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Diamond Dogs - Parte II
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Diamond Dogs - Parte II, Chimera Films

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mastruccio
view post Posted on 29/5/2013, 16:24 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Ho visto il film "Diamond Dogs - Part II" ieri, ma ho voluto aspettare un giorno per recensirlo, per rassettare meglio le mie idee su questo film.
Prima di iniziare a scrivere, sono andato a leggere ciò che scrissi rigurado il primo capitolo di "Diamond Dogs", perchè ricordavo di aver sospeso, per certi versi, il mio giudizio. Pur avendo approvato allora la scelta di Andrew di dividere il film in due, ritenni di dover attendere il secondo capitolo per poter esprimere una valutazione più precisa.
Adesso, quindi, posso dire che "Diamond Dogs", diviso in due parti più per comodità di scrittura che per consentirci una migliore comprensione dell'intera storia, avrebbe senza alcun dubbio giovato della sua proposizione in un "unicum". Credo di poter affermare che avrebbe potuto essere un autentico "film dell'anno", di quelli che avrebbero potuto essere citati in futuro come modello. "Purtroppo", e non a caso è scritto tra virgolette, deve invece accontentarsi, così com'è, di essere "solo" (altre virgolette) un ottimo film.
La suddivisione in due parti ha provocato, senza che l'autore lo volesse, la creazione nel pubblico di varie aspettative per il secondo capitolo. Personalmente mi aspettavo "un film molto più completo e pregno di drammaticità, con maggiore sfaccettatura dei personaggi quì invece in secondo piano. Penso, ad esempio, alla madre di Christmas, un'ottima Marisa Tomei che in verità è apparsa un po' sprecata, e soprattutto ai genitori di Ruth"; un gangster-movie, insomma, con risvolti drammatici, personaggi sempre più profondi ed epiloghi non scontati .
Magari, possiamo esserne certi, altri spettatori si saranno fatte altre aspettative, avranno immaginato altri sviluppi della storia. Ecco, il limite di "Diamond Dogs" sta proprio qui. Chi per un verso, chi per un altro, potrebbe aver visto delusa qualcuna di queste aspettative.
E dire che la locandina del primo capitolo, che è la copertina del libro di Luca Di Fulvio, avrebbe dovuto suggerire a tutti noi di non farci nascere altre fantasione elucubrazioni su una storia che, nella sua essenza, rispecchia fedelmente l'immagine del bambino ritratto.
Visto per intero, e non sarebbe stato nemmeno uno dei film più lunghi di Ck con qualche piccola sforbiciata qua e là, sarebbe rimasto per tutti quello che, in definitiva, è: una bellissima e struggente favola, scritta benissimo, con bellissimi personaggi scritti come le regole delle buone favole impongono, dove cioè i "buoni" sono sempre buoni e i "cattivi" sempre cattivi, con atmosfere e piani emozionali perfettamente calati in un contesto di assoluto "candore". Il candore di un amore vero, il candore dell'anima di un bambino finto gangster che tale rimane anche da adulto, il candore di una storia che, come tutte le favole, non può che avere un epilogo felice, dove tutti hanno alla fine ciò che si sono meritati: i "buoni" una vita felice e riparata, e i "cattivi" la giusta punizione per averli fatto soffrire.
Dovrei, quindi, dire che, a conti fatti, il film mi ha deluso. Invece no.
Tornato coi piedi per terra, ripresomi dalla forte emozione che la lettura mi ha suscitato, ho elaborato il film per intero, ho gettato nel cestino tutte quelle aspettative di cui sopra, e posso ora finalmente dare un voto sincero e omnicomprensivo.
Pur presentando alcuni errori di sintassi e di uso delle preposizioni, e di suddivisione delle scene, la scrittura della sceneggiatura scorre felicemente sui binari consolidati della sicurezza e della padronanza della sintesi narrativa, che Andrew usa da tempo a suo piacere. Forse memore dei miei appunti scritti per il precedente capitolo, in questo script il producer mio conterraneo ci regala diverse sequenze ricche di dettagli cinematografici, del tutto assimilabili al cinema di Tornatore. Penso, ad esempio, ai lunghi piani sequenza; oppure al finale descritto in maniera altamente poetica.
Promossa a pieni voti, quindi, la regia di Tornatore, che si piazza già in cinquina ai prossimi Awards, così come la scelta del cast. Haiden Christensen e Anna Paquin sono perfetti nei ruoli principali, e risultano credibilissimi. Una menzione speciale merita senza dubbio Emile Hirsch, nel ruolo di Bill. Una caratterizzazione assolutamente perfetta del suo difficile personaggio, che potrebbe portargli il premio come migliore non protagonista. Rimangono ai margini, se pur con qualche maggior approfondimento rispetto al primo capitolo, i personaggi della madre di Christmas e dei genitori di Ruth, ragion per cui non vedo possibile per i loro interpreti qualche chance di premio.
La bella colonna sonora è stata scelta con cura, e i brani di cui è composta sono giusti e adatti alle scene cui prestano l'accompagnamento. Anche per questa, quindi, ottime possibilità di vittoria.
La locandina, sinceramente, non mi è piaciuta molto. Il carattere del titolo doveva essere identico a quello del primo capitolo, per richiamarne subito la memoria, ed inoltre sarebbe stato sufficiente mettere solo la silhouette della panchina coi bambini, senza quindi i faccioni dei due attori protagonisti, che mi paiono troppo ingombranti. Il risultato, a mio modesto parere, sarebbe stato più evocativo.
Il sito, semplice semplice, non offre nulla di più dei soliti link sul cast e la regia. Qualche novità, dal più ingegnoso web-designer autodidatta di tutta Ck, ce la aspettiamo tutti.
Il mio voto, per concludere, è elaborato considerando il film per intero, e quindi non è influenzato dalle cose che ho scritto su ciò che ritengo essere un limite dovuto alla suddivisione in due parti. E' un voto alto, perchè mi ha emozionato, e in fin dei conti è quindi un film riuscito.
Voto: 78/100 (8 al sondaggio)
 
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44 replies since 6/5/2013, 20:51   1491 views
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