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Lo Sconosciuto n.89 (Festival di Roma 2013)
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Lo Sconosciuto n.89 (Festival di Roma 2013), Clint94

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Hermetico
view post Posted on 19/9/2013, 11:32 by: Hermetico
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Con Lo Sconosciuto n. 89 Clint torna ad atmosfere più leggere, meno drammatiche e opprimenti rispetto agli ultimi suoi film, eppure nonostante la storia sia sicuramente nelle sue corde, devo dire che il film non mi ha convinto a pieno.
Il protagonista è Jack, un ufficiale giudiziario che, sotto promessa di una lauta ricompensa, accetta un incarico molto meno semplice del previsto che lo porterà a scontrarsi con individui ben poco raccomandabili, ma per fortuna lo porterà anche a conoscere la bella e tormentata Denise.
Senza girarci troppo intorno è proprio la storia raccontata a non avermi appassionato. All’inizio è piuttosto lenta a carburare e le indagini che portano alla scoperta del cadavere sono decisamente lunghe, soprattutto considerando che tutta la vicenda entra nel vivo solo dal quel momento. Quindi io avrei snellito di molto questa prima parte andando subito alla scoperta dello sconosciuto 89. Poi il film cambia quasi pelle, le indagini passano in secondo piano e centrale diviene il rapporto tra Jack e Denise. Rapporto che segue binari piuttosto consolidati: i due si attraggono perché condividono un passato turbolento per via dell’alcol, lentamente si innamorano, poi ovviamente lei scopre il motivo per cui lui l’ha avvicinata all’inizio e ricade momentaneamente nella dipendenza. I due però si riappacificano e, come era prevedibile, pensano a un modo per intascarsi i soldi e infinocchiare Mr Perez.
Per quanto riguarda la componente noir e le indagini, anche qui tutto procede senza grandi sussulti o scossoni, nel modo più ovvio possibile con l’inevitabile scontro finale con Raymond e il faccia a faccia con Perez, piuttosto impietoso per la verità, dato che il cattivo di turno si dimostra quasi un bonaccione inesperto e viene letteralmente umiliato da Jack e Denise.
Non so, probabilmente è colpa di una mia poca dimestichezza con questo genere, ma mi è sembrato che la storia avesse poco mordente e non meritasse addirittura una trasposizione (anche piuttosto lunga).
Non è bastata la consueta cura di Clint nello script (praticamente impeccabile) e nella costruzione delle scene per rendermi accattivante il film, che mi ha lasciato piuttosto freddo. Mi dispiace essere così severo, perché mi rendo conto dell’impegno che c’è dietro e alcune scene sono davvero scritte benissimo, come l’inseguimento finale tra Jack e Raymond, tutti i siparietti quasi comici che coinvolgono quest’ultimo (Raymond è davvero un personaggio spassoso), oppure il duello verbale tra Jack e Perez al ristornate alternato al furto nella stanza d’hotel a opera di Virgil.
Peccato davvero. Lo script è obiettivamente di grande qualità, ma forse la storia e i suoi personaggi (piuttosto bidimensionali) non lo meritavano.

Soderbergh fa un ottimo lavoro e dirige proprio a suo modo disorientando spesso lo spettatore con cambi di ritmo e atmosfere. L’inaspettato inserto della pseudo luna di miele, quasi da film sentimentale, fa molto Soderbergh. Anche il cast è impeccabile con tutti gli attori perfettamente calati nella parte. Lo stesso Affleck, non proprio una cima nella recitazione, è perfetto per il ruolo di Jack, un personaggio molto poco caratterizzato, quasi anonimo. Brava anche la McAdams in una parte ben più sfaccettata.

Ottima anche la colonna sonora, che Clint cura sempre molto.

In definitiva quindi devo dire che indubbiamente Lo Sconosciuto n. 89 è un film tecnicamente ineccepibile, ben scritto e curato in ogni dettaglio, come Clint sa fare, ma la storia e l’intreccio secondo me non hanno mordente e risultano piuttosto “fiacchi”. Tutto procede in maniera piuttosto ovvia e si sa sempre con largo anticipo quali saranno le mosse dei protagonisti fino all’obbligatorio happy end finale. Manca qualche scossone, qualche guizzo, qualcosa di inaspettato e anche il protagonista Jack, piuttosto anonimo, purtroppo non aiuta. Spero che Clint non se la prenda, ho preferito essere il più onesto possibile, anche perché visto l’impegno che ha messo nello script meritava una recensione schietta. 68/100
 
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