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Diamond Dogs - Parte II
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Diamond Dogs - Parte II, Chimera Films

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Hermetico
view post Posted on 15/5/2013, 16:23 by: Hermetico
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Ho aspettato qualche giorno prima di recensire la seconda parte di Diamond Dogs, per capire esattamente quanto mi fosse piaciuto e quanto le mie aspettative (forse troppo alte) mi avessero influenzato nel giudizio. Col senno di poi sono del parere che le due parti andrebbero lette consecutivamente, come fossero un unico film perché così si può apprezzare meglio la storia nella sua interezza, l’evoluzione dei personaggi, anche se capisco che Andrew abbia fatto questa divisione per venirci incontro (anche se contando i caratteri ho visto che sarebbe venuto sì un film lungo ma come molti altri che sono passati a Ck).
In questa seconda parte seguiamo i tre protagonisti nella loro età adulta (o quasi), li vediamo maturare e prendere scelte che condizioneranno la loro vita. Christmas che, grazie alle sue doti di affabulatore, riuscirà a fondare una radio locale; Ruth che avrà un percorso molto più doloroso, dovrà superare i traumi del passato ma per fortuna scoprirà anche un insospettabile talento. E per finire Bill che nella prima parte era il perfetto carnefice, ora diventa vittima di se stesso, delle sue ossessioni, degli errori fatti in passato.
Comincio proprio dalla prima cosa che mi ha colpito: il personaggio di Bill. Ho apprezzato moltissimo la sua caratterizzazione, per nulla scontata e autentica. Ti aspetti che una volta arrivato a Hollywood ne combini di ogni, e invece lo vedi sprofondare sempre più miseramente nel suo personale baratro. Quello che lui stesso ha generato con le sue deprecabili azioni nel primo episodio. Alla fine si prova quasi pena per lui perché la sua vicenda è davvero spietata, non c’è riscatto né speranza e il bellissimo finale chiude il cerchio sulla sua miserevole esistenza in modo esemplare. Mi riferisco ovviamente all’emozionante incontro (del tutto fortuito) tra Ruth e Bill, alla festa. Qui capiamo che, mentre lei ha sconfitto i suoi demoni (Bill in primis), per lui non c’è più alcuna speranza, è marcio fino al midollo e infatti, come se non bastasse, gli aspetta anche un tragico (o meglio beffardo) finale.
La storia di Christmas invece è molto più solare e positiva. Rappresenta il riscatto degli umili e di chi, conscio di aver sbagliato a volte, fa di tutto per rimediare agli errori. Christmas quindi si smarca intelligentemente dalla realtà malavitosa che aveva bazzicato fin da piccolo e insegue la via della legalità e dell’onestà, grazie anche a Santo, un vero e proprio ”angelo custode”.
Sullo sfondo poi c’è la caduta in miseria degli Isaacson, il loro rapporto travagliato con Ruth (soprattutto quello madre-figlia). Mi sarebbe piaciuto se fosse stato investigato di più, ma capisco che qualcosa bisogna pur tagliare.
E poi c’è il finale, un happy end quasi da fiaba, che però non infastidisce affatto, anzi, rincuora perché dopo tante tribolazioni, Ruth, Christmas e gli altri, hanno bisogno di un sano lieto fine.
Andrew con il suo consueto stile asciutto riesce sempre ad andare al cuore delle vicende e non si perde mai in dettagli inutili. Regala quindi diverse scene molto toccanti (il già citato incontro tra Ruth e Bill, ma non solo, anche quello, tanto agognato, tra Ruth e Christmas, quelle tra Christmas e sua madre, e per finire quelle su Bill e la sua discesa negli inferi).
Devo dire però che questa seconda parte me l’aspettavo diversa. Credevo che le vicende dei 3 protagonisti si sarebbero intrecciate e scontrate invece proseguono parallele senza toccarsi mai praticamente fino alla fine. Seguono anche atmosfere e suggestioni molto diverse, che danno forse poca omogeneità al film. Quella di Christmas solare e positiva, quella di Ruth più intimista e per finire quella di Bill insolitamente cruda e “sporca”.
In generale tutto il film però ha ritmi molto meno concitati rispetto alla prima parte, molto più densa di avvenimenti. Qui il racconto è molto più “intimista”, ci si concentra sulla maturazione dei protagonisti. Mi aspettavo un crescendo di situazioni epiche e scontri invece è tutto molto più pacato e lento (ad esempio credevo che Christmas avrebbe avuto di nuovo a che fare con la mafia). E’ una scelta non consueta e sicuramente coraggiosa, che può non convincere ma va apprezzata.
La sensazione è quella di aver visto più che altro la parte prettamente finale di un racconto, più che la sua prosecuzione. Della serie: tutto quello che doveva accadere, i fuochi d’artificio, i conflitti, ci sono stati nella prima e ora vediamo come i protagonisti hanno sistemato la loro vita. Non è sbagliato di per sé, anche perché il risultato è comunque ottimo, ma mi è sembrato anticlimatico o semplicemente avevo delle aspettative diverse e quindi ciò conta poco.

Come già detto per la prima parte Tornatore dirige perfettamente la pellicola e sarà sicuramente uno dei favoriti per la statuetta. Riguardo il cast, c’è Emile Hirsch che ruba quasi la scena ai due protagonisti (già, perché la sua storyline sembra molto più centrale rispetto a quella di Christmas e Ruth, forse un po’ lasciati ai margini). Hayden Christensen e la Paquin fanno comunque un ottimo lavoro e anche loro hanno ottimo probabilità di finire in cinquina.

Musiche ottime, anche queste ovviamente in linea con quelle del primo film.

Sito come sempre molto curato, ormai è una rarità qui a Ck, e locandina molto bella. Sarà interessante vedere chi la spunterà tra le due.

In sintesi Diamond Dogs parte II è un capitolo conclusivo riuscito (pur nelle sue scelte poco convenzionali che possono anche non convincer a pieno) che acquista ancora maggiore valore se visto assieme al primo, come un unico film. E’ una sorta di quiete dopo la tempesta della prima parte. Quindi i protagonisti rielaborano ciò che è successo nella loro turbolenta infanzia e a volte lo metabolizzano, mentre altre volte ne rimangono vittima e soccombono. Anche qui le scene altamente emozionanti però non mancano. Quindi complessivamente, tra prima e seconda parte il mio voto è 77/100
 
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44 replies since 6/5/2013, 20:51   1491 views
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