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Il Nao di Brown
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Il Nao di Brown, E&G Ltd.

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Merlino*
view post Posted on 8/3/2014, 02:13 by: Merlino*




L'opinone di Merlino


Allora, vediamo questa volta di cominciare dalla fine.

La colonna sonora e le musiche già da sole valgono il prezzo del biglietto di questo film. I complimenti a Emil per le scelte glieli avevo già fatti nel post con il quale ha presentato in anteprima alcuni brani ma dopo la visione del film ho avuto la conferma che la scelta non solo è azzeccata per il gusto musicale ma anche per l’accostamento con le immagini.

La locandina. Ebbene sì caro Emil, hai fatto bene a rifarla e a non prendere la copertina del libro che non mi piace per niente. La tua invece, vista nei dettagli, è molto bella e ben fatta.

Con il sito è stato fatto un buon lavoro, non eccelso ma coi tempi che corrono ritrovare tanti dettagli e tante curiosità è un valore aggiunto al film. Bravo.

Mi è piaciuta la scelta di privilegiare un cast “inglese” e anche se non conoscendo Rinko Kikuchi la prendo per buona perché credibile e sincera nel rappresentare le difficoltà create a Nao dal suo disturbo compulsivo. Oltre alla protagonista mi hanno colpito in positivo i due ragazzi e soprattutto Dallas Roberts che con la sua recitazione a volte sopra e a volte sotto le righe arricchisce la scena ogni volta che appare sullo schermo.

La scelta di trarre un film dalla grafic novel Glyn Dillon, ora che ho visto il risultato, non posso che ritenerla positiva.

La sceneggiatura è scritta molto, molto bene, ma del resto mi sarei stupito del contrario. In un film con una storia dove tutto è metà e metà, Emil è riuscito nell’impresa di creare e a far sua una pellicola che appare omogenea e scorrevole nonostante le difficoltà create dal tema trattato. Rimanendo su temi orientali - anche se in questo caso cinesi - mi sento di affermare che per quanto mi riguarda la grande bravura di Emil è stata quella di aver saputo equilibrare Yin e Yang, cosa molto difficile in un contesto dove il tema principale è il disturbo compulsivo ossessivo.

Per quanto riguarda la scelta del regista, avendo visto solo “Essere John Malkovich” non sono in grado di giudicare e dico solo che ci può stare, ma al tempo stesso mi fido di Emil che so amare molto questo regista.

Come giudizio finale dico che temevo molto di trovarmi ad affrontare la grande pesantezza di un film orientale e invece la pellicola, a parte gli occhi a mandorla della protagonista e qualche riferimento qua e là al Giappone, è saldamente ancorata alle tradizioni a ai modi di vivere occidentali.

Ciao ciao!
 
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67 replies since 28/2/2014, 21:02   854 views
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