Intervista dello sviluppo - La guardia del corpo, Clint94

La guardia del corpo
Clint94


Genere: Noir
Regista: Marc Forster
Cast: Tom Hardy, Eva Green, Ethan Hawke, Armie Hammer, Bill Nighy, Mark Boone Junior, Jason Clarke

Descrizione: Charlie (Hardy), un piccolo gangster di New York dal passato burrascoso, ha una sola regola: mai accettare dei lavori che coinvolgono delle donne. Ma non può rifiutare l'incarico affidatogli da un ricco uomo d'affari legato alla malavita (Nighy) di prelevare da un hotel di Philadelphia e scortare a New York una prostituta d'alto borgo, Amelia Hayes (Green), una donna volubile e arrogante. A New York, Amelia riceve il compito di partecipare a dei party e Charlie le fa da guardia del corpo. Ma cosa si nasconde dietro a tutto questo? Mentre tra i due l'ostilità iniziale lascia pian piano spazio all'affetto, Charlie si rende conto di essere entrato in un gioco più grande di lui, un gioco che potrebbe costare caro a entrambi.




-Cosa ti ha spinto a proporre questo film?

Il film è tratto da una sotto-trama di un anime lunghissimo che vidi un paio di anni fa. L'anno scorso avevo iniziato la sceneggiatura, isolando quella sotto-trama e facendone una storia autonoma con le opportune modifiche, ma poi come al solito mi ero bloccato. Di recente per qualche motivo ho voluto riprenderla in mano e ho completato il progetto.

-Parlaci delle scelte di cast e regia.

Alla regia all'inizio avevo messo Sam Mendes, ma poi ho pensato che siccome l'avevo già utilizzato io stesso e in generale su Cinematik è un nome che si sente non di rado, ho preferito puntare su un nome diverso, meno noto ma ugualmente bravo: Marc Forster infatti, pur non essendo un grande autore, ha dimostrato di saperci fare sia con film d'azione sia con store più intimiste. "La guardia del corpo" è una via di mezzo, quindi mi è sembrato perfetto. L'attore protagonista inizialmente doveva essere Colin Farrell, ma l'ho escluso perché anche lui troppo usato su Cinematik, e alla fine ho scelto Tom Hardy, grande attore che era altrettanto adatto al ruolo. Eva Green invece è stata la mia prima scelta e non ho mai pensato a nessun altra. Sono loro i due veri protagonisti, mentre gli altri personaggi restano maggiormente sullo sfondo; sono comunque fiero dei ruoli di Ethan Hawke, Bill Nighy e soprattutto Armie Hammer.


-Come pensi che sarà accolto questo progetto?

E' un progetto più semplice, breve e meno ambizioso dei miei ultimi lavori, ma credo che sia comunque una bella storia, con due protagonisti interessanti, e quindi mi auguro che venga accolto bene.


-A che punto sei con la lavorazione? Quando conti di farlo uscire in sala?

L'ho finito, devo solo rileggerlo. Uscirà tra due o tre settimane, a metà marzo.


-Convinci la gente a votare il tuo film.

Votatelo se non altro perché è un film già finito che vedrete sicuramente in tempi brevi. E poi è una bella storia, semplice e scorrevole.

Vado matto per i noir. Sapere che è già quasi pronto poi è la ciliegina sulla torta...!
E poi apre la strada al mio noir sullo Scarafaggio

beh Clint con il noir ha già dimostrato di saperci fare, bella l'idea di estrapolare una sotto-trama da una serie.

Clint si sta specializzando con il noir, e questo progetto promette bene. Vuole bissare il successo dello scorso semestre? Rischia però, ai fini Award, di essere considerato, rispetto ai due biopic (novità a Ck), al western (roba rarissima) e a qualche altra opera d'innovazione, un film "vecchio e già visto".

Non si vive di soli award...

Vaglielo a dire a chi s'è pappato quasi tutto il pappabile con il suo ultimo film!
L'appetito vine mangiando....

Temevo commenti del tipo "Un altro noir?" ecc. ma il fatto è che non sapevo sotto quale genere inserirlo (potevano andare bene anche il thriller o l'action, per dire) e quello mi pareva il più adatto. In ogni caso spesso il genere è solo un'etichetta che conta poco: lo scorso semestre ho fatto due noir, ma se li avete letti sapete bene che le atmosfere di Lo sconosciuto n.89 erano completamente diverse da quelle di L'ultimo sguardo. Lo stesso discorso vale per La guardia del corpo, che non ha quasi nulla in comune con quei due film.

Comunque dopo di questo quasi sicuramente farò un western



Sì, assolutamente, per quanto mi riguarda. E ci faccio caso anche nei film altrui: per esempio, lo scorso semestre ho criticato più volte Agnese perché ne Il seggio vacante, film inglese, di regista inglese, ambientato in Inghilterra, c'erano troppi attori americani.
Uno dei motivi per cui ho sostituito Mendes con Forster è proprio questo: Mendes è inglese, e avendo già due attori inglesi (Hardy e Nighy) ma essendo il film ambientato negli States ho preferito scegliere un regista di diversa nazionalità (e poi come ho detto Mendes l'avevo già utilizzato in passato e preferivo cambiare).
Per quanto riguarda gli attori, Tom Hardy è inglese ma ormai lavora da anni in America e ha già interpretato personaggi americani, quindi non mi sono fatto molti problemi a sceglierlo, e lo stesso vale per Bill Nighy.

Clint ormai fa sempre lo stesso film, un po' come Cronenberg, direbbe Arcadia (quindi vedilo come un complimento, nel senso che cambiano storie, generi e personaggi ma le tematiche hanno la tua firma).


Questo mi fa piacere, dato che raramente ti lascia andare in progetti brevi e poco ambiziosi.

e Clint torna con i gangsta movie. Ma una bella commediola rosa ogni tanto?

Riguardo alla questione cast, io punto più a prendere attori che sono come mi immagino il personaggio, o che somiglino al personaggio. Non mi faccio troppe pippe mentali su "ma lui viene da lì, quindi dovrei prendere un attore da lì" a meno che non sia strettamente necessario (prendi gli attori indiani de "il seggio vacante" )

Insomma, Daniel Craig ha interpretato uno svedese, che problema c'è se prendo Skandar Keynes a fare un americano, o Dane Dehaan ed Eric Stoltz due danesi, sull'esempio del film a cui sto lavorando? O Benicio del Toro a fare un inglese?

come se pensassi che "bel visino=bravo attore"

Zac Efron sarebbe da Oscar, quindi non ho più 13 anni, Papè!

Sugli accenti però sono d'accordo, imitare un accento è parecchio difficile e non tutti lo sanno fare.