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Le intermittenze della morte
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Le intermittenze della morte, Arcadia Productions

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Andrew.
view post Posted on 24/6/2013, 17:56 by: Andrew.




Recensione della Chimera.

Anch'io come Clint sto avendo qualche difficoltà nello scrivere questa recensione, dato che è un film particolarissimo, lontano da quelli classici a cui siamo abituati. Ma da Arcadia me lo aspettavo, ultimamente è uno dei produttori che se ne frega completamente dei canoni classici e va avanti con le sue idee, cosa di cui dovrebbe andare fiero.
Potrei dire quindi che non riesco a decidere quanto mi sia piaciuto, oppure potrei semplicemente dire così: la prima parte non mi è piaciuta granchè, la seconda mi è piaciuta molto.
Il film infatti è diviso nettamente in due parti, di cui la prima sembra voglia essere una preparazione a quello che accade nella seconda. Assistiamo infatti ai vari scoinvolgimenti sociali che accadono nel paese a seguito dello sciopero della morte, tra cardinali, re e ministri, con in mezzo anche la mafia e i becchini, in un carosello di vicende molto frammentate che se da un lato cercano di portare avanti qualche discussione filosofica, dall'altro rendono la lettura poco attraente, forse addirittura noiosa in alcuni punti.
Nella seconda parte, con l'ingresso in campo della Morte, le cose prendono un'altra piega. Ci si concentra infatti su due soli personaggi e sul loro strano rapporto. La morte sembra ossessionata dal Violoncellista che non riesce a uccidere e non si sa il perchè. Nasce quindi un rapporto particolare, fatto di sguardi e discorsi taglienti che rendono i due personaggi molto affascinanti. Il finale poi, misterioso ed emblematico nel modo giusto, è la ciliegina sulla torta.

Riguardo la sola sceneggiatura, posso dire che si riconosce uno stile molto asciutto che sembra più improntato ai dialoghi piuttosto che alle descrizioni, molto fluido comunque da seguire, lo definirei vivace. E' anche vero che nella seconda parte non mi sarebbe dispiaciuto un approccio più calmo e diluito, così come avrei preferito un'impaginazione diversa, dato che i dialoghi tutti attaccati rendono la lettura meno agevole.

La regia di Polanski, credo sia azzeccata. A parte il fatto che sembra essere girato in un paese europeo, ci sono delle tematiche e un'atmosfera generale che si addicono al regista.
Sul cast spiccano ovviamente Keira Knightley e Christoph Waltz (quest'ultimo ormai suo pupillo) che sono stati bravissimi, mentre gli altri si ricorderanno a fatica, per ovvie ragioni.
Le musiche classiche si sposano bene con le atmosfere del film.


Voto: 70


Come ho detto all'inizio, è difficile giudicare un film che è diviso in due parti e le cui parti sono diversissime. "Tragicomico" (mi concedi il termine?) il primo tempo, drammatico e romantico il secondo. Eccessivamente frammentario il primo, molto equilibrato e riuscito il secondo.
Quindi cosa fare se non una media delle due parti, che ho trovato rispettivamente sufficente e molto buona?
A dare anche mezzo punto in più, è il fattore originalità, dato che una trama del genere è insolita (non a caso era uno dei più attesi del semestre, quindi una nomination a miglior soggetto non gliela toglie nessuno).
L'impressione generale, però è che sia autore che sceneggiatore fossero più interessati alla storia della morte e del violencellista, così come (immagino) qualsiasi spettatore. E quindi mi domando perchè non concentrare tutto il film su questo rapporto anzichè rilegarlo solo alla seconda metà?
Per concludere, buon film, di quelli che forse chiedono qualche giorno in più di tempo per essere assimilati e recensiti. In realtà io ho scritto una recensione a caldo, ma di sicuro tornerò a parlarne.


p.s. d'accordo con Emil sul discorso dei film surrealisti. Non sta scritto da nessuna parte come deve essere fatto un film, poi si valuta caso per caso se il film riesce a trasmettere qualcosa o no.
 
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