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Mio Fratello - Festival di Roma
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Mio Fratello - Festival di Roma, Hermes production

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Andrew.
view post Posted on 19/9/2013, 15:49 by: Andrew.




Recensione della Chimera.

Mio fratello è un altro interessante film di Hermes, che fin'ora, da quando è a sbarcato sul sito, non ha mai lasciato indifferenti coi suoi film, spinti sempre al limite per colpire lo spettatore e questo ovviamente non è stato da meno. Nel film infatti la vera protagonsita è la violenza, di quella che si consuma tra le mura di una casa, a volte incosapevolmente da parte degli stessi fautori, ma anche di quelle più difficili da mandare giù per lo spettatore.
Non è la violenza di uno psicopatico questa volta, nè di qualche disperato, ma di un nucleo familiare al completo sbaraglio, che ha perso la forza di lottare e si è lasciato andare all'insofferenza della vita.
Jim e Carol sono due personaggi odiosi, c'è poco da fare, sono quello che ogni genitore vorrebbe non essere. Per quanto riguarda Jim, tuttavia, ci viene mostrato il motivo di tale suo comportamento, da ricercare in un passato fatto di altrettanta violenza, con genitori che se lo contendevano, una con l'amore, l'altro con le botte. E in più c'è per lui il continuo confronto col fratello, fonte di vergogna ma che col passare del tempo diventerà il suo porto sicuro, la persona che gli farà aprire gli occhi e lo farà svegliare.
Il film, come ho già detto, non lascia indifferenti, anzi durante la lettura il fastidio e l'odio nei confronti di questi personaggi (o forse l'incapacità di comprenderli) crescevano a dismisura, tanto che si ha l'impressione di assistere a uno di quei film fatti al solo scopo di infastidire. In realtà c'è anche di più dietro questa scorza, perchè Jim e Clive sono due personaggi affrontati a tutto tondo, ci viene mostrata la loro infanzia e adolescenza col sapiente uso di flashback, si ha di loro un'immagine ben chiara e quindi non si può etichettare il film come fastidioso e basta, almeno non nelle intenzioni del produttore, il quale sembra aver cercato di dare un senso a tutto, un po' come Jim ha cercato di dare un senso alla sua vita grazie alla rivelazione del fratello.
Ma così come nel film tale rivelazione arriva in maniera un po' troppo "gettata là" (tra l'altro io non l'ho capita la questione dell'universo che è connesso), anche le intenzioni di Hermes non sono riuscite a concretizzarsi in pieno. Il film arriva alla conclusione troppo presto, il cambiamento di vedute di Jim non è analizzato per bene, ci viene descritto solo tramite qualche dialogo che non è nulla in confronto a quanto abbiamo visto fino a quel momento e che tra l'altro non è nemmeno tanto chiaro. Clive parla dell'universo che è connesso, il piccolo trova il fenicottero e Jim capisce che deve cambiare vita. Ma perchè? :wacko:
Il risultato è un'impressione spiacevole, quella che lo sceneggiatore si sia preoccupato tanto di descriverci la violenza (riuscendoci anche troppo bene), disinteressandosi poi alla svolta speranzosa, dedicando a questa giusto un paio di scene. Perchè Jim ha cambiato modo di vedere le cose? Che gli accade dopo quella rivelazione? Riuscirà a diventare un padre amorevole? E Carol che fine farà? Ci sarà speranza anche per lei? E la mamma, supererà il suo dolore per aver avuto un figlio omosessuale? Domande volutamente irrisolte, ma che forse avrebbero meritato uno spazio, anche solo per equilibrare le emozioni sulla bilancia, troppo pendente verso il lato negativo.

Il cast è impeccabile e ho trovato i due attori protagonisti superbi. Fin'ora non ho mai apprezzato Ruffalo, ma in questo film me lo sono riuscito a immaginare bene e mi è venuto in mente un personaggio alla P.T. Anderson, di quelli pieni di tribolazioni interiori. Altrettanto bravo Guy Pearce nella sua caduta verso il baratro, che forse meritava anche spazio in più.
Non mi dilungo sugli altri, tutti ottime prove, segno che comunque i personaggi del film sono riusciti in pieno e serviva loro solo una sceneggiatura solo un po' più esaustiva e di ampio respiro.
Il regista non lo conosco, ma leggendo la trama di Blue Valentine mi sono accorto dello stile a flashback molto simile a questo, quindi pollice in su (anche se, con un pizzico di coraggio in più e una sceneggiatura adattata al suo stile, Anderson con questo soggetto avrebbe fatto faville).
Colonna sonora buona, in sintonia con le scene.
La locandina non mi piace ed è la prima volta che lo dico per un film di Hermes. Sembra quella di una commedia spenzierata, coi faccioni sorridenti dei protagonisti e lo sfondo di un parco, non si intona con quanto ho visto.

Voto: 70

Hermes ha dimostrato la sua instancabile capacità di farci star male. Il che è un pregio, tanti film che nella realtà mi han fatto male, li ritengo dei capolavori e se questa è la strada che il produttore ha intrapreso, è giusto dargli atto del fatto che anche stavolta c'è riuscito. Però questa volta da Hermes avrei preteso di più, magari un finale molto più diluito, con lo spazio giusto per tutti i sentimenti, perchè altrimenti l'impressione è che la violenza rimanga l'unica cosa degna di nota del film.
 
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