco per mancanza di spazio (questo come tanti altri particolari citati nel film), ma la cosa è realmente avvenuta. Davoli puzzava (lo racconta lui stesso), e appena lasciò la casa, Totò spruzzò il DDT sulla sedia dove si era seduto e ordinò che tutto ciò che aveva toccato fosse disinfettato. Insomma, anche se romanzato, anche se per esigenze di sceneggiatura ho spostato nel tempo alcuni episodi che si sono verificati anni dopo rispetto a come viene raccontato, e i personaggi di Massimo e suo padre Michele sono stati inventati, tutto il film è vero. Ci sono un numero enorme di cose che ho dovuto omettere, fatti anche importanti o divertenti, ma ho dovuto necessariamente fare delle scelte. Spero che, alla fine del film, ci sia anche chi, uscendo dal cinema, inizi a volerlo conoscere ancora di più.
Altra curiosità riguarda la colonna sonora. Morricone ha scritto una numero altissimo di brani poco noti, che fanno parte di soundtrack non famossisisme. Ho fatto una ricerca minuziosa, ascoltato una marea di tracce, ed alla fine mi ritengo più che soddisfatto. Alcune sono più famose, altre meno, ma sono tutte belle. Non ascoltarle è un peccato. Non farlo durante la lettura del film è un delitto.

- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

In realtà non riesco a definirmi pienamente soddisfatto, ma questo avviene sempre, in tutto ciò che faccio. Essendo un perfezionista, brutta roba, non sono mai completamente contento. Se fosse un film non mio, non so che voto potrei dargli con esattezza, ma di sicuro un voto alto, e proverei ovviamente invidia per l'autore.

- Un pregio del tuo film?

E' un film che racconta un personaggio molto famoso, ma non ne fa un santino. Restituisce, anzi, in maniera sincera, la sua vera dimensione umana.

- Un difetto del tuo film?

Forse in alcuni punti il film può risultare lento. Ma è un'esigenza di sceneggiatura studiata apposta per far meglio calare lo spettatorre nella vita privata di De Curtis, e dettata anche dallo stile registico di Tornatore, a cui mi sono ispirato nello scrivere il film.

- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?

In primis, spero che piaccia ai colleghi napoletani, e cito su tutti Papele perchè ha curato l'edizione dei dialoghi in dialetto. Lo ringrazio ancora una volta pubblicamente. Comunque spero che piaccia a tutti, anche se so che è impossibile accontentare chiunque, e ci sarà naturalmente pure chi muoverà delle critiche.

- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...

Il film, inutile nasconderlo, è molto ambizioso. Spero di arrivare in alto, restarci a lungo, e guadagnare almeno qualcosa in più di quello che è costato.

- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?

Vero. In questo caso perchè è il film che volevo fare da una vita.

- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?

Concordo, anche se di errori ne troverete certamente.

- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?

Nessuno. E penso che a questo non ne somiglieranno altri dei miei futuri. Fare un biopic del genere è stata una fatica esagerata.

- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).

Per genere, essendo un biopic, a quello di Agnese che esce in contemporanea.

- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?

Qualche somiglianza lo potrebbe avere con "Chaplin", anche se la struttura è diversa.

- Il tema e/o il messaggio del film?

Il principe della risata, l'uomo e l'artista.

- Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?

Fin'ora non ci aveva provato nessuno. Un film su Totò, in Italia, lo avrebbero dovuto fare già da molti anni. Troppo interessante e particolare è la sua storia, quindi è arrivato il momento di andare al cinema.

- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?

E' un bel film.

- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?

Ci provo in tutte le categorie, ma realisticamente qualcuna non ce la vedo. Per l'attrice protagonista punto di più sulla Redgrave.

- A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?

Ci sarà un asso pigliatutto? Non credo.

- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?

Era questo.

-Cosa conti di poter fare per Cinematik in questo momento?

Più di così, per il momento, non posso. Mia moglie ha minacciato la separazione.
 
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uomo_d
view post Posted on 19/5/2014, 20:48




Attesissimo, ecco uscire nelle sale TOTO' , il film predestinato, simbolo del semestre, prodotto dalla Dreaming di Mastruccio.
Di fronte a tanta aspettativa il film rischia di rimanerne inevitabilmente schiacciato...e cosa ci aspettiamo? Un lungo colossal, forse didascalico, che ripercorre la carriera del Principe delle risate.
Mastruccio è invece bravo a dipingere un'altra tela. Quella del Totò uomo oltre alle maschere che ha, volente o nolente, ma, stando alla ricostruzione di Andrea, volente, indossato.
L'opera ha un'intuizione di fondo molto ben riuscita, a mio avviso: lo studente che vuole scrivere una tesi su Totò, riuscendo a entrare in confidenza con lui, lasciando così affiorare i ricordi del Principe e, al contempo, le sue malinconie esistenziali.
Per chi Totò l'ha conosciuto principalmente per le sue pellicole si scopre invece una sorta di astio verso la macchina da presa, e una grande nostalgia per il teatro, sinonimo, forse, anche di giovinezza.
Quello che si scopre ai nostri occhi è dunque un uomo che fa ridere gli altri ma dentro è un po' triste e forse, addirittura apatico.
Non entriamo nel merito dell'interpretazione che il produttore da al personaggio, ma parliamo del film che scorre davanti ai nostri occhi.
Si tratta di un film complesso ma sostanzialmente scorrevole. Il personaggio Totò è molto noto e noti sono alcuni aneddoti della sua vita. Questo fa sì che a volte ci si aspetti di vederli e li si attenda, ma un po' invano, perché Mastruccio preferisce dare spazio a una visione, forse, più intimista, piuttosto che a una ricostruzione pedissequa della carriera del comico.
Sono molto suggestive le sequenze della Napoli d'epoca, ma lo sono anche quelle della Via Veneto degli anni Sessanta.
L'opera schiaccia un po', forse, il tocco del regista, che passa un po' in secondo piano, così come, a mio avviso, lo stesso De Niro non riesce a convincere al 100% nell'interpretare Totò, mentre apprezzo di più Ciro Petrone come giovane Totò.
Comunque ottimo il cast e i volti scelti per interpretare i molti personaggi (troppi?) portati in scena. Sicuramente per chi ha vissuto quegli anni il film si tramuta in un fantastico omaggio a un'epoca che il nostro paese non ha più vissuto, ma per chi invece ha meno dimestichezza con quel mondo, a volte, forse, sfuggono un po'. Unica nota stonatissima è la scelta di Margot Sikabony come figlia di Totò, credo che la Maria del Medico in Famiglia sia più a suo agio (?) con la fiction.
Al termine del film si ha la sensazione di aver familiarizzato con un uomo diverso da quello che ci era stato presentato dalle prime battute, con Nina Zilli/Mina, e diverso anche da quello apprezzato in tanti epici film. Un'alone di malinconia fa dunque da contorno alla sagoma di Antonio De Curtis.

Complessivamente si tratta di un ottimo film, con una sceneggiatura solida, che paga però lo scotto di essere un tributo a un volto forse troppo iconico e ingombrante. Troppe volte De Niro mi è sfumato, lasciando spazio a Totò.
Ampio merito e complimenti a Mastruccio per il lavoro che c'è dietro alla stesura, che ci insegna molte cose su Antonio De Curtis, sul suo passato e sul suo modo di approcciarsi agli altri. Forse Andrea ha persino esagerato questo coinvolgimento, realizzando un film sincero, ma che, in ottica commerciale, magari poteva ammiccare di più al grande pubblico.
Il voto resta comunque alto, e, ad ora, è senz'altro uno dei film da battere, nonché probabile simbolo di questo semestre sinora caratterizzato da film più "piccoli".

Voto: 82
 
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uomo_d
view post Posted on 19/5/2014, 21:05




Piccola postilla.
Difficile valutare l'originalità di una storia, quando questa è una "storia vera" e non originale o ispirata a un soggetto comunque originale. Comunque la struttura che Andrea ha saputo dare, altenrando momenti storici diversi, è risultata assolutamente ben riuscita, così come i momenti di intimità del Principe, assorto in questo difficile dualismo fra uomo e attore.
 
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mastruccio
view post Posted on 20/5/2014, 09:42




Grazie a Luca per la velocissima recensione e per le belle parole spese per il film. Qualche chiarimento per capire meglio il tuo pensiero.
CITAZIONE (uomo_d @ 19/5/2014, 21:48) 
L'opera schiaccia un po', forse, il tocco del regista, che passa un po' in secondo piano, così come, a mio avviso, lo stesso De Niro non riesce a convincere al 100% nell'interpretare Totò, mentre apprezzo di più Ciro Petrone come giovane Totò.

Hai visto poco il tocco di Tornatore? Ho cercato in tantissime inquadrature e sequenze di "imitare" il suo sguardo cinematografico, quindi non capisco cosa intenti dire. E in cosa non ti convince al 100% De Niro?
CITAZIONE (uomo_d @ 19/5/2014, 21:48) 
Comunque ottimo il cast e i volti scelti per interpretare i molti personaggi (troppi?) portati in scena. Sicuramente per chi ha vissuto quegli anni il film si tramuta in un fantastico omaggio a un'epoca che il nostro paese non ha più vissuto, ma per chi invece ha meno dimestichezza con quel mondo, a volte, forse, sfuggono un po'. Unica nota stonatissima è la scelta di Margot Sikabony come figlia di Totò, credo che la Maria del Medico in Famiglia sia più a suo agio (?) con la fiction.
Al termine del film si ha la sensazione di aver familiarizzato con un uomo diverso da quello che ci era stato presentato dalle prime battute, con Nina Zilli/Mina, e diverso anche da quello apprezzato in tanti epici film. Un'alone di malinconia fa dunque da contorno alla sagoma di Antonio De Curtis.

Troppi personaggi? Con Tornatore non esistono "troppi" personaggi, ma i "giusti" personaggi. Dobbiamo anche noi di Ck fissarci con le etichette appioppate alle attrici? La Sikabonvy è, oltre che brava, molto somigliante alla vera De Curtis da ragazza, o almeno io così l'ho vista, e considerando il ruolo marginale nel film può andare più che bene. In generale il cast è scelto anche in base alla somiglianza con l'originale. Guarda bene anche gli altri. ;) Ed infine, quello che dici sull'uomo diverso con cui non ti aspettavi di familiarizzare... bè, è proprio per quello che ho fatto il film, quindi bene così.
CITAZIONE (uomo_d @ 19/5/2014, 21:48) 
Complessivamente si tratta di un ottimo film, con una sceneggiatura solida, che paga però lo scotto di essere un tributo a un volto forse troppo iconico e ingombrante. Troppe volte De Niro mi è sfumato, lasciando spazio a Totò.
Ampio merito e complimenti a Mastruccio per il lavoro che c'è dietro alla stesura, che ci insegna molte cose su Antonio De Curtis, sul suo passato e sul suo modo di approcciarsi agli altri. Forse Andrea ha persino esagerato questo coinvolgimento, realizzando un film sincero, ma che, in ottica commerciale, magari poteva ammiccare di più al grande pubblico.

Ancora non riesco a capire cosa vuoi dire con esattezza, e forse è un mio limite. Troppo iconico e ingombrante? Chi? De Curtis? Direi che ne ho stracciato il Santino, anzi. Ingombrante, sì, ed appunto ho scelto un De Niro che ha la caratura adatta per impersonare un personaggio ingombrante. In Italia chi lo potrebbe impersonare? Se De Niro ti è risultato sfumato, lasciando spazio a Totò, credo che ciò sia il più bel complimento che puoi fare ad un attore proveniente dall'Actor Studios, almeno credo.
CITAZIONE (uomo_d @ 19/5/2014, 21:48) 
Difficile valutare l'originalità di una storia, quando questa è una "storia vera" e non originale o ispirata a un soggetto comunque originale.

Il film è originale, in quanto non è una trasposizione di un libro, ed inoltre contiene elementi di originalità, inventati di sana pianta (Massimo e suo padre).

Una domanda finale:
Poichè non fai minimamente cenno alla colonna sonora, che riveste un'importanza strategica nel film, niente niente hai letto il film senza ascolto delle musiche e visione dei video?

Edited by mastruccio - 20/5/2014, 11:34
 
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view post Posted on 20/5/2014, 12:21
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Ho sbirciato non la recensione ma le risposte di Mastruccio: nessuna critica fin qui ti convince?
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 20/5/2014, 13:02




ecco qui il mio rivale per la sfida biopic!
I film di Totò, in un modo o nell'altro, mi hanno sempre fatto divertire, anche quelli con un senso dell'umorismo un po' dubbio segno che il talento di un attore può spesso ripagare una porcata (e lui ne ha fatto, ne ricordo una dove faceva il clone alieno... brividi) e quindi questo film mi incuriosiva molto, e devo dire che mi ha stupito: per il fatto che era principe, io pensavo fosse sempre stato un uomo benestante, di buona famiglia... invece scopro di una giovinezza nella miseria, una vita di espedienti e la lotta per realizzare il suo sogno di recitare a teatro. Devo dire che questo mi ha stupito molto e mi ha fatto scoprire un lato dell'attore che non conoscevo: un uomo talmente impaurito di tornare povero che accetta qualunque cosa. Poi il suo passato, i suoi amori presenti e quelli fino alla morte, sono delle grandi scoperte per me. Per me è questo quello che deve mostrare una biopic: uno si immagina una persona in un certo modo, poi scopre che era tutto l'opposto, con i suoi motivi, le sue ragioni, le sue paure. E Mas ci riesce alla grande.
Riguardo alla regia: di Tornatore ho visto "nuovo cinema Paradiso" e "Baaria" (e mi sa pure qualcos'altro che non ricordo) farebbe un film del genere? Probabilmente sì, il percorrere un passaggio di generazioni è sempre stato il suo forte e anche qui si sente l'idea di un' "epoca" (il teatro, la passione di Totò) che muore lasciando il posto al "nuovo" (il cinema, il suo astio verso la macchina da presa). Colonna sonora azzeccatissima, questo è un film che vincerebbe facilmente l'Oscar se fosse reale, ve lo dico io! Cast: De Niro diciamo che ero fra le prime che ho storto il naso quando si è parlato di lui come protagonista, ma forse mi ha convinto abbastanza, anche se non riuscivo molto a inquadrare il viso di De Niro negli abiti di Totò, come invece vedevo bene Petrone nei panni del giovane Antonio.
Per me è sì, questo film darà soddisfazioni a Mas.
Voto 8 (quindi cambio pure il mio voto al sondaggio)
 
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mastruccio
view post Posted on 20/5/2014, 13:29




CITAZIONE (marenarobros @ 20/5/2014, 13:21) 
Ho sbirciato non la recensione ma le risposte di Mastruccio: nessuna critica fin qui ti convince?

Non è che non mi convinca, qualcuna non l'ho capita appieno, e chiedo che me la si argomenti meglio. Sono duro di comprendonio.

CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 20/5/2014, 14:02) 
ecco qui il mio rivale per la sfida biopic!
I film di Totò, in un modo o nell'altro, mi hanno sempre fatto divertire, anche quelli con un senso dell'umorismo un po' dubbio segno che il talento di un attore può spesso ripagare una porcata (e lui ne ha fatto, ne ricordo una dove faceva il clone alieno... brividi) e quindi questo film mi incuriosiva molto, e devo dire che mi ha stupito: per il fatto che era principe, io pensavo fosse sempre stato un uomo benestante, di buona famiglia... invece scopro di una giovinezza nella miseria, una vita di espedienti e la lotta per realizzare il suo sogno di recitare a teatro. Devo dire che questo mi ha stupito molto e mi ha fatto scoprire un lato dell'attore che non conoscevo: un uomo talmente impaurito di tornare povero che accetta qualunque cosa. Poi il suo passato, i suoi amori presenti e quelli fino alla morte, sono delle grandi scoperte per me. Per me è questo quello che deve mostrare una biopic: uno si immagina una persona in un certo modo, poi scopre che era tutto l'opposto, con i suoi motivi, le sue ragioni, le sue paure. E Mas ci riesce alla grande.
Riguardo alla regia: di Tornatore ho visto "nuovo cinema Paradiso" e "Baaria" (e mi sa pure qualcos'altro che non ricordo) farebbe un film del genere? Probabilmente sì, il percorrere un passaggio di generazioni è sempre stato il suo forte e anche qui si sente l'idea di un' "epoca" (il teatro, la passione di Totò) che muore lasciando il posto al "nuovo" (il cinema, il suo astio verso la macchina da presa). Colonna sonora azzeccatissima, questo è un film che vincerebbe facilmente l'Oscar se fosse reale, ve lo dico io! Cast: De Niro diciamo che ero fra le prime che ho storto il naso quando si è parlato di lui come protagonista, ma forse mi ha convinto abbastanza, anche se non riuscivo molto a inquadrare il viso di De Niro negli abiti di Totò, come invece vedevo bene Petrone nei panni del giovane Antonio.
Per me è sì, questo film darà soddisfazioni a Mas.
Voto 8 (quindi cambio pure il mio voto al sondaggio)

Ah! Ci avrei giurato che il 7 e mezzo era il tuo! :D
Grazie per la recensione. Hai proprio azzeccato il senso di questo film, far vedere cosa c'era dietro la maschera.
 
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uomo_d
view post Posted on 20/5/2014, 17:02




CITAZIONE (mastruccio @ 20/5/2014, 10:42) 
Grazie a Luca per la velocissima recensione e per le belle parole spese per il film. Qualche chiarimento per capire meglio il tuo pensiero.

Prego, sono stato veloce, ma sono sembrato velocissimo perché gli altri sono lentissimi! :D


CITAZIONE (mastruccio @ 20/5/2014, 10:42) 
Hai visto poco il tocco di Tornatore? Ho cercato in tantissime inquadrature e sequenze di "imitare" il suo sguardo cinematografico, quindi non capisco cosa intenti dire. E in cosa non ti convince al 100% De Niro?

Forse non mi sono spiegato bene, ma credevo invece di essermi ripetuto! Intendevo dire che, più volte, la presenza dello, chiamiamolo spirito, di Totò finiva per "oscurare" il resto. E' chiaramente un limite del mezzo, un "film su carta", che probabilmente non riscontrerei su un'opera reale. Per quanto cerchi sempre di fare questo salto dalla carta ad immaginarlo reale, stavolta mi è stato più difficile, perché ogni volta dovevo impormi di non pensare a Totò ma al volto di De Niro.
Capisci cosa intendo?


CITAZIONE (mastruccio @ 20/5/2014, 10:42) 
La Sikabonvy è, oltre che brava,

Punti di vista. A me non piace come recita.

CITAZIONE (mastruccio @ 20/5/2014, 10:42) 
Ed infine, quello che dici sull'uomo diverso con cui non ti aspettavi di familiarizzare... bè, è proprio per quello che ho fatto il film, quindi bene così.

Ma infatti questa non era una critica, ma una constatazione.

Non rispondo al tuo quote sul "ingombranza" di Totò, perché ti rimando a quanto scritto sopra, dove forse mi sono spiegato meglio su cosa intendevo dire.
E sono d'accordo che De Niro è un ottima scelta, chiunque tu avessi scelto avrei scritto, probabilmente, le stesse cose.

CITAZIONE (mastruccio @ 20/5/2014, 10:42) 
Una domanda finale:
Poichè non fai minimamente cenno alla colonna sonora, che riveste un'importanza strategica nel film, niente niente hai letto il film senza ascolto delle musiche e visione dei video?

No, hai ragione, una dimenticanza dettata dalla stanchezza di quando ho scritto la recensione. Cerco sempre di ascoltare le colonne sonore e di vedere i video.
La colonna sonora era azzeccata e mi sono anche piaciuti gli "inserti d'epoca". Anche la scena finale è stata buona, commovente. :)
 
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mastruccio
view post Posted on 22/5/2014, 18:03




CITAZIONE (uomo_d @ 20/5/2014, 18:02) 
Forse non mi sono spiegato bene, ma credevo invece di essermi ripetuto! Intendevo dire che, più volte, la presenza dello, chiamiamolo spirito, di Totò finiva per "oscurare" il resto. E' chiaramente un limite del mezzo, un "film su carta", che probabilmente non riscontrerei su un'opera reale. Per quanto cerchi sempre di fare questo salto dalla carta ad immaginarlo reale, stavolta mi è stato più difficile, perché ogni volta dovevo impormi di non pensare a Totò ma al volto di De Niro.
Capisci cosa intendo?

Ora capisco meglio. Come dici tu, è il limite del film su carta. E' necessario fare uno sforzo di immaginazione, ma a poco a poco ci si abitua.
CITAZIONE
CITAZIONE (mastruccio @ 20/5/2014, 10:42) 
La Sikabonvy è, oltre che brava,

Punti di vista. A me non piace come recita.

Ha un ruolo piccolo, e l'ho scelta più per la vaga somiglianza. Però non è una cattiva attrice. C'è di peggio in giro.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 27/5/2014, 16:20




Ricomincio con Totò!

RECENSIONE DELLA GRANATO PRODUCTION

Con la seguente recensione, intendo recuperare tutti i film che, da qui ad inizio anno, mi sono perso. E’ una sfida ambiziosa poiché il tempo è precario, ma ce la metterò tutta per portarmi in pari entro i prossimi CK Awards, che vedranno protagonista, senza alcun dubbio, l’ultima fatica dalla Dreaming Studio; “Totò”.

Studio Uno, 1965… Totò, viene salutato dal pubblico con una standing ovation. L’attore finge di appoggiarsi a un muretto inesistente e per poco non cade; Mina sorride e gli applausi non accennano a diminuire. L’imbarazzo sul suo volto che, dapprima, aveva il sapore della beffa, del gioco, sfuma poco a poco in un sentimento di sincera commozione. Totò cala la maschera e, per pochissimi istanti, rivela al suo pubblico ciò che egli in realtà è – o per meglio dire, ciò che crede d’essere – un modesto attore, senza grandi qualità.

Questa semplice sequenza pone le basi ad un’opera volta a raccontate la scissione fra Totò, l’attore, la maschera, e Antonio DeCurtis; due personalità profondamente distinte, quasi in contrapposizione l’una con l’altra.
Quando Totò sale su un palcoscenico o si pone di fronte l’obbiettivo di una cinepresa, si trasforma in un personaggio buffo, sorridente, esilarante. Qualità che l’han reso un’icona della comicità in tutto il mondo, nonostante le aspre critiche rivolte ai suoi film, spesso sottovalutati o ritenuti non all’altezza delle sue grandi doti d’attore; ed è proprio qui che emerge il lato umano dell’attore, e quindi non più maschera, ma uomo… un principe, che mai ha dimenticato il languore della fame e della miseria. Disposto ad abbassarsi a qualsiasi ruolo e performance, non solo per timore di ricadere in quella stessa miseria dalla quale è scampato, ma anche per rispetto di tutti coloro che nella miseria continuano a viverci.

Il film s’interroga su chi fosse realmente Totò. Egli si concede ad una lunga intervista ad un giovane studente universitario, desideroso di scrivere una tesi di laurea sulla sua vita; ha così inizio il suo viaggio nella memoria, dove lunghi flashback intercorrono ad accenni del suo presente. Una vita vissuta dietro le lenti scure dei suoi occhiali da sole, o riparato dai vetri della sua Cadillac. Ciò che emerge è una personalità triste, segnata da profonde cicatrici, nella costante ricerca del tempo perduto di un attore… disposto, pertanto, a barattare ogni suo film pur di trascorrere ancora un momento di gioia su un palcoscenico, al cospetto di un pubblico in carne ed ossa; un pubblico vivo.

Il film è supportato da una sceneggiatura solida e corposa, ma si sa… Mastruccio è un maestro in materia. Ho molto apprezzato i dialoghi scritti in napoletano, si leggono benissimo, ed essendo pure io di origini napoletane, è stato un po’ come rivivere a casa dei miei nonni, i quali parlavano solo ed esclusivamente in dialetto.

La sceneggiatura valorizza enormemente la regia di Giuseppe Tornatore. Il piano sequenza che introduce il primo flashback farebbe tremare i polsi anche al regista più scafato. Qui, ad essere onesti, ci ho visto lo zampino di Leone. Il regista romano ipotizzò una simile ripresa per il film su Leningrado. Oggi, grazie l’utilizzo della computer grafica sarebbe molto più semplice da realizzare, ma immaginate sul finire degli anni ottanta?

Per quanto riguarda il cast, non ho nessun appunto. L’accostamento ai volti è perfetto, io non avrei saputo fare di meglio e quindi mi sto zitto! Ho sempre pensato che DeNiro fosse perfetto e continuo a sostenerlo. Leggendo il film anch’io raffiguravo i personaggi con i loro volti naturali, ma questo è un limite del lettore, non certo dello script. Lo stesso Ciro Petrone, interprete di Totò negli anni della sua gioventù, è protagonista di una performance davvero convincente. Forse ancor più accattivante rispetto la prova di DeNiro, il quale, per ovvie ragioni legate all’età e all’umore dell’artista che va dipingendo, assume un profilo più basso… poche e dense pennellate, insomma. E qui, secondo me, ci troviamo di fronte ad un primo, importantissimo, dilemma; chi premiare fra i due attori? Considerando il valore intrinseco del personaggio stesso di Totò, e considerando l’esigenza di riportarlo in vita attraverso un film biografico con l’ausilio addirittura di due volti ormai noti (DeNiro e Petrone, per l’appunto) entrambi essenziali al fine di riuscire in una rappresentazione realistica del principe, chi dei due merita la nomination per il Miglior Attore Protagonista? Perché è indubbio che la rappresentazione stessa di Totò sia meritevole di un premio! Certo, ma chi premiare? E’ una bella lotta…

Altra nota di merito va attribuita alla colonna sonora di Morricone, ma avevamo forse qualche dubbio? Penso proprio di no… alcuni brani sono abbastanza conosciuti, ma si alternano a musiche meno note, frutto di un’intelligente e accurata selezione.

Veniamo dunque agli aspetti del film che meno mi hanno convinto. In primo luogo la locandina; probabilmente Mastruccio desiderava una grafica retrò, ma il risultato non mi convince per niente, a dispetto di un sito, invece, molto ben curato.

Altro aspetto dolente, a mio giudizio, è la durata del film. Mastruccio gioca al risparmio e l’opera sfiora appena i 140 minuti. Questo aspetto ci tengo evidenziarlo perché, ne sono convinto, è frutto di una viscerale paura di affrontare il pubblico pigro di Cinematik. Siamo disposti a leggere 20 film a semestre, pur di rendere vivace il gioco, ma quando ci troviamo di fronte ad un film lungo più di 130 pagine ci rompiamo le palle e lo scantoniamo. Che senso ha?

Ricordo ancora l’esordio di Mastruccio con Amnesia, un film lunghissimo, ma tanto bello e incalzante che la durata complessiva non aveva inficiato minimamente sul valore dell’opera, ma, al contrario, rappresentava un valore aggiunto. Perché senza quella durata, sarebbe stato impossibile pensare ad uno sviluppo narrativo così ben articolato e dei personaggi così ben sfaccettati.

Con Totò, purtroppo, questo non avviene. L’impressione è quella di assistere ad un riassunto molto approssimativo della sua vita. Mastruccio riesce ad ovviare in parte a questo inconveniente, mostrandoci il lato più umano di questo artista, distogliendo l’attenzione dal succedersi degli eventi che riguardano la sua carriera, ma un attento spettatore noterà quanto il film manchi di approfondimenti anche rispetto la sua vita privata. Un esempio… che fine ha fatto il padre di Totò? Lo vediamo all’inizio del film, in una brevissima scena, e dopo più niente… il rapporto fra padre e figlia (Totò e Liliana) è semplicemente abbozzato, così come non conosciamo nulla del suo rapporto con l’attuale moglie. Sarebbe stato bello seguire più da vicino la lavorazione del film con Pasolini perché meglio avrebbe motivato il desiderio di rivalsa nutrito da Totò, verso tutti quei critici che nel corso della sua carriera hanno così aspramente criticato le sue scelte.

Mi sarebbe piaciuto un approfondimento sul contesto storico e politico, durante il fascismo e dopo la guerra. Il film accenna qualche spunto sulla miseria in Italia, in particolare a Napoli, dopo la Grande Guerra, ma nessun accenno su Mussolini e sul Secondo conflitto mondiale. Tornatore, in genere, è molto attento a questi particolari; tratta l’ambientazione e la storia del paese come fossero i primi protagonisti del film.

Perché evidenzio questi difetti? Perché sono piccole mancanze che in parte incidono sul risultato finale… La mia impressione è che Mastruccio avesse previsto certi spunti, per poi eliminarli in un secondo momento, per paura di appesantire il film. Un ‘opera che invece avrebbe meritato una trentina di pagine in più.

Probabilmente definirli “difetti” non è il modo più appropriato. Si tratta di una scelta consapevole, mentre i difetti, spesso, sono causa d’immaturità e disattenzione; non è certo questo il caso. Ma rimane una scelta che non condivido, poiché frutto di un compromesso troppo severo, imposto dalle “regole di mercato”, secondo cui un film lungo non vende, tanto più quando si tratta di una sceneggiatura pubblicata su Cinematik. Dove regna la smania dei film brevi; salvo poi leggere recensioni che criticano lo scarso approfondimento dei personaggi e la mancanza di spessore: “Vabbè… quando c’è la salute…!” direbbe qualcuno.

Voto: 85/100

“Totò” è il film che più attendevo da un anno a questa parte e sono molto felice che Mastruccio sia riuscito ad ultimarlo. Nutrivo aspettative molto alte e non sono stato affatto deluso. E’ un ottimo film, a tratti spassoso e a tratti commovente, e, sono certo, regalerà alla Dreaming Studio tante belle soddisfazioni.

Si piazza senza alcun dubbio al secondo posto nella mia classifica personale, tra i migliori film di Mastruccio, dopo “La variante di Luneburg”, a mio giudizio, suo indiscusso capolavoro.
 
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view post Posted on 27/5/2014, 17:18
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Mas, ma di biopic fatte su Cinematik non ne hai provato a recuperare nessuno?
 
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mastruccio
view post Posted on 27/5/2014, 22:28




Grazie Sascha, ti rispondo con calma domani.

CITAZIONE (marenarobros @ 27/5/2014, 18:18) 
Mas, ma di biopic fatte su Cinematik non ne hai provato a recuperare nessuno?

No, anche perchè non so quali siano.
 
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view post Posted on 28/5/2014, 11:34
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CITAZIONE (marenarobros @ 27/5/2014, 18:18) 
Mas, ma di biopic fatte su Cinematik non ne hai provato a recuperare nessuno?

No, anche perchè non so quali siano.

Io di mio ti posso suggerire Fats Waller (Napoleone non è più online purtroppo). Anche film ambientati a Napoli, con World facemmo Il sole su Napoli (anche con mascalzonelatino), da solo ho prodotto Il monaciello. Però mi stupisce che nè tu nè Agnese avete indagato sul genere che vi siete trovati ad affrontare in contemporanea... dagli errori (o dai pregi) passati di altri produttori si può sempre imparare. Le critiche sempre quelle sono. Cesare produsse Zapata e Gerhig.

ps: sono a meno di metà film, puoi tirare un sospiro di sollievo. :P
 
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mastruccio
view post Posted on 28/5/2014, 14:18




Di "Napoleone" sapevo, ma "Fats Waller" di chi è il biopic? Dato che per il momento sono in pari potrei anche leggerlo. Link?

Ancora grazie a Sascha, e provo a rispondere.
CITAZIONE (SaschaGranato @ 27/5/2014, 17:20) 
La sceneggiatura valorizza enormemente la regia di Giuseppe Tornatore. Il piano sequenza che introduce il primo flashback farebbe tremare i polsi anche al regista più scafato. Qui, ad essere onesti, ci ho visto lo zampino di Leone. Il regista romano ipotizzò una simile ripresa per il film su Leningrado. Oggi, grazie l’utilizzo della computer grafica sarebbe molto più semplice da realizzare, ma immaginate sul finire degli anni ottanta?

Non sapevo questo particolare di Leningrado. Leone rimane un punto ben fermo, omaggiato come ricordi nel finale di "La variante di Luneburg". Il piano sequenza che ho scritto vuole omaggiare quello di "L'uomo delle stelle", di cui vidi a suo tempo anche il "making".

CITAZIONE (SaschaGranato @ 27/5/2014, 17:20) 
Veniamo dunque agli aspetti del film che meno mi hanno convinto. In primo luogo la locandina; probabilmente Mastruccio desiderava una grafica retrò, ma il risultato non mi convince per niente, a dispetto di un sito, invece, molto ben curato.

La lavorazione della locandina ha impiegato un sacco di tempo. Non volendo mettere facce degli attori, l'unica era mettere il vero Totò. Non volevo però farla sembrare un locandina di un documentario, quindi ho optato per la silhouette di Totò in una postura tipica e riconoscibile. Il fondo nero e i credits in fondo bianco vogliono richiamare le locandine retrò, compreso il quasi invisibile dettaglio della stampa della tipografia in basso a destra sotto la linea.

CITAZIONE (SaschaGranato @ 27/5/2014, 17:20) 
Altro aspetto dolente, a mio giudizio, è la durata del film. (...) L’impressione è quella di assistere ad un riassunto molto approssimativo della sua vita. (...) Mi sarebbe piaciuto un approfondimento sul contesto storico e politico, durante il fascismo e dopo la guerra.

E' stata una scelta precisa. Non era possibile raccontare tutto, e non sarebbe stato neppure corretto. Nella necessità di dover scegliere cosa raccontare di Totò, ho deciso di soffermarmi sulla netta distinzione fra la maschera e l'uomo, e le varie e profonde ferite che hanno forgiato la sua complessissima personalità. Alla fine penso di esserci riuscito abbastanza bene, ma non sai quale sofferenza ho avuto nel dover eliminare tantissimi episodi e spunti, che ho comunque inserito come accenni e citazioni veloci fra i dialoghi. Sulla durata del film, naturalmente non mi sono fatto influenzare da chissà quali paure di spaventare il pubblico pigro di Ck. Siccome ultimamente ho deciso di esercitarmi nel difficilissimo esercizio della sintesi, ho voluto provarci. Spero di non essere stato alla fine lacunoso.
 
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130 replies since 16/5/2014, 23:34   1622 views
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