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SUPERMAX
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SUPERMAX, Dreaming Studios

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Hermetico
view post Posted on 25/2/2013, 16:40 by: Hermetico
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Supermax è il terzo film di Mastruccio che questa volta si cimenta nella commedia e lo fa con uno script originale che fin dalle prime scene si dimostra frizzante e leggero.
La storia è quella di Max, un bambino di 8 anni a cui viene diagnosticata una forma di sordità ed è quindi costretto a portare in modo permanente un apparecchio acustico. Il bambino ovviamente non ne vuole sapere, proprio lui che sogna di essere Superboy e salvare Sandy dalle grinfie del bulletto della scuola.
Il film inizia descrivendoci la vita della famiglia di Max e le sue dinamiche: la passione del piccolo per i fumetti e il rapporto precario con il padre, spesso assente per lavoro. Ciò che colpisce fin da subito, oltre ovviamente all’atmosfera leggera tipica della commedie americane, sono i dialoghi, in particolare quelli che coinvolgono i piccoli. Mastruccio è riuscito perfettamente a rendere credibile e autentico il modo di parlare di Max e compagni, che si esprimono in maniera tenera ma non sempliciotta e con tutte le ingenuità tipiche di quell’età. Mi sono ritrovato spesso a sorridere nel leggere alcune battute come ad esempio all’inizio, quando Drumon, con una risata mefistofelica, dichiara di aver trovato la pistola fotonica supernucleare, ovviamente, nelle patatine!
La storia di Max è molto tenera ed è una metafora sulla diversità, che può avere tante forme. In questo caso è rappresentata dalla sordità e dall’apparecchio acustico. Il bambino deve vedersela con i primi piccoli soprusi ad opera del bulletto di turno. Alla fine accetterà il proprio piccolo handicap e anzi, ne farà un elemento distintivo della propria personalità, una caratteristica vincente e unica (ciò grazie anche alla sua passione per i fumetti). Il film quindi è perfetto perché riesce a comunicare perfettamente ai grandi ma soprattutto ai piccoli, usando il linguaggio del gioco, che le differenze non sono un difetto ma un arricchimento e che tutti dobbiamo accettare le nostre piccole debolezze facendone anzi dei punti di forza.
Ci sono poi delle sottotrame: quella “amorosa”, riguardo la cotta di Max per Sandy (che si ricollega alla vicenda principale e al tema dell’autostima del protagonista) e poi quella coniugale, riguardo la crisi di coppia di Nancy e Bryan. Quest’ultima l’ho trovata un po’ debole, più che altro un pretesto per dare qualche sfumatura in più ai personaggi dei genitori. Era abbastanza ovvio che l’incidente capitato a Max avrebbe fatto riunire la coppia.
Se proprio devo trovare un difetto, questo sta nella generale prevedibilità dell’intera vicenda, che scorre su binari solidi ma a volte un po’ scontati. Il tema dei supereroi intrecciato con la vita reale, quello del “bullismo” (all’acqua di rose ovviamente), la prima cotta, la crisi dei due genitori, il mega happy ending finale che aggiusta ogni cosa, sono tutti elementi tipici della commedia a stelle e strisce. E non sono sbagliati di per sé, viene solo meno quel pizzico di originalità che avrebbe innalzato il film a piccolo capolavoro.
I momenti emozionanti ci sono e non vengono intaccati dalla prevedibilità della vicenda, anzi. Anche io mi sono commosso quando Max ha quel brutto incidente e durante tutta la parte in ospedale. Semplice ma di grande effetto, perché descritta in maniera autentica.

Ottima la regia di Chris Columbus. Valorizzata da uno script che esalta i movimenti di macchina, grazie anche alle piccole parentesi quasi “action”. Perfetto anche il cast con il piccolo Benjamin Stockham che ci regala un personaggio simpaticissimo e tenero nelle sue fragilità e paure. Bravi anche Barrymore e Hawke che offrono prove misurate ma efficaci, soprattutto la prima.

Anche la colonna sonora è stata bel scelta, con degli accompagnamenti strumentali che si rifanno proprio a un certo tipo di cinema.

Sito come sempre molto curato e pulito nella grafica. Locandina ben fatta e in linea con lo spirito del film, ma il volto del protagonista che si vede appena in quella sorta di spiraglio non mi è piaciuto molto.

In conclusione Supermax, se fosse prodotto nella realtà, sarebbe un film che piacerebbe molto ai bambini perché parla il loro linguaggio, ma sarebbe anche in grado di emozionare i grandi. In questo mi ha ricordato molto Mrs. Doubtfire, che affrontava anch’esso una tematica delicata. A volte il film gioca un po’ troppo sul sicuro proponendo svolte prevedibili e annunciate, ma il risultato complessivo è comunque positivo, divertente e nel finale anche emozionante. 78/100
 
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