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Il Nao di Brown
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Il Nao di Brown, E&G Ltd.

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uomo_d
view post Posted on 1/3/2014, 17:25 by: uomo_d




Il film in un tweet:
"C'è una giovane hafu schizzata, che passeggia per Londra incurante del maltempo. Per far colpo su un poetico ubriacone devasta la lavatrice."


L'atteso ritorno sui grandi schermi della E&G passa per "IL NAO DI BROWN", la trasposizione di una graphic novel di Glyn Dillon, non molto celebre, in effetti, fra gli scaffali delle fumetterie e certo mai quanto il fratello Steve, che disegna per la DC (in particolare per l'imprint Vertigo).
Indagando nel background di Emil è facile capire come il mondo Orientale sia per lui un porto sicuro cui approdare, per non sbagliare.
E in effetti Emil non sbaglia, perché sforna una pellicola assolutamente gradevole.
La prima parte della storia scivola via come le gocce sull'ombrello che Nao spalanca mentre gira per Londra. Scopriamo sin dall'inizio che la bella, metà inglese metà giapponese ,soffre di una forma di depressione, che spinge la sua immaginazione a compiere le più allucinanti malefatte che, fortunatamente, rimangono solo allucinazioni.
Nao è una hafu, d'accordo, ma per chi si approccia al film temendo il mondo poco noto del sol levante raccomandiamo di stare tranquillo, perché Nao, scena dopo scena, appare come una ragazza decisamente occidentale, con tutti i tic del "nostro" mondo, e una passione per i manga e gli anime, facilmente ravvisabile anche fra i nostri coetanei della bim bum bam generation. Degno appartenente del gruppo è anche il suo amico e datore di lavoro, Steve, titolare del negozio di giochi per collezionisti (p.s. Esiste davvero? Urge un viaggio a Londra!)
Alzi la mano chi non era certo di vedere i due avvicinarsi, complice anche l'affinità di statura, sino all'inevitabile lieto fine? Bene. Così non è. L'hafu trova infatti l'amore in un uomo che entra per caso nella sua vita, e, non proprio per caso, ci torna, quando Nao devasta la lavatrice della casa che condivide con la coinquilina.
La storia d'amore fra i due non è sicuramente né convenzionale né scontata...e finisce pure male!
In tutto questo svolgersi narrativo Emil tratteggia un film inizialmente leggero e poetico, poi un po' malinconico.
Impossibile non menzionare le problematiche intestinali di Mike, che danno una giusta discontinuità alla narrazione.
Il finale è segnato dalla prevedibile lite fra Nao e l'uomo delle lavatrici, con un insolito finale, per niente lieto, che guasta il compleanno della (mancata) suocera.
Non ci è dato sapere se Nao effettivamente "guarisca", ma il fatto che sia diventata madre fa sperare che per lei certi problemi siano solo un brutto ricordo.
Nel film, rispetto alla graphic novel, viene dato meno spazio, per evidenti difficoltà traspositive, alla sotto trama del manga che tanto piace a Nao, Ichi, che assume invece una certa rilevanza, anche grafica, nell'opera originale.
Il film, forse, non riesce a marcare nettamente quella distinzione bene/male che assilla Nao; arrivati dunque al termine della visione ci sembra che manchi qualcosa.
La sensazione è comunque compensata dal ricordo di due orette ben trascorse, dissipando il timore di trovarsi di fronte all'ennesimo clone di Amélie Poulain!

Buona la scelta del cast, per niente invadente rispetto ai personaggi delineati nell'opera, e della regia.
Notevole il lavoro fatto per il sito internet, lasciatelo dire a uno che l'HTML non sa dove stia di casa!
La colonna sonora è uno dei punti di forza del film, tanto da averne fatto da ottimo volano pubblicitario.

L'auspicio, alla fine della fiera, è che Emil riprenda gusto a produrre le sue opere, così da non costringerci a doverci accontentare di seconde visioni ;)

Voto 75


p.s.
Il titolo del film, che non è nient altro che la traduzione del titolo dell'opera originale, in italiano lascia un po' interdetti.
 
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67 replies since 28/2/2014, 21:02   854 views
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