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La Fune
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La Fune, Hermes production

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Andrew.
view post Posted on 19/4/2014, 17:29 by: Andrew.




Recensione della Chimera

Questo era uno dei film più attesi di questo festival, ma in generale di tutto il semestre. La trama di presentazione è infatti una di quelle talmente assurde da farti creare in mente già mille domande e risposte prima ancora di aver visto il film. Se a questo si aggiunge il fatto che è di Hermetico, produttore che non ha mai sofferto di banalità, si capisce il perchè di questa attesa.
La corda che appare magicamente e che spinge la gente del villaggio a cercare di capire dove porta, è in fondo metafora della curiosità dell'uomo che ha bisogno costante di porsi domande e di trovare risposte a esse.
Qua l'uomo metterà in discussione la sua stessa natura, la sua intimità fisica e religiosa, ritrovando una nuova risposta nella forza interiore dell'uomo inteso come animale immerso nella natura selvaggia, libero da ogni inibizione o preconcetto, solo carne con bisogni da soddisfare.
Il messaggio è lanciato con una sceneggiatura che mostra da un lato l'uomo che cerca se stesso nella natura (il gruppo di ricerca), dall'altro con l'uomo che si abbruttisce cedendo alla lussuria e al piacere carnale (il ragazzo rimasto con le donne).
Non ho visto nelle due controparti una differenza così sostanziale da giustificare l'odio dell'una verso l'altra, anzi mi sono sembrati due comportamenti in fondo non così lontani. Eppure il dio Pan che rappresenta proprio la nuova libertà raggiunta dall'uomo, decide di punire l'impostore che aveva preso il suo posto. Forse proprio perchè la bestialità del ragazzo era di un tipo diverso a quella raggiunta dagli altri uomini, più malvagia. Magari su questo una risposta dello sceneggiatore potrà aiutarmi a capire.
Altrettanto misterioso il finale, con il villaggio rimasto abbandonato e la bambina che insegue la mela. Qua è sorto il dubbio. E se fosse una sorta di metafora nella metafora, cioè la distruzione degli abitanti del villaggio come simbolo della fine di un'era e l'inizio di un'altra (adamo ed eva che vengono cacciati dal paradiso)? Ma forse sto andando troppo in là con le supposizioni.

Di certo si è trattato di un film che ha suscitato diverse emozioni appartenenti soprattutto alla sfera dell'horror, come è giusto che sia e come ci si aspetterebbe da un film simile. Se da un lato le scene dentro la foresta sono cariche di tensione, quelle più agghiaccianti sono quelle nel villaggio, dove alla presenza di inquietanti entità si aggiunge l'orrore umano di persone spaventate e in balia di un mostro che fa di loro ciò che vuole.

Non conosco il regista ma direi che è adatto al genere, forse si poteva addirittura osare un po' di più (tipo un Werzog che nei suoi film ha affrontato il tema). Cast semi sconosciuto, in linea con l'impronta di film indipendente.
Locandina carina, anche se non mi fa impazzire.


Voto: 7,3


Si potrebbe definire un horror d'autore, di quelli che piacciono a me perchè oltre a mescolare diversi tipi di horror, dallo splatter a quello psicologico (alla The Mist) c'è anche spazio per lanciare spunti di riflessione sull'uomo e la sua anima in contrasto o comunione con la natura. Proprio la parte nel bosco è quella che mi ha colpito di più, la trasformazione dell'uomo che prende consapevolezza di sè.
Forse il finale concentra in poco spazio un po' troppa roba, tra spiegazioni che non arrivano e scene metaforiche che non sono di immediata comprensione e qua scorgerei l'unico difetto di un film di per sè di alta qualità.
Se ci si fosse concentrati proprio su questo lato psicologico del film con più calma e se ci fosse stato un finale meno rocambolesco, mi sarebbe piaciuto ancora di più.
 
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35 replies since 12/4/2014, 09:02   418 views
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