2001: Odissea nello spazioTitolo originale: 2001: A Space Odyssey
Nazione: Gran Bretagna/Usa
Anno: 1968
Genere: Fantascienza
Durata: 145'
Regia: Stanley Kubrick
Sito ufficiale:
www.35mm.it/2001Cast: Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Douglas Rain.
Produzione: Stanley Kubrick
Distribuzione:
Data d'uscita: 11 Dicembre 1968 (cinema)
07 Marzo 2001 (cinema)
Trama:
Un gigantesco monolite, individuato sulla superficie lunare, trasmette dei messaggi radio in direzione del pianeta Giove. Per seguire il fascio di onde elettromagnetiche viene organizzate una spedizione che ben presto però si trova in balia del computer che governa l'astronave. La lotta avrà un solo vincitore.
Incredibile ma vero mancava un post per questo film (a meno che non mi sia sfuggito ma ho cercato a fondo e non ho trovato nulla).
Quando lo vidi la prima volta non mi entusiasmò, poi col tempo e con la maturità continuo a non capirne fino in fondo il significato ma fa niente, è bellissimo lo stesso.
Su cinefilos.it ho anche trovato questa interessantissima recensione:
"Analisi: “Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film, io ho tentato di rappresentare un’esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell’inconscio”. Kubrick rispose così a quanti tentarono, dopo aver assistito alla proiezione di 2001: Odissea nello Spazio, di articolarne una lettura composita e sistematica. Frutto della rielaborazione dei racconti ‘La Sentinella’ (1948), ‘Encounter in the Dawn’ (1950) e ‘Guardian Angel’ (1950), dell’autore britannico Arthur C. Clarke, 2001: Odissea nello Spazio è sicuramente un’opera ambiziosa. Considerato oggi uno dei capolavori della cinematografia, in occasione della ‘prima’ fu boicottato da critici e produttori, i quali abbandonarono anticipatamente la sala in segno di disappunto.
L’episodio, pur amareggiando fortemente il regista, non segnò comunque il fallimento della pellicola. Confermò invece l’imperscrutabile potenza della stessa, a tal punto singolare anche per gli addetti ai lavori, da condizionarne negativamente la visione. Impossibilitati a riconoscervi l’intensa ispirazione e l’ingegnosa intuizione del visionario regista, si limitarono a stigmatizzare le difformità di un film che, pur presentandosi come ‘fantascientifico’, andava ben oltre le convenzioni del genere.
Lontano dall’intento di comporre un quadro narrativo coerente dal punto di vista logico-temporale, Kubrick colloca l’Immagine a fondamento del suo film. Questa, sapientemente vivificata, si fa disegno, intreccio, trama ed infine ponderato e corroborato raccordo tra l’Uomo, il Tempo e lo Spazio. L’Uomo, guidato nel compimento di un viaggio in cui principio e fine convergono, si qualifica come tale in rapporto alla ‘macchina’. Hal 9000, epurato dai classici stilemi, rappresenta un’intelligenza artificiale ‘eletta’, in grado di rapportarsi con l’Uomo ed a lui equiparata nell’accentuata predisposizione alla contraddizione così come nella tendenza, quasi naturale, a ricercare, nel momento del trapasso-disattivazione, il riparo dell’infanzia.
Il ritorno alle origini, all’incontaminato ed all’indeterminato, è per Kubrick testimonianza di un risveglio ed allo stesso tempo, impagabile esperienza di conoscenza. Nella trascendenza di un contatto che ricorda quello con la ‘Legge’ ne ‘Il Processo’ di Kafka, l’Uomo si avvicina all’Assoluto e quindi ad una ‘verità prima’. Kubrick, suggerendo l’idea di dimensioni spazio-temporali valicabili, propone molteplici livelli di consapevolezza e variabili di condotta innumerevoli, valicando temerariamente i confini della logica.
Intensamente suggestivo e passato alla storia anche per la poderosa colonna sonora, tra cui ricordiamo il brano di Richard Strauss tratto da ‘Così parlò Zarathustra’, 2001: Odissea nello Spazio, è in grado di stimolare, come nessun altro film, l’umano desiderio dell’’incommensurabile’."