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Mio Fratello - Festival di Roma
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Mio Fratello - Festival di Roma, Hermes production

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view post Posted on 17/9/2013, 11:58
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Uscito anche il film della Hermes production.

http://hermesproduction.altervista.org/MioFratello.html

Buona lettura! :)
 
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mastruccio
view post Posted on 18/9/2013, 12:01




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Il film che Hermetico presenta in concorso al Festival di Roma è "Mio fratello", la trasposizione di un racconto di Philip Ridley, autore che non conosco affatto.
Non smentendo la sua fama di produttore attento a cercare e trovare un certo tipo di letteratura di qualità, Hermetico, questa volta si affida ad una storia che vede un susseguirsi di avvenimenti legati ad una coppia di fratelli, molto classica nella sua variegata caratterizzazione: uno, Clive, bello, fortunato, intelligente e dinamico, che riesce nella vita a conquistarsi un posto prestigioso, e l'altro, Jim, meno bello e sfigato, con seri problemi causati da un'amicizia sbagliata, da una donna sbagliata, e da un rapporto non sereno con la madre, che soffre nel vederlo finito in uno stato di abbrutimento sociale, senza lavoro e totalmente soggiogato dalla violenta moglie Carol.
In continuità con altri suoi film, anche qui lo scopo della pellicola è quella di sconvolgerci con scene di forte impatto emotivo. Assistiamo quindi a violentissime reazioni di un padre arcigno e scorbutico nei confronti dei due fratelli, quando erano bambini, e una serie di accessissimi diverbi, conditi da sproloqui e atti di violenza, fra Jim e sua moglie, fatti che accadono davanti al figlioletto Todd che, a sua volta, è costretto a subire una cieca violenza da parte della madre, del tutto ingiustificata e gratuita. Insomma, roba da pugno nello stomaco, che mi ha molto disturbato, tenendo anche conto che mio figlio Davide ha proprio l'età di Todd.
Successivamente veniamo a scoprire che anche il fratello bello e fortunato, Clive, non è che se la passi così bene come sembra. Passa da un fidanzato all'altro (svela al fratello quasi subito la sua omosessualità), beccandosi l'Aids e finendo molto male, solo e in fin di vita.
Praticamente è un susseguirsi di situazioni negative, angoscianti, senza che si intrevedi uno spiraglio di luce, e conseguentemente lo spettatore non trova scampo. Si esce dal cinema con un senso di frustrante pessimismo, anche dopo che Jim, in un finale moto d'orgoglio, trova il coraggio di lasciare la moglie e tornare dalla madre, portandosi appresso il figlioletto. Ben piccola consolazione, perchè la scena finale del film, che non sveliamo, è un ultimo colpo di grazia alla speranza che ci sia un minimo di positività.

Se proprio questo era l'intento di Hermetico, di lasciare nel pubblico un senso di malessere e frustrante pessimismo, allora posso dire che c'è riuscito in pieno. Certamente moltissimi che usciranno dalla sala vivranno queste sensazioni.
Io, invece, ne sono uscito praticamente indifferente.
Non saprei con esattezza spiegarne il motivo. Certamente influisce quel colpo allo stomaco di cui ho scritto prima. Troppa le violenze, verbali e fisiche, ad un bimbo che subito ci intenerisce e che vorremmo sottrarre alle grinfie di una madre assolutamente priva di senso materno e ad un padre estremamente debole ed incapace di difenderlo.
Tutto quello che segue, proporzionalmente centomila volte meno traumatizzante di ciò che subisce il piccolo Todd, mi ha lasciato quindi totalmente estraneo. Non sono riuscito a partecipare emotivamente alle vicende di Jim e Clive, non ho preso le parti di nessuno dei due, e francamente mi sono pressochè disinteressato delle loro sorti.
Tutto ciò mi costringe a dare del film, complessivamente, un giudizio non molto positivo.

Sono del parere che si sarebbe dovuto dosare meglio le emozioni; se Hermetico avesse cioè alleggerito le scene in cui Todd è vittima di violenza brutale, certamente la psiche del pubblico - vabbè, la mia - avrebbe trovato il tempo e lo spazio di empatizzare maggiormente con i due fratelli protagonisti. Lo dico con estrema sincerità: emotivamente, mentre leggevo il film, parteggiavo solo ed esclusivamente per Todd, e per nessun altro. Di ciò che sarebbe successo, da quel momento in poi, ai Jim e Clive, non me ne poteva importare più di quanto potesse importarmi di Todd.
Insomma, sulla locandina ci sarebbe dovuta essere la raccomandazione "vietato ai papà con figli di 5/6 anni".
E' un giudizio, certamente, non da canonico critico cinematografico, che dovrebbe essere scevro da sentimentalismi ed emozioni, cosa che tra l'altro mi lascia perplesso, ma non ci posso fare niente.
Se devo analizzare lo script dal punto di vista tecnico, invece, il mio giudizio cambia e diventa positivo. Hermetico sa scrivere bene, ormai è risaputo. La sua capacità di mettere su carta immagini cinematografiche è notevole, anche se ho trovato qua e là certi piccoli errori e descrizioni puramente letterarie (ad es. "torna a scavare come se non ci fosse un domani").

Le scelte di regia e cast mi hanno trovato completamente d'accordo.
Derek Cianfrance ha l' esperienza di due film che come atmosfere posso essere assimilabili a questo, e i due attori, Mark Ruffalo e Guy Pierce, riescono a dare ai loro personaggi molta credibilità. Una citazione a parte la merita la magnifica, e da me adorata, Vanessa Redgrave. Fa, della madre dei due fratelli, un'interpretazione magistrale, da premiare senza ombra di dubbio.
Gli altri componenti del cast, in primis Ally Walker nei panni di Carol, ottimamente diretti da Cianfrance, sono perfettamente calati nei loro ruoli e risultano quindi perfetti.
La colonna sonora mi ha soddisfatto. Ha le atmosfere giuste e perfettamente attinenti alle scene di accompagnamento. Così anche la locandina, ben fatta e che evoca la panchina su cui i protagonisti si ritrovano a dialogare (non è proprio quella che si potrebbe immaginare, ma va bene lo stesso). Il sito, invece, ma è ormai una consuetudine, e vorrei capire il perchè, è totalmente assente.

Voto: 66/100

Voto basso, lo avevo anticipato. Malgrado la buonissima fattura tecnica, il voto è crollato a causa della mia quasi totale indifferenza ai destini di Jim e Clive. Ripeto, causata da mie personalissime sensazioni, ma soprattutto da sproporzionati, e secondo me sbagliati, dosaggi di cariche emozionali lungo l'intero film. Ho la sensazione che, questa volta, la solita voglia di Hermetico di darci dentro con le scene più forti, abbia giocato inconsapecolmente un brutto scherzo.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 18/9/2013, 17:02




Recensione della Granato Production

Certi film hanno il potere di mettere a dura prova la mia sensibilità. Tutto mi sarei aspettato meno che questo. Hermetico presenta "Mio fratello"; opera drammatica dai toni cupi e freddi, ambientata in un quartiere popolare modesto, a tratti popolato da piccole abitazioni fatiscenti, dove si svolgono le vite di uomini e donne comuni. Nessun eroe dal passato oscuro. Nessun nemico armato di cattive intenzioni. Nessun intreccio narrativo sconvolgente. Qui, tutto è come sembra. La semplice storia di una famiglia come tante, alle prese con le difficoltà quotidiane della vita; un padre ammalato ed una madre apprensiva, innamorata del suo primo genito, orgogliosa dei suoi straordinari risultati professionali, ma troppo chiusa per accettare la realtà sulle sue tendenze sessuali. Ed è la stessa madre che ama e protegge il suo figlio più piccolo Jim. L'anello debole della famiglia. Un adolescente problematico, incapace di nutrire alcun sentimento di amor proprio e dunque, incapace di prendere in mano la propria vita dandole un indirizzo. Clive e Jim, inseparabili fratelli, crescono vivendo vite completamente differenti;Il primo gode dei frutti del suo lavoro da astronomo, ma subisce passivamente la propria realtà sentimentale e sessuale. Il libertinaggio diventa la sua unica valvola di sfogo. Mentre Jim vede sprofondare il suo matrimonio con Carol in una spirale negativa e sempre più profonda. A farne le spese è il figlioletto Todd, vittima di violente percosse scaturite dall'esplosioni di rabbia dei propri genitori. I destini di questi due fratelli s'intrecciano sporadicamente. Attraverso l'ausilio di molti flaschback abbiamo la possibilità di conoscere la loro storia. Il film è un crescendo di situazioni negative ed offre una visione della vita profondamente pessimistica. Non è sufficiente un finale dal sapore agrodolce per migliorare la situazione. Altermine della visione si nutre solo la necessità di una boccata d'aria fresca. Guardare il cielo all'orizzonte, per scorprire nuovamente un cielo azzurro e sereno. La vita non è mai bianco o nero. Esistono tante sfumature e credo che un film debba offrire una visione a 360°, o il più vicino alla realtà.

Come mai questo non avviente con "Mio fratello"?

Credo che la risposta vada cercata nella struttura stessa del film. L'opera non segue un percorso lineare. La trama presenta fin da subito una problematica, una situazione di violenza, per poi offrire subito dopo una risposta a quella problematica. Quindi se Jim schiaffeggia il figlio a causa di un'esplosione di rabbia, apparentemente insensata, ecco che subito dopo parte un flaschback in cui ci viene racconto un evento analogo della sua infanzia, dove lui non è più il carnefice, ma la vittima. Questo approcio può aiutare senz altro a comprendere meglio la psicologia del personaggio, ma con il risultato di accumulare una sensazione di negativià. Come risposta alla violenza c'è solo altra violenza. Come risposta ad un litigio c'è solo un altro litigio. E se ogni reazione è frutto a sua volta di un'azione passata, la sensazione è quella di un prodotto macchiniso e forzato. Un opera quindi incapace di prendere posizione. Perchè alla fine Jim appare solo come un povero disgraziato, verso il quale è impossibile provare alcuna sorta di empatia.

Il film vanta comunque una scrittura impeccabile. Pochissimi errori di battitura (Durante un dialogo fra Jim e Loreen, il nome della madre appare alposto del nome del figlio) e ottime descrizioni, arricchiscono un'ambientazione ricca di fascino, nella sua decadenza, così come la recitazione stessa degli attori; resa perfettamente grazie a dialoghi significativi e frizzanti.

Ho apprezzato moltissimo la colonna sonora. L'accompagnamento musicale, in questo caso, ha fatto la differenza. Hermetico, ormai lo sappiamo, sa come smuovere gli animi e commuovere il pubblico. Su questo è sinonimo di garanzia.

Nonostante vi siano alcune soluzioni che ho poco apprezzato, non posso negare che in questo film ho visto tanta umanità e sincerità. Due aspetti importantissimi per il cinema drammatico.

Credo che Hermetico troverà un suo spazio in questo festival. Da un punto di vista emotivo credo che il suo sia il film più riuscito tra quelli ho visto, per il momento, anche so forse non è il più completo.
Avrei preferito una struttura lineare. Niente flashback, ma un racconto pulito e scorrevole. Avrebbe reso l'opera meno macchinosa e meno opprimente.

Voto 71 /100
Sondaggio 7

E' interessante notare come in questo festival prevalga il tema del disagio legato alla diversità. Mio Fratello ed Ivan il terribile offrono spunti interessanti sulla omosessualità, mentre il film di Andrew evidenza le problematiche lagate ad altri aspetti insoliti della vita. Con un film d'animazione non poteva che trattarsi di qualcosa di surreale, ma il senso credo che non cambi.

E' così difficile sentirsi a proprio agio con se stessi? Questa è la domanda che mi sono posto al termine del film, ripensando anche alle opere recensite precedentemente.

ps: perdonate gli errori di battitura, ma ho recensito il fim in condizioni pietose e con un pc distrutto XD
 
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Andrew.
view post Posted on 19/9/2013, 15:49




Recensione della Chimera.

Mio fratello è un altro interessante film di Hermes, che fin'ora, da quando è a sbarcato sul sito, non ha mai lasciato indifferenti coi suoi film, spinti sempre al limite per colpire lo spettatore e questo ovviamente non è stato da meno. Nel film infatti la vera protagonsita è la violenza, di quella che si consuma tra le mura di una casa, a volte incosapevolmente da parte degli stessi fautori, ma anche di quelle più difficili da mandare giù per lo spettatore.
Non è la violenza di uno psicopatico questa volta, nè di qualche disperato, ma di un nucleo familiare al completo sbaraglio, che ha perso la forza di lottare e si è lasciato andare all'insofferenza della vita.
Jim e Carol sono due personaggi odiosi, c'è poco da fare, sono quello che ogni genitore vorrebbe non essere. Per quanto riguarda Jim, tuttavia, ci viene mostrato il motivo di tale suo comportamento, da ricercare in un passato fatto di altrettanta violenza, con genitori che se lo contendevano, una con l'amore, l'altro con le botte. E in più c'è per lui il continuo confronto col fratello, fonte di vergogna ma che col passare del tempo diventerà il suo porto sicuro, la persona che gli farà aprire gli occhi e lo farà svegliare.
Il film, come ho già detto, non lascia indifferenti, anzi durante la lettura il fastidio e l'odio nei confronti di questi personaggi (o forse l'incapacità di comprenderli) crescevano a dismisura, tanto che si ha l'impressione di assistere a uno di quei film fatti al solo scopo di infastidire. In realtà c'è anche di più dietro questa scorza, perchè Jim e Clive sono due personaggi affrontati a tutto tondo, ci viene mostrata la loro infanzia e adolescenza col sapiente uso di flashback, si ha di loro un'immagine ben chiara e quindi non si può etichettare il film come fastidioso e basta, almeno non nelle intenzioni del produttore, il quale sembra aver cercato di dare un senso a tutto, un po' come Jim ha cercato di dare un senso alla sua vita grazie alla rivelazione del fratello.
Ma così come nel film tale rivelazione arriva in maniera un po' troppo "gettata là" (tra l'altro io non l'ho capita la questione dell'universo che è connesso), anche le intenzioni di Hermes non sono riuscite a concretizzarsi in pieno. Il film arriva alla conclusione troppo presto, il cambiamento di vedute di Jim non è analizzato per bene, ci viene descritto solo tramite qualche dialogo che non è nulla in confronto a quanto abbiamo visto fino a quel momento e che tra l'altro non è nemmeno tanto chiaro. Clive parla dell'universo che è connesso, il piccolo trova il fenicottero e Jim capisce che deve cambiare vita. Ma perchè? :wacko:
Il risultato è un'impressione spiacevole, quella che lo sceneggiatore si sia preoccupato tanto di descriverci la violenza (riuscendoci anche troppo bene), disinteressandosi poi alla svolta speranzosa, dedicando a questa giusto un paio di scene. Perchè Jim ha cambiato modo di vedere le cose? Che gli accade dopo quella rivelazione? Riuscirà a diventare un padre amorevole? E Carol che fine farà? Ci sarà speranza anche per lei? E la mamma, supererà il suo dolore per aver avuto un figlio omosessuale? Domande volutamente irrisolte, ma che forse avrebbero meritato uno spazio, anche solo per equilibrare le emozioni sulla bilancia, troppo pendente verso il lato negativo.

Il cast è impeccabile e ho trovato i due attori protagonisti superbi. Fin'ora non ho mai apprezzato Ruffalo, ma in questo film me lo sono riuscito a immaginare bene e mi è venuto in mente un personaggio alla P.T. Anderson, di quelli pieni di tribolazioni interiori. Altrettanto bravo Guy Pearce nella sua caduta verso il baratro, che forse meritava anche spazio in più.
Non mi dilungo sugli altri, tutti ottime prove, segno che comunque i personaggi del film sono riusciti in pieno e serviva loro solo una sceneggiatura solo un po' più esaustiva e di ampio respiro.
Il regista non lo conosco, ma leggendo la trama di Blue Valentine mi sono accorto dello stile a flashback molto simile a questo, quindi pollice in su (anche se, con un pizzico di coraggio in più e una sceneggiatura adattata al suo stile, Anderson con questo soggetto avrebbe fatto faville).
Colonna sonora buona, in sintonia con le scene.
La locandina non mi piace ed è la prima volta che lo dico per un film di Hermes. Sembra quella di una commedia spenzierata, coi faccioni sorridenti dei protagonisti e lo sfondo di un parco, non si intona con quanto ho visto.

Voto: 70

Hermes ha dimostrato la sua instancabile capacità di farci star male. Il che è un pregio, tanti film che nella realtà mi han fatto male, li ritengo dei capolavori e se questa è la strada che il produttore ha intrapreso, è giusto dargli atto del fatto che anche stavolta c'è riuscito. Però questa volta da Hermes avrei preteso di più, magari un finale molto più diluito, con lo spazio giusto per tutti i sentimenti, perchè altrimenti l'impressione è che la violenza rimanga l'unica cosa degna di nota del film.
 
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view post Posted on 19/9/2013, 17:40
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Intanto ringrazio Mastruccio, Sascha e Andrew e vado a rispondere.

CITAZIONE (mastruccio @ 18/9/2013, 13:01)
Praticamente è un susseguirsi di situazioni negative, angoscianti, senza che si intrevedi uno spiraglio di luce, e conseguentemente lo spettatore non trova scampo. Si esce dal cinema con un senso di frustrante pessimismo, anche dopo che Jim, in un finale moto d'orgoglio, trova il coraggio di lasciare la moglie e tornare dalla madre, portandosi appresso il figlioletto. Ben piccola consolazione, perchè la scena finale del film, che non sveliamo, è un ultimo colpo di grazia alla speranza che ci sia un minimo di positività.

Quella dell'eccessiva negatività della pellicola è un difetto che fino ad ora mi avete fatto notare tutti. Rimango convinto dell'idea che non si deve per forza inserire un elemento di speranza nelle storia che si vuole raccontare (il cinema è pieno di film totalmente pessimisti e cupi), ma forse in questo caso diventa davvero difficile reggere tutta questa negatività per lo spettatore. Quindi magari avrei potuto stemperare un po' (considerato che a me, da spettatore, il finale di Ivan mi ha ammazzato emotivamente non oso pensare cosa si possa provare in questo caso).
Tengo però a sottolineare che di speranza, nel racconto che ho trasposto, non v'è traccia (e mi è piaciuto anche per questo).

CITAZIONE (mastruccio @ 18/9/2013, 13:01)
Troppa le violenze, verbali e fisiche, ad un bimbo che subito ci intenerisce e che vorremmo sottrarre alle grinfie di una madre assolutamente priva di senso materno e ad un padre estremamente debole ed incapace di difenderlo.
Tutto quello che segue, proporzionalmente centomila volte meno traumatizzante di ciò che subisce il piccolo Todd, mi ha lasciato quindi totalmente estraneo. Non sono riuscito a partecipare emotivamente alle vicende di Jim e Clive, non ho preso le parti di nessuno dei due, e francamente mi sono pressochè disinteressato delle loro sorti.

E' vero che la violenza nei confronti dei bambini è quella più odiosa e insopportabile. Bisogna però specificare che anche Jim, a sua volta, è stato un bambino che ha subito violenze da parte del padre e ora da adulto usa la stessa violenza nell'"educazione" del figlio, come se nulla fosse. Jim rimane un personaggio antipatico, ma anche lui è stato una vittima.
E poi non scordiamoci che il film è ambientato qualche decina di anni fa, quando non era così raro trovare padri che alzavano le mani sui figli, con estrema facilità.
Clive invece, poveretto, non so che ti abbia fatto? :blink:

CITAZIONE (mastruccio @ 18/9/2013, 13:01)
Sono del parere che si sarebbe dovuto dosare meglio le emozioni; se Hermetico avesse cioè alleggerito le scene in cui Todd è vittima di violenza brutale, certamente la psiche del pubblico - vabbè, la mia - avrebbe trovato il tempo e lo spazio di empatizzare maggiormente con i due fratelli protagonisti. Lo dico con estrema sincerità: emotivamente, mentre leggevo il film, parteggiavo solo ed esclusivamente per Todd, e per nessun altro. Di ciò che sarebbe successo, da quel momento in poi, ai Jim e Clive, non me ne poteva importare più di quanto potesse importarmi di Todd.

Ti posso assicurare che ho di molto alleggerito gli episodi di violenza nei confronti di Todd. Nel racconto il povero bambino si prende ceffoni spessissimo per ogni marachella che combina. E poi ho anche inserito momenti di tenerezza tra lui e Jim, che nel racconto non ci sono. Ad esempio la scena della paletta e del secchiello magici. Quindi, strano a dirsi, ma questa volta non ho certo calcato la mano, anzi.

CITAZIONE (mastruccio @ 18/9/2013, 13:01)
Il sito, invece, ma è ormai una consuetudine, e vorrei capire il perchè, è totalmente assente.

Sono imbranato in queste cose e non ho proprio la pazienza per creare un sito. Siccome il tempo è sempre meno preferisco investirlo in ciò che realmente conta, cioè il film.





CITAZIONE (SaschaGranato @ 18/9/2013, 18:02)
La vita non è mai bianco o nero. Esistono tante sfumature e credo che un film debba offrire una visione a 360°, o il più vicino alla realtà.

Come già detto non sono d'accordo. Si può anche decidere di raccontare solo il nero, il male, ciò che c'è di sbagliato. L'arte figurativa è piena di artisti che raffigarano solo il brutto e il turpe.
Sul fatto che esista anche il grigio sono d'accorod anche io, ma per altre questioni. Ad esempio i personaggi del film non sono totalmente buoni o cattivi, sono sia vittime e carnefici. Io, e probabilmente sono l'unico, non mi sento di condannare in toto l'odioso Jim.

CITAZIONE (SaschaGranato @ 18/9/2013, 18:02)
Quindi se Jim schiaffeggia il figlio a causa di un'esplosione di rabbia, apparentemente insensata, ecco che subito dopo parte un flaschback in cui ci viene racconto un evento analogo della sua infanzia, dove lui non è più il carnefice, ma la vittima. Questo approcio può aiutare senz altro a comprendere meglio la psicologia del personaggio, ma con il risultato di accumulare una sensazione di negativià. Come risposta alla violenza c'è solo altra violenza. Come risposta ad un litigio c'è solo un altro litigio. E se ogni reazione è frutto a sua volta di un'azione passata, la sensazione è quella di un prodotto macchiniso e forzato.

Avevo pensato di mettere le scene in ordine cronologico ma poi ho preferito non farlo e dar loro un ordinoe più pensato, anche se forse un po' macchinoso.
La violenza spesso genera altra violenza? Purtroppo è drammaticamente vero, brutto e tristissimo da pensare, ma vero.
Però capisco che il film sia un po' troppo negativo e pesante da digerire.

CITAZIONE (SaschaGranato @ 18/9/2013, 18:02)
Nonostante vi siano alcune soluzioni che ho poco apprezzato, non posso negare che in questo film ho visto tanta umanità e sincerità. Due aspetti importantissimi per il cinema drammatico.

Beh, questo per me è un gran complimento. :)




CITAZIONE (Andrew. @ 19/9/2013, 16:49)
Clive parla dell'universo che è connesso, il piccolo trova il fenicottero e Jim capisce che deve cambiare vita. Ma perchè? :wacko:

Oddio... detta così sembra un soggetto alla Maccio Capotonda! :P

Allora... CLive, dopo la malattia, si convince che ogni cosa nell'univero è connessa, ogni evneto ha delle conseguenze su qualcos'altro e niente avviene mai per caso anche se non non riusciamo ad afferarne il senso.
Ad esempio, la malattia del padre probabilmente è arrivata per dare un freno ai suoi scatti di violenza, infatti poi si è trasformato in un bambolotto che non ha nuociuto più a nessuno.
L'episodio del fenicottero è solo la goccia che fa traboccare il vaso, Jim ha capito di aver toccato il fondo (era convinto fino all'ultimo di torvare i resti di un dinosauro!) ed è lì che gli ritornano in mente le parole di Clive sulla continuità.
Lui le interpreta in un modo molto semplice: quando Clive morirà avrò tutto l'amore di mia madre per me e non vivrò più all'ombra dei continui successi di mio fratello. nessuno penserà a quanto è disastrata la mia vita in confronto a quella di Clive.
E' ovviamente una visione egoista e distorta, ma lui è un personaggio motlo fragile.


CITAZIONE (Andrew. @ 19/9/2013, 16:49)
Riuscirà a diventare un padre amorevole? E Carol che fine farà? Ci sarà speranza anche per lei? E la mamma, supererà il suo dolore per aver avuto un figlio omosessuale? Domande volutamente irrisolte, ma che forse avrebbero meritato uno spazio, anche solo per equilibrare le emozioni sulla bilancia, troppo pendente verso il lato negativo.

Quello che volevo raccontare era solo il personaggio di Jim e della sua famiglia, oltre che l'inizio della sua svolta (che trae forza dalla tragedia del fratello). Che ne sarà di lui e degli altri non è fondamentale.
Loreen sa bene che Clive è omosessuale ma preferisce non pensarci. Della serie: ho un elefante in casa ma faccio finta che non ci sia.

CITAZIONE (Andrew. @ 19/9/2013, 16:49)
La locandina non mi piace ed è la prima volta che lo dico per un film di Hermes. Sembra quella di una commedia spenzierata, coi faccioni sorridenti dei protagonisti e lo sfondo di un parco, non si intona con quanto ho visto.

L'ho fatta al volo e non sapevo dove sbattere la testa. In effetti è molto luminosa mentre le atmosfere del film sono ben altre...
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 20/9/2013, 10:09




il problema dei film di Hermes con me, è che mi danno sempre delle reazioni strane: scomparsa non mi ha fatto uscire di casa per una settimana, A Volte Ritorno mi ha fatto sorridere e anche confermato un po' la mia fede, ma questo mi ha solo commosso.
La storia è quella di Jim, un uomo con dei quella che si può definire "una vita di merda": nessun lavoro, una moglie che lo odia e il continuo confronto col fratello vincente nei confronti della madre, è un film alquanto negativo non solo nei confronti di Jim e del figlio ma anche per il fratello e la madre, con uno gay che non riesce ad avere una relazione fissa, e l'altra che cerca solo di vedere le cose positive di uno e quelle negative dell'altro, non riuscendo ad amare entrambi allo stesso modo, addirittura paragonando i regali. Una cosa che non ho capito nelle recensioni è questa cosa del "finale negativo": io l'ho interpretato, nel mio solito ottimismo, che Jim ha deciso di cambiare vita, che troverà un lavoro, che sarà un padre migliore... e la scena finale è un ricordo del primo momento felice dei due fratelli. Ora mi dite che è negativa, why?? Cos'è, si score che Jim ha le allucinazioni? Si è sognato tutto da bambino? Oppure si rende conto che non sarà mai come il fratello? Cosa???
La cosa interessante è che il protagonista nemmeno lui è uno stinco di santo: ha ereditato la violenza verso il figlio dal padre, ma ciò non gli impedisce anche dei momenti teneri (non che questo lo giustifichi) e di certo la madre di Todd non aiuta, con un profondo odio verso il figlio che le ha sballato i piani, mentre Jim un minimo di empatia per il figlio ce l'ha, forse perché ricorda quello che ha subito col padre. Insomma è sì una vita "nera" ma con pochi personaggi con sfumature, anzi direi che gli unici sono Jim e Clive, gli altri li ho trovati negativi o odiosi, la madre poi, con tutti quei paragoni avrei voluto strozzarla, forse è vero che Hermes avrebbe dovuto mostrare il lato umano di tutti, altrimenti si fa facile tifare solo con quelli con più sfumature.
E' uno spaccato di una vita difficile, con un pizzico di svolta alla fine ma forse è solo una tenue speranza.
di Cianfrance ho visto solo Come un Tuono, anche quello che parla di speranze spezzate verso un futuro migliore, e forse ci sta molto.
Colonna sonora perfetta.
Voto 7
 
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Clint1994
view post Posted on 20/9/2013, 10:47




MIO FRATELLO by Clint94

Hermes si presenta al festival di Roma zitto zitto, con un film di cui non si sapeva praticamente nulla. Mi sono avvicinato alla lettura senza sapere cosa aspettarmi, senza avere la minima idea di quello che la storia avrebbe trattato. Forse dovrebbe essere sempre così. Comunque, "Mio fratello" mi è piaciuto molto. E' uno di quei film che raccontano frammenti di vite semplici, che non hanno nulla di speciale o esaltante, ma lo fa in modo profondo e delicato, evidenziando l'umanità dei personaggi. I protagonisti sono due fratelli, Jim e Clive, e le loro vicende vengono raccontate con una struttura narrativa che alterna presente e passato. Jim, il minore, è un uomo mediocre, un fallito, un sempliciotto, cresciuto fra droga e ragazze; ha sposato la donna sbagliata, non riesce a prendersi cura di suo figlio e la sua vita sta andando a rotoli. Clive, il maggiore, è invece il fratello di successo, un uomo di bell'aspetto, intelligente, educato, ma con altri problemi. Il vero protagonista è Jim, mentre il personaggio di Clive è filtrato attraverso gli occhi del fratello, che nei suoi confronti prova ammirazione e invidia. Punto di contatto fra i due fratelli è la figura della madre, Loreen, che venera Clive ma senza ammetterrne l'omosessualità, e non accetta la deriva a cui Jim sta andando incontro.
La storia è molto triste e dolorosa, e rappresenta una sorta di spaccato di vita nella provincia americana, tra il desiderio di un successo che non arriverà mai, la frustrazione per i propri fallimenti e il terrore dell'Aids. La descrizione della squallida vita di Jim mette una tristezza incredibile, e non ha tutti i torti chi parla di eccesso di negatività, nel senso che nel corso della visione si alternano litigi, urla, incomprensioni, pestaggi e morti, senza un'ombra di luce. Il personaggio di Jim non l'ho trovato affatto odioso, ma, al contrario, mi ha fatto incredibilmente pena per come si lascia andare alla deriva e per come, nonostante si sforzi, non riesca ad avere un legame sereno né con la moglie (lei sì odiosissima), né con la madre, con la quale non riesce a comprendersi, né col fratello, al quale vuole bene, ma che non riesce a non invidiare; anche se fra i tre, Clive è sicuramente quello con cui Jim ha un rapporto più sincero e onesto. Tuttavia nel finale la tanto attesa luce alla fine del tunnel, l'ombra di speranza, io l'ho vista: la morte di Clive dà a Jim la forza per riprendere in mano la propria vita e allontanarsi dalla moglie insieme al figlio, insieme al quale, per Jim, si prospetta un futuro migliore. E' un finale aperto, ma tutto sommato positivo e giusto dopo tanta tristezza.
Il cast è ottimo. Mark Ruffalo è straordinario nel rendere la mediocrità e il disagio interiore di Jim, ed è facilissimo immaginarlo in quella parte; Guy Pearce è altrettanto perfetto nel rendere il fascino e la disinvoltura di Clive, ma anche il suo dolore: la scena finale, in cui Jim esprime finalmente quello che prova mentre Clive lentamente chiude gli occhi e si lascia andare, riesce a toccare certe corde dello spettatore anche grazie alla straordinaria recitazione dei due attori principali. Ho trovato molto riuscita e complessa anche la caratterizzazione delle due donne, Carol e Loreen: Ally Walker (attrice che non conoscevo, forse si poteva prendere anche qualcuna di più nota perché il personaggio lo meritava) rende bene la rozzezza e l'insensibilità del suo personaggio, riuscendo davvero a farsi odiare, mentre la grandissima Vanessa Redgrave è perfetta nel ruolo della madre che venera il figlio maggiore e non riesce a dare il giusto affetto al minore.
Di Derek Cianfrance ho visto solo "Come un tuono" e conosco di fama "Blue Valentine", ma considerando i temi cari al regista (il rapporto di coppia, i legami familiari, il destino), mi è sembrata una scelta oculata e intelligente.
La colonna sonora è magistrale: pezzi scelti con cura, non troppo famosi, perfettamente accostati alle scene. Se il finale riesce a commuovere, è anche grazie alle ottime scelte musicali.
In conclusione, "Mio Fratello" è la dimostrazione che Hermes continua a non sbagliare un colpo, viaggiando sempre su livelli alti e non deludendo mai. Francamente non mi spiego i voti abbastanza bassi che sta ricevendo.

VOTO: 77
 
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mastruccio
view post Posted on 20/9/2013, 12:20




CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 20/9/2013, 11:09) 
Una cosa che non ho capito nelle recensioni è questa cosa del "finale negativo": io l'ho interpretato, nel mio solito ottimismo, che Jim ha deciso di cambiare vita, che troverà un lavoro, che sarà un padre migliore... e la scena finale è un ricordo del primo momento felice dei due fratelli.

CITAZIONE (Clint1994 @ 20/9/2013, 11:47) 
Tuttavia nel finale la tanto attesa luce alla fine del tunnel, l'ombra di speranza, io l'ho vista: la morte di Clive dà a Jim la forza per riprendere in mano la propria vita e allontanarsi dalla moglie insieme al figlio, insieme al quale, per Jim, si prospetta un futuro migliore. E' un finale aperto, ma tutto sommato positivo e giusto dopo tanta tristezza.

La luce? Finale ottimista? Quale?
Io ho visto un uomo meschino, che accoglie la morte del fratello invidiato con un cuore di pietra. Uno spietato egoista che spera così di rimanere finalmente l'unico figlio amato dalla madre.
Azz! Che finalone positivo!

P.S. Mi pare che la scelta di scappare dalla moglie sia avvenuta prima che scopra che Clive stia morendo, quindi Jim non ne trae nessuna forza. Semmai ne scopriamo uletriormente l'animo meschino.
 
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Clint1994
view post Posted on 20/9/2013, 14:24




Non sono d'accordo. Io ho visto un uomo alla deriva che finalmente trova la forza di prendere in mano la propria vita, di allontanarsi da una donna orribile che aveva effetti negativi su di lui e sulla famiglia, e probabilmente anche di prendersi cura del figlio.
E non direi affatto che accoglie la morte del fratello con freddezza: è semplicemente onesto con se stesso, dice le cose come stanno, ammette di averlo sempre invidiato . Non credo che Jim sia fiero di questi sentimenti, anzi, ma li riconosce e li ammette a sé stesso: il discorso che fa alla fine in casa di Clive è ovviamente rivolto a se stesso, è una presa di coscienza degli orribili sentimenti che covava dentro di sé e, si sa, riconoscere certe cose è il primo passo per superarle. Mentre dice quelle cose, è chiaro che Jim è pentito, se ne vergogna e ne soffre, parla a fatica, ha le lacrime agli occhi.

Non vedo proprio come lo si possa considerare spietato. E' un uomo mediocre e invidioso che ammette di essere tale e decide di cambiare. E' un finale assolutamente positivo. Poi è ovvio che non sapremo cosa succederà, se Jim saprà sul serio prendersi cura di suo figlio e dare una svolta alla propria vita, ma le intenzioni e la buona volontà ci sono, ed è questo che conta.

CITAZIONE
P.S. Mi pare che la scelta di scappare dalla moglie sia avvenuta prima che scopra che Clive stia morendo, quindi Jim non ne trae nessuna forza. Semmai ne scopriamo uletriormente l'animo meschino.

Jim lascia la moglie e decide di cambiare vita dopo che Clive gli ha rivelato di avere l'Aids e quindi di essere destinato a morire. E' questo avvenimento che fa scattare la molla dentro di lui.
 
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mastruccio
view post Posted on 20/9/2013, 14:33




Mah! Forse ho capito male io, ma ciò che dice Jim mi pare chiaro.
CITAZIONE
La tua morte darà significato alla mia vita, Clive. La mia vita avrà finalmente un senso. È proprio come dicevi tu. Continuità./

Se un senso alla mia vita la deve dare la morte di mio fratello, io mi vergognerei anche di pensarlo. Se muore mio fratello, la mia vita ha una bella batosta.
 
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Clint1994
view post Posted on 20/9/2013, 14:47




E mentre dice la frase che hai quotato, la descrizione è questa:

"Jim si volta e guarda Clive, con gli occhi pieni di lacrime. Gli prende la mano ossuta e gliela stringe, disperato."

Ti sembra il comportamento di un uomo spietato che accoglie la morte del fratello con un cuore di pietra?

Jim ha tratto la forza per andare avanti dalla disgrazia del fratello, ma questo non significa che non sia disperato per la sua morte o che non si senta in colpa per quello che ha provato nei confronti del triste destino di Clive
 
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Andrew.
view post Posted on 20/9/2013, 15:28




ha ragione Clint, non c'è tanto spazio alle interpretazioni. Jim, prima di andare dal fratello, sapeva già della sua malattia e quello che dice nel finale è solo la confessione dei sentimenti meschini che ha provato dopo aver saputo della sua malattia, sta praticamente pentendosi di quello che ha pensato, in maniera molto sincera.
Anch'io l'ho visto quindi come un finale positivo, nonostante tutto.
Il problema l'ho ravvisato altrove, come ho già detto, nel fatto che di questa presa di coscenza se ne hanno poche tracce, mentre mi sarebbe piaciuto vederla più approfondita.
 
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view post Posted on 20/9/2013, 15:49
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Ringrazio anche Agnese e Clint e rispondo a qualcosa.

CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 20/9/2013, 11:09)
ma questo mi ha solo commosso.

Beh, non è poco. :)

CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 20/9/2013, 11:09)
e la scena finale è un ricordo del primo momento felice dei due fratelli. Ora mi dite che è negativa, why?? Cos'è, si score che Jim ha le allucinazioni? Si è sognato tutto da bambino? Oppure si rende conto che non sarà mai come il fratello? Cosa???

La negatività che hanno riscontrato gli altri sta nel fatto che Jim trova la forza di rimettersi in sesto solo ora che il fratello sta morendo. mi fa piacere però che almeno tu e Clint abbiate colto quel tenue barlume di speranza che alla fine nel film c'è. Ovviamente tenue e misero rispetto a quanto visto, ma c'è.

CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 20/9/2013, 11:09)
Hermes avrebbe dovuto mostrare il lato umano di tutti, altrimenti si fa facile tifare solo con quelli con più sfumature.

Paradossalmente ti potrei dire che questi personaggi forse sono fin troppo umani. Non tutti sono comprensivi, gentili, sensibili, altruisti, non tutti fanno le scelte più giuste al momento giusto. L'unico personaggio davvero negativo e completamente bidimensionale è Carol, su questo sono d'accordo.




CITAZIONE (Clint1994 @ 20/9/2013, 11:47)
Il personaggio di Jim non l'ho trovato affatto odioso, ma, al contrario, mi ha fatto incredibilmente pena per come si lascia andare alla deriva e per come, nonostante si sforzi, non riesca ad avere un legame sereno né con la moglie (lei sì odiosissima), né con la madre, con la quale non riesce a comprendersi, né col fratello, al quale vuole bene, ma che non riesce a non invidiare;

E' esattamente come vedo anche io Jim e mi fa piacere di essere riuscito a trasmetterlo almeno in parte.

CITAZIONE (Clint1994 @ 20/9/2013, 11:47)
Ally Walker (attrice che non conoscevo, forse si poteva prendere anche qualcuna di più nota perché il personaggio lo meritava) rende bene la rozzezza e l'insensibilità del suo personaggio, riuscendo davvero a farsi odiare,

L'ho presa da una serie tv con cui sono in fissa, Son of Anarchy. Ho pensato subito a lei per il ruolo perchè, guarda caso, anche nella serie fa la parte della str***a.

Tra l'altro, Clint, sembra che il film lo abbia scritto tu per come hai risposto a Mastruccio. Mi hai tolto le parole di bocca! :) E' esattamente come la vedo/penso anche io.

E poi vorrei aggiungere un'altra cosa sul personaggio di Jim, tanto odiato.
E' una perosna debole, insicura, sicuramente egoista ma non del tutto marcia e non è vero che non prova nulla nei confronti del fratello.
Oltre alla frase già citata da Clint c'è anche un altro episodio che lo dimostra.
Quando Clive gli rivela a bruciapelo di essere gay e di andare a passare il capodanno con un altro uomo, Jim non batte ciglio e non gli fa mai pesare la cosa nonostante fossero gli anni '80, e in quel periodo non c'era l'apertura mentale che c'è oggi. Spesso Jim si sente anche in profondo imbarazzo per il modo con cui Carol si rivolge al fratello (episodio della carrozzina).
Insomma, sono piccoli dettagli che dimostrano come in realtà Jim volesse davvero bene al fratello, ma a volte (come dice Clive) "certe cose ci fanno diventare dei mostri". E così è successo con Jim: la sua fragilità oltre a altri fattori hanno fatto sì che l'invidia che prova per il fratello prendesse il sopravvento sul bene che prova per lui. Ma è chiaro che c'è e la sofferenza con cui recita il monolgo alla fine (che io pensavo fosse fin troppo didascalico) lo dimostra.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 20/9/2013, 16:21




Condivido l'opinione di Mastruccio. Dimentichiamoci per un attimo le motivazioni che possono spingere un uomo a compiere atti criminosi, o commettere violenza sulle persone. Bisogna considerare i gesti per quello che sono, e valutarne le conseguenze. Jim è un disgraziato; un uomo privo di alcuna aspirazione, fin da giovane, vittima di se stesso. Un padre violento ed incapace, oltre che un marito egoista ed assenteista.
Il ragionamento di Clint, per quanto comprensibile, in funzione della valutazione del film, è al tempo stesso rischioso. Soprattutto se applicato alla vita reale. Finiremmo con il giustificare un assassino o uno stupratore, solo perché un tempo è stato anche lui vittima. Noi siamo frutto delle nostre esperienze, ma diventiamo uomini consapevoli nel momento in cui decidiamo chi vogliamo essere.
 
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Andrew.
view post Posted on 20/9/2013, 17:03




Ma chi ha parlato di giustificare? Si cerca di capire il perchè agisce in quel modo, ciò non vuol dire che il personaggio diventa un santo ai nostri occhi, o solo una vittima.
 
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77 replies since 17/9/2013, 11:58   2080 views
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