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Tre (più uno) romanzi d'amore, in assenza di consigli per gli acquisti...

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view post Posted on 22/4/2014, 14:01
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Cinefilo Ad Honorem

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di Amleto de Silva

Ultimamente, soprattutto in Italia, c'è un boom di libri sull'amore e sui buoni sentimenti in generale. Non si tratta di una vera e propria tendenza: è marketing. Ci sono studi approfonditi quanto inutili che spiegano che il pubblico italiano è costituto per un buon settanta per cento dalle signore che una volta leggevano soltanto i romanzi rosa e quindi praticamente non chiedono altro che la loro dose di mari inquieti, pirati muscolosi a torso nudo e cose così. Chiaramente non è vero, sto solo facendo dell'ironia, ma non possiamo negare che la tendenza alla falsa femminilizazione del mercato c'è, eccome. Eppure, non sempre romanzo d'amore vuol dire fesseria da leggere dal parrucchiere, anzi. C'è stato un tempo in cui l'amore esisteva eccome, soprattutto nei libri. Proviamo a ricordarne qualcuno, così, a memoria.

1) Raymond Radiguet, IL DIAVOLO IN CORPO.
Mi è capitato di vedere prima il film, con uno dei miei attori preferiti, poro Gerard Philippe, morto anche lui giovane, come l'autore del libro, e sono cose che se vedi da giovane poi ci rimani sotto, ve lo assicuro. Il libro, invece, è ancora più bello, intenso e violento, a dimostrazione che da sempre, se si vuole parlare d'amore, si può farlo senza sembrare dei semideficienti:
"Pure cominciai a disperarmi sul serio del fatto che solo l'amore dia dei diritti sopra una donna. Farei facilmente a meno dell'amore, pensavo,ma non mi rassegnerei mai a non aver nessun diritto su Marta. E, per averne, ero perfino deciso ad amare, pur credendo di deplorarlo. Desideravo Marta e non lo capivo".



2) Simone De Beauvoir, MEMORIE DI UNA RAGAZZA PERBENE.
Il motivo per il quale non riesco ad appassionarmi alle storie d'amore neofemministe di oggi, che sottintendono una presunta superiorità femminile rispetto ai maschi (infondata e ottusa come quella maschile) è che da ragazzo mi sono appassionato a questo libro. A una donna, Simone De Beauvoir, che ha fatto della sua vita un vero romanzo: scrittrice avvincente anche se non profondissima, ha saputo rendere perfino la sua storia con Sartre (fondamentalmente, se mi costringessero a definirla con due parole, direi che si lasciano, si pigliano e si abboffano di corna) qualcosa che vale la pena leggere, per capire come un amore può segnarti la vita, nel bene e nel male.
Parlavamo di una quantità di cose, ma in particolare d'un argomento che m'interessava sopra tutti: me stessa. Gli altri, quando pretendevano di spiegarmi, mi annettevano al loro mondo, e m'irritavano; Sartre, al contrario, cercava di situarmi nel mio proprio sistema, mi comprendeva alla luce dei miei valori, dei miei progetti. (...) In ogni caso, io dovevo salvaguardare ciò che v'era di più stimabile in me: il mio amore della libertà, della vita, la mia curiosità, la mia volontà di scrivere.



3) Giorgio Scerbanenco, VENERE PRIVATA. Dovete sapere che non è sempre stato come adesso, che Scerbanenco di qua e Scerbanenco di là. C'è stato un tempo in cui il russo non andava poi così di moda, negli ambienti sciscì. Forse perché il suo personaggio più famoso, l'ex medico Duca Lamberti, radiato dall'Ordine per aver particato l'eutanasia, ha pericolose tendenze che all'epoca venivano considerate fascistoidi. Non era vero, ovviamente, Scerbanenco e Duca Lamberti erano ben al di là di certe cose, ma insomma c'è voluto un po' perché certi ambienti cominciassero ad apprezzarlo per l'immenso scrittore che è. E comunque, adesso mi chiederete perché metto Venere privata tra i romanzi d'amore che preferisco, anche perché se è vero che c'è una donna, Livia Ussaro, e se è vero che in seguito diventerà la donna di Duca, tra loro, in questo libro, succede poco. Lei è una studentessa che si prostituisce per motivi scientifici (detto da me sembra una cazzata, ma se leggete il libro ha un senso), lui è quello che è. Eppure, la tenerezza infinita è quando Scerbancenco, per ben nove volte nel romanzo, la descrive come la sua Livia Ussaro. La sua di Duca, perché sono l'uno dell'altra dal momento che si sono visti. Sarò io che sono moralmente deviato, ma a me questo sembra parlare d'amore, soprattutto se consideriamo che (attenzione, SPOILER):
"Tre anni fa, quando venni condannato...» cominciò. Le avrebbe spiegato tutta la teoretica dell'eutanasia, e lei ne sarebbe stata felice, anche in quella stanza d'ospedale, anche così sfigurata e bendata, perché per lei, nella vita, c'erano delle cose più importanti degli sfregi, c'era il Pensiero con la P maiuscola, le Teorie, la Giustizia, e avanti così. «... perché l'eutanasia», e le strinse, teneramente, le dita".



3+1) Tibor Fischer, LA GANG DEL PENSIERO. Lo so, lo so, non perdo occasione per citarlo e consigliarvelo, ma cos'altro dovrei farci con un libro che reputo eccezionale e sottovalutato? Far finta di niente non si può, anche perché che si tratti, in fondo, di una storia d'amore, c'è il rischio di capirlo soltanto dopo una rilettura: la prima volta Fischer questa cosa la butta un po' lì, poche righe in un mare di rapine, crimini inverosimili, fughe e sparatorie del mio professore di filosofia (nonché gangster) preferito, Mr. Eddie Coffin.
"Che la risposta sia così semplice, così davanti a noi è un po' imbarazzante. I saggi l'hanno sempre detto, ma come la maggior parte delle verità, anche questa ci è venuta a noia. Giratelo come volete, ditelo alla rovescia, fatelo sembrare un nome in una lingua sconosciuta: eroma, eroma, eroma. L'unico denaro che non si può rubare.
Non che sia facile procurarselo. E neanche mantenerlo. (...)
Tutto qui. Addio, vita mia. Ho amato più di quanto si ami o sono solo un pasticcione troppo sensibile e uno zero?
Quando mi apriranno il cuore ci troveranno una perfetta miniatura di Zoe".
 
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view post Posted on 24/4/2014, 15:47
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Di Venere privata ho sia il libro che il film...
 
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MadHatterPictures
view post Posted on 28/5/2014, 15:38




La Gang del Pensiero è un libro che consiglio a tutti senza riserve.

Davvero divertentissimo.
 
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2 replies since 22/4/2014, 14:01   34 views
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