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Lo Sconosciuto n.89 (Festival di Roma 2013)
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Lo Sconosciuto n.89 (Festival di Roma 2013), Clint94

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mastruccio
view post Posted on 19/9/2013, 10:04 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
La recensione dell'ultimo film prodotto da Clint è scritta a più di una settimana dalla sua visione, avendolo ricevuto in anteprima diversi giorni prima dell'inizio del Festival. Ho quindi avuto molto tempo per pensarci, ma devo anche riprendere le fila del racconto perchè, ovviamente, i ricordi e le sensazioni di oggi non sono le stesse che ho provato appena uscito dalla sala, e non è un bene, ed è per questo che sono personalmente abbastanza restio a dare i miei film in anteprima; preferisco che si scrivano i commenti a caldo, quando ancora le emozioni non hanno avuto il tempo di stemperarsi e razionalizzarsi troppo (secondo me le emozioni del cinema non devono essere razionalizzate, perchè perdono tutta la loro magia).

E' la storia di un onesto e tranquillo ufficiale giudiziario, Jack, che si ritrova invischiato in un caso più grande di lui, che si innamora della bella Lee Denise, fulcro atttorno a cui ruota tutta la vicenda, e che quindi ne prende le sue difese fino a rischiare anche la vita per portare a successo l'operazione che ne scaturisce. Attorno a loro gravitano una serie di personaggi, molto ben descritti, da segnalare fra tutti il cattivo di turno Perez e il suo scagnozzo Raimond.
E', in definitiva, un film gradevolissimo, che si lascia guardare in compagnia per passare una bella serata al cinema; un film di stampo tipicamente hollywoodiano, dove cioè già a metà film si sa come va a finire, ovviamente bene, e con le immancabili incongruenze e forzature tipiche di certi prodotti di questo tipo. Una su tutte, leggo l'annotazione che ho fatto alla fine della scena 39, ben oltre la metà del film: "Possibile che ancora Ben Affleck e Rachel McAdams, cioè due figoni mica da ridere, non si siano ancora dati nemmeno un bacio dopo numerossissimi momenti in cui sono stati da soli, ed anche in situazioni molto propizie? Tipico di Hollywood. E meno male che subito dopo, alla scena 40, un bacetto se lo danno, ma solo un bacetto, eh, perchè il resto si può solo immaginare!"

Nessuna nota, invece, di carattere puramente tecnico, segno che la sceneggiatura scritta da Clint rivela e conferma la quasi raggiunta perfezione stilistica, con ottime descrizioni di scena, immaginifici movimenti di macchina,buonissime caratterizzazioni dei personaggi e un ritmo sempre fresco e frizzante e dialoghi realistici e mai banali, peraltro ripresi da quelli del libro, scritto da quel maestro indiscusso che è stato Elmore Leonard, morto da pochissimi giorni e a cui Clint dedica devotamente la sua opera . Qualche piccolo errore, per nulla influente sul risultato finale del film, l'ho riscontrato nell'eccessivo uso delle riprese in soggettiva e nel non corretto uso della dicitura V.F.C., che si riferisce in realtà ad una voce totalmente fuori dalla scena (come ad esempio può essere un narratore), mentre sarebbe corretto scrivere F.C., una voce cioè di un personaggio presente in scena ma in quel momento non inquadrato.

La regia di Steven Soderbergh è buona, come si suol dire "di mestiere", e muove la macchina da presa con disinvoltura. La direzione degli attori è altrettanto buona, anche se non deve intervenire per nulla su Ben Affleck, perchè Ben fa quello che ha sempre fatto, col la sua espressione tipica, abbastanza immobile, che ci siamo immaginati tutti. Pare proprio un personaggio, quello di Jack, tagliato su misura per lui. Bella interpretazione della McAdams, che ha occasione di cimentarsi in un ruolo molto variegato e che le consente di esprimersi con tante e diverse tonalità e livelli espressivi. Anche gli altri attori, i "cattivi" Stanley Tucci e Kevin Durand, l'esperto Welsley Snipes, e il simpatico Wayne Knight sanno dare il meglio di se stessi per ruoli abbastanza stereotipati ma efficaci.

Le musiche mi sono piaciute, perchè sono adatte alle scene e interagiscono con esse, aiutando il lettore a percepire benissimo le atmosfere delle imagini.
Anche la locandina è molto buona, con una grafica in bianco e nero che evoca subito il clima principale del film, un noir (anche se non è solamente un noir), e l'immagine direi perfetta perchè sembra presa proprio da una scena che vediamo sullo schermo.
Il sito è semplice e si allinea a tutti quelli che si vedono su Ck, nulla di particolarmente originale quindi.

Voto: 70/100

"Lo sconosciuto n. 89" è un film efficace, che non ha pretese artistiche di grandissimo livello, ed è destinato a far cassetta, coi soliti nomi che in genere vediamo in questo tipo di pellicole d'oltreoceano. Un buon risultato, da industria cinematografica, che di film così ne sforna a ritmo costante, e che ti fa dire, a termine della visone, la solita parola, che può accontentare il pubblico e il produttore: "bè, carino!"
 
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