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L'uomo che odiava Sherlock Holmes (Festival di Roma)
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L'uomo che odiava Sherlock Holmes (Festival di Roma), Nuno Productions

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Andrew.
view post Posted on 23/9/2013, 21:43 by: Andrew.




Recensione della Chimera.

Adoro Sherlock Holmes, da ragazzino ho letto tutti i libri di Doyle e questo film che ruota attorno al personaggio e al suo creatore, lo aspettavo con impazienza. E il film sembra essere stato girato apposta per i fan dell'investigatore, dato che possiede un intreccio degno delle storie di Doyle, con diversi enigmi da risolvere.
La genialità dell'idea sta nel dividere presente e passato ma fare in modo che entrambi siano intrecciati, narrando le vicende in parallelo e sviluppando le storie facendo in modo che rimangano entrambe sullo stesso livello di pathos, oltre che di struttura narrativa. Infatti a ogni indagine del passato corrisponde un indagine nel presente e così via. Ciò, unito a dei personaggi frizzanti e molto "sherlockiani" lo ha reso un prodotto che mi ha divertito parecchio, perchè mi aspettavo proprio di partecipare assieme ai personaggi alla ricerca della verità e scoprire a poco a poco con loro gli indizi e quindi risolvere i due casi.
La sceneggiatura è di una lunghezza forse esagerata, mi ha preso un pomeriggio, anche se non si è trattato affatto di una cosa noiosa, anzi. Ho letto la prima parte e poi ho pensato di rimandare la seconda a domani, ma la voglia di continuare a leggere per sapere come andava a finire era troppo forte e ho continuato fino alla fine.
E' un film che mi ha fatto tornare ragazzino, che mi ha portato a ricordare lo studio in rosso, il mastino dei Baskerville, la caduta nella cascata e insomma mi ha emozionato perchè ha fatto riaffiorare tanti bei ricordi.
Probabilmente merito anche dei vari passaggi nostalgici che si scorgono ogni tanto. Il discorso tra Arthur e Bram riguardo la morte di Oscar Wilde è toccante perchè mette in mostra il sentimento degli scrittori, con la paura di essere dimenticati a scapito dei personaggi da loro creati. E viene quasi voglia di bussare allo schermo e dire: "Ehi voi, non vi abbiamo affatto dimenticato. E Bram, il tuo Dracula è un capolavoro che rimarrà per sempre".
Bellissima a tal proposito l'ultimissima scena con gli operai che installano le nuove lampade e poi decidono di andare a leggere un racconto appena uscito: è il segno che nonostante il progresso scientifico del futuro, le favole e i racconti manterranno sempre il loro ruolo nel cuore di ognuno di noi, cosa che ha un chè di confortante.

Eppure, mettendo da parte il giudizio a caldo e puramente soggettivo, non posso non notare che il film non è esente da difetti, probabilmente inevitabili data la trama tanto complessa. In più di un'occasione si fa fatica a capire come i personaggi siano arrivati alla soluzione, costringendo (infruttuosamente) a tornare indietro per leggere meglio tra le righe e nel finale ciò è amplificato perchè lo scontro con Bobby arriva come un fulmine a ciel sereno, non hanno fatto nemmeno in tempo ad ammazzarlo che già mi chiedevo: ma chi è sto Bobby? Insomma, mi aspettavo un finale un po' più a effetto, forse un nemico più temibile (alla Moriartry anzichè Dawson che sbuca dalla finestra di Joey con una rivoltella).

Difficile giudicare l'attinenza del regista, dato che ha fatto pochi film e diversi tra loro. Posso dire che comunque non mi meraviglierei se nella realtà dirigesse un film simile. la sua mano è comunque pressochè impalpabile nel film, a causa di una sceneggiatura che per dare spazio ai dialoghi (a volte troppo lunghi) è ridotta all'osso per quanto riguarda la descrizione delle scene.
Sul cast è stato fatto un bel lavoro, ma devo dire che i personaggi del passato stravincono su quelli del presente, meno interessanti e sfaccettati. Murphy interpeta un investigatore ma non trasmette praticamente nessuna emozione e risulta piatto, come la Lindslay, il cui colpo di scena non colpisce più di tanto.
Altra storia per Stuart Townsend e Peter Stormare, che ho apprezzato molto nei loro scambi ora malinconici, ora divertenti.
Decisamente sprecati Emily Watson, Michael Gambon, Simon Pegg e Tim Curry, attori di cui non ricordo quasi i personaggi.
Le musiche non mi hanno colpito più di tanto, in alcune scene potevano starci, in altre meno. Qualche brano tipico dell'epoca per le scene al passato avrebbe reso le atmosfere ancora più credibili.
La locandina mi piace, così come il sito che è ricco di contenuti e un piacere da vedere.

Voto: 76 (8 al sondaggio)

Il voto è una summa dei pregi del film e dalle emozioni che mi ha suscitato e dei difetti che ho riscontrato. Di certo avrebbe giovato uno snellimento della sceneggiatura, una maggior cura nel rendere i passaggi meno forzati e magari un maggior equlibrio tra scene al presente e quelle al passato, dato che le prime risultano più deboli e fredde.
Tuttavia quello che mi è rimasto del film sono solo sensazioni positive, mi ha dato proprio quello che cercavo: un film d'intrattenimento che mi facesse far tornare a quelle atmosfere, una trama di quelle a incastro che ti spingono a spremere le meningi per risolvere l'enigma e una voglia matta di andarmi a rileggere qualche racconto di Doyle.
Per me un ritorno alla grande di Nuno, che da tempo non sfornava film di tale qualità.
 
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23 replies since 19/9/2013, 00:19   1651 views
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