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Un bravo ragazzo
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Un bravo ragazzo, Hermes production

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Hermetico
view post Posted on 8/6/2013, 20:48 by: Hermetico
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Critico

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Innanzitutto grazie a Emil per aver letto il film.
Ma andiamo alla parte più succosa, ovvero le critiche.
Che la storia possa risultare confusionaria lo capisco. Sicuramente devo imparare a gestire meglio i flashback e sono d'accordo sul fatto che una struttura del genere possa reggere solo se il film ha una durata piuttosto breve. Io credo di non aver tirato troppo la corda e alla fine il montaggio frammentario non dà la nausea.

Riguardo la psicologia, ovviamente mi sono attenuto al romanzo anche perchè è una delle cose che più mi ha colpito. Per superare il proprio senso di colpa, o meglio per infliggersi un castigo perenne, Rian decide di avere una relazione proprio con la prima donna che ha stuprato. Io lo trovo un modo per nulla scontato di affrontare il tema del senso di colpa. E poi anche abbastanza credibile, d'altronde ci sono persone che convivono con i propri rimorsi e scheletri nell'armadio per anni, se non per tutta la vita.

Parli anche degli stereotipi che affliggono il film. Quali altri hai notato oltre il binomio sesso-droga? Tra l'altro sarà pure uno stereoptipo ma spesso e volentieri è drammaticamente vero. Non si può negare che sesso e certi tipi di droghe (in questo caso il roipnol) siano fortemente legati.

CITAZIONE (emilgollum @ 8/6/2013, 17:36) 
E' il modo in cui sfoga il senso di colpa che sa di già visto, problemi con la ragazza, lo psicologo, mentre i personaggi di Aronofsky spesso vivono il disagio subendo maggiormente l'inconscio e riportandolo in azioni spesso estreme. Lui cosa fa, se non andare dallo psicologo, urlare contro la ragazza? Insomma la vicenda rimane ancorata a stilemi ben precisi, non scardina niente di già visto o conosciuto.

Fore ti aspettavi qualcosa di più morboso, ma per come la vedo io, il film non è certo rassicurante. Parliamo di un gruppo di stupratori seriali, due dei quali continuano (anche se per nulla beati), le loro vite e nulla ci assicura che non riprendano a fare certe cose. Chad, si intuisce, lo sta già facedo ma non lo ammette neanche a se stesso. Rian praticamente obbliga la sua ragazza a perdonarlo perchè non accetta nessun altro tipo di via d'uscita, ed esrcita l'ennesima neanche tanto velata violenza su di lei. E' una storia molto cupa e per nulla tranquillizzante.

E' vero che spesso nei film di Aronofsky il disagio interiore si manifesta con atti di violenza estrema, ma perchè deve essere sempre così? Un regista-autore non può ingabbiarsi in schemi così rigidi. E poi, come ti ripeto, di violenza nel film ce n'è molta, seppur non così esplicita ed evidente (anche nel finale). Rian commette tutte le azioni più deprecabili, senza dimenticare la violenza psicologica di certe sue affermazioni, come quando infanga la memoria di Nolan facendo ulteriormente del male a Beth.
Insomma, se non si fosse capito :P , io credo che il film sia infarcito di gesti e comportamenti (più o meno) violenti seppur non direttamente manifesti, e per questo lo ritengo già di per è parecchio disturbante.

Grazie comunque per la rece.
E ringrazio anche Agnese per gli apprezzamenti. In questo caso non ho nulla da ribattere.
 
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