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Jerry Blatta
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Jerry Blatta, Ramaya Productions

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mastruccio
view post Posted on 27/5/2014, 13:02




CITAZIONE (Andrew. @ 27/5/2014, 13:54) 
CITAZIONE (mastruccio @ 27/5/2014, 10:29) 
Direi di no :P , perchè mi piacerebbe anche sapere il motivo che ti fa dire che Luca ha clamorosamente cannato la scelta di Cronemberg (io invece lo trovo abbastanza azzeccato, malgrado i difetti che ho riscontrato).

Bisogna capire come giudicate il regista.
Se consideriamo solo le tematiche, prendendo la cosa un po' alla lontana, sarebbe azzeccato.
Se invece consideriamo anche il percorso che il regista sta compiendo nella realtà, l'evoluzione dello stile, con questo Jerry sembra che abbia fatto un passo indietro tornando alle origini, cosa poco credibile.
Io lo sto giudicando con una via di mezzo e quindi per me raggiunge la sufficienza, non direi quindi cannato in pieno.

Hai ragione. Io ho considerato proprio i film delle origini, non il percorso attuale. Diciamo quindi che ci può stare, anche se ai giorni nostri non credo che rifarebbe un film con queste tematiche. Le mie critiche vertono però sull'andamento del film, che nella seconda parte si avvia troppo frettolosamente trascurando aspetti importanti che, se fossimo nella realtà, Cronemberg non avrebbe certo trascurato.
 
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view post Posted on 27/5/2014, 16:58
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (mastruccio @ 27/5/2014, 10:29) 
Direi di no :P , perchè mi piacerebbe anche sapere il motivo che ti fa dire che Luca ha clamorosamente cannato la scelta di Cronemberg (io invece lo trovo abbastanza azzeccato, malgrado i difetti che ho riscontrato).

Se la "mutazione" di Jerry è semplicemente quella iniziale, se la sua cavalcata nel mondo gangster è dovuta al suo essere uno scarafaggio in mezzo agli uomini (fatta quindi di forza bruta e prevaricazione), trovo che il soggetto sia sì cronenberghiano, ma che il regista canadese un film del genere lo avrebbe potuto fare solo negli anni '70 (quindi per chi ne conosce la carriera, prima dei veri exploit). Anche perchè appunto il soggetto è un po' "datato" e non mi sembra offrire spunti nuovi: siamo il fantacinema, cerchiamo di fare meglio del cinema reale.

Per chi ha visto gli ultimi film di Cronenberg, l'evoluzione è continua e perenne: ha sì affrontato il gangster-movie in due occasioni, molto ma molto particolari a mio avviso, ma Cosmopolis è un film "politico", scontato dire che A Dangerous Method sia un film psicologico ma lo è a 360°... Maps to the Stars ancora mi manca ma si prende di mira lo star-system e la vacuità del terzo millennio (tema in comune a tutti i grandi film delle ultime due stagioni: ah, ad averli visti, sapreste di cosa sto parlando :B): e non mi ritengo un cinefilo, prima che mi facciate il contro-pistolotto).

Chi c'avrei visto io alla regia è una controdomanda che invece accetterei, ma forse risponderei con un nome neutrale, nuovo, più vicino al cinefumetto che altro. Ho messo il dito nella piaga?

ps: questa vale come recensione?
 
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Merlino*
view post Posted on 31/5/2014, 11:50




L'opinone di Merlino


Per la sua terza opera uomo_d decide di sviluppare e portare sullo schermo un abbozzo di un vecchio progetto a suo tempo cestinato da David Cronenberg ma gelosamente conservato per tutti questi anni dalla donna delle pulizie che lo trovò accartocciato nel cestino del regista una ventina di anni fa.

Il regista canadese, a sorpresa, ha accettato di dirigere la pellicola dopo un’iniziale momento di diffidenza, durato un paio d’anni, quando alcuni addetti del mestiere gli hanno mosso contro alcune obiezioni, relativamente alla sua scelta di non avere ancora pagato loro gli stipendi della pellicola precedente, inseguendolo con mazze e bastoni.
Cronenberg ha quindi ribadito di avere deciso di rischiare accentando l’incarico, soprattutto perché molto tentato dalla possibilità di lavorare su un soggetto con un approccio cinematograficamente inedito aggiungendo che avrebbe realizzato questo film come un viaggio all’interno della psiche dell’uomo prima che altri uomini facessero la stessa cosa con lui (e non solo a livello psichico n.d.r.) e che basava questa sua scelta sull’unico istinto primario: la fame e dunque la sopravvivenza.

Gli attori, contattati dal produttore, non appena venuti a conoscenza che avrebbero lavorato con David Cronenberg, hanno immediatamente passato i loro dati bancari a uomo_d per ricevere il bonifico anticipato di quanto pattuito e già dopo pochi minuti dal ricevimento in banca dell’importo si sono detti entusiasti e onorati di lavorare con il grande regista. Non sappiamo esattamente l’importo esatto del loro cachet ma visti i risultati devono avere trovato con la casa di produzione un accordo soddisfacente perché da parte di tutti si nota un impegno e una professionalità che permette al film di rimanere a galla nonostante il suo andamento altalenante. Al curioso spunto di partenza, sviluppato in maniera simpatica ma al tempo stesso inquietante, fanno seguito una serie di eventi non sempre convincenti ma comunque molto ben descritti e sviluppati, almeno fino alla parte finale quando l’imminente scadenza del contratto di affitto delle locations deve aver convinto la produzione a stringere i tempi arrivando alla fine della storia nel più breve tempo possibile per non incorrere in costose penali.

Una nota di merito va anche al pover’uomo che ha dovuto scegliere le musiche attingendo forzatamente i brani tra compositori e interpreti deceduti da tempo per risparmiare sui diritti d’autore riuscendo nell’impresa di ottenere un accompagnamento, oltre che piacevole all’ascolto, musicalmente coerente con le immagini e non eccessivamente invasivo.

Per quanto riguarda l’aspetto marketing di sito, locandina e pubblicità c’è stato un lodevole e molto apprezzato impegno nella presentazione e nel lancio del film che lo ha portato ad essere molto atteso dai fans i quali, al momento dell’ingresso nel cinema virtuale, si sono trovati di fronte a una locandina, nella sua apparente semplicità, piacevole e accattivante. Il sito asciutto ed essenziale, che in periodo di crisi fa onestamente il suo dovere senza sperperi, risente del fatto che i soldi non devono essere bastati per fare tutto e la fattura per il noleggio degli spazi per l’affissione delle foto degli attori evidentemente non è ancora stata saldata, pazienza.

Ciao ciao!
 
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view post Posted on 31/5/2014, 11:53
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Cinefilo Ad Honorem

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:D

Ahaha!

Mas, questa vale come recensione? :P

ps: questa la trama su Amazon:
CITAZIONE
Un mattino qualunque nella New York degli anni Cinquanta, uno scarafaggio, pienamente soddisfatto della sua vita da insetto, si sveglia e scopre di essere diventato, non si sa come, un uomo. Di fronte a questa sconvolgente scoperta, che getterebbe nella disperazione esseri ben più evoluti di lui, Scarafaggio non si fa prendere dal panico: con il tenace istinto di sopravvivenza che caratterizza la sua specie, cerca il modo di cavarsela. Prima di tutto adotta un nuovo nome, Jerry Blatta, decisamente più appropriato di Scarafaggio, e poi, poco alla volta, impara a camminare, a parlare, a vestirsi, a usare il bagno e a farsi strada nel mondo degli umani. Guidato solo dai suoi primitivi desideri e dalla mancanza di morale tipica dell'insetto, il neo umano Jerry Blatta si troverà a navigare con disinvoltura sempre maggiore attraverso i bizzarri regni umani del crimine, dagli affari, della politica e del sesso, affiancato da due compagni di viaggio che, come parassiti, gli si attaccano addosso sperando di approfittare della sua ascesa: Mite, un piccolo gangster che soffre di acute crisi esistenziali, e Celia, una timida donna storpia che vede in Scarafaggio la chiave per liberare le proprie passioni nascoste. Quale destino attende lo strano uomo-insetto? Troverà il successo o finirà inevitabilmente calpestato? Riuscirà a cambiare l'umanità o sarà l'umanità a cambiare lui? Il "sogno americano" da una nuova, scioccante prospettiva.

Per me vincitore assicurato del Ck Award come soggetto, ma forse le ottime premesse davvero sono state mal sfruttate o sottovalutare. Tutto questo anche per invitare i critici più positivi a venirsi a confrontare con me (e a quanto ho capito con Merlo).
 
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MadHatterPictures
view post Posted on 9/6/2014, 13:38




Jerry Blatta

SOGGETTO & SCENEGGIATURA: Il soggetto è molto interessante, la trasformazione dello scarafaggio in uomo, che stravolge la metamorfosi kafkiana è molto intrigante, ed offre molti spunti, anche “comici”, per lo sviluppo della sceneggiatura. E’ però anche un soggetto difficile da trasporre in modo “interessante”. Ed infatti, la pecca principale del film, però, è proprio questa. Le ituazioni che potrebbero crearsi dalla metamorfosi non vengono sfruttate a pieno, e tutto si riduce ad un gangster movie, sicuramente fatto bene, ma anche pieno di “clichè” tipici del genere, sia come “azione”, che mi è smbrata un pò troppo spezzettata, sia, soprattutto come dialoghi. Però, non so se è un limite della sceneggiatura stessa o un limite dell’opera originale dal quale il film è tratto.
CAST: Cast azzeccato. Mi è piaciuto molto Milo Ventimiglia nel ruolo di Acaro. Bene anche Schreiber, nella parte di Jerry Blatta.

REGIA: Il David Croneberg attuale, onestamente non ce lo vedo proprio a dirigere un film come questo. Forse quello passato, ma neanche tanto.

MUSICHE: Azzeccate. Ben scelte e d’impatto. Forse, ne avrei messa qualcuna di più.

LOCANDINA: Bella. Mi piace soprattutto il colore utilizzato.

SITO: Ben fatto. Mi piace.

CONCLUSIONE: Jerry Blatta è un film che mi è piaciuto in parte. Mi aspettavo qualcosa di più di un gangster movie, sicuramente ben fatto, ma forse un po’ troppo banale. Peccato, perchè il soggetto presentava spunti narrativi davvero molto interessanti. Non capisco però se si tratta di un limite della sceneggiatura o del libro stesso. Mezzo punto in meno per la scelta troppo azzardata di Croneberg.

VOTO: 70
 
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emilgollum
view post Posted on 11/6/2014, 13:23




Regia: Forse è vero, non è proprio la scelta migliore per questa storia, ma ho apprezzato il coraggio e il tentativo di accostare l'opera scritta da Luca a un regista impegnativo, anche per discostarsi dalle altre sceneggiature, più orientate verso la commedia, anche se avevano spunti di riflessione importanti.
Soggetto:Sceneggiatura: Passo leggermente indietro, non tanto per la scelta del soggetto, penso sia comunque nelle corde di Luca una storia del genere, piuttosto nell'andamento della narrazione, appesantita da una successione di eventi poco incalzante (anche se nel finale, le cose cambiano un pò). Ho faticato non poco a immergermi nella storia, i personaggi avevano un potenziale importante, invece rimangono uguali a se stessi per tutta la durata del film.
Cast: Per fare un accostamento con il Cronenberg moderno avrei osato di più, magari scegliendo proprio Pattinson. Buone comunque le scelte, soprattutto quella di Liv Schreiber che è anche regista (qualcuno te l'aveva consigliato, se non ricordo male).
Locandina: Non me ne voglia Andrew ma è brutta. :D
Musiche: Colonna sonora "imprevedibile", si passa dalla classica a Elvis, al Sirtaki, Carmina Burana. Non dico che non si possa fare, ma leggermente spiazzante anche ascoltarle durante la lettura.
Sito: Niente di eccezionale, a questo punto meglio quelli fatti da Luca.
Voto complessivo: Un leggero passo indietro rispetto ai film precedenti, forse proprio perché meno autentico e meno personale di Voglio vendere pizza che io ho trovato davvero ben congegnato, e più legato alla personalità di Cronenberg e quindi il tentativo di fare un film di un certo spessore, ma con un soggetto non all'altezza. Un buon esercizio, senza dubbio, ma ho preferito i due film italiani. 7=

Edited by emilgollum - 13/6/2014, 00:04
 
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uomo_d
view post Posted on 11/6/2014, 20:39




Vi ringrazio!
In questi giorni post-ferie sono colpevolmente in difficoltà a seguire CK, mia moglia, mia figlia, il mio lavoro e altre varie ed eventuali. E' la sindrome post-crociera!

Con il senno di poi mi rendo conto di aver tanto puntato su questo film da averlo trasformato in uno sforzo meno sincero che per le altre due opere che, sempre con il senno di poi, sono forse più sincere. Inoltre mi sono fatto troppo coinvolgere dalla volontà di restare fedele al libro, operando tagli a alcune parti che ritenevo poco cinematografiche, ma che davano amalgama alla narrazione nel libro, cosa che, così, si è un po' assottigliata nel film.

Sarà un buon pro per il futuro, sempre pimpante, non ne dubito troppo, della Ramaya Productions!
 
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view post Posted on 12/6/2014, 07:23
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Bravo Luca!
 
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Arcadia1983
view post Posted on 21/6/2014, 10:01




appena finito di leggere, dico le mie quattro parole sul film, che sto indietro e quindi procedo. Allora, di Luca ho letto L'onironauta e lo rileggerò perché non mi va di parlarne sulla base di vaghi ricordi. detto questo, Jerry Blatta non è tanto male, però ho riscontrato alcune cose che potevano essere sviluppate meglio: il film è ambientato negli anni '50, ma a parte qualche dettaglio (la musica e accenni alla II Guerra Mondiale) l'atmosfera anni '50 non viene costruita (infatti avrebbe potuto essere ambientata anche nei '60-'70-'80), e sì che Cronenberg su quest'aspetto ha sempre lavorato bene (basta vedere anche gli ultimi film - A Dangerous Method per esempio, il '900 mitteleuropeo lo ricrea perfettamente -, o anche per restare agli stessi anni Il pasto nudo). Anche i dialoghi, in un certo senso, sono troppo "moderni" per quegli anni, e anche un po' stereotipati (ma non so se questo era presente già nel libro). Peraltro, Luca, tendi a scrivere pagine di dialogo: va bene, è il tuo stile e lo rispetto, però ricordati che nel dialogo funziona anche l'azione che il personaggio fa mentre parla, o anche il tono, la sfumatura di voce che il tale personaggio ha nel dire la determinata battuta, anche perché leggere pagine di solo dialogo equivarrebbe a vedere 5 minuti di persone ferme. Anche il rapporto tra Acaro e Celia, a un certo punto leggo che lui ci tiene tanto a lei e le chiede addirittura di sposarlo, però per lunghi tratti Celia scompare e non costruisci minimamente questo rapporto. Peraltro i personaggi femminili mi sono sembrati poco approfonditi: Sylvie è la classica puttana sfatta, che ha un po' stancato, Celia invece aveva del potenziale però non lo sfrutti. ritorno alla costruzione del sentimento amoroso tra Acaro e Celia perché se ho ben capito, almeno a leggere il dialogo con Acaro nel ristorante, è estranea al mondo criminale. Sarebbe stato interessante vedere lei come reagisce al mondo di Acaro (un po' sullo stile di Diane Keaton in Il padrino), però questa è una cosa che dico da "sceneggiatore" (nel caso mi fossi sbagliato nella mia supposizione, ti chiedo scusa). Tra l'altro a proposito di mondo criminale: c'è la mafia greca... è una novità assoluta, al cinema (credo, non ricordo di aver visto nella mia vita un film con mafiosi greci protagonisti), potevi giocarti qualche scena sui suoi rituali, perché ogni gruppo criminale ha una sua "antropologia" (e infatti, scusate se faccio ricorso sempre al cinema reale, la mafia russa in Eastern Promises di Cronenberg è fotografata anche in questo aspetto) e uno spettatore (almeno io) trova interessante vedere come funziona qualcosa che non conosce, perché così come l'hai descritta può essere un qualunque tipo di mafia (per quanto purtroppo le loro azioni si somiglino tutte, in effetti). Comunque la sceneggiatura è fluida, le descrizioni non appesantiscono (e riesci a visualizzarle tutte bene), e la prima parte (quella della trasformazione in uomo, praticamente) l'hai descritta molto bene. e il cast lo trovo realisticamente adatto.

Ah, un'avvertenza: non ti sto bocciando e non ti sto dicendo che dovresti andare a fare tutt'altro, non sono nessuno per dirlo (e anche se lo fossi, che diritto avrei?), semplicemente se ho parlato degli aspetti "negativi" della sceneggiatura è perché ritengo che indicandoteli tu possa far tesoro e migliorare, perché le capacità tu ce l'hai.
 
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view post Posted on 20/8/2014, 21:54

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Da quanto tempo non recensivo il film di un quasi esordiente... benvenuto fra noi, Luca della Ramaya, ti auguro buona permanenza!

Dunque, se non sbaglio, il buon Luca in questo semestre ha fatto uscire tre film: una quota non da poco, considerando che molti vecchi giocatori fanno fatica a raggiungerla. Io ho letto solo questo, e devo dire che il ragazzo ha decisamente della stoffa. Saggiamente (forse per frutto di buoni consigli), il nostro neo-arrivato ha adattato un romanzo, cimentandosi con la difficile (ma buona per imparare il mestiere) arte dell'adattamento. Non conosco il romanzo originale, ma a giudicare dalla sceneggiatura, sembra essere un bel romanzo. La premessa è quasi geniale, con l'inversione della celeberrima metamorfosi kafkiana, che vede uno scarafaggio diventare, almeno fisicamente, un uomo, e quindi costretto a fare i conti con la sua nuova natura. Farlo capitare fra dei gangster, ecco, già mi pare meno geniale, specie contando quante altre possibilità c'erano a livello di dramma sul tema dell'umanità persa, guadagnata o posseduta; e tuttavia, anche l'ambientazione gangster ha il suo pregio, perché il cinema ci ha spesso insegnato come da contesti di genere si possano raggiungere profondità di livello metafisico.

Il film rende molto bene l'atmosfera della mafia greca, e utilizza con discrezione tutti i mezzi forniti dall'ambiente. Breve e serrato, il film non concede molto tempo alla riflessione e stringe molto, invece, sull'evoluzione di Jerry Blatta, che da animale spaventato dalla sua nuova condizione diventa poi un umano animalesco, insensibile alla sofferenza dei propri simili, e da questa reso molto più astuto e letale dei suoi oppositori, mentre il suo secondo Acaro riscopre quei barlumi di umanità che sembravano spenti. Appassiona, quindi, il film, e coinvolge, grazie a un cast azzeccato (specialmente Liev Schreiber e Milo Ventimiglia, bravissimi).

Il problema è che rimane però tutto molto superficiale, e qui la regia di Cronenberg è stata un po' un'esagerazione. Un maestro delle atmosfere malsane e dei conflitti d'identità come il canadese non avrebbe infatti perso l'occasione di soffermarsi di più sul contrasto animalità-umanità, dando ben altra dimensione al percorso opposto di Jerry e Acaro, alla loro evoluzione/involuzione, e al confronto con la violenza. Invece, il film passa bruscamente da uno scenario all'altro, non ci fa godere nessun cambiamento di alcun genere fra il Blatta iniziale spaventato e confuso e quello violento e implacabile, né ci consente di credere ai dubbi di Acaro, che rivela scrupoli morali del tutto inaspettati e improvvisi (oltre a glissare completamente sul possibile triangolo dei due con Celia). Il conflitto mafioso non appassiona più di tanto, e alla fine l'impressione che resta è di un racconto che poteva essere profondo ma invece si è adagiato sulla routine di un film di genere, seppur ben scritto.

Riguardo a questo, a essere sincero, qualche ritocchino allo stile di Luca va dato. Meno tre punti nei dialoghi, ad esempio, e un più ampio uso della punteggiatura nelle didascalie non avrebbe fatto male, così come la presenza di una frase che in una didascalia non ci va (perché queste devono essere il più "oggettive" possibili, non mi ricordo quale ma la cerco se Luca vuole approfondire la questione). Comunque, tutta roba facilmente correggibile.

VOTO: 6/10. Un discreto film di mafia che però, con simili premesse, poteva ambire a ben altre profondità, che rivela comunque doti non disprezzabili, che devono solo essere sviluppate.
 
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uomo_d
view post Posted on 23/8/2014, 17:01




Grazie della recensione Francis! ;)
 
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view post Posted on 16/12/2014, 19:45
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-Il tuo film è uscito dalle sale. Soddisfatto degli incassi?
Moderatamente. In proporzione alla spesa iniziale non è stato il mio miglior risultato commerciale.

-Qual è la recensione che ti ha fatto più piacere, quella che ha inquadrato meglio di tutte il tuo film?
Non so se sono quelle che meglio lo hanno inquadrato, ma ricordo piacevolmente quella di Hermes e quella di Andrew.

-Qual è stata invece la recensione più critica nei confronti del film? Concordi su alcuni punti?
Credo quella di Mastruccio e quella di Francis. Comunque non hanno detto niente di sbagliato, il film era ambizioso e riconosco anche io che, magari riscrivendolo dopo tali dritte, sarebbe più "potente" e riuscito.

-Ripensando agli Awards, ci sono premi che avresti voluto vincere e invece non hai vinto?
Speravo in Milo Ventimiglia come miglior attore non protagonista.

-Pensi che un altro film sarebbe dovuto uscire dalle sale prima del tuo?
No, va bene così, anche perché c'era Nuovo Cinema Italiano pronto a uscire.
 
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26 replies since 26/4/2014, 22:02   425 views
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