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Ivan il terribile (Festival di Roma 2013)
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Ivan il terribile (Festival di Roma 2013), Dreaming Studios

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Clint1994
view post Posted on 23/9/2013, 14:03 by: Clint1994




IVAN IL TERRIBILE by Clint94

Ho aspettato qualche giorno per scrivere la recensione di "Ivan il Terribile", poiché si tratta di un film estremamente lungo e complesso, su cui è necessario fermarsi a riflettere prima di poter esprimere un giudizio ben definito. Innanzitutto, volevo cominciare dicendo che ho notato diversi punti in comune con "Stria", che portai al festival di Roma l'anno scorso: a parte il soggetto, che è abbastanza simile (un trio di adolescenti con una figura centrale - Chiara nel mio film, Ivan nella pellicola di Mastruccio - intorno a cui si scatenano le gelosie degli altri due), mi sono accorto che nel cast sono presenti Jacopo Olmo Antinori (che era uno dei protagonisti del mio film, mentre qui è un personaggio secondario) e Maurizio Donadoni, che fa il poliziotto come nel mio film, e che il brano musicale utilizzato alla fine ("The Promise" di Secret Garden) è lo stesso che io avevo utilizzato nella scena iniziale di "Stria"; inoltre entrambi i film si concludono con la morte di uno dei tre protagonisti. La storia poi è ovviamente molto diversa, ma, considerando le somiglianze della trama, mi chiedevo se la scelta di Donadoni in un ruolo identico a quello del mio film e la scelta dello stesso brano musicale fossero delle citazioni o semplici coincidenze.
Comunque, al di là di queste curiosità, "Ivan il Terribile" è un'opera molto articolata e indubbiamente riuscita, che ha il proprio punto di forza nella caratterizzazione dei protagonisti. Ivan, Sara e Federico sono tre personaggi vivi, complessi e sfaccettati, e rappresentano la vera anima del film: "Ivan il Terribile" è uno di quei casi in cui davvero la storia deriva dai personaggi, e non viceversa. Ivan è il classico disadattato violento e prepotente, che non riesce a instaurare sani legami d'affetto con gli altri a causa del proprio carattere, dovuto a un passato difficile (l'abbandono da parte della madre, l'aggressione ai danni del padre e il senso di colpa che ne deriva), che l'ha costretto a costruirsi questa facciata; in realtà è alla disperata ricerca di affetto e cerca di trovarlo in Sara e Federico. La sua ossessione per Mariah Carey tra l'altro mi ha fatto pensare a un mio ex compagno di classe, un ragazzo un po' razzista, un po' bullo, che però va pazzo per Laura Pausini :P . Federico e Sara non hanno un passato burrascoso come Ivan, ma anche loro devono superare grosse difficoltà: Federico è un ragazzo ricco e viziato, che sta scoprendo la propria omosessualità e vive in una sorta di bolla di sapone, senza farsi toccare dal mondo esterno; Sara vive solo con la madre, ma è bruttina, emarginata, derisa dagli altri, anche se può contare su una grandissima forza di carattere. Il rapporto di odio e attrazione, osilità e affetto, che lega Federico e Sara a Ivan, è estremamente efficace e interessante. Il bisogno di amore di Ivan lo spinge a "giocare" con gli altri due, senza tener troppo conto dei loro sentimenti, fino a scoprire che prova maggiore attrazione pr Federico che per Sara. D'altro canto, per vendicarsi del comportamento prepotente di Ivan, Sara e gli altri gli hanno organizzato un brutto scherzo, facendogli credere che la sua idola Mariah Carey sia a Roma. Con questa scusa, il gruppetto parte per un viaggio verso Roma che per Sara e Federico dovrebbe rappresentare una sorta di apice del loro rapporto con Ivan, ma che si trasforma ben presto in tragedia. La scoperta della verità sullo scherzo, su se stesso e la propria probabile omosessualità e sulla definitiva disabilità del padre, porta Ivan al suicidio. Sara e Federico dichiarano di non voler aver nulla a che fare l'uno con l'altro, ma il sorriso che si rivolgono alla fine lascia intendere che nonostante la precedente "rivalità", tra i due potrebbe nascere un bel legame. "Ivan il Terribile" è dunque un film di personaggi più che di trama, ed è una cosa assolutamente positiva, perché ogni avvenimento deriva dalla personalità dei ragazzi e dal complesso rapporto che li lega. Lo script vanta la solita cura di Mastruccio ed è tecnicamente impeccabile, anche se questa volta ho trovato più di un errore grammaticale (soprattutto all'inizio ci sono diversi "sì" senza accento). I dialoghi sono ben fatti e cercano di rendere al meglio il linguaggio giovanile, anche se ogni tanto qualche espressione mi ha lasciato un po' perplesso ("per mille zombie!"); complessivamente comunque sono molto buoni. Per quanto riguarda la storia in sé, scorre piuttosto bene anche se la lunghezza si fa sentire e soprattutto verso la fine si poteva tagliare qualcosa in più: dopo la morte di Ivan, le scene successive dedicate ai familiari non sono poi molto interessanti, considerando che ciò che interessa allo spettatore sono solo i tre protagonisti; per lo stesso motivo potevano essere tagliati completamente alcuni personaggi secondari (gli amici di danza di Federico compaiono anche troppo spesso, la relazione tra la madre di Sara e Carlo è del tutto inutile ai fini della storia). Ci sono poi alcune situazioni un po' eccessive che ho trovato talvolta forzate: per esempio l'umiliazione che subisce Sara da parte di Ivan (dopo una cosa del genere, mi chiedo come Sara abbia potuto anche solo rivolgere la parola a Ivan, figuriamoci innamorarsi di lui), o certi passaggi in cui Sara parla da sola, o la scena in macchina, quando Ivan scopre la verità su Mariah Carey e comincia a urlare e a dare pugni agli altri senza che Monica intervenga (se un adulto vede un ragazzo, che tra l'altro è anche suo figlio, picchiare i suoi amici, non può non intervenire). La sottotrama su Monica in particolare non mi è piaciuta molto: il colpo di scena sulla sua vera identità mi è sembrato una di quelle cose da soap opera, poco realistico; insomma, possibile che madre e figlio vivano vicini e si vedano così spesso, ma il figlio non la riconosca? Va bene che era tanto cambiata, ma insomma, la mamma è sempre la mamma. Mi è sembrato un colpo di scena un po' forzato e non necessario; la storia funzionava benissimo anche senza quella scoperta.
Comunque, al di là di queste considerazioni, "Ivan il Terribile" è un ottimo film, ricco di personaggi sfaccettati e pieno di spunti di riflessione.
Il cast è stato ben scelto, specialmente i giovani: Pacitto, Russo e la Gargano sono bravissimi nell'interpretare i loro personaggi. L'unico un po' sprecato è Michele Riondino, che nella realtà sta interpretando molti film da protagonista, mentre qui è un personaggio molto secondario.
Le musiche sono belle e adatte alle scene (bella la scena in cui Sara canta "Sara" di Venditti), però sono molto poche.
Ottima la scelta di Francesca Archibugi alla regia: ha già dimostrato nella realtà particolare interesse per il mondo degli adolescenti, ed è quindi è perfetta per una storia come questa.
La locandina non mi piace molto, mi sembra poco cinematografica, mentre il sito contiene i contenuti standard.
In conclusione, "Ivan il Terribile" è sicuramente uno dei film più interessanti di questo festival, una pellicola intelligente, profonda e molto curata, che si mantiene sui livelli alti delle precedenti opere di Mastruccio. Confesso che sono ancora molto indeciso sul voto da assegnare e può darsi che lo cambierò.

VOTO: 77
 
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