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L'uomo che odiava Sherlock Holmes (Festival di Roma)
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L'uomo che odiava Sherlock Holmes (Festival di Roma), Nuno Productions

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mastruccio
view post Posted on 19/9/2013, 11:45




Il secondo tempo del film non c'è. Non si apre la pagina. Correggi?
 
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Nuno Vox
view post Posted on 19/9/2013, 12:03




CITAZIONE (mastruccio @ 19/9/2013, 12:45) 
Il secondo tempo del film non c'è. Non si apre la pagina. Correggi?

Già corretto
 
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SaschaGranato
view post Posted on 20/9/2013, 00:53




Bel sito, ma leggere il film su schermo nero e scritte luminose... Non c'è un formato word?
 
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mastruccio
view post Posted on 20/9/2013, 11:02




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Dopo una lunga assenza produttiva, la Nuno Production torna sugli schermi, in occasione del Festival di Roma, con "L'uomo che odiava Sherlock Holmes", un film dalle grandi ambizioni commerciali tratto dall'omonimo romanzo di Graham Moore.
Un nutritissimo cast di alto livello - ho contato ben 42 nomi - guidati dalla esperta mano di James McTeigue, giovane regista austrialiano che ha già firmato pellicole simili, mette in scena un avvincente intreccio che vede protagonisti, su due piani temporali diversi, Harold, un giovane adepto di un associazione di amanti di Sherlock Holmes e lo stesso Conan Doyle, inventore del celebre investigatore britannico.
E' chiaro fin da subito che le due storie parallele sono fortemente intrecciate fra loro, ma ovviamente il come ed il perchè sarano chiari solo alla fine del film.
Entrambi si ritrovano ad investigare su due misteriosi omicidi col metodo di Sherlock, tutto intuito e, diciamolo, colpi di fortuna: uno, Harold, ai giorni nostri, si mette alla ricerca dell'assassino di un famoso esperto dell'investigatore col berretto da caccia, che asserisce di aver trovato l'ultimo diario scomparso di Doyle, e l'altro, lo stesso Artur Conan Doyle, alla fine del 1800, col fine di dimostrare ai suoi lettori di essere più bravo e geniale dello stesso personaggio che ha creato, e che trova insopportabile, cerca di smascherare un serial killer "ante litteram", che uccide giovani appena sposate.

E' un bel plot, non c'è che dire. I successivi sviluppi delle due storie parallele riescono a tenere lo spettatore incollato sulla poltrona, e anche se non mancano numerose forzature e soluzioni molto inverosimili (ad esempio la sbalorditiva facilità con cui sia Harold che Arthur riescono in un lampo a capire e decifrare misteriosissimi enigmi), il film, seppure lungo, scorre via senza particolare affaticamento.
Ciò grazie ad una scrittura efficace, abbastanza asciutta, priva di fronzoli e descrizioni inutili, nello stile del bravo Nuno, che, appare evidente, ha impiegato parecchio tempo e passione alla stesura della sceneggiatura.

Tempo che, invece, non ha avuto per la ricerca dei brani musicali che compongono la colonna sonora. Purtroppo, infatti, la visione del film è, secondo me, rovinata dal suo ascolto.
Devo bocciare tutti i brani, perchè non sono per nulla attinenti alle scene che accompagnano. Non entrando nel merito della qualità musicale dell'artista, sono tutte canzoni di Serj Tankian, che non conosco affatto, riprese durante un concerto con pubblico plaudente e artista dialogante, per cui ci ritroviamo a dover ascoltare, con grave disturbo, applausi, gridolini di giubilo, commenti del cantante, e canzoni eleganti, ma sempre canzoni, anche durante scene adrenaliniche, omicidi, inseguimenti, esplosioni di bombe, e addirittura nel momento di massimo climax. Sinceramente, ho preferito interrompere l'ascolto e proseguire la lettura. Peccato.

La regia è molto buona, ed anche se sono quasi del tutto assenti descrizioni di inquadratura e movimenti di macchina, la lettura dello script risulta piacevole ed esaustiva dal punto di vista immaginifico.
Il cast, si è giò detto, è molto ricco e ben amalgamato. I due protagonisti, Harold e Arthur, hanno i volti credibili di Cilluan Murphy e Stuart Townsend.
Il primo comprimario, un ben delineato Bram Stocker, è affidato ad un eccellente Peter Stormare, mentre la seconda, la misteriosa Sarah, ha il volto dolce di Jodie Whittaker. Fra gli altri personaggi di contorno, spiccano Timothy Spall, Rupert Graves, Stephen Fry e Michael Gambon, qui forse un po' sprecato.

Una nota di merito al sito, molto ricco sia dal punto di vista grafico (finora il più bello visto nel 2013) che contenutistico, pieno di informazioni interessanti. La locandina, invece, non brilla di originalità, visto che il nome dell'investigatore inglese è graficamente identico a quello dei film con Robert Downey Jr. Io avrei preferito di gran lunga il titolo che troviamo sulla home page del sito, molto più bello e originale.

Voto: 70/100

Il mio voto è influenzato dalla pessima colonna sonora, ma rimane abbastanza alto, giustificato dal fatto che Nuno ha avuto pochissimo tempo per scegliere i brani, e quindi va perdonato. A giudicare solo la sceneggiatura, "L'uomo che odiava Sherlock Holmes" è uno di quei film, tecnicamente impeccabile, molto hollywoodiano, a cui si può chiedere di farci passare un buon paio d'ore di sana divagazione dai problemi quotidiani, senza dover impegnare troppo il cervello per dare spiegazioni a situazioni astruse e soluzioni abbastanza inverosimili, e un finale che, a ripensarci, mi appare inspiegabile. Perchè uno, che ha in mano qualcosa che varrebbe milioni di dollari, se ne sbarazza come se niente fosse? Pazzia pura o un'altra delle citate numerossissime incredibili forzature?
 
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Clint1994
view post Posted on 21/9/2013, 20:08




L'UOMO CHE ODIAVA SHERLOCK HOLMES by Clint94

Nuno ritorna al festival di Roma con un film giallo e avventuroso, in cui l'intera vicenda è legata alla figura del celeberrimo detective Sherlock Holmes. Il protagonista dell'opera non è però il famoso investigatore di Baker Street, bensì il suo creatore: Arthur Conan Doyle. Nel presente, infatti, l'assassinio di un esperto sherlockiano che sosteneva di aver trovato il diario segreto di Conan Doyle, nel quale è raccontata una fase sconosciuta a tutti della sua vita, stimola l'appassionato e geniale lettore di gialli Harold White a indagare; parallelamente, seguiamo un caso che vede coinvolto come detective lo stesso Conan Doyle, proprio nel periodo della sua vita raccontato nel diario segreto che sta cercando Harold nel presente. Le due vicende, nettamente distinte, si intrecciano dunque intorno a questo diario, oggetto della ricerca dei protagonisti nel presente in quanto fonte di informazioni su quanto avvenuto nella parte ambientata nel passato.
L'opera si presenta come un divertente film d'intrattenimento, nel quale l'intreccio giallo-avventuroso e la componente di mistero hanno la meglio sull'approfondimento di particolari tematiche e sulla caratterizzazione dei personaggi. La storia in realtà fatica a ingranare, a causa di una prima parte piuttosto lenta e poco interessante. Solo quando le indagini entrano nel vivo l'attenzione dello spettatore aumenta, al punto che, se il primo tempo l'ho terminato con una certa stanchezza, il secondo tempo l'ho letto con molta più curiosità e non mi è pesato affatto.
L'intreccio è ben congegnato, anche se spesso i protagonisti arrivano alla soluzione del problema in maniera troppo improvvisa e solo grazie a qualche riflessione, senza particolari indizi: mi riferisco per esempio all'intuizione di Harold sul fatto che Cale si fosse in realtà suicidato, che arriva improvvisamente e senza che ci sia un qualche elemento in particolare dell'indagine che abbia portato Harold su quella strada. In questo modo il protagonista risulta un po' troppo geniale, e quindi poco credibile. Allo stesso modo, non mi è molto chiaro come Conan Doyle riesca ad arrivare all'identità dell'assassino: quando va dal giovane tipografo sembra già abbastanza sicuro della sua colpevolezza, ma come ha fatto a capirlo? Anche in questo caso, la scoperta del colpevole avviene un po' troppo all'improvviso, senza una pista ben precisa che porti fino a lui. Un altro elemento della trama che mi sembra poco credibile è il fatto che la verità sulla sorte del diario segreto di Conan Doyle si trovi nelle lettere scambiate tra lui e Bram Stoker: mi sembra impossibile che nessun altro sherlockiano prima le avesse studiate con attenzione e avesse capito sulla base di esse che il manocscritto era andato perduto (come conclude Cale) o che era stato nascosto da Stoker (come capisce Harold). Inoltre lo script si presenta in certi passaggi ben poco cinematografico: penso alla scena in cui Harold legge il biglietto lasciato da Cale, in cui il testo del biglietto è troppo lungo e al cinema una scena così non potrebbe funzionare. A parte questo, comunque, la trama scorre abbastanza bene, presenta diverse situazioni affascinanti (la descrizione del mondo degli sherlockiani) e nella seconda parte risulta ben congegnata e piuttosto appassionante. Sebbene si tratti essenzialmente di un film d'intrattenimento, non mancano tra l'altro alcuni spunti di riflessione molto interessanti: penso alla bella conversazione tra Arthur e Bram, in cui i due grandi scrittori si interrogano sul destino delle loro opere e sulla fama dei loro personaggi, che scavalcherà quella dei loro creatori.
Per quanto riguarda il fatto che alla fine Harold e Sarah gettino via il diario nonostante il suo immenso valore, io l'ho interpretato come un gesto per eliminare una prova che avrebbe rischiato di distruggere l'immagine di Arthur Conan Doyle, mostrandolo come un assassino (in quanto ha ucciso per sbaglio la sorella di Bobby Stegler): ci sta che un patito di Sherlock Holmes faccia una cosa del genere per proteggere l'immagine del creatore del suo mito.
I personaggi non sono dotati di particolare spessore e non sono sempre credibili (vedi l'eccessiva genialità di Harold). I migliori sono Arthur e Bram: la loro amicizia è ben descritta, e, per quanto riguarda il primo, è molto affascinante l'odio e allo stesso tempo la dipendenza che lo lega alla sua creatura Sherlock Holmes (il tema del rapporto tra creatore e creatura mi affascina sempre molto). Piuttosto deludente il personaggio dell'assassino nel segmento ambientato nel passato: mi aspettavo un bel cattivo, invece il personaggio di Bobby Stegler è ben poca cosa. Mi è piaciuta molto invece la figura di Alex Cale, che si suicida quando si rende conto che la sua vita è stata inutile in quanto l'oggetto di tutte le sue ricerche è inesistente (secondo lui), e per questo decide di suicidarsi dando vita però a un nuovo mistero, sull'onda della sua straordinaria passione per quel mondo: un personaggio davvero affascinante.
Il cast è molto ricco e per molti personaggi non era nemmeno necessario prendere un attore, dato che molti dicono solo pochissime battute e scompaiono subito. Nel complesso, sono ben scelti gli attori che interpretano i personaggi principali (Townsend, Stormare, Murphy), mentre alcuni interpreti di contorno sono piuttosto sprecati (Gambon, Pegg, la Watson).
James McTeigue è una scelta perfetta: questa storia è assolutamente nelle sue corde, anche perché McTeigue ha già diretto un film che ha per protagonista un famoso scrittore del passato che si ritrova a condurre delle indagini (E. A. Poe, in "The Raven").
Le musiche in effetti sono davvero poco in sintonia con le scene.
Particolare nota di merito per sito e locandina, superiori alla media: il sito è molto ricco e molto bello, mentre la locandina è davvero suggestiva, una delle migliori fra quelle che ho visto in tempi recenti.
In conclusione, "L'uomo che odiava Sherlock Holmes" è un godibile film d'intrattenimento, un po' lento nella prima parte, ma piuttosto appassionante nella seconda; nonostante i difetti sottolineati, nel complesso è stata una piacevole visione.

VOTO: 72
 
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view post Posted on 22/9/2013, 23:15
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Dopo un periodo di lontananza, Nuno torna a Ck in veste di produttore con L’uomo che odiava Sherlock Holmes, un progetto leggero che però si avvale di un soggetto solido e accattivante.
Il film racconta due storie parallele che hanno come comun denominatore Sherlock Holmes, o meglio Conan Doyle. Da una parte il protagonista è proprio il celebre scrittore che dopo aver “ucciso” il tanto amato quanto odiato Holmes, si trova a dover indagare su un serial killer; mentre dall’altra parte c’è Harold, uno sherlockiano, alle prese con un omicidio legato al mistero del leggendario diario di Conan Doyle.
E’ un film quindi che si basa principalmente sulle indagini e sulla risoluzione dei vari misteri, con l’introspezione psicologica dei personaggi ridotta al minimo (o quasi), ma anche con qualche interessante spunto offerto dalle numerose conversazioni fra Doyle e Stoker.
La prima parte è effettivamente un po’ lenta e le varie indagini sembrano non essere particolarmente accattivanti, poi da quando Harold suppone che Cale in realtà non abbia ritrovano alcun diario (primo riuscito twist), il ritmo si impenna e tra un colpo di scena e l’altro si giunge piacevolmente ai titoli di coda.
A volte, come hanno fatto notare gli altri, sembra che le deduzioni di Doyle e Harold siano quasi magiche e i due arrivino alle conclusioni più giuste in modi troppo facili. In particolare per quanto riguarda la vicenda di Bobby. Non ho capito come Doyle sia arrivato con tanta sicurezza a capire che era lui l’assassino e poi sembra quasi che manchi una scena quando i due si incontrano. Si siedono per parlare ma non sappiamo cosa si dicono (Bobby aveva capito che Doyle era sulle sue tracce? E perché non lo ferma in quell’occasione?). Insomma, il passaggio e quindi la soluzione del mistero è un po’ confusa e troppo facile per la verità, ma per fortuna il film conserva fin dall’inizio uno spirito molto leggero oltre che ironico e ciò lo aiuta a uscirne bene anche da passaggi un po’ troppo forzati e poco credibili come quello appena descritto.
Molto divertenti gli scambi di battute tra Doyle e il suo Watson, ovvero Stoker, e altrettanto interessanti i loro discorsi sul controverso rapporto tra scrittore/creatore e personaggio, sul fatto che a sopravvivere nei secoli saranno proprio le loro creazioni, i frutti della loro fantasia.
Ho apprezzato il finale, quando Harold distrugge il diario in onore della memoria di Doyle, perché rimanga inalterata e non venga sporcata dal quel tragico incidente. Tra l’altro Doyle viene anche ben reso, con il suo insopportabile rigidissimo conservatorismo che me lo ha reso “simpaticamente” antipatico.

James McTeigue mi sembra perfetto per dirigere una pellicola di questo tipo, soprattutto dopo aver visto il lavoro fatto con The Raven. Una regia pulita e asciutta, per un prodotto di intrattenimento destinato ai grandi incassi. Molto ben assemblato il cast, che ad accezione di Murphy, non fa uso nomi stratosferici e mi sembra una scelta in linea con la tipologia di film. Comunque ho apprezzato molto sia Townsend che Murphy nel ruolo del nerd impacciato.

Le musiche invece non mi hanno convinto, a parte qualche rara eccezione non le ho trovate molto adatte alle scene che accompagnavano.

Molto bello e curato il sito, che oltre alle informazioni di rito contiene anche interessanti curiosità sul film e sul personaggio di Doyle. Siti così meticolosamente curati sono ormai una rarità. Mi è piaciuta la locandina, sia per l’immagine usata, che per il lettering che ricicla in modo intelligente quelle del film di Guy Ritchie.

In conclusione quindi L’uomo che odiava Sherlock Holmes è un piacevolissimo film d’intrattenimento in cui le indagini e i misteri la fanno da padroni e vi è una gradevole leggerezza di fondo data anche dai numerosi inserti quasi da commedia (il travestimento di Doyle e Stoker su tutti). Peccato per l’eccessiva lunghezza (data da un ritmo tropo lento e rarefatto nella prima parte) e per qualche semplificazione e forzatura di troppo nelle indagini (che nel caso dell’episodio di Bobby è un po’ troppo evidente). A parte ciò, rimane comunque un film gradevole in grado di restituire un affascinante ritratto di Doyle e del suo travagliato rapporto con la sua più celebre creatura. 70/100
 
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Andrew.
view post Posted on 23/9/2013, 21:43




Recensione della Chimera.

Adoro Sherlock Holmes, da ragazzino ho letto tutti i libri di Doyle e questo film che ruota attorno al personaggio e al suo creatore, lo aspettavo con impazienza. E il film sembra essere stato girato apposta per i fan dell'investigatore, dato che possiede un intreccio degno delle storie di Doyle, con diversi enigmi da risolvere.
La genialità dell'idea sta nel dividere presente e passato ma fare in modo che entrambi siano intrecciati, narrando le vicende in parallelo e sviluppando le storie facendo in modo che rimangano entrambe sullo stesso livello di pathos, oltre che di struttura narrativa. Infatti a ogni indagine del passato corrisponde un indagine nel presente e così via. Ciò, unito a dei personaggi frizzanti e molto "sherlockiani" lo ha reso un prodotto che mi ha divertito parecchio, perchè mi aspettavo proprio di partecipare assieme ai personaggi alla ricerca della verità e scoprire a poco a poco con loro gli indizi e quindi risolvere i due casi.
La sceneggiatura è di una lunghezza forse esagerata, mi ha preso un pomeriggio, anche se non si è trattato affatto di una cosa noiosa, anzi. Ho letto la prima parte e poi ho pensato di rimandare la seconda a domani, ma la voglia di continuare a leggere per sapere come andava a finire era troppo forte e ho continuato fino alla fine.
E' un film che mi ha fatto tornare ragazzino, che mi ha portato a ricordare lo studio in rosso, il mastino dei Baskerville, la caduta nella cascata e insomma mi ha emozionato perchè ha fatto riaffiorare tanti bei ricordi.
Probabilmente merito anche dei vari passaggi nostalgici che si scorgono ogni tanto. Il discorso tra Arthur e Bram riguardo la morte di Oscar Wilde è toccante perchè mette in mostra il sentimento degli scrittori, con la paura di essere dimenticati a scapito dei personaggi da loro creati. E viene quasi voglia di bussare allo schermo e dire: "Ehi voi, non vi abbiamo affatto dimenticato. E Bram, il tuo Dracula è un capolavoro che rimarrà per sempre".
Bellissima a tal proposito l'ultimissima scena con gli operai che installano le nuove lampade e poi decidono di andare a leggere un racconto appena uscito: è il segno che nonostante il progresso scientifico del futuro, le favole e i racconti manterranno sempre il loro ruolo nel cuore di ognuno di noi, cosa che ha un chè di confortante.

Eppure, mettendo da parte il giudizio a caldo e puramente soggettivo, non posso non notare che il film non è esente da difetti, probabilmente inevitabili data la trama tanto complessa. In più di un'occasione si fa fatica a capire come i personaggi siano arrivati alla soluzione, costringendo (infruttuosamente) a tornare indietro per leggere meglio tra le righe e nel finale ciò è amplificato perchè lo scontro con Bobby arriva come un fulmine a ciel sereno, non hanno fatto nemmeno in tempo ad ammazzarlo che già mi chiedevo: ma chi è sto Bobby? Insomma, mi aspettavo un finale un po' più a effetto, forse un nemico più temibile (alla Moriartry anzichè Dawson che sbuca dalla finestra di Joey con una rivoltella).

Difficile giudicare l'attinenza del regista, dato che ha fatto pochi film e diversi tra loro. Posso dire che comunque non mi meraviglierei se nella realtà dirigesse un film simile. la sua mano è comunque pressochè impalpabile nel film, a causa di una sceneggiatura che per dare spazio ai dialoghi (a volte troppo lunghi) è ridotta all'osso per quanto riguarda la descrizione delle scene.
Sul cast è stato fatto un bel lavoro, ma devo dire che i personaggi del passato stravincono su quelli del presente, meno interessanti e sfaccettati. Murphy interpeta un investigatore ma non trasmette praticamente nessuna emozione e risulta piatto, come la Lindslay, il cui colpo di scena non colpisce più di tanto.
Altra storia per Stuart Townsend e Peter Stormare, che ho apprezzato molto nei loro scambi ora malinconici, ora divertenti.
Decisamente sprecati Emily Watson, Michael Gambon, Simon Pegg e Tim Curry, attori di cui non ricordo quasi i personaggi.
Le musiche non mi hanno colpito più di tanto, in alcune scene potevano starci, in altre meno. Qualche brano tipico dell'epoca per le scene al passato avrebbe reso le atmosfere ancora più credibili.
La locandina mi piace, così come il sito che è ricco di contenuti e un piacere da vedere.

Voto: 76 (8 al sondaggio)

Il voto è una summa dei pregi del film e dalle emozioni che mi ha suscitato e dei difetti che ho riscontrato. Di certo avrebbe giovato uno snellimento della sceneggiatura, una maggior cura nel rendere i passaggi meno forzati e magari un maggior equlibrio tra scene al presente e quelle al passato, dato che le prime risultano più deboli e fredde.
Tuttavia quello che mi è rimasto del film sono solo sensazioni positive, mi ha dato proprio quello che cercavo: un film d'intrattenimento che mi facesse far tornare a quelle atmosfere, una trama di quelle a incastro che ti spingono a spremere le meningi per risolvere l'enigma e una voglia matta di andarmi a rileggere qualche racconto di Doyle.
Per me un ritorno alla grande di Nuno, che da tempo non sfornava film di tale qualità.
 
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Superlele2013
view post Posted on 25/9/2013, 13:00




L'UOMO CHE ODIAVA SHERLOCK HOLMES

Un film davvero divertente e ben fatto. Nonostante la lunghezza, forse eccessiva, mantiene sempre viva l'attenzione dello spettatore. Merito si dell'intreccio, che sarebbe degno delle migliori storie di Doyle, ma anche della sceneggiatura asciutta e diretta, che concede poco alla riflessione e molto all'azione. La gestione dei diversi archi temporali sui quali si svolgono le storie parallele di Harold e Arthur, è ben gestite e quasi sempre chiara. Insomma non ci si perde quasi mai tra un'indagine e l'altra. Unica pecca che ho trovato è la caratterizzazione dei personaggi. Alcuni, infatti, sembrano solo macchiette, buttati lì tanto per. Certo che anche il numero enorme dei personaggi stessi non aiuta.

McTeigue è un regista adatto al film. Il cast è di alto livello, ma alcuni attori appaiono quasi messi lì per caso, insomma, sprecati.
Un esempio: Tim Curry, attore che personalmente mi piace moltissimo.

La colonna sonora è di altissimo livello.

Insomma, un film che mi è piaciuto molto. Certo, molto leggero e non impegnato. Forse, per questo, poco adatto al clima festivaliero.

VOTO: 80
 
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Nuno Vox
view post Posted on 25/9/2013, 14:40




Grazie a tutti quelli che hanno visto e recensito il mio film.

Al momento sono totalmente impegnato nella lettura e recensione degli altri film festivalieri, ma appena possibile risponderò ai commenti dei recensori.
 
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view post Posted on 26/9/2013, 11:24

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Ok, butto subito la maschera: il voto sarà alto. I motivi? A) Sto scrivendo la recensione subito dopo aver finito il film, B) questa storia coinvolge uno dei periodi di storia della letteratura da me più amati, l'Inghilterra vittoriana, e tre dei suoi autori più giustamente celebri, Bram Stoker, Arthur Conan Doyle e, incidentalmente, Oscar Wilde (e viene citato anche James Matthew Barrie, cioè il creatore del maledetto Peter Pan). Ovvero, gente che ha riempito i miei sogni di adolescente: manca solo Robert Louis Stevenson per completare il quadro.

Sceneggiatura: un thriller letterario semplicemente perfetto. Il meccanismo, oliatissimo, funziona a meraviglia sia per quanto riguarda la parte nel passato, dove la ricreazione della Londra vittoriana con la sua ipocrita pruderie fa sempre il suo effetto, sia nel mondo moderno, attraverso una coppia cui ci si affeziona e che si segue con passione, senza smettere per un momento di restare incollati allo schermo. Ma dietro la trama thriller, si aprono abissi che non si sarebbero creduti possibili, e ci si arriva a interrogarsi sul titolo. Chi è l'uomo che odia Sherlock Holmes? Semplice, Conan Doyle. E perché Conan Doyle odia il suo investigatore? Gelosia dell'autore verso la sua creazione? No, è anche senso della "palpabilità della storia": l'indagine sugli omicidi delle donne porterà lo scrittore a scoprire, amaramente, che il mondo ha bisogno di Holmes perché Holmes è immortale, Holmes è la fiducia nelle capacità della ragione, che tutto si possa ricondurre a una causa logica, umana, comprensibile. Il grande segreto del diario è che, molto semplicemente, non è così: la ragione è impotente o comunque inefficace a un certo punto, il Male è così pervasivo che non si può combattere con le pure forze della mente. Alla fine, Harold White, ingenuo e idealista sherlockiano, è in lacrime perché ha scoperto che Holmes è un falso, una menzogna, perché è crollato il mito di Conan Doyle come assertore della razionalità, e quindi la convinzione, che sempre va con Holmes, del trionfo della ragione: ha in altre parole scoperto che la letteratura, come diceva Nietszche, è una "santa menzogna". Mi viene quasi da pensare che l'ispirazione cinematografica per questo film sia il capolavoro di Billy Wilder La vita privata di Sherlock Holmes.
Difetto, se si vuole, non è tanto la genialità di Harold o di Conan Doyle, normale in un thriller ispirato a Holmes, quanto un paio di incogruenze nella parte moderna. Tanto per cominciare, vorrei sapere chi sono i tizi che inseguono Harold e Sarah: quanta gente ha assoldato Sebastian Conan Doyle, per la miseria? La stessa Sarah, poi: il colpo di scena finale è un po' fuori dalla storia, un po' troppo esterno al tessuto narrativo. Minuzie, d'accordo: ma che un po' disturbano.

Regia: James McTeigue, che ai thriller letterari è evidentemente abbonato, visto che ha fatto The Raven. Buona scelta.

Cast: altisonante e ricchissimo, ed estremamente compatto. Molto bravi Cillian Murphy, Stuart Townsend e Peter Stormare, che in perfetto tandem costituiscono l'anima del film. Ottimo il cast di contorno.

Musica: a giudicare dall'opinione di Mas, ho fatto bene a non ascoltarla.

Sito: il migliore che io abbia visto dei film del Festival.

Voto: 80/100. Ho già spiegato perché. E comunque, nella scena in cui Bram e Arthur parlano della morte di Oscar e si chiedono se mai qualcuno di loro, verrà ricordato, alzi la mano chi non ha avuto voglia di rompere la quarta parete e dire loro: "Siete tutti ricordati?" E alla frase di Bram: "Non ho risvegliato l'immaginazione di un intero popolo", la risposta dovrebbe essere: "Ma quella di tutto il mondo sì".
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 26/9/2013, 19:28




Vi dico un segreto: sono Sherlockiana.
Nel senso, penso che Conan Doyle per parlare di Sherlock si sia ispirato a un suo amico, a qualcuno che conosceva faceva il detective, dopotutto il buon Arthur lavorava spesso con polizia e investigatori. Quindi ho visto il film con grande speranza e ottimismo, cosa che si è ben confermata.
Il film è diviso in due parti: il presente e il passato, a volte questa divisione è un po' confusionaria ma si può capire. Si parla di due omicidi nei diversi archi temporali ed entrambi hanno a che fare con Sherlock Holmes: uno perchè ispirato ai racconti, l'altro perché è proprio Conan Doyle a indagare, assieme a Bram Stoker (che si sbaglia sul conte) su alcune morti di alcune suffragette. La mentalità dell'800 è ben enfatizzata e anche se alcune cose dette da Doyle io non ero d'accordo (maschilista forte, era!) lo giustifico perché è figlio dei suoi tempi ;) solo che non ho capito come si risolve il caso dell'800: è davvero la Fawcett? Mica l'ho capito.
La regia è ok e anche il cast, Townsend e Murphy su tutti. La colonna sonora l'ho trovata grandiosa, anche se avrei messo dei brani in studio non live.
Anche il mio voto è alto, 8
 
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SaschaGranato
view post Posted on 6/10/2013, 00:48




Recensione Granato Production

Ed eccoci arrivati alla fine di questo festival e posso dirmi soddisfatto di aver completando la visione di tutti i film. In pieno stile Granato, non è venuta meno una buona dose di ritardo e per questo chiedo venia a tutti coloro che hanno letto e recensito i film a tempo debito. Questo è il primo anno che partecipo attivamente ad un festival ed è una bella sensazione contribuire alla causa, a dispetto delle passate edizioni, dove mi limitavo a leggere e recensire le opere che più mi incuriosivano. In tal senso, affermo quanto sia stato difficile destare il mio interesse per quei film che all’apparenza sembravano lontani dai miei gusti, ma con il senno del poi, confermo che ne è valsa assolutamente la pena. A differenza dello scorso anno, ho riscontrato un target più alto e dei film decisamente buoni. Ho raffrontato tematiche comuni, come succede per Ivan il Terribile e Mio Fratello, ed opere completamente diverse come “Lo sconosciuto n 89” e l’ultima fatica di Nuno “L'uomo che odiava Sherlock Holmes”; il film che mi accingo a recensire.

Nuno è un veterano a Cinematik e vanta una filmografia invidiabile. Torna sul campo dopo un periodo di lontananza con 7000 giorni; un film bellissimo e spassoso, con una forte componente drammatica. Ed in seguito propone un thriller diretto da Scorsese. Adesso è la volta de “L'uomo che odiava Sherlock Holmes”. Nutrivo tanta attesa per questo film, ma non sapevo bene cosa aspettarmi. Appena entriamo sul sito di presentazione, possiamo ammirare la grafica suggestiva, un particolare che pochi cinematikiani considerano, ma si sa, anche l’occhio vuole la sua parte! E Nuno da il meglio di sé, proponendo un sito davvero ben fatto. Tuttavia il primo difetto salta all’occhio proprio sull’impaginazione della sceneggiatura; schermo nero e scritte gialle. Dopo dieci minuti di lettura avevo gli occhi infuocati. E’ un sistema un po’ rudimentale, a mio avviso, utilizzato spesso in passato, ma oltremodo fastidioso. Per me ha rappresentato un forte limite. La lettura sul pc è già di per sé faticosa e toni così accessi hanno sicuramente peggiorato l’esperienza, appesantendo l’intrattenimento e di conseguenza, il mio interesse verso il film. Nuno propone un’opera parecchio lunga e corposa, sviluppando un complesso intreccio narrativo che trova il suo punto più debole nelle soluzioni degli enigmi, spesso semplicistiche e frutto d’intuizioni geniali, poco verosimili. Da un thriller non è mai opportuno aspettarsi il massimo del realismo, anzi, affinché un genere così complesso funzioni è opportuno diluire alla realtà un pizzico di fantasia e creatività, ma in tal senso, ho riscontrato pochissimi spunti. Forse, la carne al fuoco è un po’ troppa e l’opera fatica a decollare. I continui salti temporali, spezzano la tensione e questo non aiuta lo spettatore a seguire ogni passaggio con la dovuta attenzione. Il tutto, sommato all’affaticamento della lettura e alle continue pause, ha compromesso il mio entusiasmo.
Alcuni passaggi del film mi hanno poco convinto; troppo legati ad un linguaggio letterario e non cinematografico, così come non ho apprezzato la colonna sonora.
Dunque, nel complesso, “L'uomo che odiava Sherlock Holmes” ha rappresentato in gran parte una delusione, per me. Il film vanta uno script scorrevole, questo è certo, ma è troppo poco. La storia non mi ha entusiasmato, così come i personaggi.

Voto 58/100

Fermo restando quanto detto, vorrei sottolineare che parte del mio giudizio è influenzato dal mio distacco verso il racconto. Spesso mi capita di leggere belle storie, raccontate un po’ alla buona. Altre volte invece, capita d’imbattersi in un buono script, ma non appassionarsi comunque al racconto. E’ un po’ come guardare un film in dormiveglia.
Non mi piace esprimere giudizi così duri, ma non me la sento di dare un punteggio più alto di così.

Resta comunque il fatto che il film ha ricevuto voti molto alti e leggendo le recensioni, mi domando cosa mi sia a questo punto sfuggito e cosa non sono stato capace di cogliere. Il fatto di non emozionarmi di fronte ad un film è comunque un segnale negativo e non trascurabile.
 
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Oren productions
view post Posted on 7/10/2013, 22:29




Nuno con una saltuaria costanza ritorna a ck e lo fa passando per il festival di ROma.
Spero di non scatenare le ire di nessuno, ma devo ammettere che Sherlock non mi ha mai entusiasmato più di tanto. E' sempre stato un personaggio che non mi è mai stato del tutto simpatico, e sebbene in questa storia conosciamo il suo creatore, Doyle l'effetto devo dire che non cambia molto..
Nuno porta in scene una narrazione suddivisa fra passato e presente, con le due storie che si snodano praticamente in parallelo anche nei vari avvenimenti che il film racconta. Le indagini e l'intreccio deidue diversi archi temporali che seguiamo, è veramente ben fatto e non crea mai nessuna confusione, anzi si lascia seguire bene nonostante la lunghezza dello script che in alcuni punti appesantisce un po' non tanto perché annoia, ma perché gli occhi dopo un po' chiedono pietà. Unica pecca che può infastidire è che si richiede poco sforzo alla mente dello spettatore nel risolvere i vari enigmi che ci vengono posti davanti. Infatti spesso si arriva alle soluzioni in modo troppo semplice, e senza nessuno sforzo, sarebbe stato bello "giocare" un po' con queste situazioni e far scervellare un po' lo spettatore insieme al protagonista.

Un cast enorme, come spesso Nuno ci ha abituati nei suoi film, infatti i volti che ci appaiono davanti sono veramente molti e quindi, molti di loro non hanno nessuno spessore, ma direi che è una cosa normale quandi si ha a che fare con tutti quei nomi. Il risultato finale però non ne risente molto anche perché i Herold e Doyle sono dei bellissimi personaggi, più il secondo che il primo anche se come ho detto mi suscita parecchia antipatia in alcuni momenti.

Sceneggiatura curata e ben confezionate. Nuno è pur sempre un veterano e l'esperienza in questi casi è palese ed è ben visibile. Colonna sonora che mi è piacita, ma fossi stato in lui avrei evitato le versioni live.
Sito con grafita curatissima, anche in questo caso uno standard per Nuno che altre ad essere il maestro dell'horror di Ck è anche uno di quelli che realizza i siti più belli insieme ad Andrew.

Voto: 67

Un film quindi riuscito che svolge il suo lavoro senza però fare quel salto di qualità che lo avrebbe reso un gran bel film.
 
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mastruccio
view post Posted on 7/10/2013, 22:47




CITAZIONE (Oren productions @ 7/10/2013, 23:29) 
Sito con grafita curatissima, anche in questo caso uno standard per Nuno che altre ad essere il maestro dell'horror di Ck è anche uno di quelli che realizza i siti più belli insieme ad Andrew.

Ultimamente Andrew ha perso lo smalto di una volta. Siti più o meno tutti uguali, e nell'ultimo manca la pagina del cast. Diciamo che dopo il mega boom del sito di "La torre di Babele" campa di rendita. :B):
 
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23 replies since 19/9/2013, 00:19   1651 views
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