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Un bravo ragazzo
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Un bravo ragazzo, Hermes production

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Andrew.
view post Posted on 28/5/2013, 13:08 by: Andrew.




Recensione della Chimera.


Hermes sembra tornare agli albori nel presentarci un film che ricorda abbastanza (almeno per stile e genere) quel suo interessante esordio, Gli ultimi sette giorni di Peter Crumb. Se c'è una cosa che accomuna i film è una sorta di pessimismo di fondo, emozioni drammatiche che lasciano poco spazio alla positività, lasciando lo spettatore con un po' di malinconia e tristezza. Questa volta però lo fa in maniera più "stilosa", si nota infatti la maturazione nella sceneggiatura che è costruita come un mosaico dove i tasselli sono frammentati e vanno a mettersi a posto a poco a poco.
La storia ruota attorno a un ragazzo che ripercorre con dei flashback il suo passato. Fin da subito si intuisce che qualcosa di tragico è avvenuto, ma alla verità si ci arriverà gradualmente, conoscendo dapprima il rapporto che si instaura tra i componenti di una band, i loro pericolosi divertimenti sessuali, fino a un evento che ha scosso la vita di tutti, in particolare del nostro protagonista che diventerà ossessionato da questo suo passato dal quale non riesce a liberarsi. Anzi, ciò lo trascinerà verso una spirale di ricordi dolorosi, un esaurimento nervoso lo porterà a confondere passato e presente fino a farlo crollare, in un finale tanto tragico quando ambiguo. Non sappiamo infatti quale sarà la sorte di Ryan e Gwen, lasciati in quella stretta che potrebbe rappresentare sia una fine che un nuovo inizio.
La storia è se vogliamo, semplice. Ma la semplicità della trama viene mascherata da una struttura e un montaggio che la rendono piuttosto intricata e sta qua il maggiore pregio del film, nella sceneggiatura costruita perfettamente. All'inizio infatti non sospettiamo minimamente di Ryan e scopriamo solo a poco a poco la verità, segno che la costruzione delle scene e dei flashback è stata perfetta.
Aronofsky è il nome giusto per questa pellicola (io avevo pensato anche al Memento di Nolan) perchè non si possono non notare le analogie stilistiche con film come Black Swan o Requiem for a dream. La sua è una mano registica che si sente, è percepibile in ogni scena dall'inizio alla fine e fa uso di costrutti che aumentano l'angoscia che si prova, come le voci di alcuni personaggi messe in bocca ad altri personaggi, le immagini che si sovrappongono, quelle sulle scheggie di vetro.
Il cast è altrettanto ben scelto, con Rhys Meyers che spicca su tutti per la sua interpretazione "borderline", Amy Adams che regala abbastanza emozioni nel finale e una serie di comprimari che fanno benissimo il loro lavoro.
Le musiche sono ben scelte e aumentano le sensazioni angoscianti. Forse potrei dire che in alcuni casi si interrompono troppo velocemente o che sono state usate le stesse musiche più volte, ma non è una cosa che mi ha dato fastidio.
Locandina molto bella, costruita a puntino.

Voto: 77 (8 al sondaggio)


Da un lato sarei tentato di dare di più, poi ci ripenso e vorrei dare di meno, insomma devo farlo sedimentare un po' per decidere che voto lasciare. Il film mi è piaciuto molto, lo trovo tra i migliori di questo semestre perchè è praticamente esente da difetti. Hermes voleva creare una storia drammatica con la quale "giocare" con lo spettatore mescolando passato, presente e illusioni, e non credo potesse fare meglio di così. La storia colpisce come un pugno allo stomaco, regala parecchie emozioni (poco importa che siano solo negative), sfrutta in maniera ottimale uno dei registi più originali e difficili che ci siano sulla piazza, quindi cos'altro chiedere a un film?

Non sappiamo se A volte ritorno vincerà davvero come ci si aspetta e Un bravo ragazzo sembra un film leggermente inferiore all'altro, più che altro perchè molti se ne usciranno con un "è troppo confusionario per i miei gusti" e quindi convincerà meno la massa in toto come la commedia ha fatto. Eppure io lo considerò tra i migliori di Hermes e non nascondo che potrebbe anche scavalcare l'altro nella mia classifica, anche perchè molto affine ai miei gusti. Non capisco infatti come mai lui stesso lo abbia svalutato così tanto, nell'intervista.
Di sicuro aumenta notevolmente le chance di fargli vincere il premio a miglior produttore.
 
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42 replies since 25/5/2013, 10:14   1473 views
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