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Dancer in the Dark è un film del 2000 diretto da Lars von Trier, vincitore della Palma d'oro per il miglior film al 53º Festival di Cannes.[1]
La pellicola del regista danese rappresenta uno dei più originali ed innovativi musical degli ultimi anni, girato interamente con la camera a mano, traballante e a volte quasi "ubriaca". Solamente quando la protagonista Selma (Björk) si lascia andare al canto e al ballo, le sue passioni, ed evade dalla realtà quasi sognando, dando vita ai momenti musicali del film, vengono usate più telecamere contemporaneamente (addirittura 100 in una delle scene principali, quella del treno).
Estremamente drammatico, è stato definito dallo stesso autore una sorta di anti-musical.
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I rapporti tra Björk e il resto del cast furono molto tesi, al punto che la cantante abbandonò improvvisamente il set per alcuni giorni dopo avere distrutto degli abiti di scena. Lars von Trier ha raccontato che ogni mattina prima delle riprese, la cantante ripetesse "Mr. von Trier, io la disprezzo" sputandogli addosso.[2] Il film costituisce l'ultimo capitolo della trilogia del cuore d'oro, iniziata con Le onde del destino e Idioti. In una delle scene iniziali, quando si vedono gli operai uscire dalla fabbrica, c'è una breve apparizione della moglie e dei due figli del regista. La canzone I've seen It all (musica di Bjork; testi di Sjon e Lars Von Trier) è stata candidata ai Premi Oscar 2001, nella categoria miglior canzone. Il premio poi andò alla canzone Things have changed, tema musicale del film Wonder Boys (musica e testi di Bob Dylan).
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