mastruccio |
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| CITAZIONE (marenarobros @ 8/3/2014, 12:42) CITAZIONE (mastruccio @ 7/3/2014, 19:55) Boh! Come è possibile che non te ne sei accorto, dopo che "vedi" un soldato che sta sparando ad un uomo si blocca e con enorme stupore rimane a bocca aperta, e l'istante dopo il corto finisce? Non ti è nata spontanea la domanda: "ma che cosa ha visto?" Eh! Distratto! Il paragone con la trottola di Inception non calza per niente. Anche quel finale lascia aperte solo due strade: o quello che vediamo è la realtà o è un sogno. Ben altra cosa rispetto a questo corto, che di strade ne apre infinite, e quindi nessuna. Lo spettatore rimane così, sospeso sul nulla. E' un finale decente? Per me è solo un finale sbagliato. L'autore poi si difenderà quando potrà palesarsi, però bocciare un finale (come accadde a me per La notte del coniglio) perchè è la tua interpretazione personale a tendere verso un'idea piuttosto che un'altra, è "deontologicamente", come critico, scorretta. Questa proprio non l'accetto. Posso avere tutte le interpretazioni personali che voglio, e l'unico criterio di correttezza è quanto i giudizi che mi faccio siano coerenti con le mie idee in campo cinematografico. La deontologia del critico? Me la spieghi tu? Ripeto quello che scrissi per il finale del tuo vecchio film: se il finale è sbagliato, diventa sbagliato tutto il film. Oh! Non me lo sono inventata io, ma lo dicono grandi maestri di sceneggiatura. CITAZIONE (marenarobros @ 8/3/2014, 12:42) CITAZIONE (mastruccio @ 7/3/2014, 19:55) Io l'avrei proprio tagliata, e secondo me il corto ne avrebbe guadagnato. Una regola ferrea che mi impongo quando scrivo un film è quella che ogni singola scena deve necessariamente aggiungere un'informazione, deve dare un input che porti direttamente alla scena successiva, e che in qualche modo la giustifichi. Nella scena suddetta, ma potrei aver letto distrattamente anche io, non ho percepito nulla di ciò. Allora, questo invece diventa un discorso interessante: ma il cinema, le sceneggiature, non sono solo "narrative" (come mi pare di poter riassumere quelle che preferisci tu, anche perchè sono quelle che scrivi): esiste altro, esistono tante altre forme, infinite storie, e non per forza solo quelle che portano da qualche parte... in questo caso poi il soggetto del corto parte proprio da un concetto meta-narrativo (un libro da scrivere e soprattutto da finire, la vita e la morte decise dall'autore, la fantasia creativa dell'ultimo desiderio). Insomma, ripeto, liquidarlo anche stavolta con il solito "per me è un NO", ogni volta che un corto è più interessante del solito compitino ben svolto, fa pensare che o sei tu incontentabile, o... Non è un "No" perchè mi piacciono solo i racconti narrativi tradizionali, anzi ti dico che mi piacciono anche le meta-storie, quelle piene di simboli, ma siamo realisti... quel tipo di sceneggiature le sanno fare bene solo i grandi maestri. E' bello provarci, e magari un giorno ci proverò anche io, ma posso esprimere un dubbio sull'utilità di una scena (la festa) e un altro sul finale che non funziona? E' il bello del confronto fra opinioni diverse, che sono tutte corrette se rispecchiano le idee di chi le scrive e rispettano le idee di chi le legge. P.S. Tra l'altro parlate come se avessi bocciato il corto. Gli ho smollato un bel 7. E non è mio, ma a questo punto penso anche io di Andrew.
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