Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Le intermittenze della morte
Poll choicesVotesStatistics
74 [44.44%]
7,52 [22.22%]
81 [11.11%]
6,51 [11.11%]
51 [11.11%]
100 [0.00%]
9,50 [0.00%]
90 [0.00%]
8,50 [0.00%]
60 [0.00%]
5,50 [0.00%]
4,50 [0.00%]
40 [0.00%]
3,50 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
00 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 9)

Le intermittenze della morte, Arcadia Productions

« Older   Newer »
  Share  
Arcadia1983
view post Posted on 15/6/2013, 13:58




http://misterarcadia.altervista.org/morteindex.htm

buona lettura. come ho detto su FB, salvatevi lo script, così vi risulta più facile la lettura. grazie a tutti. nei prossimi giorni si comincia il recuperone :)
 
Top
Andrew.
view post Posted on 15/6/2013, 14:04





- Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?

Rispondo come risposi al momento della proposizione del film allo sviluppo: qualche tempo fa sentii parlare del romanzo di Saramago (ricordo con piacere quando lo vidi a Roma Tre con Vàzquez Montalbàn e Camilleri, nel marzo 2003) e incuriosì. Mi incuriosì anzitutto per la trama davvero molto originale e potente. Ero alla ricerca di un soggetto importante, qualcosa anche di difficile da realizzare (visto che ormai ne sto facendo, di riduzioni "difficili"), mi son ricordato del romanzo di Saramago, l'ho comprato, letto e quindi ecco qua.


- Parlaci delle scelte di cast e regia.

Anche qui, rispondo come allo sviluppo, per lo più. Alla regia ho preso Roman Polanski, secondo me perfetto: il registro del film oscilla tra il "leggero" e il "pesante", in un contesto fantastico (che è il genere in cui ho rubricato il film, mi sembra l'unico genere giusto). All'inizio avevo pensato a Sokurov, memore del finale di Faust, che sotto certi aspetti mi ha ricordato il finale del romanzo di Saramago. Ma poi forse il cast non era molto adatto per il regista russo, anche se probabilmente gli attori che ho scelto, se ne avessero la possibilità, col russo lavorerebbero pure gratis. Comunque, a proposito di cast, sono tutti attori europei: è una scelta che ho fatto per omaggiare Saramago, uno dei nomi più importanti della letteratura del nostro continente. La morte, come si sa, sarà interpretata da Keira (mi sono dilungato sui motivi della sua scelta, anche sugli obiettivi della sua scelta, quindi non procedo oltre), mentre il violoncellista che le dà del "filo da torcere" da Waltz, che forse come età non corrisponde, ma io come l'ho letto mi son figurato lui: è interessante notare che entrambi sono i protagonisti, ma sia la morte che il violoncellista escono verso la fine del romanzo... il resto del cast: Helen Mirren sarà la voce della falce, l'ho scelta dopo aver visto la sua presentazione dei nominati al miglior attore agli Oscar del 2008, poi ci sono dei grandi nomi come Trintignant, Christie, O'Toole, Schell, Cortese in ruoli piccoli ma significativi, giovani molto promettenti come Whishaw e Seydoux in ruoli piccoli ma significativi. Diciamo che mi son figurato che tutti questi nomi, nella realtà, avrebbero voluto partecipare davvero a una riduzione del romanzo di Saramago. Aggiungo però che ho sostituito Valentina Cortese con Valentina Lodovini (più adatta, comunque), e che se anche punto alla vittoria con Keira mi va bene anche solo la nomination, per fortuna i cinematikini sono intelligenti: le scemenze che i "cinefili" e "critici cinematografici" Le vomitano addosso di default - non ho dimenticato le stronzate che ho dovuto leggere quando sono usciti A Dangerous Method e Anna Karenina, stronzate che non avrei letto ci fosse stata qualcun'altra, ça va sans dire - non dovremmo leggerle.


- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?

Ho cambiato il finale. Intendiamoci, non lo ritengo un difetto, il finale del film (anche perché è raccontato magistralmente), ma per gusto personale a me piacciono i finale "aperti". Comunque nel sito c'è la versione "filmica" del finale del libro. Altre curiosità non ce ne sono.


- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

Forse 7 e mezzo. Mi sembra ben scritto e coinvolgente. Errori ce ne sono sicuramente, comunque.


- Un pregio del tuo film?

Racconta una storia particolare.


- Un difetto del tuo film?

Forse resta tutto in superficie. Il romanzo è filosofico (sebbene Saramago si sia sempre rifiutato di dare tale appellativo al libro), ci sono un sacco di descrizioni filosofiche, appunto, ma ho dovuto, ahimè, tagliarle. O meglio, più che descrizioni filosofiche, è il modo in cui lo scrittore le scrive che è bello. Ho dovuto tagliarle, ho dovuto essere uno sceneggiatore, più che un romanziere (verso la fine però ho cercato di esserlo, in un paio di descrizioni).


- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?

Come sempre, non rispondo a questa domanda. O meglio, non faccio nomi: tanto le previsioni non le rispetto mai. ^_^


- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...

Spero possa recuperare e superare le spese. E che una volta o due raggiunga il primo posto al box office.


- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?

Certo. Per due motivi: questo è il primo romanzo di un grande nome delle cultura mondiale che leggo (scrittore che proverò a conoscere meglio). E poi, ovvio, dopo 6 anni ho ripreso Keira: spero che un giorno Lei possa davvero pronunciare delle battute scritte da me (intanto per il corso ho dovuto scrivere un soggetto d'avventura: la protagonista si chiama Domino, è una cacciatrice di taglie, nella sceneggiatura che scriverò nei prossimi giorni la protagonista sarà ovviamente Keira).


- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?

Penso di sì. Grazie al corso, sento di essere migliorato molto nella scrittura. Anzi, grazie a Bilotta (il fumettista di cui vi ho parlato) ho scritto molti soggetti e sceneggiature di mio pugno, e questo mi ha fatto venir voglia di tornare a scrivere sceneggiature originali qui sopra (anzi, Il grande racket, più che un smorto remake del film di Castellari, sarà proprio qualcosa di originale: la mia idea di raccontare due storie diversissime è sempre forte).


- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?

Nessuno, direi. E' un film alieno dalla mia produzione. Forse, visto che c'è Keira, gli altri tre in cui c'è: Boh! (il peggiore, dei miei e di Ck in genere), American Dust (un po' meglio), Le tre stimmate di Palmer Eldritch. E forse un po' Gang Bang, visto che comunque in entrambi ci sono riflessioni e cose così: ci ripensavo ieri, a questo. Ci sono alcune cose che avrei dovuto spiegare meglio, non sarebbe male farne uscire una director's cut in un qualche futuro, magari non al cinema.


- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).

Non saprei. Di primo acchito mi viene Black di Von Trier.


- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?

Forse Il settimo sigillo di Bergman. E qualcosa di Dreyer. Ma son film che ho visto anni fa, non me li ricordo moltissimo.


- Il tema e/o il messaggio del film?

Eh, questa è difficile. Forse che il destino ce lo creiamo noi. E che il Potere, qualunque forma esso assume, abbruttisce (in senso lato) chiunque. Ma il romanzo, nonostante la brevità, è così pieno di spunti.


- Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?

Regista importante, storia interessante e bel cast.


- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?

Uno spettatore medio italiano lo diserterebbe. Gli altri, i radical-chic che tanto odio, accorrerebbero per vederlo, per riempirsi la bocca che loro sono andati a vedere il nuovo Polanski "in quel piccolo cinema che sta in centro, mentre l'ennesima scemenza italiana o americana sta in 5 sale al nuovo multisala". Siccome però sono fondamentalmente stupidi, non lo capirebbero e ne parlerebbero male. E avrebbero da ridire su Keira, sicuro come mi chiamo Gennaro.


- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?

Film, regia, attrice protagonista (anche se esce poco dopo la metà della storia), Waltz (non so però se metterlo protagonista o non protagonista: esce poco, ma è il motore della seconda parte della pellicola), attore non protagonista (Cluzet), sceneggiatura non originale e musica.


- A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?

Non saprei, mi mancano ancora dei film. A pelle, però, direi A volte ritorno: sarebbe un successo meritato per Hermetico (già lo scorso semestre gli ho scippato il premio al Produttore).


- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?

Sempre quello: Easter Parade.
 
Top
emilgollum
view post Posted on 22/6/2013, 16:03




il prossimo che leggerò è questo Arc, abbi pazienza. Ma gli altri?
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 22/6/2013, 16:09




CITAZIONE (emilgollum @ 22/6/2013, 17:03) 
il prossimo che leggerò è questo Arc, abbi pazienza. Ma gli altri?

figurati, Emil, non sono certo nella posizione di pretendere una lettura "subitanea" del film, visto che sono indietrissimo (ma sto recuperando, mi mancano 4 film da leggere, i due di Andrew e i due di Clint).

però vedo un 7.5, in effetti sarei curioso di sapere chi l'ha messo.
 
Top
Andrew.
view post Posted on 22/6/2013, 19:04




CITAZIONE (Arcadia1983 @ 22/6/2013, 17:09) 
CITAZIONE (emilgollum @ 22/6/2013, 17:03) 
il prossimo che leggerò è questo Arc, abbi pazienza. Ma gli altri?

figurati, Emil, non sono certo nella posizione di pretendere una lettura "subitanea" del film, visto che sono indietrissimo (ma sto recuperando, mi mancano 4 film da leggere, i due di Andrew e i due di Clint).

però vedo un 7.5, in effetti sarei curioso di sapere chi l'ha messo.

Ma se hai già letto quasi tutti i film, perchè non una recensione o un commento? Non tanto per gli awards o cose del genere, quanto per la vita di Ck: scrivere una recensione a febbraio, un'altra a maggio, ecc, permette di discutere dei film con più calma e chissà, di far nascere qualche discussione interessante. Pubblicare invece venti recensioni tutte in un colpo alla fine del semestre, secondo me taglia le gambe a ogni possibile interazione tra produttori, dato che a fine semestre c'è poco tempo e si fa tutto in modo affrettato, oltre ad avere la triste parvenza di un compito fatto perchè è il regolamento a chiederlo.
Mi sembra che abbiamo già fatto questa discussione in passato e di sicuro sembrerò rompiballe e antipatico a ripetere sempre le stesse cose, ma vabè, meglio dirle le cose che tenersele dentro.
 
Top
emilgollum
view post Posted on 22/6/2013, 19:10




d'accordissimo con Andrew.
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 22/6/2013, 19:49




CITAZIONE (Andrew. @ 22/6/2013, 20:04) 
CITAZIONE (Arcadia1983 @ 22/6/2013, 17:09) 
figurati, Emil, non sono certo nella posizione di pretendere una lettura "subitanea" del film, visto che sono indietrissimo (ma sto recuperando, mi mancano 4 film da leggere, i due di Andrew e i due di Clint).

però vedo un 7.5, in effetti sarei curioso di sapere chi l'ha messo.

Ma se hai già letto quasi tutti i film, perchè non una recensione o un commento? Non tanto per gli awards o cose del genere, quanto per la vita di Ck: scrivere una recensione a febbraio, un'altra a maggio, ecc, permette di discutere dei film con più calma e chissà, di far nascere qualche discussione interessante. Pubblicare invece venti recensioni tutte in un colpo alla fine del semestre, secondo me taglia le gambe a ogni possibile interazione tra produttori, dato che a fine semestre c'è poco tempo e si fa tutto in modo affrettato, oltre ad avere la triste parvenza di un compito fatto perchè è il regolamento a chiederlo.
Mi sembra che abbiamo già fatto questa discussione in passato e di sicuro sembrerò rompiballe e antipatico a ripetere sempre le stesse cose, ma vabè, meglio dirle le cose che tenersele dentro.

sì, hai ragione. 'sto brutto vizio che ho non riesco mai a togliermelo. dal semestre prossimo cambio, però.
 
Top
Clint1994
view post Posted on 24/6/2013, 14:29




Ammetto che, anche se ho scritto la recensione già da qualche giorno, non volevo essere il primo a pubblicarla, perché questo è un film molto difficile da giudicare e sarei stato curioso di leggere prima le opinioni altrui.
Comunque, dato che ormai è passato del tempo, la pubblico lo stesso.


LE INTERMITTENZE DELLA MORTE by Clint94

In linea con i precedenti film della Arcadia Productions, anche “Le intermittenze della morte” è una pellicola difficile da giudicare. Il soggetto di base è molto originale e interessante, ricco di spunti: in una città non collocabile nello spazio e nel tempo la morte cessa di svolgere il suo compito; ne nascono dilemmi morali e conseguenze essenzialmente negative, perché i vecchi e i malati sono destinati a soffrire in eterno, certi lavoratori (in particolare nel settore funebre) non possono più tirare avanti, la mafia assume il controllo di un nuovo business che consiste nel portare chi vuole morire al di là dei confini della città, la criminalità dilaga, la Chiesa non sa più dare risposte. Insomma, si viene a creare un quadro terribile, a dimostrazione di quanto la morte sia fondamentale nel dare un ordine e di fatto un senso alla vita; ci si rende dunque conto di quanto essa sia necessaria alla vita. La situazione cambia quando la morte ritorna a farsi viva, comunicando che rientrerà presto in attività mediante l'eliminazione di tutti coloro che sarebbero dovuti morire nel periodo in cui è rimasta inattiva e dichiarando che d'ora in avanti coloro che sono destinati a morire prima di fare il gran salto riceveranno una busta viola. La seconda parte del film si incentra così sulla figura della morte e su quella di un violoncellista, la cui busta, per qualche motivo inspiegabile (e che non viene mai spiegato), ritorna sempre al mittente; a causa di questo “ritardo” del decesso dell'uomo, la morte, per chiarire la situazione, decide di andare a trovarlo direttamente. Si viene a creare così un rapporto strano e interessante tra la morte, nei panni di una giovane donna, e questo anziano violoncellista, uomo solitario, gentile e sostanzialmente buono, capace di far perfino commuovere la morte grazie alla sua abilità nel suonare il violino. La relazione fra questi due personaggi è assai enigmatica: lei sa tutto di lui, mentre lui ovviamente non sa nulla di lei; lei dovrebbe far morire lui, ma ne è in qualche modo attratta e non si decide a portare a termine il suo compito. Nel finale la morte rinuncerà definitivamente al suo incarico bruciando la busta destinata al violoncellista.
Il film, di stampo riflessivo e filosofico, affronta tematiche importanti ed è popolato da una miriade di personaggi (di fatto è un film corale, almeno per tutta la prima metà). Quello che ho pensato durante e dopo la lettura, però, è che mi sembrava tutto tranne che un film. Il numero di personaggi che compaiono e scompaiono nel giro di poco tempo, i dialoghi così ricercati (e un po' troppo letterari; spesso tra l'altro mancano le pause, ci sono solo virgole senza punti: lo so che è lo stile di Saramago, ma in una sceneggiatura i dialoghi dovrebbero rispecchiare il modo in cui li si pronuncia, e così sembra che i personaggi quando parlano non facciano mai pause), il ritmo lento, il tono filosofico, l'assenza di una struttura unitaria, la netta divisione in due parti (prima e dopo la comparsa della morte), l'atmosfera indefinita, la presenza di figure irreali e simboliche (tipo lo spirito dell'acqua): tutte queste cose non sono difetti, ma se sommati danno l'impressione di trovarsi davanti a qualcosa di raffinato, ricercato, interessante, ma che non è un film; qualcosa che non funzionerebbe su uno schermo, al cinema. Ovviamente questo dipende dal libro di Saramago: è una storia davvero poco cinematografica, probabilmente impossibile da trasporre, qualcosa che non può funzionare al cinema.
Il cast è molto variegato ed è formato da molti attori di nazionalità diverse (inglesi, austriaci, tedeschi, norvegesi, svedesi, francesi, spagnoli, italiani), forse per dare un senso di universalità alla storia raccontata e all'ambientazione (?), dal momento che la città dove si svolge la storia è un luogo indefinito e senza nome. Molti restano in scena pochissimi minuti e alcuni sono abbastanza sprecati (Mueller-Stahl, Schell, Mikkelsen, la Christie); su tutti spiccano naturalmente Keira Knightley e Christoph Waltz, protagonisti assoluti dell'ultima parte del film. Keira è convincente nella parte della morte e Waltz lo è ancor di più, interpretando il personaggio più riuscito del film. Enigmatica la presenza di Helen Mirren, che non si vede mai (si poteva anche fare a meno di prenderla, credo) e si limita a prestare la voce alla falce; ma anche il ruolo della falce, strumento e braccio destro della morte, non è facile da decifrare.
Roman Polanski alla regia mi sembra una buona scelta, anche perché non era facile trovare un regista adatto a un film di questo tipo.
In conclusione, “Le intermittenze della morte” è un film che mi ha spiazzato e che faccio fatica a giudicare: da un lato sono apprezzabili l'originalità della storia e gli spunti di riflessione sulla vita e sulla morte (penso al discorso sull'esistenza di diversi tipo di morte), e il rapporto tra la morte e il violoncellista descritto nella parte finale è particolare e interessante; dall'altro devo dire di aver fatto fatica a immaginare le scene e di fatto trovo che la storia nell'insieme non si presti a essere vista sul grande schermo né quindi a essere letta sotto forma di film virtuale, perché è, come dire, troppo lontana dalle regole della narrazione cinematografica, troppo letteraria.

VOTO: 68
 
Top
emilgollum
view post Posted on 24/6/2013, 15:57




Il film l'ho letto. Lo recensisco più tardi con calma e sto riflettendo anche sulla recensione di Diego che non mi trova granché d'accordo.

CITAZIONE
All'inizio avevo pensato a Sokurov, memore del finale di Faust, che sotto certi aspetti mi ha ricordato il finale del romanzo di Saramago. Ma poi forse il cast non era molto adatto per il regista russo, anche se probabilmente gli attori che ho scelto, se ne avessero la possibilità, col russo lavorerebbero pure gratis.

Dovevi usarlo! Io avrei preso Jodorowsky comunque :P
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 24/6/2013, 16:11




CITAZIONE (emilgollum @ 24/6/2013, 16:57) 
sto riflettendo anche sulla recensione di Diego che non mi trova granché d'accordo.

in realtà su alcune cose concordo.

CITAZIONE
Dovevi usarlo! Io avrei preso Jodorowsky comunque :P

Sokurov non è detto che non lo usi in futuro (il tempo di vedere altre cose sue). Jodorowsky... non lo conosco, quindi non ci ho pensato, ma in effetti sarebbe stato interessante :)
 
Top
Clint1994
view post Posted on 24/6/2013, 16:13




CITAZIONE (emilgollum @ 24/6/2013, 16:57) 
Il film l'ho letto. Lo recensisco più tardi con calma e sto riflettendo anche sulla recensione di Diego che non mi trova granché d'accordo.

Guarda, come ho scritto, sono molto curioso di leggere le vostre opinioni; io ho avuto quelle impressioni, ma è un film che mi ha molto spiazzato e per il quale ho fatto fatica a trovare le parole giuste per scrivere la recensione.

ps: in effetti, pensandoci, è un film abbastanza emilziano :P
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 24/6/2013, 16:16




ah, poi quando ci saranno pure le altre recensioni rispondo, ovviamente :)
 
Top
emilgollum
view post Posted on 24/6/2013, 17:18




CITAZIONE
ps: in effetti, pensandoci, è un film abbastanza emilziano :P

Almeno sei coerente perché parte delle critiche che hai lanciato al film di Gennaro me le sono ritrovate anche io molte volte in passato.

Senza dover per forza fare i professorini, ho il massimo rispetto per il pensiero di Diego (sarà il mio critico preferito ai prossimi Ck Awards ;)), ritengo che tutta la solfa del "non si presta a un film" è sbagliata e parte da un preconcetto di fondo. Non c'è niente al di fuori del "cinema narrativo classico". E' un pensiero diffuso, soprattutto nei giovani, anche inconsapevoli del cinema di un tempo. Ti dico questo perché gran parte dei film che hanno segnato quest'arte così diffusa ma complessa, sono quelli sperimentali, quelli che non si accontentavano al linguaggio "comune", tentavano le strade del surrealismo, dei simbolismi ecc. ecc. (Certo che i presupposti per un festival indipendente, a Cinematik, fatto di sceneggiature poco sperimentali, annoierebbe parecchio, almeno a me. Ovvio che non debbano essere tutti di questo tipo, ma sarebbe un bel confronto quello di mettere sul piatto autori semi sconosciuti, sceneggiature che spazino nei generi...).

Sono dell'idea che nel 2013 qualsiasi tipo di narrazione possa essere trasposta in film, proprio perché attraverso le immagini si può raccontare di tutto. Fatto tutto questo preambolo sull'unica obiezione che faceva Clint alla quale io mi oppongo con fermezza ^_^ - (è proprio la storia del cinema a dimostrarlo), analizziamo gli aspetti di questo adattamento scritto da Arcadia.
Innanzitutto è proprio una storia a "intermittenze", legate da un unico filo conduttore: l'arresto delle morti nel mondo.
Tutta la prima parte non fa altro che scavare nei pensieri e nella società, le elucubrazioni però potevano senza dubbio essere mescolate con la parte finale tra la Morte e il Violoncellista, perché tutto l'impianto sarebbe poi sfociato nel finale. Invece in questo modo il film ha una prima parte tendenzialmente anche un pò noiosa, rispetto a una seconda parte decisamente più interessante.

Le scelte di casting mi piacciono ma avrei calcato la mano sul regista, più che accontentarmi sul nome internazionale. Il romanzo si prestava per un film criptico e per questo avrei rafforzato l'idea con delle scelte totalmente anti-convenzionali. Per questo ho detto che Sokurov o Jodorowsky sarebbero stati perfetti. Ci sono nel cast attori di tutti i continenti e questo fa presagire a un film per niente hollywoodiano ( e così è, in effetti). Polanski è una via di mezzo e non è che sia proprio azzeccato a dirla tutta.

Il film di Gennaro per me è molto buono, con qualche accorgimento in più in fase di adattamento (i due tronconi spalmati meglio) e la scelta della regia verso un nome più "indie" avrebbero fatto inquadrare meglio l'intera operazione.
 
Top
Andrew.
view post Posted on 24/6/2013, 17:56




Recensione della Chimera.

Anch'io come Clint sto avendo qualche difficoltà nello scrivere questa recensione, dato che è un film particolarissimo, lontano da quelli classici a cui siamo abituati. Ma da Arcadia me lo aspettavo, ultimamente è uno dei produttori che se ne frega completamente dei canoni classici e va avanti con le sue idee, cosa di cui dovrebbe andare fiero.
Potrei dire quindi che non riesco a decidere quanto mi sia piaciuto, oppure potrei semplicemente dire così: la prima parte non mi è piaciuta granchè, la seconda mi è piaciuta molto.
Il film infatti è diviso nettamente in due parti, di cui la prima sembra voglia essere una preparazione a quello che accade nella seconda. Assistiamo infatti ai vari scoinvolgimenti sociali che accadono nel paese a seguito dello sciopero della morte, tra cardinali, re e ministri, con in mezzo anche la mafia e i becchini, in un carosello di vicende molto frammentate che se da un lato cercano di portare avanti qualche discussione filosofica, dall'altro rendono la lettura poco attraente, forse addirittura noiosa in alcuni punti.
Nella seconda parte, con l'ingresso in campo della Morte, le cose prendono un'altra piega. Ci si concentra infatti su due soli personaggi e sul loro strano rapporto. La morte sembra ossessionata dal Violoncellista che non riesce a uccidere e non si sa il perchè. Nasce quindi un rapporto particolare, fatto di sguardi e discorsi taglienti che rendono i due personaggi molto affascinanti. Il finale poi, misterioso ed emblematico nel modo giusto, è la ciliegina sulla torta.

Riguardo la sola sceneggiatura, posso dire che si riconosce uno stile molto asciutto che sembra più improntato ai dialoghi piuttosto che alle descrizioni, molto fluido comunque da seguire, lo definirei vivace. E' anche vero che nella seconda parte non mi sarebbe dispiaciuto un approccio più calmo e diluito, così come avrei preferito un'impaginazione diversa, dato che i dialoghi tutti attaccati rendono la lettura meno agevole.

La regia di Polanski, credo sia azzeccata. A parte il fatto che sembra essere girato in un paese europeo, ci sono delle tematiche e un'atmosfera generale che si addicono al regista.
Sul cast spiccano ovviamente Keira Knightley e Christoph Waltz (quest'ultimo ormai suo pupillo) che sono stati bravissimi, mentre gli altri si ricorderanno a fatica, per ovvie ragioni.
Le musiche classiche si sposano bene con le atmosfere del film.


Voto: 70


Come ho detto all'inizio, è difficile giudicare un film che è diviso in due parti e le cui parti sono diversissime. "Tragicomico" (mi concedi il termine?) il primo tempo, drammatico e romantico il secondo. Eccessivamente frammentario il primo, molto equilibrato e riuscito il secondo.
Quindi cosa fare se non una media delle due parti, che ho trovato rispettivamente sufficente e molto buona?
A dare anche mezzo punto in più, è il fattore originalità, dato che una trama del genere è insolita (non a caso era uno dei più attesi del semestre, quindi una nomination a miglior soggetto non gliela toglie nessuno).
L'impressione generale, però è che sia autore che sceneggiatore fossero più interessati alla storia della morte e del violencellista, così come (immagino) qualsiasi spettatore. E quindi mi domando perchè non concentrare tutto il film su questo rapporto anzichè rilegarlo solo alla seconda metà?
Per concludere, buon film, di quelli che forse chiedono qualche giorno in più di tempo per essere assimilati e recensiti. In realtà io ho scritto una recensione a caldo, ma di sicuro tornerò a parlarne.


p.s. d'accordo con Emil sul discorso dei film surrealisti. Non sta scritto da nessuna parte come deve essere fatto un film, poi si valuta caso per caso se il film riesce a trasmettere qualcosa o no.
 
Top
Clint1994
view post Posted on 24/6/2013, 18:57




Mah, sia chiaro, non è che sono contrario allo sperimentalismo in sé, anzi. Mi rendo benissimo conto che lo sperimentalismo porta alle novità, ai nuovi modi di fare, ed è attraverso queste continue evoluzioni che ogni forma d'arte si sviluppa. E' un discorso generale, che non vale solo per il cinema.
Il mio ragionamento, nel recensire il film di Arc, è stato semplicemente quello di pensare se quello che leggevo poteva funzionare sul grande schermo. E sono giunto alla conclusione che no, secondo me molte cose non potevano funzionare: parlo dell'eccessiva frammentarietà della prima parte (di cui parla anche Andrew), della miriade di personaggi che compaiono e scompaiono in pochissimo tempo (molti dei quali di fatto non lasciano nulla), di alcune figure di cui non si capisce chiaramente la funzione (lo spirito dell'acqua, la falce), dei dialoghi troppo ricercati, insomma, di tutte le cose che cito nella recensione (non voglio ripetermi, dovrei essermi spiegato).

E comunque non sono d'accordo che "non sta scritto da nessuna parte come deve essere fatto un film"; ok gli sperimentalismi, ma delle regole di base da rispettare devono esserci sempre. Voglio dire, se esiste l'aggettivo "cinematografico" c'è un motivo. Al cinema ci sono cose che funzionano e altre no, non è vero che si può fare assolutamente tutto.

In questo post ho dovuto concentrarmi su questi aspetti negativi per giustificare quanto scritta prima e spiegarmi; sia chiaro che il film non è solo questo, come ho scritto nella recensione. Sono d'accordo con Andrew quando dice che probabilmente sarebbe stato molto più interessante limitare la prima parte a una semplice introduzione e concentrarsi sul rapporto tra la morte e il violoncellista.

A questo punto vedremo le opinioni dei prossimi recensori.
 
Top
63 replies since 15/6/2013, 13:58   1895 views
  Share