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Un bravo ragazzo
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Un bravo ragazzo, Hermes production

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view post Posted on 25/5/2013, 10:14
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Andrew.
view post Posted on 25/5/2013, 17:47




-Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?

Volevo fare un film non troppo lungo, più “d’autore” (almeno stilisticamente) e quindi lontano dai miei soliti. Mi è capitato sotto mano il libro di Gutiérrez che mi ha letteralmente ipnotizzato e ho capito che era il soggetto giusto.

- Parlaci delle scelte di cast e regia

Per la regia avevo pensato fin da subito a Aronofsky, ma ho cercato anche delle alternative. Ad esempio Van Sant e Inàrritu. In entrambi i casi però avrei dovuto rendere la storia molto più drammatica e meno “psichedelica”. Non era quello che volevo e quindi sono tornato ad Aronofsky. Per il protagonista prima avevo pensato a Ryan Phillippe ma non mi convinceva proprio (ormai fa solo ruoli action), così sono passato a Emile Hirsch ma era troppo giovane. Quindi ho pensato a Rhys Meyers, che apprezzo molto (secondo me sottoutilizzato da Hollywood) e poi fisicamente perfetto per la parte. Amy Adams l’ho scelta fin da subito, come anche Wes Bentley. Al posto della Sossamon all’inizio c’era la Hathaway, ma il film era troppo cupo per lei.

- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?

Nessuna in particolare, se non che ho fatto parecchia difficoltà a ricomporre i pezzi della storia e non escludo che mi sia sfuggito qualcosa.

- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

Tra il 6,5 e il 7.

- Un pregio del tuo film?

Racconta una storia non particolarmente originale, in maniera insolita e “ipnotica”. Poi ci sono i personaggi principali, che spero nel loro piccolo, possano lasciare il segno.

- Un difetto del tuo film?

Il pregio potrebbe trasformarsi in difetto. Forse la vicenda raccontata non merita una sceneggiatura così contorta e quindi potrebbe risultare un film inutilmente ingarbugliato su se stesso.

- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?

Considerando che il film è molto poco lineare, potrebbe non piacere a Agnese. A chi potrebbe piacere? Non lo so. Forse a Andrew, ma più per i contenuti che per la realizzazione.

- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...

Recuperare i costi e rimanere in classifica per un buon numero di settimane. Non punto al primo posto perché non mi sembra il genere che arriva in vetta.

- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?

Perché ho cercato di concentrarmi molto sullo stile del regista e ho dato molta importanza, più che alla storia in sé, al modo in cui viene raccontata.

- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?

No, non è il mio migliore. E’ troppo diverso dagli altri.

- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?

Non saprei. Ci sono alcune tematiche che ricorrono spesso nei miei film ma non so dire se assomiglia in modo particolare a qualche pellicola di preciso.

- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).

Per certi aspetti mi è venuto in mente Il Desiderio di Arcadia.

- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?

Faccio prima a dire la maggior parte dei film di Aronofsky (Requiem for a dream e Il Cigno nero in primis).

- Il tema e/o il messaggio del film?

Il dolore non esiste se non ne siamo consapevoli. Sarà vero? Ovviamente no.

- Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?

Chi è disposto a tuffarsi in una storia non facile (sotto vari aspetti) e per nulla consolatoria, ha trovato il film giusto.

- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?

Direbbe che non ci ha capito niente e se ci ha capito qualcosa, alla fine se ne uscirebbe con un: “embè”?

- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?

Punterò soprattutto sulla regia e sulle categorie attoriali.

- A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?


Diamond Dogs parte 2.

- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?


No, ho realizzato quasi tutti quelli che avevo in mente.
 
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Andrew.
view post Posted on 28/5/2013, 13:08




Recensione della Chimera.


Hermes sembra tornare agli albori nel presentarci un film che ricorda abbastanza (almeno per stile e genere) quel suo interessante esordio, Gli ultimi sette giorni di Peter Crumb. Se c'è una cosa che accomuna i film è una sorta di pessimismo di fondo, emozioni drammatiche che lasciano poco spazio alla positività, lasciando lo spettatore con un po' di malinconia e tristezza. Questa volta però lo fa in maniera più "stilosa", si nota infatti la maturazione nella sceneggiatura che è costruita come un mosaico dove i tasselli sono frammentati e vanno a mettersi a posto a poco a poco.
La storia ruota attorno a un ragazzo che ripercorre con dei flashback il suo passato. Fin da subito si intuisce che qualcosa di tragico è avvenuto, ma alla verità si ci arriverà gradualmente, conoscendo dapprima il rapporto che si instaura tra i componenti di una band, i loro pericolosi divertimenti sessuali, fino a un evento che ha scosso la vita di tutti, in particolare del nostro protagonista che diventerà ossessionato da questo suo passato dal quale non riesce a liberarsi. Anzi, ciò lo trascinerà verso una spirale di ricordi dolorosi, un esaurimento nervoso lo porterà a confondere passato e presente fino a farlo crollare, in un finale tanto tragico quando ambiguo. Non sappiamo infatti quale sarà la sorte di Ryan e Gwen, lasciati in quella stretta che potrebbe rappresentare sia una fine che un nuovo inizio.
La storia è se vogliamo, semplice. Ma la semplicità della trama viene mascherata da una struttura e un montaggio che la rendono piuttosto intricata e sta qua il maggiore pregio del film, nella sceneggiatura costruita perfettamente. All'inizio infatti non sospettiamo minimamente di Ryan e scopriamo solo a poco a poco la verità, segno che la costruzione delle scene e dei flashback è stata perfetta.
Aronofsky è il nome giusto per questa pellicola (io avevo pensato anche al Memento di Nolan) perchè non si possono non notare le analogie stilistiche con film come Black Swan o Requiem for a dream. La sua è una mano registica che si sente, è percepibile in ogni scena dall'inizio alla fine e fa uso di costrutti che aumentano l'angoscia che si prova, come le voci di alcuni personaggi messe in bocca ad altri personaggi, le immagini che si sovrappongono, quelle sulle scheggie di vetro.
Il cast è altrettanto ben scelto, con Rhys Meyers che spicca su tutti per la sua interpretazione "borderline", Amy Adams che regala abbastanza emozioni nel finale e una serie di comprimari che fanno benissimo il loro lavoro.
Le musiche sono ben scelte e aumentano le sensazioni angoscianti. Forse potrei dire che in alcuni casi si interrompono troppo velocemente o che sono state usate le stesse musiche più volte, ma non è una cosa che mi ha dato fastidio.
Locandina molto bella, costruita a puntino.

Voto: 77 (8 al sondaggio)


Da un lato sarei tentato di dare di più, poi ci ripenso e vorrei dare di meno, insomma devo farlo sedimentare un po' per decidere che voto lasciare. Il film mi è piaciuto molto, lo trovo tra i migliori di questo semestre perchè è praticamente esente da difetti. Hermes voleva creare una storia drammatica con la quale "giocare" con lo spettatore mescolando passato, presente e illusioni, e non credo potesse fare meglio di così. La storia colpisce come un pugno allo stomaco, regala parecchie emozioni (poco importa che siano solo negative), sfrutta in maniera ottimale uno dei registi più originali e difficili che ci siano sulla piazza, quindi cos'altro chiedere a un film?

Non sappiamo se A volte ritorno vincerà davvero come ci si aspetta e Un bravo ragazzo sembra un film leggermente inferiore all'altro, più che altro perchè molti se ne usciranno con un "è troppo confusionario per i miei gusti" e quindi convincerà meno la massa in toto come la commedia ha fatto. Eppure io lo considerò tra i migliori di Hermes e non nascondo che potrebbe anche scavalcare l'altro nella mia classifica, anche perchè molto affine ai miei gusti. Non capisco infatti come mai lui stesso lo abbia svalutato così tanto, nell'intervista.
Di sicuro aumenta notevolmente le chance di fargli vincere il premio a miglior produttore.
 
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view post Posted on 29/5/2013, 13:10
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Grazie a Andrew, come sempre velocissimo.

CITAZIONE (Andrew. @ 28/5/2013, 14:08) 
Non sappiamo infatti quale sarà la sorte di Ryan e Gwen, lasciati in quella stretta che potrebbe rappresentare sia una fine che un nuovo inizio.

Nella mia visione vuole essere un finale negativo. Ci mostra come la vita di tutti i protagonisti sia condizionata da ciò che hanno fatto in passato. Nolan si uccide, Chad non lo ammette a se stesso e fa viaggi "sospetti", Rian pur trovando la forza di dire la verità a Gwen non accetta di prendersi le sue responsabilità (perchè probabilmente farebbe la stessa fine di Nolan) e praticamente impone a Gwen di ricominciare, esercitando su di lei l'ennesima violenza.

CITAZIONE (Andrew. @ 28/5/2013, 14:08) 
All'inizio infatti non sospettiamo minimamente di Ryan e scopriamo solo a poco a poco la verità, segno che la costruzione delle scene e dei flashback è stata perfetta.

Ecco, questo è uno dei motivi per cui avevo poca fiducia nel film. Credevo che si capisse fin dall'inizio che Rian era il vero colpevole e proprio per questo pensavo che il film alla fine risultasse noioso. Mi fa piacere leggere che, almeno con te, così non è stato.


CITAZIONE (Andrew. @ 28/5/2013, 14:08) 
Aronofsky è il nome giusto per questa pellicola (io avevo pensato anche al Memento di Nolan) perchè non si possono non notare le analogie stilistiche con film come Black Swan o Requiem for a dream.

Credo che questa sia la prima volta che rendo realmente giustizia al regista che ho scelto.

CITAZIONE (Andrew. @ 28/5/2013, 14:08) 
Non capisco infatti come mai lui stesso lo abbia svalutato così tanto, nell'intervista.

Sarà che quando lavoro molto tempo a uno script mi sembra alla fine tutto scontato e prevedibile, e mi chiedo sempre che interesse potrebbe avere il lettore a andare avanti. Poi qui c'è l'aggavante di una struttura a flashback che poteva risultare inutilmente complicata e pretenziosa. Con te mi è andata bene, adesso vediamo con gli altri.

Grazie mille per gli apprezzamenti. Mi hanno fatto un enorme piacere anche perchè, come già detto, non credevo a pieno nel film.
 
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Andrew.
view post Posted on 29/5/2013, 13:59




CITAZIONE (Hermetico @ 29/5/2013, 14:10) 
CITAZIONE (Andrew. @ 28/5/2013, 14:08) 
Non sappiamo infatti quale sarà la sorte di Ryan e Gwen, lasciati in quella stretta che potrebbe rappresentare sia una fine che un nuovo inizio.

Nella mia visione vuole essere un finale negativo. Ci mostra come la vita di tutti i protagonisti sia condizionata da ciò che hanno fatto in passato. Nolan si uccide, Chad non lo ammette a se stesso e fa viaggi "sospetti", Rian pur trovando la forza di dire la verità a Gwen non accetta di prendersi le sue responsabilità (perchè probabilmente farebbe la stessa fine di Nolan) e praticamente impone a Gwen di ricominciare, esercitando su di lei l'ennesima violenza.

Sì, che sia un finale negativo è chiaro, come tutto il film dove non c'è il minimo spazio per la redenzione. Intendevo che nel finale non sappiamo se lui ucciderà lei, se lei lo denuncerà o se decideranno di andare avanti facendo finta di niente.
 
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Clint1994
view post Posted on 29/5/2013, 15:21




UN BRAVO RAGAZZO by Clint94

Una delle cose più interessanti di Cinematik secondo me è cercare di cogliere il filo rosso che collega tutti i film dello stesso produttore e rendersi conto di come, anche nella scelta di soggetti non originali da trasporre, alla fine le tematiche affrontate siano quasi sempre simili. “Un bravo ragazzo” si ricollega per molti aspetti ai film precedenti di Hermes ed è un nuovo, fondamentale tassello all'interno della sua filmografia. Anche questa volta al centro della storia c'è un uomo problematico e tormentato, che mi ha ricordato il protagonista di “The Evil Inside”, con la differenza che se quel film raccontava la discesa nell'abisso di Mike, questo “Un bravo ragazzo” racconta il tentativo da parte di Rian di riemergere dal baratro in cui è caduto negli anni della giovinezza. Inoltre anche in questo caso ci troviamo di fronte a una struttura narrativa particolare ed estremamente efficace, che dimostra per l'ennesima volta che in una storia ciò che conta non è tanto il contenuto, quanto le modalità con cui lo si racconta. Hermes ci conduce così ancora una volta dentro la testa di un uomo malato, che lotta disperatamente contro se stesso, i propri ricordi e il proprio senso di colpa. Per spiegarci le origini del suo malessere, l'autore imbastisce questa originale struttura narrativa che alterna passato e presente, realtà e finzione, e che rende perfettamente la confusione mentale di cui è vittima il protagonista. In questo modo molte scene si ripetono, ci sono particolari che all'inizio sembrano insignificanti ma che poi ritornano, scene e dialoghi apparentemente normali che verso la fine trovano un loro senso e una loro spiegazione. I ricordi di Rian infatti distorcono la realtà per alleviare il senso di colpa, cambiano le carte in tavola, ma lo spettatore lo scoprirà solo alla fine; e così quei particolari che indirizzavano i sospetti versi gli altri personaggi, si scoprirà che in realtà erano indirizzati proprio verso il protagonista. Inizialmente non è facile seguire una storia organizzata in questo modo, ma quando i conti cominciano a tornare ci si rende conto di come la sceneggiatura sia in realtà perfettamente orchestrata in ogni dettaglio (penso per esempio al particolare della mano che avvolge l'altra, il cui significato si scopre solo verso la fine), e il senso di sorpresa e soddisfazione è alto. Ma anche nelle singole scene lo script è scritto in maniera eccellente: sintetico, coinvolgente, con vari particolari che lo rendono molto facile da immaginare. È stata dunque una lettura che mi ha coinvolto fin da subito e che riesce a tenere altissimo il livello di tensione fino alla fine. Il risultato, oltre a essere narrativamente interessantissimo per la particolarità della struttura, è un'accurata analisi della mente di un uomo colpevole di azioni terribili, il cui senso di colpa lo porta ad auto-punirsi fidanzandosi proprio con l'ignara prima sua vittima, il cui amore quindi non può accettare in nessun modo. La verità sulla colpevolezza di Rian e sulle atrocità che ha commesso tuttavia emerge pian piano, in un climax costruito su scene appartenenti a più livelli temporali, e non è affatto prevedibile come temeva Hermes; io ho cominciato a sospettarlo solo a tre quarti del film, poco prima che si svelasse (prima ero convinto che il responsabile fosse veramente Nolan, per il modo morboso con cui ci viene fatto credere che si comportasse nei confronti di sua sorella). L'unica cosa che mi ha lasciato un po' spiazzato è quel finale così aperto, che si presta a molteplici interpretazioni: l'abbraccio conclusivo tra Gwen e Rian, vittima e carnefice, è di forte impatto, ma non spiega se i due resteranno davvero insieme (mi auguro di no) o se rappresenta una sorta di addio; né quindi si spiega la sorte di Rian, se verrà denunciato o meno. Bella invece l'idea della carrellata finale sui volti delle varie vittime di Rian e compagni.
Il cast è scelto molto bene e su tutti spicca ovviamente Jonathan Rhys-Meyers, perfetto protagonista assoluto di un'interpretazione molto intensa, sentita e difficile; la scelta di utilizzare lui al posto di Ryan Philippe è stata sicuramente azzeccata, anche perché Philippe non ce lo vedo molto in una parte del genere. Ottimi anche Cooper, Bentley e la Sossamon. Quella che mi ha convinto meno è Amy Adams, non perché non sia brava, ma perché il personaggio di Gwen me lo immaginavo diverso fisicamente, forse più giovane.
Darren Aronofsky alla regia è una scelta perfetta e infatti è evidente che il film è costruito apposta per lui. Lo script ricorda moltissimo le atmosfere dei suoi film e anche dal punto di vista delle descrizioni registiche, della capacità di far immaginare le scene, è impeccabile.
La colonna sonora è buona ma non eccezionale e presenta il solito problema che molti brani si interrompono quasi subito, dopo pochi secondi dall'inizio.
Molto bella la locandina.
Più compatto e originale di “Scomparsa”, più maturo e privo degli eccessi di “The Evil Inside”, “Un bravo ragazzo” è un altro film veramente notevole, l'ulteriore dimostrazione che ormai Hermes non sbaglia più un colpo.

VOTO: 80
 
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view post Posted on 31/5/2013, 17:37
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Ringrazio anche Clint e mi fa molto piacere leggere che la storia non sia risultata troppo prevedibile.
Io poi nell'intervista ho volutamente evitato di citare The evil inside e Gli ultimi sette giorni per non dare indizi sulla trama ma è chiaro che sono 3 film collegati da un filo rosso.

Riguardo il finale aperto, posoire che nel libro si ferma anche prima, quando Rian sbattuto fuori decide di rintrare in casa per farsi perdonare. C'è un pizzico di speranza. Io invece ho deciso di andare avanti e mostrare che Gwen non è propensa a perdonarlo (prova infatti a chiamare la polizia) nonostante lui praticamente la costringa approfittando del suo stato di shock. Ho preferito quindi lasciare degli indizzi piuttosto che mostrare esplicitamente come finiva la storia. In una storia come questa ci sta anche un finale aperto e non troppo didascalico, che comunque rende l'idea di come andranno le cose (e si intuisce che non andranno bene).

Contento anche dell'apprezzamento a Meyers e spero che anche nel cinema reale possa tornare ad avere parti più "impegate".

Grazie ancora per le belle parole.
 
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Clint1994
view post Posted on 31/5/2013, 18:37




Mi chiedevo: questo tipo di struttura su più piani temporali è presente anche nel libro o è un'idea tua?
 
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view post Posted on 31/5/2013, 18:54
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Sì, ma è tutto elevato all'ennesima potenza. Il narratore è interno a Rian ma in seconda persona e c'è un continuo alternarsi e scambiarsi di linee temporali, dialoghi che sembrano pensieri e pensieri che sembrano dialoghi. Da una frase all'altra può cambiare il conteso e il luogo. E' proprio quello che mi è piaciuto principalmente del libro. Ho individuato 4/5 scene chiavi e le ho spezzettate e rimescolate, per rendere il senso di straniamento che si ha nel leggere il libro.
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 2/6/2013, 21:07




Dopo "scomparsa" dove si narra della relazione fra un rapita e il suo rapitore, Hermes scrive la cronaca del senso di colpa di uno stupratore. Tutto succede col ritrovo della vecchia cantante del suo gruppo e la scoperta del suicidio del fratello di essa, e da lì inizia un viaggio verso la scoperta dei suoi crimini, nati come un divertimento poi diventata una dipendenza fra i suoi amici e tutto questo l'ha resto psicolabile, portando la mente a distorcere i ricordi per calmare i sensi di colpa e addirittura portandola a fidanzarsi con la sua prima vittima. Su quello che dice Clint sono d'accordo, la lettura coinvolge e hai quasi compassione per Rian, alla fine l'unico responsabile della violenza che distrugge del tutto il suo gruppo di amici. Qui ovviamente si condanna lo stupro, ma si avverte che Rian è l'unico che si è veramente pentito del suo passato: uno si è suicidato, l'altro invece continua ma nascondendosi. Non è la storia del gruppo, è la storia di uno che cerca di riprendere il controllo della sua vita ma non ci riesce. Tanto che penso che alla fine Gwen viene uccisa in quell'abbraccio.
Il regista ci sta, con "il cigno nero" ha fatto vedere che se la cava col parlare delle paure che diventano ossessioni, e anche gli attori sono perfetti.
Il mio voto è 7
 
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emilgollum
view post Posted on 8/6/2013, 16:36




Hermetico devo essere sincero la storia non mi ha fatto impazzire (il soggetto funziona perché è interessante capire il senso di frustrazione di una persona che commette uno stupro e decide di conviverci per anni), l'ho trovata spesso confusionaria (nel senso che ci sono troppi rimandi, gestiti in maniera scontata: psicologo>flashback). La progressione della narrazione, il ritmo è sostenuto (per fortuna) con la linea temporale spesso interrotta da quei ricordi "chiave". Quello che trovo poco interessante nella psicologia di Mike è la crisi (spesso eccessiva - ci ha convissuto per anni) nel rapporto intimo con la fidanzata. Insomma, la base per tirare fuori qualcosa di più morboso, più ancestrale c'era tutto, eppure ci si accontenta del senso di colpa, del solito raccontino di malinconia per una vita andata nel verso sbagliato, il gruppo che si sfalda, amicizie sbagliate e perdute. Ci sono una serie di stereotipi (neanche troppo camuffati) che mi hanno fatto storcere la bocca e che mi hanno ricordato tanti titoli letti soprattutto a Cinematik (la leader di queste storie era Mary). :P
Non sto dicendo che è un film brutto, anzi, ma è proprio la colonna dorsale della storia a non avermi appassionato. Anche il titolo "Bravo ragazzo" è piuttosto scontato, rimanda a Quei bravi ragazzi di Scorsese! ^_^

Personaggi in vista dei Ck Awards:
Jonathan R. Meyers (Rian): 7
Amy Adams (Gwen): 6
Wes Bentley (Nolan): 6.5
Hank Azaria (Piscologo): 6

Regia:
Quando ho letto il nome di Aronofsky pensavo a un film più disturbante, meno scontato, invece anche la scelta risulta "facile", perché la storia propone alcuni stilemi presenti nei film reali: droga, sesso. E ci può anche stare eh, ma manca quella morbosità a cui facevo riferimento prima.

In finale:
sufficienza più che raggiunta, mi aspettavo però qualcosa in più.
 
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Andrew.
view post Posted on 8/6/2013, 18:11




SPOILER

Mah, non sono tanto d'accordo con te, la tua mi sembra una rece un po' prevenuta, non dico sia così ma è l'impressione che ho avuto leggendola.
Quando parli del fatto che volevi qualcosa di più "ancestrale" a che ti riferisci? Secondo me il senso di colpa per aver stuprato decine e decine di ragazze è abbastanza pesante da giustificare l'incasinamento mentale e non mi sembra che la situazione complessiva si possa ridurre a un "raccontino", dato che come ho detto è abbastanza pesante emotivamente.
Se ciò non bastasse c'è anche un montaggio raro da vedere (anche a Ck, oppure fammi qualche titolo), che riesce a tenere la verità nascosta fino alla fine, senza servircela su un vassoio.
 
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emilgollum
view post Posted on 8/6/2013, 18:50




E' il modo in cui sfoga il senso di colpa che sa di già visto, problemi con la ragazza, lo psicologo, mentre i personaggi di Aronofsky spesso vivono il disagio subendo maggiormente l'inconscio e riportandolo in azioni spesso estreme. Lui cosa fa, se non andare dallo psicologo, urlare contro la ragazza? Insomma la vicenda rimane ancorata a stilemi ben precisi, non scardina niente di già visto o conosciuto.
 
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view post Posted on 8/6/2013, 20:48
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Innanzitutto grazie a Emil per aver letto il film.
Ma andiamo alla parte più succosa, ovvero le critiche.
Che la storia possa risultare confusionaria lo capisco. Sicuramente devo imparare a gestire meglio i flashback e sono d'accordo sul fatto che una struttura del genere possa reggere solo se il film ha una durata piuttosto breve. Io credo di non aver tirato troppo la corda e alla fine il montaggio frammentario non dà la nausea.

Riguardo la psicologia, ovviamente mi sono attenuto al romanzo anche perchè è una delle cose che più mi ha colpito. Per superare il proprio senso di colpa, o meglio per infliggersi un castigo perenne, Rian decide di avere una relazione proprio con la prima donna che ha stuprato. Io lo trovo un modo per nulla scontato di affrontare il tema del senso di colpa. E poi anche abbastanza credibile, d'altronde ci sono persone che convivono con i propri rimorsi e scheletri nell'armadio per anni, se non per tutta la vita.

Parli anche degli stereotipi che affliggono il film. Quali altri hai notato oltre il binomio sesso-droga? Tra l'altro sarà pure uno stereoptipo ma spesso e volentieri è drammaticamente vero. Non si può negare che sesso e certi tipi di droghe (in questo caso il roipnol) siano fortemente legati.

CITAZIONE (emilgollum @ 8/6/2013, 17:36) 
E' il modo in cui sfoga il senso di colpa che sa di già visto, problemi con la ragazza, lo psicologo, mentre i personaggi di Aronofsky spesso vivono il disagio subendo maggiormente l'inconscio e riportandolo in azioni spesso estreme. Lui cosa fa, se non andare dallo psicologo, urlare contro la ragazza? Insomma la vicenda rimane ancorata a stilemi ben precisi, non scardina niente di già visto o conosciuto.

Fore ti aspettavi qualcosa di più morboso, ma per come la vedo io, il film non è certo rassicurante. Parliamo di un gruppo di stupratori seriali, due dei quali continuano (anche se per nulla beati), le loro vite e nulla ci assicura che non riprendano a fare certe cose. Chad, si intuisce, lo sta già facedo ma non lo ammette neanche a se stesso. Rian praticamente obbliga la sua ragazza a perdonarlo perchè non accetta nessun altro tipo di via d'uscita, ed esrcita l'ennesima neanche tanto velata violenza su di lei. E' una storia molto cupa e per nulla tranquillizzante.

E' vero che spesso nei film di Aronofsky il disagio interiore si manifesta con atti di violenza estrema, ma perchè deve essere sempre così? Un regista-autore non può ingabbiarsi in schemi così rigidi. E poi, come ti ripeto, di violenza nel film ce n'è molta, seppur non così esplicita ed evidente (anche nel finale). Rian commette tutte le azioni più deprecabili, senza dimenticare la violenza psicologica di certe sue affermazioni, come quando infanga la memoria di Nolan facendo ulteriormente del male a Beth.
Insomma, se non si fosse capito :P , io credo che il film sia infarcito di gesti e comportamenti (più o meno) violenti seppur non direttamente manifesti, e per questo lo ritengo già di per è parecchio disturbante.

Grazie comunque per la rece.
E ringrazio anche Agnese per gli apprezzamenti. In questo caso non ho nulla da ribattere.
 
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view post Posted on 15/6/2013, 18:18

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Ok, la recensione esatta e precisa la scriverò domani, quando mi sarò ripreso. Ti basti sapere solo questo, Hermes: verso la fine, avevo voglia di vomitare. E credo tu sappia che significa questo nel mio caso con i tuoi film. ;)
 
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