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Jerry Blatta
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Jerry Blatta, Ramaya Productions

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mastruccio
view post Posted on 7/5/2014, 11:37 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Arrivato al terzo film nel suo primo semestre di vita, la triestina Ramaya Production si avventura per la prima volta in una produzione internazionale, chiamando a dirigere "Jerry Blatta" il grande ed esperto David Cronenberg. Una scelta indovinata, poichè anche questa volta il regista canadese ha a che fare con mutamenti del corpo, comportamenti mostruosi e dilemmi psicologici/esistenziali.
Se in "The fly", era l'uomo ad entrare nel corpo di una mosca, in "Jerry Blatta" avviene l'esatto contrario, poichè accade che, per un misterioso e mai svelato "sortilegio", un comunissimo e famelico scarafaggio prende improvvisamente le sembianze di un uomo che si è appena suicidato appendendosi al lampadario diuna lurida camera d'albergo.
Il film, la cui storia tratta da un libro di Tyler Knox inizia col racconto fatto da un certo Acaro ad un barista, parte quindi dal momento in cui avviene la mutazione, scena brevissima e alla fin fine poco importante, perchè non trattandosi di film horror non interessano gli effetti speciali. Ciò che è focalizzato, ed anche bene, è tutto il processo di adattamento del personaggio trasformato alla nuova condizione umana, a cominciare dalle cose più elementari, come abituarsi a nuove fattezze, per lui moostruose, e muoversi su due "zampe". L'intera sequenza è godibilissima, riesce anche a strappare qualche sorriso, ed anche se è scritta con delle descrizioni di dettagli dei cambi di inquadratura un po' troppo ingarbugliate, raggiunge sufficientemenete lo scopo di farci immaginare come sarebbero realmente le immagini sullo schermo.

Viste le premesse - un bell'inizio e tutti i presupposti per un film interessantissimo - ho continuato la lettua aspettandomi che lo sviluppo successivo mi portasse ad empatizzare con questo stranissimo e simpatico personaggio, che si fa chiamare Jerry Blatta. Ed invece no, perchè la sua natura primordiale di scarafaggio rimane intatta, compresa la sua insaziabile fame e mancanza di scrupoli e sentimenti umani, ragion per cui non si empatizza con lui. Cosa che succede, invece, con l'atro protagonista del film, potrei dire il vero protagonista, quel personaggio chiamato Acaro che si vede all'inizio, che è un piccolo e abbastanza inadeguato gangster da quattro soldi. Fatta casualmente conoscenza con Jerry, Acaro vede in lui la possibilità finalmente di riscattarsi in ambito malavitoso, diventando un vero e temuto pezzo grosso. La spregiudicatezza efferata di Jerry, che ingaggia subito come scagnozzo, lo potrà certamente assurgere a duro ed affidabile criminale agli occhi del boss Nemo. Naturalmente, però, anche per Acaro vale la regola che la natura primordiale non può essere cambiata, pertanto inadeguato era e rimane. In brevissimo tempo assistiamo al capovolgimento di ruoli: fra i due é Blatta a diventare il vero capo, colui che alla fine diventa, agli occhi dello spettatore, il vero villain del film. Ad Acaro spetta il ruolo del "buono", anche se rimane sempre un gangster, e compirà al termine del film quel gesto che tutti ci aspettiamo come una liberazione.

Senza raccontare ulteriosi dettagli, che sarebbero inutilmente spoilerizzanti, ciò che preme sottolineare è che il film ha una sua scorrevolezza, ma lo sviluppo procede lasciando un po' troppi aspetti lacunosi che avrebbero avuto bisogno, a parer mio, di maggior compimento. Penso, ad esempio, proprio alla situazione che vede il capovolgimento dei ruoli nella coppia Acaro/Blatta. Avviene senza alcun fatto esplicativo, nemmeno un dettaglio che racconti l'evoluzione della faccenda. Eppure si sarebbe potuto approfittare dell'escamotage perfetto: quel gioco degli scacchi che Acaro insegna a Jerry avrebbe potuto benissimo svolgere allegoricamente questo compito.
Un altro esempio è il personaggio di Sylvie: non ho capito la sua evoluzione, che risulta affrettata e poco giustificata quando viene relegata da Jerry sul pontile.
Ancora, ci sono diversi passaggi che risultano troppo veloci, e che non si fanno ben comprendere: su tutti, il finale, che appare confuso, scritto in modo non dettagliato e poco cinematografico.
E' un peccato, perchè alla fine si esce dal cinema con un senso di insoddisfazione, per aver visto un film che inizia benissimo, grazie anche alla costruzuone del personaggio di Blatta che è ottima, ma che va via via perdendo di forza. Con la disponibilità di più tempo per la scrittura, rilettura ed elaborazione finale, avrebbe potuto essere davvero un gran bel film. Invece deve accontentarsi di essere solo poco più che sufficiente.

La regia di Cronemberg, come detto all'inizio, è adatta, dato il suo passato curriculum, ed anche gli attori scelti per il cast sono giusti. LIEV SCHREIBER copre il ruolo di Jerry Blatta con disinvoltura, abituato com'è dai trascorsi da mutante in "X-Men", e MILO VENTIMIGLIA, anche se è un volto meno conosciuto (almeno a me che non seguo i serial), si presta bene per interpretare Acaro. Gli altri risultano di contorno, e non hanno grande peso, compreso il personaggio di Celia, interpretato da OLIVIA WILDE, che avrebbe forse meritato maggior spessore. In generale è un buon cast, peccato però che la pagina relativa del sito non ha le fotografie.

La colonna sonora ha un brano portante, che si ripete diverse volte e la cosa già un po' mi fa storcere il naso, ma vabbè. Poi uno dei brani non suona perchè il link non va, ed inoltre alcuni sono troppo brevi, ad esempio nella scena del barbiere e del negozio di abbigliamento maschile quando non si arriva neppure a finire l'intro.

La locandina è graficamente accattivante, ma i credits risultano poco leggibili per via della dimensione minima dei caratteri. Il sito è completo come consuetudine di Ck.

VOTO: 65/100 (7 al sondaggio, come incoraggiamento)

Non credo che Luca debba abbattersi per un voto forse non atteso, anche perchè è solo il suo terzo film e le sue doti già riconosciute nelle due precedenti pellicole rimangono intatte.
Se posso permettermi, gli consiglierei adesso di prendere in considerazione la necessità di prendersi un po' più di tempo da dedicare alla scrittura dei suoi film, che obbiettivamente risulta incredibilmente veloce tanto da farmi venire spontanea la domanda "ma come fa?".
Sono certo che dare più spazio alle diverse riletturre non potrà che dare benefici sia a sé stesso come scrittore che ai film, in quanto ad ogni rilettura potrà aggiungere o togliere, pulire o sporcare, aggiustare e correggere, ed inoltre affinerà il bagaglio tecnico afferente la grammatica cinematografica, i dettagli tecnici sugli stacchi, tagli di inquadratura e movimenti di macchina, non strettamente necessari ma certamente utili.

Edited by mastruccio - 7/5/2014, 12:54
 
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