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Ivan il terribile (Festival di Roma 2013)
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Ivan il terribile (Festival di Roma 2013), Dreaming Studios

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SaschaGranato
view post Posted on 17/9/2013, 19:47 by: SaschaGranato




Recensione della Granato Production

I primi minuti di Ivan il Terribile mi hanno lasciato a bocca aperta e completamente basito, il che non rappresenta certo un complimento. Il primo pensiero è stato: “Ho sbagliato certamente film!”. Non so cosa diavolo avesse elaborato la mia testa durante questi mesi, ma ho sempre vissuto nella convinzione che Mastruccio stesse realizzando un biopic su Ivan IV di Russia, focalizzandosi per l’appunto sulla sua drammatica infanzia. Stupido io ad essermi basato solo su questa idea, priva di alcuna fondamenta, senza cercare ulteriori informazioni che avrebbero chiarito la vera natura del film. Avrei anche potuto tacere su questo fatto e far finta di nulla. Mi sarei risparmiato una bella gaffe, ma ho provato un senso di vergogna tale da non poter esimermi dal raccontarla. In quel preciso momento ho visto il mio volto assumere le sembianze di un somaro ragliante, esattamente come succede nei cartoni animati. Dalla rabbia ho spento il pc, punto!

Ho impiegato un’intera giornata per superare gli effetti di questa terribile figuraccia, recuperando l’interesse per la visione. La consapevolezza che si trattasse di un’opera prodotta da Mastruccio ha giocato un ruolo fondamentale, quindi mi sono subito buttato sulla lettura con un atteggiamento molto positivo.

Ivan il Terribile, per la regia di Francesca Archibugi, narra le vicende di un giovane ragazzo che ha vissuto la drammatica esperienza del carcere. Terminato il periodo di detenzione torna a vivere insieme al padre, il quale gestisce un piccolo maneggio per cavalli. In questa piccola realtà conosceremo altri tre importantissimi personaggi; Sara, Anna e Federico. Le loro vite s’intrecciano dando vita a situazioni bizzarre e problematiche. Ivan funge da fulcro attorno al quale ruotano le loro vite. Egli, tuttavia, non rappresenta un punto di riferimento, ma un motivo di forte disagio, a causa del suo comportamento violento e controverso.

La Dreaming Studio imbocca un nuovo filone cinematografico immergendosi nelle atmosfere intime del cinema italiano. Amnesia e La variante di Luneburg sono un lontano ricordo, così come il più recente Super Max. Con Ivan il Terribile, Mastruccio, mette un punto a chiusura allo sfarzo registico e fotografico che tanto hanno caratterizzato il suo cinema, proponendo un’opera più asciutta ed immediata. Un film focalizzato completamente sulla recitazione. Il risultato è un prodotto realistico, a tratti molto ironico e a tratti profondamente drammatico.

La storia snocciola moltissime questioni e il materiale su cui riflettere è davvero tanto. Il tema dell’omosessualità legato alle problematiche adolescenziali, il tema riguardo la riabilitazione al termine di un periodo di detenzione, del tutto assenteista e quindi causa dell’inefficacia della pena stessa. E ultimo, ma non per ordine d’importanza, il tema legato alla religione, attraverso i testimoni di Geova.

Prima di esprimere qualsiasi giudizio, ci tengo a rammentare che l’opera diretta da Archibugi è ispirata ad un romanzo che non ho mai letto. Ma su ammissione dello stesso produttore, il libro, pare contenga contenuti e soluzioni narrative un poco stravaganti.

Non so qual è che sia l’opinione dell’autore riguardo i testimoni di Geova, ma il ritratto dipinge un quadro assai negativo. La domanda che mi pongo è se questo ritratto è stato dipinto con cognizione di causa o se rappresenti una sparata indelicata nei confronti di questo gruppo religioso. In ogni caso il risultato non cambia. Ivan il Terribile offre una visione pessimistica e profondamente minatoria, senza offrire altri punti di vista. Si parla di allontanamento (Disassociazione) dei fratelli peccatori, senza però raccontare la vera natura di questa punizione, che non rappresenta un allontanamento definitivo; Chi viene disassociato è libero di frequentare la sala del regno e partecipare alle adunanze, senza poter colloquiale con nessun fratello a meno che si tratti di un anziano. Dunque è abbastanza surreale come spiegazione l’allontanamento del padre di Ivan dopo l’incarcerazione del figlio. Così come sono surreali le conseguenze che ne derivano.

Non voglio sembrare l’avvocato del diavolo, ma il fatto è che non amo gli assolutismi e quando un film impone un pensiero in modo così deciso è come se sentissi sfregare le unghie su una lavagna.

Da un punto di vista tecnico, Mastruccio conferma le sue doti narrative elaborando un script piuttosto lungo ed articolato, ma con un ottimo senso del ritmo. Il trattamento dei personaggi è reso in maniera impeccabile in virtù di dialoghi frizzanti, e un’ottima evoluzione emotiva che spinge ogni personaggio su un altro livello. L’interpretazione dell’attore protagonista, Ivan, è straordinaria, cosi come la piccola attrice che interpreta il ruolo di Sara.

Le musiche sono pressoché assenti; pochi brani che accompagno i momenti più significativi, ottenendo un risultato efficace.

Ho apprezzato molto la locandina, fedele alla copertina del romanzo, così come ho apprezzato il sito del film; semplice ed elegante, con un interessante pagina dedicata alle curiosità.

Voto 73/100
Sondaggio 7

Mastruccio propone un’opera molto complessa e non semplice da apprezzare. Ivan il Terribile è un film che va letto attentamente, a piccole dosi se serve, così da poter comprendere a fondo i tanti quesiti e le tante tematiche trattate. Sono certo che vanterà un numero considerevole di riconoscimenti, anche per i prossimi CK Awards.
 
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