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A volte ritorno
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A volte ritorno, Hermes production

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Francis Delane
view post Posted on 26/2/2013, 16:45 by: Francis Delane

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Ha ragione Mastruccio nel dire che, nel mondo reale, un film simile non sarebbe mai uscito, troppe e troppe dirette le battute critiche contro il Papato per sopportarle in un paese come il nostro che, purtroppo, non riesce ancora ad affrontare il problema del rapporto con una Chiesa che vorrebbe escludere dalla sua sfera politica, ma a cui manca il coraggio necessario per farlo. Meno male, allora, che CK c'è, e meno male che tutti i lettori cattolici di questo forum (compreso il sottoscritto) dimostrano la maturità necessaria per separare l'etica dall'estetica, e capire che i dibattiti sulla religione è meglio lasciarli alle occasioni serie e non accanirsi su opere di cultura popolare che non sono interessate a discutere di dogmi, ma vogliono semplicemente usare la religione per riscoprire un messaggio di speranza nell'uomo.

"Fate i bravi": versione ammorbidita di "Ama il prossimo tuo come te stesso", molto in linea con un Gesù che si fa le canne e suona assieme a Jimi Hendrix. Caratterizzazione che fa certamente un po' sorridere, ma che ci sta, come ci sta quella di un Dio nei cui confronti l'ironia è leggera e garbata, ma di cui viene fuori proprio l'essenza paterna che è stata la grande scoperta del Cristianesimo (non smetterò mai di ricordare che siamo l'unica religione che chiama Dio "Padre"): un Dio che non punisce, che vuole salvare l'uomo, che ama alla follia quest'umanità che pure lo rinnega al punto da rimandare sulla Terra l'amatissimo suo Figlio. Peccato per la mancanza dello Spirito Santo, che sarebbe stato bello vedere come una vocina tipo Grillo Parlante nella mente di Gesù :D , e anche per quella di Satana, che nel romanzo c'è ma Hermes ha preferito togliere allegramente. Ma pazienza, non mi metto a sindacare sulle scelte dello sceneggiatore, visto che comunque sono piccolezze.

Piccolezze di una sceneggiatura che parte con toni da commedia (la riunione celeste), ma quando scende nel mondo reale crea personaggi serissimi, umanità spicciola che potremmo incontrare a ogni angolo di strada, traumatizzata e in cerca di redenzione: e proprio questa umanità si raduna attorno al Figlio di Dio, richiamando i grandi personaggi evangelici. Ecco Becky, novella Maria Maddalena con tanto di figlio a carico, ecco Morgan che, come Pietro, difende Gesù a spada tratta ma non abbandona una certa prosaicità, e poi Steven che sembra un moderno Zaccheo (il pubblicano convertito), Kris che ha l'entusiasmo di Giovanni, e il prete che non può non richiamare Caifa e Anna, gli ipocriti sacerdoti del sinedrio. Il finale, poi, con Gesù che di nuovo prende su di sé le colpe di tutti e si lascia mettere di nuovo in croce (ma stavolta senza risurrezione, non ce n'è bisogno), è veramente commovente ed emozionante.

Un film quindi che entra nel novero di quelle opere (letterarie, musicali, etc.) religiose ma non ortodosse, come i tre film migliori su Gesù (Pasolini, Scorsese e Jesus Christ Superstar, che credo l'autore del libro si sia visto parecchio), come la Buona Novella di De André, che per chiunque devono essere un invito a riflettere su Dio e sul proprio rapporto con Lui. E comunque, sia detto fra noi, è molto meno dinamitardo verso le chiese di quanto sembri: una volta acclarato che le nozze omosessuali e la pedofilia dei preti sono più o meno sciocchezze irrilevanti (e che andrebbero, appunto, discusse in altra sede), e la solita protesta contro il Papato, il film non nega in realtà nessun dogma di nessuna chiesa: la doppia natura di Gesù come Uomo e come Dio è riconosciuta, si fa accenno a un'Immacolata Concezione da una vergine, si rifiutano giusto i miracoli ma capirai, si è visto di peggio.

Proprio per questo, però, concordo con Agnese sul suo dubbio su Seth MacFarlane. Premettendo che non ho visto Ted e non sono precisamente un fan né dei Griffin né di American Dad, MacFarlane mi sembra un regista molto più scorretto di così, molto più irriverente, caustico e acido contro cose come queste.

Nessun dubbio, invece, su Jared Leto, bravissimo nella parte, su Jeff Bridges che, ha ragione Andrew, si vede troppo poco, e sul resto del cast, di sicura presa sul pubblico e spontaneità, con un Kevin Spacey che fa ciò che gli riesce meglio (cioè lo stronzo). Cast, in una parola, perfetto, bella locandina, musiche azzeccate.

VOTO: 85/100 (ma sì, facciamo 9 al sondaggio, per una volta).
 
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