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Le intermittenze della morte
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Le intermittenze della morte, Arcadia Productions

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emilgollum
view post Posted on 24/6/2013, 17:18 by: emilgollum




CITAZIONE
ps: in effetti, pensandoci, è un film abbastanza emilziano :P

Almeno sei coerente perché parte delle critiche che hai lanciato al film di Gennaro me le sono ritrovate anche io molte volte in passato.

Senza dover per forza fare i professorini, ho il massimo rispetto per il pensiero di Diego (sarà il mio critico preferito ai prossimi Ck Awards ;)), ritengo che tutta la solfa del "non si presta a un film" è sbagliata e parte da un preconcetto di fondo. Non c'è niente al di fuori del "cinema narrativo classico". E' un pensiero diffuso, soprattutto nei giovani, anche inconsapevoli del cinema di un tempo. Ti dico questo perché gran parte dei film che hanno segnato quest'arte così diffusa ma complessa, sono quelli sperimentali, quelli che non si accontentavano al linguaggio "comune", tentavano le strade del surrealismo, dei simbolismi ecc. ecc. (Certo che i presupposti per un festival indipendente, a Cinematik, fatto di sceneggiature poco sperimentali, annoierebbe parecchio, almeno a me. Ovvio che non debbano essere tutti di questo tipo, ma sarebbe un bel confronto quello di mettere sul piatto autori semi sconosciuti, sceneggiature che spazino nei generi...).

Sono dell'idea che nel 2013 qualsiasi tipo di narrazione possa essere trasposta in film, proprio perché attraverso le immagini si può raccontare di tutto. Fatto tutto questo preambolo sull'unica obiezione che faceva Clint alla quale io mi oppongo con fermezza ^_^ - (è proprio la storia del cinema a dimostrarlo), analizziamo gli aspetti di questo adattamento scritto da Arcadia.
Innanzitutto è proprio una storia a "intermittenze", legate da un unico filo conduttore: l'arresto delle morti nel mondo.
Tutta la prima parte non fa altro che scavare nei pensieri e nella società, le elucubrazioni però potevano senza dubbio essere mescolate con la parte finale tra la Morte e il Violoncellista, perché tutto l'impianto sarebbe poi sfociato nel finale. Invece in questo modo il film ha una prima parte tendenzialmente anche un pò noiosa, rispetto a una seconda parte decisamente più interessante.

Le scelte di casting mi piacciono ma avrei calcato la mano sul regista, più che accontentarmi sul nome internazionale. Il romanzo si prestava per un film criptico e per questo avrei rafforzato l'idea con delle scelte totalmente anti-convenzionali. Per questo ho detto che Sokurov o Jodorowsky sarebbero stati perfetti. Ci sono nel cast attori di tutti i continenti e questo fa presagire a un film per niente hollywoodiano ( e così è, in effetti). Polanski è una via di mezzo e non è che sia proprio azzeccato a dirla tutta.

Il film di Gennaro per me è molto buono, con qualche accorgimento in più in fase di adattamento (i due tronconi spalmati meglio) e la scelta della regia verso un nome più "indie" avrebbero fatto inquadrare meglio l'intera operazione.
 
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