| RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS Atteso da molti mesi e dopo un lungo e laborioso processo di scritura , esce in sala "Enther Night", il biopic della Sunset Boulevard Films che racconta la storia della band dei Metallica. Ben conscio delle difficoltà che comporta la realizzazione di un biopic, posso immaginare quanto abbia potuto penare Agnese per realizzare la sceneggiatura. L'operazione potrebbe essere stata più facile grazie al fatto che si tratta di una trasposizione letteraria. Infatti il film è tratto dalla biografia della band scritta da Mick Wall (il titolo è lo stesso della pellicola), e ripercorre le tappe salienti che hanno portato i Metallica ad essere, come dice Lars Ulrich in un passaggio del film, non i migliori ma i più grandi esponenti dell'heavy-metal nel mondo.
Sorretta da una passione viscerale dichiarata e trasbordante per la band, Agnese scrive una sceneggiatura corposa, lunga, piena di dettagli di inquadratura, stacchi, movimenti di macchina, e tanta musica metal. E' un film che, naturalmente, non lascia indifferenti, nemmeno uno come me che di metallaro non potrebbe avere neppure un atomo del proprio capello. Peccato, però, che il ritmo e l'intensità della prima parte del film, quella che mi ha iniziato a conquistare, non riescono a proseguire pure nella seconda parte, provocandomi una graduale perdita di entusiasmo ed interesse. Se mi erano sembrati molto convincenti i lunghi passaggi che narrano gli inizi della loro carriera, mostrando la voglia di emergere, le differenze sociali, le passioni, le debolezze, i particolari caratteriali ben sfaccettati di tutti i personaggi protagonisti, non altrettanto mi sono piaciute le sequenze che seguono la morte di Cliff, che si snodano molto più frettolose, mostrando una sequenza cronologica e didascalica di fatti e situazioni che non portano più nulla alla statura del film, ma si avviano alla conclusione con una certa freddezza. Sembra quasi che la sceneggiatrice abbia avuto, dopo un certo punto, la voglia di finire il film, ma non sapendo più cosa aggiungere alla sviscerazione dei personaggi, e non riuscendo a scegliere cosa inserire e cosa togliere della storia dei Metallica, abbia preferito descrivere in un lungo eleco di date i fatti importanti che si sono succeduti fino ai giorni nostri, privando però il film di quel calore che aveva contraddistinto la prima parte.
Dal punto di vista strettamente tecnico, la sceneggiatura poggia su una struttura semplice e lineare, ma comunque ben collaudata e tipica del genere, inziando con una scena che si svolge oggi, che si sinterrompe subito per far iniziare il lunghissimo flash-back, e termina solo nel finale. Pur supervisionata dalla mano esperta di Arcadia, non è esente da errori diffusi, spesso fin troppo evidenti, tanto da farmi dire, in occasione della primissima visione in anteprima mandatami per mail, la battuta di farsi ridare indietro i soldi spesi per la revisione. Agnese, pur cogliendo il mio consiglio di modificare font e dimensione dei caratteri per tagliare una cinquantina di pagine, non ha più riletto lo script per l'ennesima volta come le ho caldeggiato, trascurando la importantissima fase della revisione finale della sceneggiatura.
Ron Howard dirige il cast con padronanza, e se parliamo della prima parte, anche con grandissima cura dei particolari. Anche lui, purtroppo, soffre la diversa cifra della seconda parte, finendo per assecondare senza più pathos il veloce svolgimento quasi come un compito dovuto. Bene il cast, con attori che si calano nei personaggi con buona verosimiglianza e credibilità. Su tutti prevalgono Dane Dehaan e Joseph Gordon-Levitt, bravissimi e certamente capaci di rendere sullo schermo le personalità di Lars Ulrich e Cliff Burton.
La colonna sonora non è esente da difetti. In certi momenti è risultata invadente, non strettamente necessaria, perfino disturbante quando al posto di brani cantati avrei preferito ascoltare musiche solo strumentali o addirittura nulla. Ci sono troppe tracce, ed inoltre molte sono inserite nel film in maniera didascalica, subito dopo che l'attore di turno ne pronunci il titolo, la qual cosa mi ha lasciato alla fine piuttosto perplesso.
La locandina è abbastanza gradevole, dai colori accesi e con i caratteri azzeccati. Il sito, costruito dall'espertone Nuno, è completo e vivace.
Voto: 68/100
Fare un biopic non è assolutamente facile. Le difficoltà maggiori sono quelle di saper scegliere e decidere su i moltissimi dubbi che si intromettono durante la stesura, fin dalla scaletta: cosa privileggiare del personaggio, cosa mettere in secondo piano, o tagliare del tutto. Quando ci si appassiona del personaggio che si vuol raccontare diventa addirittura doloroso dover decidere cosa inserire e cosa eliminare, perchè la tentazione è sempre quella di voler raccontare tutto. Agnese probabilmente avrebbe potuto omettere alcuni dei fatti succeduti dopo la morte di Cliff, ad esempio la fase riguardante Napster, se il suo intento era quello di raccontarci l'animo e le personalità che si nascondono dietro i componenti dei Metallica. Oppure, e forse sarebbe stata la scelta migliore, prendere in esame solo la prima parte, approfondendo ulteriormente alcuni aspetti, come ad esempio la cacciata di Dave e la sostituzione con Kirk, che mi è sembrata troppo istantanea e quindi forzata.
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