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Lo Sconosciuto n.89 (Festival di Roma 2013)
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Lo Sconosciuto n.89 (Festival di Roma 2013), Clint94

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SaschaGranato
view post Posted on 19/9/2013, 14:52 by: SaschaGranato




Recensione della Granato Production

Il Festival del Cinema di Roma entra nel vivo dell’evento, presentando il nuovo film della Clint Production. A differenza delle altre produzioni, orientate su un genere drammatico, Clint propone un Thriller con un’importante venatura Noir; la mosca bianca della situazione, insomma, capace di assestare una scossa ad un evento che, altrimenti, avrebbe rischiato di risultare monotematico.

Lo Sconosciuto n 89 mi ha per certi versi ricordato un film del passato che ho amato moltissimo; Havana, per la regia di Sydney Pollack. Un film che pochi ricorderanno, probabilmente. Proprio per la sua natura contradditoria e forse, per la volontà stessa dell’autore di non indirizzare il film verso un genere preciso. Quindi ciò che apparentemente sembra un gangster movie, vira improvvisamente nel thriller politico, raggiungendo sul finale profonde tematiche sociali ed umane, enfatizzando un respiro drammatico.
Un’opera complessa dunque, capace di raccontare diversi aspetti della vita di un personaggio ricco di sfumature. Meravigliosa interpretazione di Robert Redford, il quale mi ha ricordato a sua volta in nostro Ben Affleck; forse qui, con qualche sfumatura in meno, ed una performance più modesta, ma comunque sia convincente e solida. La vera punta di diamante del film è Stanley Tucci, nel ruolo di Mr Perez, un vero bastardo senza scrupoli, ma forte di un carisma irresistibile. Sono certo che la sua prova magistrale gli darà modo di togliersi qualche bella soddisfazione. Stesso discorso vale per gli altri comprimari, perfettamente caratterizzati da una sceneggiatura ben scritta. Non solo i dialoghi risultano briosi e dinamici, ma hanno un forte impatto cinematografico. Se non fosse per qualche descrizione di troppo ad appesantirne i tempi. Nulla di grave. Come dico sempre; la qualità di una sceneggiatura non si valuta in base al numero di pagine. Esistono film lunghissimi e meravigliosi, così come esistono opere brevi e noiosissime. Spesso, nel caso un film debba essere letto, ciò che fa la differenza è l’approccio del lettore, troppo frettoloso e ansioso di recensire per passare al film successivo. I tempi stretti giocano a nostro sfavore, probabilmente. E’ meglio prendersi del tempo e gustarsi ogni passaggio. Clint lo sa bene, e dunque ci delizia sempre con sequenze tecnicamente bellissime, capaci di immergerci in un modo ricco di fascino , popolato da personaggi carismatici e profondi.

Lode ad una sceneggiatura coraggiosa e ben scritta. Poco importa se il film ha tante sfumature e nessun genere definito. Preferisco i film versatili, purché siano in grado di mantenere alta l’attenzione del pubblico, senza perdere mai il contatto con la realtà. E probabilmente, se proprio vogliamo trovare un difetto a questo film, credo si debba ricondurre al racconto stesso. Molto realistico per circa metà del film, per poi scivolare in alcune situazioni un poco banali e meno verosimili. Nella realtà Ryan avrebbe accettato un accordo, senza rischiare di prendersi una pallottola su per il retto! Il fatto che rischi la vita a fronte solo di una rivincita personale, perché è questo che si verifica alla fine, credo sia forse un po’ esagerato. Ma che diamine, siamo pur sempre al cinema, quindi ci sta un po’ di sana adrenalina. Quindi quali difetti potremmo veramente annotare? Beh, in effetti sul finale, una bella sforbiciata ci sarebbe anche stata; poco importa vedere il nostro protagonista scartare una mentina, mentre attende il ritorno di una cameriera con la sua giacca. Soprattutto quando una semplice situazione come questa, impegna circa tre o quattro righe di una pagina. Un po’ troppo. E di situazioni analoghe forse ce né qualcuna di troppo. Ma è un aspetto che riguarda soprattutto il finale del film. Quando la trama necessita di maggior scorrevolezza, affinché l’attenzione dello spettatore non vada a scemare di fronte all’impazienza di scoprire il tanto agognato colpo di scena. Peccato che questo colpo di scena, alla fine, non arriva. O se non altro, arriva, assumendo toni pacati e di nuovo realistici. Dunque l’opera termina lasciando lo spettatore un poco spaesato. Nessuno vince e nessuno perde. Siamo noi a decidere. Per certi versi, un finale così strano, mi ha ricordato molto un mio vecchio film; Favola Americana.

Mi convinco sempre di più che io e Clint, abbiamo gusti simili.

Steven Soderbergh fa un ottimo lavoro dietro la Mdp; la regia è arricchita da riprese suggestive ed una fotografia molto ispirata e mai banale. Le immagini sono accompagnate da un ottima colonna sonora. In questo caso, a differenza di altri film, brani ed immagini s’intrecciano alla perfezione.

Clint ha curato molto bene anche il sito e la locandina, dall’aspetto retrò, anche se un film così poco definibile avrebbe meritato forse una copertina più originale, o semplicemente diversa. Ma questa è una mia semplice opinione.

Voto 75/100
Sondaggio 7

Probabilmente non siamo di fronte al miglior film di Clint, ma resta un ottimo prodotto ed un valido concorrente per questo festival. Un stile più asciutto sul finale avrebbe reso il film più adrenalinico, ma la bontà dell’opera rimane intatta ugualmente. Ottimo cast, probabilmente il più convincente fra quelli visti fin ora, ottima regia e solida sceneggiatura. Meglio di così…
 
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35 replies since 17/9/2013, 23:04   1670 views
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