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Ivan il terribile (Festival di Roma 2013)
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Ivan il terribile (Festival di Roma 2013), Dreaming Studios

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mastruccio
view post Posted on 16/9/2013, 23:48




La Dreaming Studios è orgogliosa di presentare, in concorso al Festival di Roma 3013, il suo quarto film:
Ivan il terribile

Buona lettura a tutti.

Edited by mastruccio - 29/5/2014, 14:34
 
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SaschaGranato
view post Posted on 17/9/2013, 19:47




Recensione della Granato Production

I primi minuti di Ivan il Terribile mi hanno lasciato a bocca aperta e completamente basito, il che non rappresenta certo un complimento. Il primo pensiero è stato: “Ho sbagliato certamente film!”. Non so cosa diavolo avesse elaborato la mia testa durante questi mesi, ma ho sempre vissuto nella convinzione che Mastruccio stesse realizzando un biopic su Ivan IV di Russia, focalizzandosi per l’appunto sulla sua drammatica infanzia. Stupido io ad essermi basato solo su questa idea, priva di alcuna fondamenta, senza cercare ulteriori informazioni che avrebbero chiarito la vera natura del film. Avrei anche potuto tacere su questo fatto e far finta di nulla. Mi sarei risparmiato una bella gaffe, ma ho provato un senso di vergogna tale da non poter esimermi dal raccontarla. In quel preciso momento ho visto il mio volto assumere le sembianze di un somaro ragliante, esattamente come succede nei cartoni animati. Dalla rabbia ho spento il pc, punto!

Ho impiegato un’intera giornata per superare gli effetti di questa terribile figuraccia, recuperando l’interesse per la visione. La consapevolezza che si trattasse di un’opera prodotta da Mastruccio ha giocato un ruolo fondamentale, quindi mi sono subito buttato sulla lettura con un atteggiamento molto positivo.

Ivan il Terribile, per la regia di Francesca Archibugi, narra le vicende di un giovane ragazzo che ha vissuto la drammatica esperienza del carcere. Terminato il periodo di detenzione torna a vivere insieme al padre, il quale gestisce un piccolo maneggio per cavalli. In questa piccola realtà conosceremo altri tre importantissimi personaggi; Sara, Anna e Federico. Le loro vite s’intrecciano dando vita a situazioni bizzarre e problematiche. Ivan funge da fulcro attorno al quale ruotano le loro vite. Egli, tuttavia, non rappresenta un punto di riferimento, ma un motivo di forte disagio, a causa del suo comportamento violento e controverso.

La Dreaming Studio imbocca un nuovo filone cinematografico immergendosi nelle atmosfere intime del cinema italiano. Amnesia e La variante di Luneburg sono un lontano ricordo, così come il più recente Super Max. Con Ivan il Terribile, Mastruccio, mette un punto a chiusura allo sfarzo registico e fotografico che tanto hanno caratterizzato il suo cinema, proponendo un’opera più asciutta ed immediata. Un film focalizzato completamente sulla recitazione. Il risultato è un prodotto realistico, a tratti molto ironico e a tratti profondamente drammatico.

La storia snocciola moltissime questioni e il materiale su cui riflettere è davvero tanto. Il tema dell’omosessualità legato alle problematiche adolescenziali, il tema riguardo la riabilitazione al termine di un periodo di detenzione, del tutto assenteista e quindi causa dell’inefficacia della pena stessa. E ultimo, ma non per ordine d’importanza, il tema legato alla religione, attraverso i testimoni di Geova.

Prima di esprimere qualsiasi giudizio, ci tengo a rammentare che l’opera diretta da Archibugi è ispirata ad un romanzo che non ho mai letto. Ma su ammissione dello stesso produttore, il libro, pare contenga contenuti e soluzioni narrative un poco stravaganti.

Non so qual è che sia l’opinione dell’autore riguardo i testimoni di Geova, ma il ritratto dipinge un quadro assai negativo. La domanda che mi pongo è se questo ritratto è stato dipinto con cognizione di causa o se rappresenti una sparata indelicata nei confronti di questo gruppo religioso. In ogni caso il risultato non cambia. Ivan il Terribile offre una visione pessimistica e profondamente minatoria, senza offrire altri punti di vista. Si parla di allontanamento (Disassociazione) dei fratelli peccatori, senza però raccontare la vera natura di questa punizione, che non rappresenta un allontanamento definitivo; Chi viene disassociato è libero di frequentare la sala del regno e partecipare alle adunanze, senza poter colloquiale con nessun fratello a meno che si tratti di un anziano. Dunque è abbastanza surreale come spiegazione l’allontanamento del padre di Ivan dopo l’incarcerazione del figlio. Così come sono surreali le conseguenze che ne derivano.

Non voglio sembrare l’avvocato del diavolo, ma il fatto è che non amo gli assolutismi e quando un film impone un pensiero in modo così deciso è come se sentissi sfregare le unghie su una lavagna.

Da un punto di vista tecnico, Mastruccio conferma le sue doti narrative elaborando un script piuttosto lungo ed articolato, ma con un ottimo senso del ritmo. Il trattamento dei personaggi è reso in maniera impeccabile in virtù di dialoghi frizzanti, e un’ottima evoluzione emotiva che spinge ogni personaggio su un altro livello. L’interpretazione dell’attore protagonista, Ivan, è straordinaria, cosi come la piccola attrice che interpreta il ruolo di Sara.

Le musiche sono pressoché assenti; pochi brani che accompagno i momenti più significativi, ottenendo un risultato efficace.

Ho apprezzato molto la locandina, fedele alla copertina del romanzo, così come ho apprezzato il sito del film; semplice ed elegante, con un interessante pagina dedicata alle curiosità.

Voto 73/100
Sondaggio 7

Mastruccio propone un’opera molto complessa e non semplice da apprezzare. Ivan il Terribile è un film che va letto attentamente, a piccole dosi se serve, così da poter comprendere a fondo i tanti quesiti e le tante tematiche trattate. Sono certo che vanterà un numero considerevole di riconoscimenti, anche per i prossimi CK Awards.
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 18/9/2013, 20:10




Letto in anteprima datemi da Mas, Ivan Il Terribile è la storia di un gruppo di ragazzi con i loro problemi, parlando soprattutto del protagonista, un ragazzo problematico con un passato difficile alle spalle, ma non voglio spoilerare tutto. Tuttavia nella sua vita entrano tre ragazzi che per un po' colmeranno il vuoto dentro di lui, ma non abbastanza per l'happy ending.
E' una storia molto diversa da quelle scritte in precedenza da Mastruccio, è una storia diciamo intimista, che si regge tutto sul talento dei giovani attori, di talento si parla pure in una sottotrama di Federico, il ragazzo che sta scoprendo la sua omosessualità.
Sulla parentesi dei Testimoni di Geova, io li ho frequentati per un periodo quindi posso dire che sono stati descritti bene, sottolineando l'ostracismo e l'ipocrisia di quella setta.
La sceneggiatura è scritta molto bene, e i dialoghi e la musica sono il punto forte della storia. La locandina non mi piace, troppo simile alla copertina del film.
voto 75
 
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view post Posted on 18/9/2013, 22:56
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Ivan il terribile segna un’altra svolta nella filmografia di Mastruccio che questa volta si cimenta con un film drammatico dalle tematiche adolescenziali, una sorta di racconto di formazione piuttosto cupo e spietato.
I protagonisti sono tre adolescenti: Federico, Sara e Ivan; i primi due invaghiti del temuto Ivan, un affascinante bullo di quartiere appena uscito dal carcere. Proprio quest’ultimo, con i suoi scatti d’ira, le sue trovate bizzare, i suoi momenti di inaspettata dolcezza, attirerà a sé i giovani e relativamente innocenti Sara e Federico dando quindi una scossa alle loro vite, lasciando un segno indelebile sia nel bene che nel male.
Si direbbe che è un film che racconta gli adolescenti d’oggi, con il loro linguaggio spesso molto crudo e schietto, ma racconta soprattutto il disagio, il senso di inadeguatezza di questi quindicenni e i piccoli e grandi fallimenti dei loro genitori alle prese con le loro sofferenze e i loro rimpianti.
Quello che colpisce è che questi ragazzi sono letteralmente lasciati soli, spesso in condizioni di vita piuttosto precarie, e quando qualcuno si interessa a loro è ormai troppo tardi.
Il protagonista assoluto è Ivan che suscita un indiscutibile fascino anche nello spettatore provocando irritazione e profondo fastidio per certe sue azioni ma al tempo stesso, quando meno te lo aspetti, anche tenerezza per alcune sue uscite decisamente naif (vedi le varie dichiarazioni d’amore urlate nell’autogrill o il balletto sulle note di Mariah Carey).
Ottimamente caratterizzata anche Sara, la brutta e scontrosa del gruppo, che però nasconde una forza d’animo e una ruvidezza interiore davvero impressionanti. Mi ha convinto di meno Federico, che mi è parso come un ragazzino un po’ snob a cui tutto è dovuto e che non dà valore alle emozioni. Il suo atteggiamento spesso apatico e un po’ altezzoso non lo rende simpaticissimo ma ciò non rovina la pellicola, anzi sottolinea ancora di più la differente estrazione sociale tra lui, Ivan e Sara.
Mi sono soffermato quindi sui protagonisti perché questo è uno di quei film fatti di personaggi, in cui l’intreccio e la storia passano decisamente in secondo piano. E Mastruccio è riuscito perfettamente nell’intento di rendere questi protagonisti autentici, non artefatti e vivi, pur con i loro difetti.
Il film ha un buon ritmo e si legge con facilità, non è per nulla pesante. L’intreccio è comunque interessante e c’è anche spazio per un imprevedibile colpo di scena su uno dei personaggi. Inoltre c’è da apprezzare come Mastruccio sia riuscito nell’impresa di rimanere sempre in quel delicato equilibrio tra dramma e, oserei dire, commedia adolescenziale. Infatti nel film c’è anche qualche innesto leggero che allevia l’atmosfera spesso molto cupa delle vicende narrate. A proposito di crudezza (che pare debba essere ormai solo una mia prerogativa) anche qui le scene dal forte impatto emotivo non mancano: un quindicenne che umilia e orina su una sua coetanea non è certo una scena leggera.
Qualche perplessità su alcuni segmenti della storia che mi sono sembrati un po’ slegati rispetto al resto. Ad esempio la storia d’amore tra Carlo e la madre di Sara, oppure i genitori di Federico con i loro drammi che all’inizio sembrano piuttosto centrali nella storia ma poi scompaiono.
Anche alcune situazioni e alcuni dialoghi a volte mi sono parsi un po’ forzati. Ad esempio il modo molto molto informale con cui Monica parla ai suoi allievi (sarà che io non ho mai apprezzato le insegnanti che fanno le amiche de gggiovani), oppure alcuni comportamenti eccessivi di Ivan che passa da esternazioni omofobe a dichiarazioni d’amore in pubblico.
Sono comunque piccoli dettagli che non intaccano il valore e soprattutto il grande impatto emotivo che ha avuto il film su di me, grazie anche a un finale emotivamente devastante .

Della Archibugi credo di non aver visto nulla, ma per quello che la conosco mi sembra perfettamente in linea con le atmosfere e le tematiche del film. Un applauso e soprattutto solidarietà a Mastruccio per aver assemblato una cast credibile di giovani attori italiani (davvero difficile trovarne di bravi a quell’età). I migliori sono sicuramente Pacitto e la Gargari.

Buone le musiche. Poche ma adeguate alle scene.

Sito come sempre molto curato e locandina ovviamente azzeccata essendo la copertina del libro. Non ho ben capito però il significato dell’immagine.

Ivan il terribile è un film di grande impatto emotivo, piuttosto crudo e in grado di raccontare in modo credibile e autentico le varie forme del disagio adolescenziale. C’è solo qualche sbavatura, data da alcune situazioni un po’ forzate, che però non minano la qualità complessiva del film. Grazie anche a un protagonista riuscitissimo nella sua fragilità e ambiguità, oltre che a un finale cupo ma potente, Mastruccio dimostra per l’ennesima volta di saperci fare anche nel genere drammatico e prevedo che sarà proprio questo il film da battere al Festival. 78/100
 
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mastruccio
view post Posted on 19/9/2013, 11:15




Inizio a dare le prime risposte, ringraziando di cuore Sascha, Agnese e Hermetico.

CITAZIONE (SaschaGranato @ 17/9/2013, 20:47) 
I primi minuti di Ivan il Terribile mi hanno lasciato a bocca aperta e completamente basito, il che non rappresenta certo un complimento. Il primo pensiero è stato: “Ho sbagliato certamente film!”.

E' evidente che durante il tuo periodo di assenza ti sei perso il lancio del film e il suo percorso allo sviluppo, dove ho ampiamente spiegato di che si trattava. Quindi non hai di che scusarti, ma ti ringrazio per il buon credito che godo ai tuoi occhi, visto che hai ripreso la lettura quasi subito dopo perchè è un mio film.
CITAZIONE
Non so qual è che sia l’opinione dell’autore riguardo i testimoni di Geova, ma il ritratto dipinge un quadro assai negativo. La domanda che mi pongo è se questo ritratto è stato dipinto con cognizione di causa o se rappresenti una sparata indelicata nei confronti di questo gruppo religioso.

Sinceramente non mi sono neanche posto il problema se ciò che stavo scrivendo sui Testimoni di Geova fosse rispondente alla realtà o meno. Non ho avuto mai la benchè minima intenzione di dare un qualsiasi giudizio, nè tantomeno di metterli alla berlina. Tutta la situazione legata a loro è solo funzionale alla storia, e l'ho ripresa dal romanzo, senza aggiungere nulla di personale. Potrei essere stato indelicato? Se qualcuno dei loro adepti si fosse sentito offeso e disturbato dalla visione del film, sappia che e' successo del tutto involontariamente. In ogni caso, Moreno è stato allontanato ma non è scritto da nessuna parte che non potesse più frequentarli. La sua reazione è dovuta, e lo spiega Monica, per il modo brusco e indelicato con cui è stato allontanato.
Comunque, come sempre quando si va a toccare un tema delicato come quello della religione, sono situazioni in cui non si può mai affermare che il proprio pensiero sia quello più corretto degli altri, infatti...
CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 18/9/2013, 21:10) 
Sulla parentesi dei Testimoni di Geova, io li ho frequentati per un periodo quindi posso dire che sono stati descritti bene, sottolineando l'ostracismo e l'ipocrisia di quella setta.

Come vedi, nella stringatisisma recensione di Agnese c'è un punto di vista personale, altrettanto rispettabile, di chi ha più cognizione di causa di me, che non ho mai avuto a che fare con i Testimoni.

CITAZIONE (Hermetico @ 18/9/2013, 23:56) 
Mi ha convinto di meno Federico, che mi è parso come un ragazzino un po’ snob a cui tutto è dovuto e che non dà valore alle emozioni. Il suo atteggiamento spesso apatico e un po’ altezzoso non lo rende simpaticissimo ma ciò non rovina la pellicola, anzi sottolinea ancora di più la differente estrazione sociale tra lui, Ivan e Sara.

Allora sono riuscito perfettamente a trasmettere ciò che volevo del personaggio di Federico. E' un ragazzo venuto da "un altro pianeta", dal nord, che nulla ha che fare con Roccafluvione, che non è altezzoso ma pare sempre sulle nuvole, con quell'aria apatica, come se nulla lo sconvolgesse. Tipico degli adolescenti che hanno tutto e che non hanno mai dovuto lottare per ottenere qualcosa.
CITAZIONE
Qualche perplessità su alcuni segmenti della storia che mi sono sembrati un po’ slegati rispetto al resto. Ad esempio la storia d’amore tra Carlo e la madre di Sara, oppure i genitori di Federico con i loro drammi che all’inizio sembrano piuttosto centrali nella storia ma poi scompaiono.

Ho scelto di concentrarmi sul rapporto fra i ragazzi, sacrificando una gran parte del romanzo che approfondisce le tematiche di contorno, fra cui anche la storia fra Carlo e la madre di Sara, e soprattutto il dramma interiore dei genitori di Federico, nel film solo accennato, ragion per cui ho profondamente modificato il ruolo di Greta Carrer, cambiandole carattere e tagliando del tutto una serie di fatti di cui si rende protagonista. In definitiva tutto il contorno non aggiungeva nulla al racconto del legame fra Ivan, Federico e Sara.
CITAZIONE
Anche alcune situazioni e alcuni dialoghi a volte mi sono parsi un po’ forzati. Ad esempio il modo molto molto informale con cui Monica parla ai suoi allievi (sarà che io non ho mai apprezzato le insegnanti che fanno le amiche de gggiovani), oppure alcuni comportamenti eccessivi di Ivan che passa da esternazioni omofobe a dichiarazioni d’amore in pubblico.

Monica non è un'insegnante di scuola, nella canonica concezione che intendi tu. Quindi il suo modo di rapportarsi con i ragazzi è del tutto plausibie. Il comportamento eccessivo di Ivan è spiegato dal suo ancora incerto equilibrio psicologico e sessuale, tipico di quell'età nei ragazzi che hanno avuto un certo vissuto, difficile e doloroso. A me non è parso forzato, ma coerente con il suo bisogno estremo e disperato di essere amato, di sentirsi oggetto esclusivo dell'amore di un altro individuo, esplicitato nel suo continuo chiedere a Federico "Amerai solo me?".
CITAZIONE
Sito come sempre molto curato e locandina ovviamente azzeccata essendo la copertina del libro. Non ho ben capito però il significato dell’immagine.

Rispondo citando quello che ho letto su una recensione al libro:
"Mai immagine di copertina mi è sembrata più indovinata di quella che illustra questo nuovo libro di Alcide Pierantozzi, perché permette di individuare, con un colpo d’occhio, quella realtà che, invece, il titolo spinge a rivolgere la mente altrove: alla biografia intricata quanto oscura, di un famoso personaggio storico. Qui l’immagine di Mike Bailey indica che a muovere i fili della storia è il ‘peccato’, quella mela che ci rende tutti deficitarii di legalità, di moralità e di sapienza, come se la ‘storia’ non abbia mai insegnato niente a nessuno, e che l’ultima generazione non sia contemplata nel suo riscatto. La dimensione, la sua profondità, è andata perduta, consumata dalle generazioni che l’hanno preceduta, e quel ‘peccato’ si è trasformato in alienazione mentale, delirio coerente che stravolge tutto e tutti. Specialmente chi è costretto a vivere in un piccolo centro di una provincia dimenticata (...)

Sull'ultima tua considerazione, che non cito per scaramanzia, permettimi una sana gratttatina. :)
 
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Andrew.
view post Posted on 22/9/2013, 14:49




Recensione della Chimera.

Mastruccio torna al cinema con un film per l'ennesima volta diverso dai suoi precedenti, si sta praticamente costruendo una solida filmografia abbracciando a poco a poco tutti i generi e spero che possa continuare per questa strada, perchè non fa che dimostrare la sua bravura.
Qua siamo nel filone del dramma adolescenziale, genere che devo dire ultimamente ha prodotto piccoli gioeilli sia nella realtà che a ck. Ambientato in Italia, cosa non semplice e coraggiosa, ma al tempo stesso furba, perchè quelli che noi guardiamo sono dei normali ragazzi che potrebbero essere nostri amici. Tralasciando gli eccessi a cui assistiamo, ci riconosciamo un po' in loro per i modi di dire, di fare, per gli argomenti di cui parlano e in generale le atmosfere, ben ricreate.
E' una storia d'amore molto travagliata, dove ciò che viene alla luce è principalmente il disagio di questi giovani che sono al punto cruciale della loro vita, al momento in cui devono scegliere cosa fare nel futuro ma soprattutto chi essere. Il tema dell'omosessualità (ormai onnipresente in questi film) è tra quelli più indagati, ma sebbene si trattino diversi temi, il film non ha una sua morale ben chiara, limitandosi a porre lo sguardo sui ragazzi e sulle loro contraddizioni.
Ivan è tra quelli più tribolati, viene dal carcere e sembra non aver rispetto per nessuno, se non per una cantate che cerca disperatamente. E' attratto sia dagli uomini che dalle donne, fa spesso il doppio gioco per ottenere ciò che vuole, anche se scopriamo ovviamente che dentro di lui c'è altro. C'è il dolore dovuto all'abbandono della madre, la rabbia nei confronti dei testimoni di Geova responsabili della cosa, i sensi di colpa per aver fatto del male al padre.
Mi è sembrato però che mancasse qualche passaggio fondamentale nel finale, o forse me lo sono perso io: quando Ivan scopre che non ci sarà nessuna Mariah a Roma, la prima cosa che fa è chiamare a casa dove gli comunicano la risonanza infausta del padre. Capisco che una notizia del genere possa essere traumatica, ma ciò giustifica il suicidio? In fondo il padre è stato sulla carrozzina per due anni e per tutto il film Ivan non ha mostrato forti segni di depressione. Quindi che centri anche la cantante? Sarebbe strano, anche perchè non ci viene mai spiegato il motivo dell'ossessione verso di lei. Insomma, non dico che la cosa sia inverosimile, perchè le motivazioni ci sono, ma l'ho trovata una conclusione un po' troppo forzata, come se si volesse arrivare a tutti i costi verso quel finale amaro.
Tra gli altri personaggi, spiccano Sara e Federico, che ho trovati anche più riusciti, forse perchè il loro carattere è descritto in maniera più equilibrata, si percepisce bene il loro disagio interiore e il loro modo di porsi agli altri.
Ho trovato un po' particolare e irreale il personaggio di Monica. Una madre che è costretta ad abbandonare la famiglia (perchè, poi? Il padre non poteva semplicemente uscire dalla setta, che poi infatti odia?) e poi torna qualche anno dopo per guardare il figlio da lontano. Mi ha ricordato la mamma di Mila in Mila e Shiro :P Ma scherzi a parte, forse avrebbe meritato di essere un po' approfondita, perchè comparendo solo poche volte, di lei e dell'intera situazione si ha una visione poco verosimile.

Della Archibugi ho visto solo Il grande cocomero, piccolo film che adoro. A leggere la sua filmografia noto che ha all'attivo anche altri film che trattano di adolescenti, quindi direi scelta azzeccata. Tra l'altro la mano del regista è molto presente nella sceneggiatura dove i movimenti di macchina sono spesso presenti (mai troppo invadenti, tranne che nelle prime pagine).
Il cast, immagino non sia stato facile comporlo. Non conoscevo questi giovani attori ma devo dire che sono stati tutti molto bravi. L'unico che conoscevo è Antinori, che apprezzo moltissimo, ma che ha avuto il ruolo di macchietta gay. :(
Le musiche, tassativamente strumentali, fanno a pieno il loro dovere.
La locandina è bella, ma al significato non ci si arriva se non si legge la spiegazione citata da mastruccio. Spiegazione tra l'altro un po' contorta, dato che lui dice "Qui l’immagine di Mike Bailey indica che a muovere i fili della storia è il ‘peccato’", quando veramente nella foto una mano fa muovere la mela, cioè il contrario, ma vabè, non stiamo a sindacare più di tanto.
Il sito è molto bello, non contiene particolarità, ma se non altro è ben strutturato e organizzato, cosa che apprezzo sempre.

Voto: 77 (8 al sondaggio)

siamo davanti a quello che è il miglior film del festival, tra quelli che ho letto fin'ora. Mastruccio ci mostra un gruppo di ragazzi alle prese con la paura di crescere e di identificarsi, con le loro contraddizioni inteoriori e il bisogno di essere amati. L'affresco che ne viene fuori è un dramma commovente che tiene incollati allo schermo. La sceneggiatura, per quanto buona, non riesce però ad amalgamare tutti gli ingredienti in maniera equlibrata, lasciando qualche piccola lacuna nelle caratterizzazioni dei personaggi e nella struttura della storia (in particolare Ivan e Monica) che impediscono al film di raggiungere la perfezione. In ogni caso un altro bel film per la Dreaming Studios, probabilmente il suo migliore.
 
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mastruccio
view post Posted on 23/9/2013, 09:31




Grazie anche ad Andrew per la bella recensione. Rispondo ai suoi dubbi.

CITAZIONE (Andrew. @ 22/9/2013, 15:49) 
Recensione della Chimera.
Mi è sembrato però che mancasse qualche passaggio fondamentale nel finale, o forse me lo sono perso io: quando Ivan scopre che non ci sarà nessuna Mariah a Roma, la prima cosa che fa è chiamare a casa dove gli comunicano la risonanza infausta del padre. Capisco che una notizia del genere possa essere traumatica, ma ciò giustifica il suicidio? In fondo il padre è stato sulla carrozzina per due anni e per tutto il film Ivan non ha mostrato forti segni di depressione. Quindi che centri anche la cantante? Sarebbe strano, anche perchè non ci viene mai spiegato il motivo dell'ossessione verso di lei. Insomma, non dico che la cosa sia inverosimile, perchè le motivazioni ci sono, ma l'ho trovata una conclusione un po' troppo forzata, come se si volesse arrivare a tutti i costi verso quel finale amaro.

Ivan, lo stesso Moreno, tutti insomma, sono stati sempre convinti che potesse esserci una possibilità di recupero per Moreno, quindi è abbastanza comprensibile che il ragazzo prenda la notizia con estremo dolore, sentendosi l'unico responsabile del gravissimo male che ha inflitto al padre (anche se cerca di giustificarsi dicendo "Non è stata colpa mia"). Un dolore del genere potrebbe causare in un ragazzo estremamente fragile e bisognoso di sicurezze quale è Ivan un dramma interiore talmente grande da decidere di togliersi la vita? Perchè l'abbiamo capito tutti che quell'atteggiamento da bullo è solo un'apparenza, vero?
Io, nel corso degli anni, ho conosciuto non uno, ma tre ragazzi che, in tempi diversi, hanno deciso di farla finita. Avevano 17, 20 e 21 anni, e il dramma è avvenuto, ogni volta, senza che ci fosse, agli occhi di tutti noi, anche chi gli era più vicino, il minimo sospetto che ci fosse un dolore, un minimo dramma interiore; niente faceva presupporre che un'idea del genere potesse entare nella loro testa. Eppure, è successo, al'improvviso. Per uno di questi ragazzi, per la verità, sapevamo che soffriva per una certa confusione di identità sessuale, che si portava appresso dall'adolescenza (aveva 21 anni). A lui, a Giuseppe, ho dedicato, il mio film, senza dichiararlo nei credits, dopo tanti anni da quel dolorosissimo fatto. E' evidente che Ivan viva anche un disaggio simile, perchè prova attrazione per Federico, capisce che probabilmente è gay, anche se ovviamente fatica ad ammetterlo, tanto che vuole fare la prova sulla sua mascolinità usando Sara praticamente come un oggetto. La ragazza, che è invece molto più forte di lui, riesce a metabolizzare il suo essere stata usata ed umiliata davanti a tutti e reagisce positivamente. Capisco che può sembrare una conclusione forzata, ma la mia esperienza mi dice che non lo è. Anche per molto meno, dipende dalla psiche e dalle singole situazioni, avvengono realmente queste tragedie.
CITAZIONE
Ho trovato un po' particolare e irreale il personaggio di Monica. Una madre che è costretta ad abbandonare la famiglia (perchè, poi? Il padre non poteva semplicemente uscire dalla setta, che poi infatti odia?) e poi torna qualche anno dopo per guardare il figlio da lontano.

Quando Federico, giustamente, si meraviglia del fatto che Monica abbia aspettato tutto quel tempo per tornare a Roccafluvione e andare a trovare suo figlio, lei dichiara " Finché Moreno era nella Cooperativa e nel Movimento non mi avrebbero mai accettata. E il suo allontanamento è avvenuto solo due anni fa, dopo l'incidente". Consideriamo che il paese è veramente piccolo, ci si conosce tutti e quindi, obbiettivamente, le difficoltà di Monica possono essere in qualche modo giustificate. Moreno probabilmente lavorava nella Cooperativa, o ne aveva comunque un guadagno. Quando torna, subito dopo l'incidente, Ivan non la riconosce, ovviamente, e dopo poche ore viene rinchiuso in carcere.
Non mi sono, comunque, preoccupato di approfondire maggiormente la cosa, perchè ho deciso di concertare il film sul rapporto fra i tre ragazzi.
 
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Andrew.
view post Posted on 23/9/2013, 13:09




Ah, volevo anche quotare Hermetico e magari ricevere una risposta da mastruccio riguardo la scena dell'umiliazione di Sara con l'urina. Prima costruisci un'intera recensione su quanto il film di Hermes ti abbia dato fastidio per le scene di maltrattamenti e poi inserisci nel tuo una delle cose che secondo me è più umiliante in assoluto per un essere umano. E a quanto ho capito da quanto avevi scritto, poco importano le motivazioni e le varie giustificazioni, ma il gesto in sè. Insomma, ci ho visto un po' di contraddizione :)
 
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Clint1994
view post Posted on 23/9/2013, 14:03




IVAN IL TERRIBILE by Clint94

Ho aspettato qualche giorno per scrivere la recensione di "Ivan il Terribile", poiché si tratta di un film estremamente lungo e complesso, su cui è necessario fermarsi a riflettere prima di poter esprimere un giudizio ben definito. Innanzitutto, volevo cominciare dicendo che ho notato diversi punti in comune con "Stria", che portai al festival di Roma l'anno scorso: a parte il soggetto, che è abbastanza simile (un trio di adolescenti con una figura centrale - Chiara nel mio film, Ivan nella pellicola di Mastruccio - intorno a cui si scatenano le gelosie degli altri due), mi sono accorto che nel cast sono presenti Jacopo Olmo Antinori (che era uno dei protagonisti del mio film, mentre qui è un personaggio secondario) e Maurizio Donadoni, che fa il poliziotto come nel mio film, e che il brano musicale utilizzato alla fine ("The Promise" di Secret Garden) è lo stesso che io avevo utilizzato nella scena iniziale di "Stria"; inoltre entrambi i film si concludono con la morte di uno dei tre protagonisti. La storia poi è ovviamente molto diversa, ma, considerando le somiglianze della trama, mi chiedevo se la scelta di Donadoni in un ruolo identico a quello del mio film e la scelta dello stesso brano musicale fossero delle citazioni o semplici coincidenze.
Comunque, al di là di queste curiosità, "Ivan il Terribile" è un'opera molto articolata e indubbiamente riuscita, che ha il proprio punto di forza nella caratterizzazione dei protagonisti. Ivan, Sara e Federico sono tre personaggi vivi, complessi e sfaccettati, e rappresentano la vera anima del film: "Ivan il Terribile" è uno di quei casi in cui davvero la storia deriva dai personaggi, e non viceversa. Ivan è il classico disadattato violento e prepotente, che non riesce a instaurare sani legami d'affetto con gli altri a causa del proprio carattere, dovuto a un passato difficile (l'abbandono da parte della madre, l'aggressione ai danni del padre e il senso di colpa che ne deriva), che l'ha costretto a costruirsi questa facciata; in realtà è alla disperata ricerca di affetto e cerca di trovarlo in Sara e Federico. La sua ossessione per Mariah Carey tra l'altro mi ha fatto pensare a un mio ex compagno di classe, un ragazzo un po' razzista, un po' bullo, che però va pazzo per Laura Pausini :P . Federico e Sara non hanno un passato burrascoso come Ivan, ma anche loro devono superare grosse difficoltà: Federico è un ragazzo ricco e viziato, che sta scoprendo la propria omosessualità e vive in una sorta di bolla di sapone, senza farsi toccare dal mondo esterno; Sara vive solo con la madre, ma è bruttina, emarginata, derisa dagli altri, anche se può contare su una grandissima forza di carattere. Il rapporto di odio e attrazione, osilità e affetto, che lega Federico e Sara a Ivan, è estremamente efficace e interessante. Il bisogno di amore di Ivan lo spinge a "giocare" con gli altri due, senza tener troppo conto dei loro sentimenti, fino a scoprire che prova maggiore attrazione pr Federico che per Sara. D'altro canto, per vendicarsi del comportamento prepotente di Ivan, Sara e gli altri gli hanno organizzato un brutto scherzo, facendogli credere che la sua idola Mariah Carey sia a Roma. Con questa scusa, il gruppetto parte per un viaggio verso Roma che per Sara e Federico dovrebbe rappresentare una sorta di apice del loro rapporto con Ivan, ma che si trasforma ben presto in tragedia. La scoperta della verità sullo scherzo, su se stesso e la propria probabile omosessualità e sulla definitiva disabilità del padre, porta Ivan al suicidio. Sara e Federico dichiarano di non voler aver nulla a che fare l'uno con l'altro, ma il sorriso che si rivolgono alla fine lascia intendere che nonostante la precedente "rivalità", tra i due potrebbe nascere un bel legame. "Ivan il Terribile" è dunque un film di personaggi più che di trama, ed è una cosa assolutamente positiva, perché ogni avvenimento deriva dalla personalità dei ragazzi e dal complesso rapporto che li lega. Lo script vanta la solita cura di Mastruccio ed è tecnicamente impeccabile, anche se questa volta ho trovato più di un errore grammaticale (soprattutto all'inizio ci sono diversi "sì" senza accento). I dialoghi sono ben fatti e cercano di rendere al meglio il linguaggio giovanile, anche se ogni tanto qualche espressione mi ha lasciato un po' perplesso ("per mille zombie!"); complessivamente comunque sono molto buoni. Per quanto riguarda la storia in sé, scorre piuttosto bene anche se la lunghezza si fa sentire e soprattutto verso la fine si poteva tagliare qualcosa in più: dopo la morte di Ivan, le scene successive dedicate ai familiari non sono poi molto interessanti, considerando che ciò che interessa allo spettatore sono solo i tre protagonisti; per lo stesso motivo potevano essere tagliati completamente alcuni personaggi secondari (gli amici di danza di Federico compaiono anche troppo spesso, la relazione tra la madre di Sara e Carlo è del tutto inutile ai fini della storia). Ci sono poi alcune situazioni un po' eccessive che ho trovato talvolta forzate: per esempio l'umiliazione che subisce Sara da parte di Ivan (dopo una cosa del genere, mi chiedo come Sara abbia potuto anche solo rivolgere la parola a Ivan, figuriamoci innamorarsi di lui), o certi passaggi in cui Sara parla da sola, o la scena in macchina, quando Ivan scopre la verità su Mariah Carey e comincia a urlare e a dare pugni agli altri senza che Monica intervenga (se un adulto vede un ragazzo, che tra l'altro è anche suo figlio, picchiare i suoi amici, non può non intervenire). La sottotrama su Monica in particolare non mi è piaciuta molto: il colpo di scena sulla sua vera identità mi è sembrato una di quelle cose da soap opera, poco realistico; insomma, possibile che madre e figlio vivano vicini e si vedano così spesso, ma il figlio non la riconosca? Va bene che era tanto cambiata, ma insomma, la mamma è sempre la mamma. Mi è sembrato un colpo di scena un po' forzato e non necessario; la storia funzionava benissimo anche senza quella scoperta.
Comunque, al di là di queste considerazioni, "Ivan il Terribile" è un ottimo film, ricco di personaggi sfaccettati e pieno di spunti di riflessione.
Il cast è stato ben scelto, specialmente i giovani: Pacitto, Russo e la Gargano sono bravissimi nell'interpretare i loro personaggi. L'unico un po' sprecato è Michele Riondino, che nella realtà sta interpretando molti film da protagonista, mentre qui è un personaggio molto secondario.
Le musiche sono belle e adatte alle scene (bella la scena in cui Sara canta "Sara" di Venditti), però sono molto poche.
Ottima la scelta di Francesca Archibugi alla regia: ha già dimostrato nella realtà particolare interesse per il mondo degli adolescenti, ed è quindi è perfetta per una storia come questa.
La locandina non mi piace molto, mi sembra poco cinematografica, mentre il sito contiene i contenuti standard.
In conclusione, "Ivan il Terribile" è sicuramente uno dei film più interessanti di questo festival, una pellicola intelligente, profonda e molto curata, che si mantiene sui livelli alti delle precedenti opere di Mastruccio. Confesso che sono ancora molto indeciso sul voto da assegnare e può darsi che lo cambierò.

VOTO: 77
 
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mastruccio
view post Posted on 23/9/2013, 14:15




CITAZIONE (Andrew. @ 23/9/2013, 14:09) 
Ah, volevo anche quotare Hermetico e magari ricevere una risposta da mastruccio riguardo la scena dell'umiliazione di Sara con l'urina. Prima costruisci un'intera recensione su quanto il film di Hermes ti abbia dato fastidio per le scene di maltrattamenti e poi inserisci nel tuo una delle cose che secondo me è più umiliante in assoluto per un essere umano. E a quanto ho capito da quanto avevi scritto, poco importano le motivazioni e le varie giustificazioni, ma il gesto in sè. Insomma, ci ho visto un po' di contraddizione :)

Quel bambino maltrattato ha giusto l'età di mio figlio, e il pugno allo stomaco (così l'ho chiamato nella mia recensione) è stato fortissimo. Non ho scritto che quelle scene sono ingiustificate, non corrette, sbagliate, che non andavano messe. Se hai capito così, bè, hai capito male. Ho scritto che, secondo me, è stato mal dosato il carico di "bombe emozionali" lungo tutto il film. Ci sta che il mio sentimento di padre abbia, purtroppo per me, condizionato la visione del resto del film, ma se l'obbiettivo di Hermetico era quello di delineare un quadro familiare disastrato, con il piccolo Todd vittima incolpevole della violenza di una madre inadatta e la debolazza di un padre a sua volta vittima quando era piccolo, lo stesso effetto lo avrebbe identicamente avuto senza calcare troppo la mano (e ci ha anche rivelato che nel libro l'autore ci va anche più pesante), e lasciando così più deflagranti ed emozionanti le "bombe" riservate a Clive e Jim nella parte finale del film. Così, invece, io e qualche altro padre di bimbo piccolo che vedrà il film (anche le madri, eh!) purtroppo potrebbero non recepire il film come Hermetico avrebbe voluto. In fondo, Todd è un elemento della storia, non è il protagonista e non è il fulcro della storia.
In "Ivan il terribile", invece, Sara è componente principale, centro attorno a cui ruota tutto un pezzo di film, uno dei tre assi portanti, assieme ad Ivan e Federico di tutta la storia narrata. Era quindi necessario mostrare per intero e senza filtri proprio tutto il dolore e l'umiliazione che Sara vive e prova sulla propria pelle, e che le provoca il desiderio di fargliela pagare.
Inoltre, il gesto in sè, quella "pisciata in faccia" è distintivo dell'essere di Ivan, ed è servito per dare un segno inequivocabile alla descrizione del suo carattere. Come si può spiegare un carattere in poche parole invece di 40 righe.
 
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mastruccio
view post Posted on 23/9/2013, 14:49




Grazie anche a Clint.

CITAZIONE (Clint1994 @ 23/9/2013, 15:03) 
IVAN IL TERRIBILE by Clint94
Innanzitutto, volevo cominciare dicendo che ho notato diversi punti in comune con "Stria", che portai al festival di Roma l'anno scorso: a parte il soggetto, che è abbastanza simile (un trio di adolescenti con una figura centrale - Chiara nel mio film, Ivan nella pellicola di Mastruccio - intorno a cui si scatenano le gelosie degli altri due), mi sono accorto che nel cast sono presenti Jacopo Olmo Antinori (che era uno dei protagonisti del mio film, mentre qui è un personaggio secondario) e Maurizio Donadoni, che fa il poliziotto come nel mio film, e che il brano musicale utilizzato alla fine ("The Promise" di Secret Garden) è lo stesso che io avevo utilizzato nella scena iniziale di "Stria";

Confesso che il brano musicale che ascoltai nel tuo film l'ho trovai molto bello, e lo conservai in hard disk per utilizzi futuri. In quanto all'utilizzo di Antinori e Donadoni, sono delle coincidenze. Ricordavo Antinori, ma di Donadoni me ne ero dimenticato. Le altre assonanze sono singolari, ma si fermano lì, tutto il film è completamente diverso. Ma comunque, si, mettiamo che è una citazione al tuo bel film. ;)
CITAZIONE
I dialoghi sono ben fatti e cercano di rendere al meglio il linguaggio giovanile, anche se ogni tanto qualche espressione mi ha lasciato un po' perplesso ("per mille zombie!"); complessivamente comunque sono molto buoni. Per quanto riguarda la storia in sé, scorre piuttosto bene anche se la lunghezza si fa sentire e soprattutto verso la fine si poteva tagliare qualcosa in più: dopo la morte di Ivan, le scene successive dedicate ai familiari non sono poi molto interessanti, considerando che ciò che interessa allo spettatore sono solo i tre protagonisti; per lo stesso motivo potevano essere tagliati completamente alcuni personaggi secondari (gli amici di danza di Federico compaiono anche troppo spesso, la relazione tra la madre di Sara e Carlo è del tutto inutile ai fini della storia).

"Per mille zombie" è detto da Anna. Immagino sia una citazione da un qualche roba televisiva, visto che Anna è una teledipendente, e parla citando ripetutamente cose ascoltate in tv. Io che sono ignorante in materia non saprei dire, ma magari qualcuno più "ggiovane" di me, potrà illuminarci.
Le scene successive alla morte di Ivan sono, rispetto al romanzo, molto ridotte, ma le ritengo necessarie, altrimenti il film lascerebbe molte lacune in merito a ciò che succede a Roccafluvione, alla reazione di Moreno, dei mondo dei genitori, che sono in secondo piano (quindi anche la storia di Sara e Carlo, che serve per mostrare l'ipocrisia di quel "pastore" dei Testimoni di Geova), ma che un minimo andavano visti alla fine.
Gli amici di danza di Federico sono anche compagni di scuola, e li ho lasciati, anche loro molto ridotti rispetto al romanzo, per disegnare un immagine, chiaramente molto approssimativo, del mondo dell'adolescenza in un paese della provincia italiana; la cornice, insomma, entro la quale si muovono i personaggi principali della storia. Se omettevo anche quelli, come la disegnavo questa cornice?
CITAZIONE
Ci sono poi alcune situazioni un po' eccessive che ho trovato talvolta forzate: per esempio l'umiliazione che subisce Sara da parte di Ivan (dopo una cosa del genere, mi chiedo come Sara abbia potuto anche solo rivolgere la parola a Ivan, figuriamoci innamorarsi di lui), o certi passaggi in cui Sara parla da sola, o la scena in macchina, quando Ivan scopre la verità su Mariah Carey e comincia a urlare e a dare pugni agli altri senza che Monica intervenga (se un adulto vede un ragazzo, che tra l'altro è anche suo figlio, picchiare i suoi amici, non può non intervenire). La sottotrama su Monica in particolare non mi è piaciuta molto: il colpo di scena sulla sua vera identità mi è sembrato una di quelle cose da soap opera, poco realistico; insomma, possibile che madre e figlio vivano vicini e si vedano così spesso, ma il figlio non la riconosca? Va bene che era tanto cambiata, ma insomma, la mamma è sempre la mamma. Mi è sembrato un colpo di scena un po' forzato e non necessario; la storia funzionava benissimo anche senza quella scoperta.

La risposta è nella risposta che ho dato ad Andrew, e che ho scritto mentre tu scrivevi la tua rece. Guarda le coincidenze! :)
CITAZIONE
L'unico un po' sprecato è Michele Riondino, che nella realtà sta interpretando molti film da protagonista, mentre qui è un personaggio molto secondario.

E' vero, è un po' sprecato. E' molto bravo, e lo stimo a tal punto che l'ho ingaggiato per "Totò". interpreterà Ninetto Davoli.
CITAZIONE
Confesso che sono ancora molto indeciso sul voto da assegnare e può darsi che lo cambierò.

Oddio! Spero che sia al rialzo!
 
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view post Posted on 23/9/2013, 15:12

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Soggetto e sceneggiatura: ancora una volta, mi manca la lettura del romanzo. Decisamente, dovrei cominciare a orientare le mie letture su quello che passa su CK, almeno saprei di cosa sto parlando. Comunque, almeno il film si può giudicarlo, e dei tre film del Festival che ho letto finora, è decisamente il migliore. Mastruccio è quel tipo di scrittore/sceneggiatore che produce poco, ma quando lo fa fa sempre qualcosa degno di considerazione. Stavolta, ci si immerge in un degradato mondo italiano provinciale, a seguire la crescita turbolenta e travagliata di quattro adolescenti (sarebbero tre, ma Anna è in scena così tanto che la comprendo nel gruppo), alle prese con i primi turbamenti emotivi (di entrambe le sessualità) e con i rapporti a loro interni, pesantemente condizionati e travagliati da un mondo adulto incredibilmente insensibile e grottesco. Crudo e crudele, ma a suo modo rigenerante: dopo una prima impressione di pugno nello stomaco, si scopre che può anche essere bello vedere una volta tanto gente non perfettina come è la norma di oggi nello spettacolo italiano. E la descrizione dei protagonisti, il loro interagire, è credibile e non lascia un attimo di respiro, ti fa veramente desiderare di vedere come va a finire, e ti lascia alla fine con uno strano senso di amarezza (per la sorte di Ivan) e al tempo stesso di sollievo (perché Sara e Federico comunque non si abbattono, e decidono di andare avanti, se non più felici, almeno più adulti). Quindi, quando dico che il problema del film è invece la descrizione degli adulti, non bisogna prenderla come una critica troppo severa: è però certo che una maggiore attenzione ai personaggi dei grandi non avrebbe nuociuto, anzi in certi punti sarebbe anche potuta risultare adeguata. Il personaggio di Monica, ad esempio, alla fin fine non sta a dire quasi nulla, così come la presenza dei Testimoni di Geova: per il ruolo che hanno nel film, andava bene anche la solita bigotteria cristiana di tradizione (forse).

Regia: Francesca Archibugi. Ok, non ho visto nulla di lei, cosa che posso dire per il 90 % del cinema italiano. Ma da quello che so, mi pare adeguata.

Cast: invidia per Mastruccio, che ha una così profonda conoscenza e attenzione per la "giovine Italia", probabilmente grazie al fatto che lui, al contrario di molti altri (di noi ma non solo), non ha tagliato del tutto i ponti con l'odiosamata Rai e le sue fiction (complimenti, peraltro: bella resistenza). Bravissimo Brando Pacitto nel disegnare il personaggio non facile di Ivan, ma ancora più brava Ludovica Gargari. Tutti e due si pongono subito in pole position per il Colosseo d'Oro. Più defilati gli altri.

Musica: in realtà, i film di Mas sarebbero film senza musica, visto che l'unica che si sente è quella usata in scena. Quella che viene usata qui è adeguata.

Sito: bello, mi piace la grafica.

Voto: 78/100 (8 al sondaggio). Un dramma adolescenziale di tutto rispetto, forte, crudo e controcorrente rispetto a tanto cinema italiano di oggi. Mi piace.
 
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Andrew.
view post Posted on 23/9/2013, 15:31




CITAZIONE
Decisamente, dovrei cominciare a orientare le mie letture su quello che passa su CK, almeno saprei di cosa sto parlando.

:wacko: Tu per giudicare un film hai bisogno di leggerne il libro?
Anzi, non c'è niente di meglio che partire senza avere idea di ciò che si guarderà, almeno ti godi tutto quanto, compresi gli eventuali colpi di scena.
 
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view post Posted on 23/9/2013, 15:40

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CITAZIONE (Andrew. @ 23/9/2013, 16:31) 
CITAZIONE
Decisamente, dovrei cominciare a orientare le mie letture su quello che passa su CK, almeno saprei di cosa sto parlando.

:wacko: Tu per giudicare un film hai bisogno di leggerne il libro?
Anzi, non c'è niente di meglio che partire senza avere idea di ciò che si guarderà, almeno ti godi tutto quanto, compresi gli eventuali colpi di scena.

No, non ne ho bisogno, ma se sono in grado di apprezzare le differenze la recensione ne risulta migliorata... almeno in teoria.
 
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Andrew.
view post Posted on 23/9/2013, 15:44




CITAZIONE (Francis Delane @ 23/9/2013, 16:40) 
CITAZIONE (Andrew. @ 23/9/2013, 16:31) 
:wacko: Tu per giudicare un film hai bisogno di leggerne il libro?
Anzi, non c'è niente di meglio che partire senza avere idea di ciò che si guarderà, almeno ti godi tutto quanto, compresi gli eventuali colpi di scena.

No, non ne ho bisogno, ma se sono in grado di apprezzare le differenze la recensione ne risulta migliorata... almeno in teoria.

Più che migliorata, risulta influenzata dalla lettura del libro, dall'idea che ti sei fatto in anticipo del film che andrai a guardare, quindi un po' falsata (in positivo o negativo). Almeno secondo me...
 
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91 replies since 16/9/2013, 23:48   2241 views
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