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A volte ritorno
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A volte ritorno, Hermes production

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view post Posted on 16/2/2013, 13:56
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Critico

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view post Posted on 17/2/2013, 14:38
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- Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?

Ho letto il libro per caso, incuriosito dalla trama, e ho capito subito che non potevo non trasporre un soggetto del genere. Anche perché è una di quelle storie che può prendere vita solo a Cinematik. Nella realtà sarebbe assolutamente impossibile.

- Parlaci delle scelte di cast e regia.

Jared Leto e Jeff Bridges li ho scelti soprattutto per una somiglianza fisica. Per fortuna sono anche dei grandi interpreti. Emmy Rossum mi ha conquistato nella serie tv Shameless. A questi si aggiungono Kevin Spacey e Zach Galifianakis, due grandi caratteristi in ruoli secondari ma molto importanti. Per la regia all’inizio avevo pensato a Kevin Smith, ma poi mi sono reso conto che la storia era talmente dissacrante e audace che solo uno come MacFarlane poteva rendergli giustizia.

- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?

Nessun aneddoto in particolare, se non il fatto che mi sono fermato più volte per decidere se fosse il caso di rispettate in toto il libro, anche nelle sue parti più “estreme”.

- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

Tra i 7 e il 7,5.

- Un pregio del tuo film?

Racconta una bella storia piacevole da seguire con un comparto di personaggi simpatici. E poi non ha paura di prendersi gioco di tutto e tutti, magari anche esagerando un po’, ma credo che tutto questo porti anche a qualche spunto di riflessione.

- Un difetto del tuo film?

innanzitutto la lunghezza. Per essere una commedia il film è molto lungo, nonostante i numerosissimi tagli (anche di personaggi e frammenti di storia) non sono riuscito a rimanere intorno ai 120 mila caratteri. E poi alcune scene e dialoghi potrebbero urtare chi è particolarmente sensibile al tema religioso.

- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?

Innanzitutto vorrei non offendere i credenti all’interno di Ck. Mi è parso di capire che a LittleTin, nonostante sia credente, il film è piaciuto, quindi tiro un primo sospiro di sollievo. Non so perché ma ho la sensazione che possa non piacere a Clint, magari perché nel film ci sono alcune esagerazioni e anche delle semplificazioni.

- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...

Rifarmi delle spese e se arriva anche un primo posto non lo disdegno.

- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?

Sono legato perché il film esprime perfettamente anche la mia posizione (e i miei dubbi) nei confronti della religione e della Chiesa. E poi ho cercato di dare più profondità al personaggio di Becky, troppo marginale nel libro.

- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?

Non credo che sia il mio miglior script, anzi, magari è anche un po’ ingenuo in alcune parti. Ma mi sono comunque divertito molto a scriverlo.

- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?

A nessuno.

- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).

Anche qui non saprei.

- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?

L’unico filma cui mi sono volutamente ispirato (in particolare per la parte centrale dello script) è The Truman Show. Sicuramente ce ne saranno anche molti altri (tipo Dogma di Smith) ma per ora non mi vengono in mente.

- Il tema e/o il messaggio del film?

Che dobbiamo “fare i bravi!”. :P

- Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?

Se vuoi vedere una commedia che non ha paura di mettere in discussione alcuni degli aspetti più controversi della religione cristiana, questo è il film che fa per te.

- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?

In Paesi come l’Italia e l’America, lo spettatore medio non saprebbe neanche l’esistenza di un film del genere, per ovvi motivi.

- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?

Le proverei un po’ tutte: film, attore protagonista, sceneggiatura, cast.

- A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?

Siamo ancora all’inizio, difficile dirlo. Basandomi sulla prima parte di Diamond Dogs direi che la seconda parte ha tutte le carte in regola per fare il botto.

- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?

Voglio provare a realizzare un film fantasy, con una bell’avventura dal sapore epico, scenari mozzafiato e protagonisti che ti entrano nel cuore. Chiedo troppo? :P
 
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Andrew.
view post Posted on 17/2/2013, 19:05




Appena finito di leggerlo. Però lo recensisco domani a mente più fredda, altrimenti rischio di dare qualche voto troppo alto per i miei canoni. :P
 
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view post Posted on 17/2/2013, 21:45
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CITAZIONE (Andrew. @ 17/2/2013, 19:05) 
Appena finito di leggerlo. Però lo recensisco domani a mente più fredda, altrimenti rischio di dare qualche voto troppo alto per i miei canoni. :P

No, e che sarà mai! Non mi offendo se ti scappa un voto un po' più alto! :P
 
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Andrew.
view post Posted on 18/2/2013, 14:08




Recensione della Chimera.

Questo film da come era presentato sembrava dover essere una grande critica alla religione e invece si è rivelato una grande dichiarazione d'amore nei confronti della stessa, almeno per quanto mi riguarda. Sicuramente infatti farebbe indignare certi cattolici per alcuni pensieri arditi, ma il mio orientamento religioso è perfettamente concorde allo spirito del film e quindi non ho potuto che gioire del fatto che c'è qualcuno che la pensa come me.
Infatti qua Dio è visto come un'entità onnipotente che se ne frega di tutte le cazzatelle (concedetemi il termine) che sono state costruite attorno alla sua figura e attorno alla chiesa nel corso dei secoli. Suddivisioni infinite delle religioni, dogmi, regolamenti, ipocrisie, tante belle parole di cui molti cristiani si riempiono la bocca per poi dimostrare a fatti la propria cattiveria (e la figura del prete nel film è emblematica, uno che si scandalizza per una coppia di omosessuali ma che poi dà del mentecatto a una persona disturbata). E invece qua Dio e Gesù chiedono soltanto una cosa, di fare i bravi. Semplice, diretto, bellissimo.

Ma chiudiamo questa parentesi sulle proprie credenze (a proposito, sempre massimo rispetto in chi crede nella chiesa e nel papa e in tutto il resto) e parliamo del film in sè.
Nasce come un film comico, esilarante nella scena iniziale in paradiso, per poi trasformarsi a poco a poco in un film a metà tra la commedia e il dramma. Suddiviso in due parti, una che mostra l'ascesa al successo di Gesù come pop star e l'altra in cui lo stesso apre un centro che accoglierà i suoi seguaci, fino alla sua caduta.
Scritto benissimo, con dialoghi frizzanti e personaggi memorabili, ci regala non pochi momenti di pura emozione. Sono tanti e cito a caso il discorso che fa Gesù in diretta mondiale (con citazione a The Truman Show), il suo duetto con l'altro cantante, l'attacco finale alla fattoria e il suo ritorno nei cieli.
Momenti da pelle d'oca che nel finale mi hanno persino strappato qualche lacrima, cosa che non mi era quasi mai capitato a Cinematik, dove emozionarsi è molto più difficile rispetto al cinema reale.

A volte critichiamo il regista perchè magari è troppo importante per quel film, questo invece è il caso opposto. Con una sceneggiatura di questo calibro io avrei osato e avrei preso qualcuno di più famoso rispetto a Set McFarlane che ha all'attivo un solo (discreto) film. E' un "difetto" (se così vogliamo chiamarlo) di Hermes che non punta mai troppo in alto coi registi, forse per timore di sbagliare. In ogni caso il regista non stona col film, dato che il genere è proprio il suo, dissacrante anche in temi importanti come lo è sempre nei Griffin.
Jared Leto lo abbiamo già detto, è perfetto per la parte di Gesù. Un Gesù che qua vediamo come non avevamo mai visto, fricchettone e testardo, ma in fondo molto umile e consapevole di quello che è il suo compito (quindi in definitiva non poi così distante dal Gesù biblico).
Jeff Bridges è altrettanto bravo, peccato che compaia così poco perchè nella parte iniziale era divertentissimo vederlo rimproverare i santi.
Degli altri attori mi sono piaciuti Kevin Spacey che rappresenta il male, anche qua sconfitto come allora e Zach Galifianakis che ha un personaggio secondario tra i più belli che ricordi, di quelli che ti entrano nel cuore.

Le musiche hanno un ruolo importante nel film, perchè oltre a fare da accompagnamento di sottofondo, a volte sono proprio protagoniste della scena grazie alle doti canore di Gesù che con le sue canzoni incanta il pubblico. Scelte bene anche quelle nei momenti più drammatici (anche se a volte c'era un effetto dejavù, tipo per le musiche di Inception o The Truman Show, dove non si può non notare che sono colonne sonore di altri film).
Bella la locandina.


Voto: 82

Non ho parlato di difetti, perchè credo non ce ne siano. Forse si può dire che c'è una troppo netta separazione tra la prima e seconda parte, oppure che non si ride abbastanza a parte la scena iniziale in paradiso. Ma questo è frutto di mie aspettative, infatti pensavo che fosse un film comico e invece è molto più sentimentale e profondo di quanto pensassi. Mi aspettavo anche un film dissacrante che sparasse a caso sulla chiesa e invece ho trovato una grande riflessione sulla religione che qua viene intesa nel suo significato più profondo, nel semplice amore tra la gente, senza tutti i merletti di contorno che nel corso degli anni hanno rovinato la figura e la credibilità della religione stessa. Insomma, il film mi ha sorpreso in positivo e soprattutto mi ha emozionato parecchio.
Hermes, lo ribadisco, è ormai tra i migliori sceneggiatori di Cinematik e questo è sicuramente il suo film migliore, anche perchè ha dimostrato di essere in grado di scostarsi totalmente dagli squartamenti e dalle esagerazioni a cui ormai lo accostavamo troppo spesso.
 
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mastruccio
view post Posted on 18/2/2013, 23:14




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Atteso da molti, me compreso, come un film dissacrante e controverso, "A volte ritorno", l'ultima pellicola uscita dalla lucida penna di Hermetico, non tradisce le aspettative e spiazza non poco per le tematiche trattate ed il linguaggio usato.
Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se realmente questo film fosse uscito nelle sale italiane, casa della "Città del Vaticano", nazione dove, più di ogni altra al mondo, puoi scherzare coi fanti ma non devi toccare i santi.
Molto più semplicemente credo che non sarebbe mai uscito.

Il nucleo della storia che vi si narra è abbastanza già visto ed usato da altri: il ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, per cercare nuovamente di salvare l'umanità intera dalla "perdizione", ma ciò che contraddistingue questo dagli altri è lo stile di linguaggio usato e l'operazione di, lasciatemi questa licenza, chirurgica spoliazione del "Divino" di tutti i porporati, merletti, angeliche visioni, celestiali musiche di trombe e corollari vari che la vecchia e buona tradizione cristiana ci ha tramandato per due millenni.

Dio diventa così una specie di capo d'azienda che, tornato in sede dopo una settimana di vacanza, trova il suo ufficio (un Paradiso ben diverso da come ci è stato sempre rappresentato) pieno zeppo di scatoloni, fascicoli, carte, cd, e quant'altro che tracciano un tremendo ma veritiero quadro d'insieme del mondo ai giorni nostri. E dire che solo pochi giorni prima ci aveva lasciato quando si era in pieno Rinascimento, periodo ben più felice. Il fatto è che un giorno "celestiale" equivale a 57 anni terreni, quindi, fatti i conti, Dio si è rinfrancato dalle fatiche quotidiane per quattro secoli circa, proprio quando ne sono successe di cose che nemmeno Lucifero in persona si sarebbe mai sognato di fare. Ah! L'uomo! E il suo benedetto libero arbitrio! E questa volta Dio si incazza seriamente!
Manda a chiamare Gesù, che intanto si diverte a cannarsi e parlare di musica con Jimi Hendrix, e lo mette davanti alle sue responsabilità. Per rimettere le cose a posto dovrà tornare sulla terra e trasmettere quell'unico e semplicissimo messaggio che Dio in persona aveva mandato in passato, e che quel egocentrico di Mosè ha inutilmente complicato con divieti ed imposizioni assurde, e cioè "Fate i bravi", punto e basta, diretto, non travisabile, ecumenico, "fate quello che volete, ma fate i bravi!".
Quello che succede dopo, quando Gesù torna sulla terra, non lo sto a raccontare anche per non togliere il piacere di scoprirlo guardando il film.

Il grande punto di forza del libro omonimo, scritto dallo scozzese John Niven, è tutto sul linguaggio, nulla di sconvolgente se non fosse che questo tipo di linguaggio è messo in bocca a personaggi appartenenti al Divino.
Hermetico non si è lontanamente sognato di edulcorare la pillola per esigenze produttive (e meno male che Cinematik c'è!), quindi assistiamo a Dio in persona che si lancia in frasi piene zeppe di parolacce, gli arcangeli che più checche non si può, ma "Dio adora i froci per questo se ne circonda”, e vengono gettate alle ortiche quelle che per miliardi di credenti, fra cui il sottoscritto, sono verità evangliche e dogmi: il mistero eucaristico, i miracoli di Cana, della moltiplicazione dei pani e dei pesci, la figura del Papa, ed altro ancora.
Operazione coraggiosa, che arriva perfino a divertire chi è credente, grazie ad una serie di battute al vetriolo che vengono sparate a bruciapelo, e che lancia parecchi forti messaggi sul bisogno di tornare alle origini del pensiero Cristiano, dove l'unico comandamento che Lui ci ha realmente lasciato, e poteva anche lasciarlo John Niven, senza troppo semplificarlo con quel "Fate i bravi", è "Amate il prossimo come voi stessi".

La sceneggiatura di Hermetico è la quasi fedele trasposizione del libro, con necessari e dolorosi tagli che comunque non hanno effetto sul risultato finale. Peccato, però, non aver inserito l'esilarante scena della discesa agli inferi di Dio e Gesù ed il colloquio con Lucifero.

Qualche piccola perplessità me l'ha suscitato l'uso di alcuni dialettismi e neologismi prettamente italioti (ad esempio "me la sciallo" o "fuori come un balcone"), ma Hermetico no ha fatto altro che copiare sic et simpliciter ciò che è stato tradotto nella versione italiana. Anche nel libro troviamo queste ed altre lucuzioni, quindi Hermetico non ha responsabilità. Per essere proprio pignolissimo, la frase "fuori come un balcone" la troviamo in mezzo ad una descrizione di scena, e la cosa non mi è parsa la più azzeccata. Ma è un'inezia.
Come al solito, Hermetico scrive con scioltezza, riuscendo a trasporre, riducendolo opportunamente senza stravolgerlo, un romanzo controverso, non un capolavoro certamente, ma che ha una forza ironica e dissacrante notevolissima.

La scelta di affidare la regia ad un quasi scoonsciuto SETH MACFARLANE non mi è molto chiara, e non avrei storto il naso davanti a qualcuno più quotato. Promossi a pieni voti, invece, gli ottimi JARED LETO e JEFF BRIDGES, un Gesù davvero perfettamente calato nella parte e un Dio molto credibile. Altro nome noto è KEVIN SPACEY, che interpreta un ruolo da cattivo molto ben sfaccettato. Tutti gli altri interpreti del cast, volti abbastanza noti per diversi serial tv, svolgono i compiti assegnati con scioltezza e bravura. Spiccano senza dubbio EMMY ROSSUM ( Becky) e ZACH GALIFIANAKIS (Big Bob), due personaggi splendidi, che potranno anche dire la loro ai premi per i non protagonisti.

La colonna sonora è parte integrante del film, anche perchè alcuni brani sono cantati dal personaggio di Gesù durante le scene del reality. E' una bella colonna sonora, l'ho apprezzata molto.
Il sito è assente, e la locandina è molto ben fatta.

Complessivamente, quindi, il film di Hermetico si piazza certamente fra i suoi migliori sfornati negli ultimi tempi, e ciò grazie alla grande capacità di scegliere libri interessanti e mai banali. Il mestiere, poi, fa il resto, confezionando una pellicola godibilissima, che non penso possa arrivare a disturbare lo spettatore più catto-conservatore, anche perchè, in ogni caso, la missione evangelica ne esce totalmente intatta, ed anzi, viene rafforzata l'idea originaria dell'essere un vero cristiano. Se, invece, ne uscirà disturbato, bè... affari suoi!
VOTO: 80/100
 
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view post Posted on 19/2/2013, 14:42
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Inizio a rispondere.

Innanzitutto ringrazio moltissimo Andrew per i complimenti. Non me li aspettavo così entusiastici e quindi mi fanno doppiamente piacere.


CITAZIONE (Andrew. @ 18/2/2013, 14:08)
Questo film da come era presentato sembrava dover essere una grande critica alla religione e invece si è rivelato una grande dichiarazione d'amore nei confronti della stessa, almeno per quanto mi riguarda.

Ecco, questo mi fa tirare un bel sospiro di sollievo. Perchè dal libro emerge chiaramente che l'autore non vuole "sfottere" in maniera sterile la religione ma lì c'è spazio per tutte le riflessioni del mondo invece in una sceneggiatura no e avevo paura di semplificare troppo rendendo il film il solito attacco trito e ritrito alla Chiesa. Lieto di aver evitato questa deriva.

CITAZIONE (Andrew. @ 18/2/2013, 14:08)
A volte critichiamo il regista perchè magari è troppo importante per quel film, questo invece è il caso opposto. Con una sceneggiatura di questo calibro io avrei osato e avrei preso qualcuno di più famoso rispetto a Set McFarlane che ha all'attivo un solo (discreto) film. E' un "difetto" (se così vogliamo chiamarlo) di Hermes che non punta mai troppo in alto coi registi, forse per timore di sbagliare. In ogni caso il regista non stona col film, dato che il genere è proprio il suo, dissacrante anche in temi importanti come lo è sempre nei Griffin.

Non sapevo quale regista avrebbe avuto il coraggio di osare tanto (sempre nell'ambito del circuito mainstream ovviamente). Mi è ventuo in mente solo lui anche se la sua unica prova da regista non è stata del tutto convincente.

CITAZIONE (Andrew. @ 18/2/2013, 14:08)
Degli altri attori mi sono piaciuti Kevin Spacey che rappresenta il male, anche qua sconfitto come allora e Zach Galifianakis che ha un personaggio secondario tra i più belli che ricordi, di quelli che ti entrano nel cuore.

Speravo che il personaggio di Galifianakis rimanesse impresso perchè ha colpito anche me. E nello scrivere la scena finale mi sono commosso anche perchè ho pensato subito che The sound of silence fosse la canzone perfetta per accompagnare quella scena (il senso della canzone si adatta perfettamete anche a tutto il film).

Grazie ancora e prometto di impegnarmi anche nei prossimi film a ridurre al minimo il tasso di emoglobina. :P

Rispondo anche a Mastruccio.

CITAZIONE (mastruccio @ 18/2/2013, 23:14)
La sceneggiatura di Hermetico è la quasi fedele trasposizione del libro, con necessari e dolorosi tagli che comunque non hanno effetto sul risultato finale. Peccato, però, non aver inserito l'esilarante scena della discesa agli inferi di Dio e Gesù ed il colloquio con Lucifero.

Nella prima stesura c'era ma poi l'ho dovuta sacrificare perchè il film rischiava di diventare davvero troppo lungo. Stesso discorso per il lungo viaggio da New York a Los Angeles dove c'è l'incontro con diversi personaggi che si uniscono a Gesù. Anche qui ho dovuto togliere tutto.

CITAZIONE (mastruccio @ 18/2/2013, 23:14)
Qualche piccola perplessità me l'ha suscitato l'uso di alcuni dialettismi e neologismi prettamente italioti (ad esempio "me la sciallo" o "fuori come un balcone"), ma Hermetico no ha fatto altro che copiare sic et simpliciter ciò che è stato tradotto nella versione italiana. Anche nel libro troviamo queste ed altre lucuzioni, quindi Hermetico non ha responsabilità. Per essere proprio pignolissimo, la frase "fuori come un balcone" la troviamo in mezzo ad una descrizione di scena, e la cosa non mi è parsa la più azzeccata. Ma è un'inezia.

Le forme gergali e quasi dialettali nei dialoghi le ho lasciate proprio perchè secondo me è una cifra caratteristica del libro. Mi ha colpito proprio per quello. Vedere Gesù che parla quasi in romano mi era sembrato geniale.

CITAZIONE (mastruccio @ 18/2/2013, 23:14)
La scelta di affidare la regia ad un quasi scoonsciuto SETH MACFARLANE non mi è molto chiara, e non avrei storto il naso davanti a qualcuno più quotato.

Rispondo come ho fatto con Andrew. Non so chi altro si sarebbe preso la briga di fare un film così audace, almeno nel linguaggio.

Grazie anche a te, sono contento che il film non ti abbia disturbato.
 
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Andrew.
view post Posted on 19/2/2013, 14:59




CITAZIONE
Le forme gergali e quasi dialettali nei dialoghi le ho lasciate proprio perchè secondo me è una cifra caratteristica del libro. Mi ha colpito proprio per quello. Vedere Gesù che parla quasi in romano mi era sembrato geniale.

Mi ero dimenticato di dirlo nella rece. Effettivamente durante la lettura anch'io ho storto un po' il naso. Il motivo è che in tutti i film non italiani non li sentiamo mai, ma proprio mai. Del resto è poco verosimile che un personaggio americano parli con dei modi di dire italiani, rischia di venir meno la sospensione dell'incredulità.
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 19/2/2013, 15:21




Aspettavo questo film con curiosità e paura, da credente in Dio non sapevo cosa aspettarmi. E devo dire che è stata una bella sorpresa.
Il Gesù di questo film è quello che è descritto alla fine nella Bibbia: che sta coi poveri e i reietti, coraggioso e generoso, e penso che se tornasse davvero sulla terra si scatenerebe parecchio su quello che hanno fatto in sui nome e in quello del Padre, su quello che è diventato il mondo ma non per colpa Loro ma nostra (è quello che dico sempre: se compri una casa e poi la rendi invivibile non te la prendi con l'agenzia, no?). Ovviamente non è creduto ma viene preso per pazzo, ma i suoi amici e "discepoli" lo difendono e lo aiutano.
Appunto i discepoli: se prima erano pescatori e mercanti ora sono i poveri e i reietti della società, ma alla fine Dio è il Dio "dei poveri, delle vedove e degli orfani", ed è molto marcata la differenza fra i veri "fedeli" e gli ipocriti. Insomma questo film mi è piaciuto perchè fa vedere la fede senza fronzoli e senza comandamenti, a parte "fare i bravi" che penso diventerà il mio motto, e in molti monolighi di Gesù volevo aggiungerci la scritta "novanta minuti d'applausi"
La regia però mi sembra stonata: Seth MacFarlane è bravo, ma è un ateo convinto, di quelli che sbeffeggiano le religioni a prescindere, ci sarebbe voluto qualcuno che non fosse così ateo, perchè questo, come ha detto Andrew, è una dichiarazione verso la religione così com'è.
Per il resto, un gran bel film.
voto 7,5/8 nel sondaggio
 
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view post Posted on 20/2/2013, 23:47
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Recensione di freddy_k

Bè, devo proprio dire che questo nuovo film di Hermes mi ha sorpreso parecchio, soprattutto perchè è stato diverso da ciò che mi aspettavo. Credevo fosse una commedia demenziale e basta, mentre invece quello che ho visto è stato un film che fa anche commuovere e riflettere, soprattutto nell'ultima parte.
Il film è diviso principalmente in tre parti: la prima, a dir poco fulminante, è ambientata in Paradiso: Paradiso che viene descritto come una vera e propria azienda, con tanto di uffici, scrivanie e impiegati. Senza dubbio la parte più divertente del film, mi ha fatto ridere tantissimo e a più riprese, soprattutto nella scena in cui Dio viene a sapere delle varie religioni e sottoreligioni della Terra, o quando accoglie Gesù sorridendo e gli fa bere l'acqua inquinata, con mega-cazziatone a seguire.
La seconda parte è a parer mio la migliore del film. Qui Gesù, ormai da qualche tempo sulla Terra, entra in contatto con i "nuovi poveri": senzatetto, veterani di guerra emarginati, ragazze-madri e tossicodipendenti. Assieme ai suoi nuovi amici campa di espedienti sulla strada, finchè non gli viene proposto di partecipare a un talent-show, un po' per gioco e un po' per la prospettiva di guadagno. Qui entra a contatto con un mondo terribile, comandato da un altro Dio, il denaro, e personificato dal cinico e bastardo manager Steven. Ma qui Gesù, con la scusa del reality, avrà anche modo di dirne quattro alla popolazione terrestre, portando, se così si può dire, "la parola di Dio". Anche qui non mancano le scene divertenti, ma ci sono anche diversi momenti tristi, come quello in cui Becky si prostituisce per procurarsi i soldi del viaggio, e il racconto del tragico passato di Big Bob.
La terza parte, infine, è la più drammatica. Il progetto della "comune", costruita da Gesù e dalla sua compagnia, all'inizio funziona alla grande, ma come tutte le cose troppo belle, è destinato a finire. In questo caso, nel peggiore dei modi possibili: prima, con un'irruzione delle autorità che si trasforma in una vera e propria strage (scena questa, che raggiunge picchi drammatici vertiginosi, soprattutto nella scena del salvataggio del bambino da parte di Big Bob e successiva morte di quest'ultimo); poi, con la condanna a morte e l'esecuzione di Gesù, che viene trattato dai media peggio di Charles Manson. Per fortuna il finale, anche se non proprio lieto, lascia più di una speranza: la seconda venuta di Gesù, infatti, sembra aver migliorato non di poco la razza umana.
La sceneggiatura è davvero ottima dal punto di vista delle scene e delle descrizioni: la parte della semifinale del reality con Born to run in sottofondo, tanto per dirne una, è davvero da brividi, così come magnifiche sono le scene dell'assalto alla comune e dell'esecuzione di Gesù (con relativa ascensione al Cielo). Dico però a Hermes di fare più attenzione: ci sono parecchi errori di ortografia, forse dovuti alla fretta, soprattutto nella prima parte. Il che è reso ancora più evidente dal fatto che è un file di word, dunque ogni parola sbagliata ha la sua bella sottolineatura rossa.
Seth MacFarlane lo conosco ovviamente dai Griffin, e devo dire che per la prima e la seconda parte del film è perfetto. Un po' meno nella terza in cui, come ho già detto, la storia cambia totalmente registro, ma del resto non si poteva fare il film con due registi.
Sul cast, ovviamente Leto ruba la scena a tutti, trovandosi perfettamente a suo agio sia nelle parti comiche che in quelle drammatiche, così come in quelle cantate (e non poteva essere altrimenti). Bridges spassosissimo nel ruolo di Dio, i momenti più divertenti del film si devono a lui. Azzeccati anche tutti gli altri attori, da Spacey a Galifianakis passando per la Rossum. Le musiche mi sono piaciute moltissimo, si adattano perfettamente alle scene (anche se ho trovato strano il fatto che non ci fosse nemmeno un pezzo dei 30 Seconds to Mars :D ). Sito assente, bellissima la locandina, con la faccia sfocata sopra la strada deserta.

Voto 8: questo film mi è piaciuto davvero molto, perchè dimostra come si può credere in Dio e farlo contento semplicemente "facendo i bravi", e non dichiarandosi cattolici per poi dare addosso all'omosessualità, all'aborto e ai disabili. Persone così, e il prete del film ne è un perfetto esempio, sono le peggiori, perchè non hanno nulla da invidiare, come integralismo, ai musulmani che picchiano e lapidano le loro donne, spesso senza motivo. Chiudo qui altrimenti starei a scrivere per ore. Dico solo: bravo Hermes.

Possibili nominations al L&S: Miglior attore, miglior attore non protagonista, miglior cast, miglior scena comica, premio Groucho Marx.
 
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Oren productions
view post Posted on 21/2/2013, 22:32




Mi sono avvicinato a questo film pensando di assistere ad una bella commedia, di quelle originali e che non si vedono spesso. Partendo dalle prime pagine, tutto filava liscio in base a ciò che mi aspettavo. Anzi, a dirla tutta, ero persino un po' deluso da come si stava affrontando la vicenda. Dio che usava quel linguaggio, Gesù alle prese con gli spinelli e così via. Pensavo che Hermes avesse calcato la mano su questo filone demenziale costruendoci sopra l'intero film. Fortunatamente, così non è stato, e quando si viene assorbiti nella lettura, con Gesù che torna fra i vivi, la sua " famiglia" che si è creato con i suoi amici, un gruppo di bizzarri, ma mai inutili personaggi, tutto comincia a funzionare.
E così, ci troviamo ad assistere all'avventuroso viaggio nel mondo dello spettacolo, il cattivo Steven e gli strabilianti monologhi che Gesù affronta in diretta tv. La nascita poi della comunità in cui vengono accolti tutti i bisognosi e il tragico epilogo che commuove e fa rabbia.

Ampio spazio viene dato all'amicizia ed alla lealtà. Morgan che si arrabbia perché deridono il suo amico, Big Bob, il gigante buono con un doloroso passato che sacrifica la sua vita per salvarla al piccolo Danny ecc. Il film è pieno di questi atti di amore, amore dato senza la pretesa di avere nulla in cambio. Nessuno di loro lo faceva per far bella figura con Dio. Nessuno di loro pregava e nessuno teneva una condotta esemplare, ma rispettavano tutti il più importante dei comandamenti, quel FATE I BRAVI che è l'unica vera chiave per essere ammessi fra le grazie divine.
In un certo senso il film rispecchia il mio punto di vista sulla religione, sarà per questo che mi ha colpito così tanto. .
Ci sono anche dei profondissimi spunti di riflessione sul modo che, molti uomini di chiesa, hanno di affrontare e divulgare la parola di Dio. Sulle discriminazioni e i "paletti" che impongono quando dovrebbero essere i primi ad abbattere certe barriere. Il prete ne è un esempio su tutti, si guarda la mano disgustato quando scopre che l'ha stretta ad un siero positivo. Ed è causa sua la tragica fine che tocca poi alla comunità ed ai suoi abitanti. La rabbia provata in quelle scene, era purissima, emozioni fortissime di disgusto verso alcuni dei propri simili. Così come l'ho provato nella scene quando Gesù viene giustiziato, realizzando amaramente che a distanza di 2000 anni, saremo sicuramente capaci di rifare lo stesso errore. Pensandoci bene è veramente angosciante.
Per fortuna non mancano i momenti più emotivi come quello nel discorso finale che Gesù fa guardando verso la terra, un messaggio carico di speranza per il futuro che in parte ci consola e ci fa ben sperare in tempi migliori.
Penso quindi che quando un film ti scuote così in profondità, vuol dire che ha fatto centro. Ed Hermes ha centrato in pieno quello che a parer mio potrebbe essere un film perfetto. Che tratta momenti tristi e allegri, toccanti e rabbiosi allo stesso tempo. Tutto è ben amalgamato in un unica opera che a fine visione lascia semplicemente a bocca aperta.
Belle musiche e bella anche la locandine, anche se per gli standard di Hermes non è una dei suoi migliori lavori.

Voto 84 (8 al sondaggio)

Ps: Questo semestre ho ridimensionato il mio metro di giudizio dando voti con più moderazione. Nello scorso semestre a un film come questo avrei dato un 9 a occhi chiusi.
 
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Clint1994
view post Posted on 23/2/2013, 18:11




A VOLTE RITORNO by Clint94

Mi mancano ancora due film da leggere, ma per ora “A volte ritorno” è la vera sorpresa di questo Contest. Mi incuriosiva molto questo nuovo film di Hermes e mi aspettavo di divertirmi, ma mai avrei immaginato che fosse un film di tale complessità. La veste ironica e dissacrante infatti nasconde una profondità di contenuti veramente notevole e porta lo spettatore a riflettere molto di più di tanti altri film più seriosi e drammatici. Dietro alle gag dissacranti, alla volgarità del linguaggio e al politicamente scorretto, si cela una riflessione estremamente intelligente sul senso ultimo della religione e sul modo in cui nel corso della Storia essa ha perso ogni valore sostanzialmente a causa della stupidità dell'uomo. Ma oltre alle riflessioni in sé, lanciate al pubblico attraverso gli splendidi monologhi di Gesù, si raggiungono anche a livello di storia dei picchi di drammaticità e coinvolgimento emotivo che non mi sarei mai aspettato. “A volte ritorno” è dunque un film comico solo di facciata, perché di fatto, oltre a far divertire, riesce a far riflettere e commuovere come raramente mi è capitato leggendo un film di Cinematik.
Tutto ha inizio quando Dio ritorna in Paradiso dopo una breve vacanza e scopre che durante la sua assenza la Terra è andata in malora, a causa della follia e della stupidità dei suoi abitanti. Dio prende quindi la decisione di rimandare Suo figlio sulla Terra, per portare il suo messaggio agli uomini e spiegare che il vero e unico comandamento che essi devono rispettare per vivere bene è molto semplice: fare i bravi. Ha inizio così un'incredibile odissea che porta Gesù prima tra i senzatetto di New York, poi ad una competizione musicale televisiva a Los Angeles e infine in una ideale comunità in Arizona. Inutile dire che il soggetto e la storia in sé sono geniali. La rappresentazione del Paradiso come di un ufficio che monitora l'attività degli uomini sulla Terra, di Dio come di un normalissimo padre di una certa età che si incazza piuttosto facilmente e di Gesù come di un altrettanto normalissimo ragazzo timoroso di imboccare la propria strada e svolgere il proprio compito ma che sa anche assumersi le sue responsabilità, oltre a strappare le risate in diverse occasioni, riesce a rendere queste figure vicinissime allo spettatore, nonostante la loro natura divina. Ma soprattutto una tale rappresentazione della religione permette di arrivare alla comprensione del nocciolo della religione stessa: non hanno alcun senso le discriminazioni e le faide che così spesso nella Storia hanno avuto origine dalla religione, ma non hanno alcun senso neppure tutti i riti, le adorazioni e quegli atteggiamenti tipici dei cattolici che travalicano l'insegnamento originale della religione: fare i bravi, e quindi volersi bene, senza nessuna discriminazione. Esemplare in questo senso la risposta che dà Gesù al nuovo arrivato nella sua comunità che gli chiede informazioni sulla messa: “Se cerchi queste cose, vai da un'altra parte” gli dice. Detta da Gesù, una frase del genere fa molto effetto e in un certo senso racchiude il senso di tutto il film e la visione della religione che si dà in questa pellicola. Nel mondo odierno il ritorno a questo tipo di religione, molto più semplice ed essenziale di quella che è nella realtà, è altrettanto rivoluzionario quanto era l'insegnamento di Cristo nell'epoca dei fatti narrati dal Vangelo. Ed è questa la vera idea geniale del film: la riproposizione assolutamente credibile e “fedele” della storia di Cristo, ma trasferita ai giorni nostri (con tanto di esecuzione finale). Perché se Gesù ritornasse sulla Terra, probabilmente il suo messaggio sarebbe altrettanto rivoluzionario di quanto lo era allora, e lui farebbe la stessa fine. Perché se Gesù tornasse sulla Terra, probabilmente la stessa Chiesa attuale non riconoscerebbe il suo messaggio. Io, che non sono credente, ho apprezzato moltissimo questa visione della religione. E devo dire che la lettura di questo film mi ha fatto completamente rivalutare anche proprio la figura del Gesù del Vangelo. Il bello è che tutto questo è raccontato in modo leggero, divertente, e che queste riflessioni sono il frutto di una bella storia, comica e drammatica allo stesso tempo, popolata da una serie di personaggi memorabili. Jared Leto offre un'interpretazione magistrale in un ruolo non facile: è semplicemente perfetto per la parte, perché oltre a essere fisicamente simile all'immagine tradizionale di Gesù, è anche un cantante, e nel film sono molte le scene in cui Gesù suona e canta. Ma a parte questo, il personaggio di Gesù nel film è caratterizzato benissimo: se all'inizio ci appare come un giovanotto un po' fattone e terrorizzato all'idea di tornare sulla Terra, nel corso della storia si assume tutte le sue responsabilità e si fa portavoce di una vera e propria rivoluzione, che comincia dalla partecipazione ad un programma televisivo e si traduce poi nella creazione di una grande comunità come in tutto il mondo dovrebbero essercene. È quindi nonostante tutto un personaggio forte, carismatico, che nonostante le sue paure e i suoi timori non si tira indietro e va fino in fondo, fino all'estremo sacrificio. Un personaggio memorabile, a cui mi sono affezionato moltissimo. Gli fa spalla Jeff Bridges, anche lui perfetto nel ruolo di Dio: Bridges è un grandissimo attore e vederlo nelle vesti del Signore incazzarsi, lanciare insulti, ma in fondo provare sincero affetto per il figlio come un padre normale, è stato emozionante. Hermes non poteva fare scelte migliori.
Accanto a loro, una serie di ottimi comprimari, tra i quali spiccano gli ottimi Kevin Spacey e Zach Galifianakis: il primo interpreta un personaggio di una durezza, di una severità e di una cattiveria notevoli; il secondo dà vita a un personaggio originale e commuovente, protagonista di una delle scene più emozionanti del film (quella in cui muore dopo aver salvato il piccolo Danny). Ottima anche l'interpretazione di Emmy Rossum nei panni di Becky, che è una sorta di moderna Maria Maddalena. L'unico appunto che ci tengo a fare è che si poteva scegliere un attore anche per Danny.
La scelta di Seth MacFarlane alla regia è difficile da giudicare. Io sono un suo fan, perché adoro il suo tipo di comicità: ho visto centinaia di episodi de I Griffin e American Dad, e ho apprezzato anche il suo esordio cinematografico con “Ted”. C'è da dire però che “A volte ritorno” raggiunge livelli di profondità e drammaticità assenti nelle opere di MacFarlane, che si limita a far riflettere solo attraverso la comicità. Apprezzo quindi la scelta, anche se forse non è proprio azzeccata al 100%. Sicuramente però trovare un regista per una storia come questa era molto difficile.
Le musiche sono bellissime. Molte sono canzoni famose suonate in diretta dai personaggi (Springsteen, i Nirvana, Simon & Garfunkel), ma ci sono anche altri splendidi brani in accompagnamento delle scene. Mi è piaciuto un sacco il brano della scena in cui, all'inizio, Gesù, ancora terrorizzato, si dissolve per sparire dal Paradiso e comparire sulla Terra.
In conclusione, “A volte ritorno” è un piccolo capolavoro ed è sicuramente l'opera migliore di Hermes, ormai praticamente all'apice della sua carriera produttiva. Un film delizioso e sorprendente, che fa ridere, commuovere e riflettere. Cosa pretendere di più? Se proprio si vuole trovare un difetto, bisogna dire che il film è un po' troppo “diviso in parti”, e in particolare la parte conclusiva ambientata nella comunità è un po' troppo slegata dal resto, dal concorso musicale. Ma sono piccolezze. Nel complesso “A volte ritorno” è un film bellissimo che mi ha conquistato, al punto che al termine della lettura sono subito andato dai miei a raccontare tutta la storia e le riflessioni che mi aveva portato a fare. Sono sicuro che questo film porterà a Hermes diverse soddisfazioni.

VOTO: 83
 
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view post Posted on 26/2/2013, 16:45

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Ha ragione Mastruccio nel dire che, nel mondo reale, un film simile non sarebbe mai uscito, troppe e troppe dirette le battute critiche contro il Papato per sopportarle in un paese come il nostro che, purtroppo, non riesce ancora ad affrontare il problema del rapporto con una Chiesa che vorrebbe escludere dalla sua sfera politica, ma a cui manca il coraggio necessario per farlo. Meno male, allora, che CK c'è, e meno male che tutti i lettori cattolici di questo forum (compreso il sottoscritto) dimostrano la maturità necessaria per separare l'etica dall'estetica, e capire che i dibattiti sulla religione è meglio lasciarli alle occasioni serie e non accanirsi su opere di cultura popolare che non sono interessate a discutere di dogmi, ma vogliono semplicemente usare la religione per riscoprire un messaggio di speranza nell'uomo.

"Fate i bravi": versione ammorbidita di "Ama il prossimo tuo come te stesso", molto in linea con un Gesù che si fa le canne e suona assieme a Jimi Hendrix. Caratterizzazione che fa certamente un po' sorridere, ma che ci sta, come ci sta quella di un Dio nei cui confronti l'ironia è leggera e garbata, ma di cui viene fuori proprio l'essenza paterna che è stata la grande scoperta del Cristianesimo (non smetterò mai di ricordare che siamo l'unica religione che chiama Dio "Padre"): un Dio che non punisce, che vuole salvare l'uomo, che ama alla follia quest'umanità che pure lo rinnega al punto da rimandare sulla Terra l'amatissimo suo Figlio. Peccato per la mancanza dello Spirito Santo, che sarebbe stato bello vedere come una vocina tipo Grillo Parlante nella mente di Gesù :D , e anche per quella di Satana, che nel romanzo c'è ma Hermes ha preferito togliere allegramente. Ma pazienza, non mi metto a sindacare sulle scelte dello sceneggiatore, visto che comunque sono piccolezze.

Piccolezze di una sceneggiatura che parte con toni da commedia (la riunione celeste), ma quando scende nel mondo reale crea personaggi serissimi, umanità spicciola che potremmo incontrare a ogni angolo di strada, traumatizzata e in cerca di redenzione: e proprio questa umanità si raduna attorno al Figlio di Dio, richiamando i grandi personaggi evangelici. Ecco Becky, novella Maria Maddalena con tanto di figlio a carico, ecco Morgan che, come Pietro, difende Gesù a spada tratta ma non abbandona una certa prosaicità, e poi Steven che sembra un moderno Zaccheo (il pubblicano convertito), Kris che ha l'entusiasmo di Giovanni, e il prete che non può non richiamare Caifa e Anna, gli ipocriti sacerdoti del sinedrio. Il finale, poi, con Gesù che di nuovo prende su di sé le colpe di tutti e si lascia mettere di nuovo in croce (ma stavolta senza risurrezione, non ce n'è bisogno), è veramente commovente ed emozionante.

Un film quindi che entra nel novero di quelle opere (letterarie, musicali, etc.) religiose ma non ortodosse, come i tre film migliori su Gesù (Pasolini, Scorsese e Jesus Christ Superstar, che credo l'autore del libro si sia visto parecchio), come la Buona Novella di De André, che per chiunque devono essere un invito a riflettere su Dio e sul proprio rapporto con Lui. E comunque, sia detto fra noi, è molto meno dinamitardo verso le chiese di quanto sembri: una volta acclarato che le nozze omosessuali e la pedofilia dei preti sono più o meno sciocchezze irrilevanti (e che andrebbero, appunto, discusse in altra sede), e la solita protesta contro il Papato, il film non nega in realtà nessun dogma di nessuna chiesa: la doppia natura di Gesù come Uomo e come Dio è riconosciuta, si fa accenno a un'Immacolata Concezione da una vergine, si rifiutano giusto i miracoli ma capirai, si è visto di peggio.

Proprio per questo, però, concordo con Agnese sul suo dubbio su Seth MacFarlane. Premettendo che non ho visto Ted e non sono precisamente un fan né dei Griffin né di American Dad, MacFarlane mi sembra un regista molto più scorretto di così, molto più irriverente, caustico e acido contro cose come queste.

Nessun dubbio, invece, su Jared Leto, bravissimo nella parte, su Jeff Bridges che, ha ragione Andrew, si vede troppo poco, e sul resto del cast, di sicura presa sul pubblico e spontaneità, con un Kevin Spacey che fa ciò che gli riesce meglio (cioè lo stronzo). Cast, in una parola, perfetto, bella locandina, musiche azzeccate.

VOTO: 85/100 (ma sì, facciamo 9 al sondaggio, per una volta).
 
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Clint1994
view post Posted on 27/2/2013, 15:44




CITAZIONE
E comunque, sia detto fra noi, è molto meno dinamitardo verso le chiese di quanto sembri: una volta acclarato che le nozze omosessuali e la pedofilia dei preti sono più o meno sciocchezze irrilevanti (e che andrebbero, appunto, discusse in altra sede), e la solita protesta contro il Papato, il film non nega in realtà nessun dogma di nessuna chiesa: la doppia natura di Gesù come Uomo e come Dio è riconosciuta, si fa accenno a un'Immacolata Concezione da una vergine, si rifiutano giusto i miracoli ma capirai, si è visto di peggio.

Invece secondo me la critica del film alla Chiesa va molto più a fondo... Di fatto il film rinnega anche tutto l'aspetto rituale della Chiesa, e non mi sembra affatto una cosa da poco: l'andare a messa, i sacramenti, le preghiere, i voti pasquali ( :P )...nel film viene detto chiaramente che sono cose che non hanno alcun senso, cose di cui non importa nulla a Dio, perché ciò che la pellicola propone è una sorta di ritorno al nocciolo essenziale della religione, al semplice "vogliamoci bene" (o "fate i bravi"), privandola quindi di tutto ciò che poi è stato costruito attorno ad essa (e quindi tutti i riti, per non dire perfino l'idea stessa di Chiesa ecc.)
 
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view post Posted on 27/2/2013, 19:48
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Ringrazio davvero tutti per le belle parole, devo ammettere che non mi aspettavo un'accoglienza così positiva.
Non ho molto da rispondere, tranne riguardo la scelta di MacFarlane che non ha convinto al 100% neanche me (soprattutto per la seconda parte del film) ma non sono risucito a trovare valide alternative.

CITAZIONE (Clint1994 @ 27/2/2013, 15:44) 
CITAZIONE
E comunque, sia detto fra noi, è molto meno dinamitardo verso le chiese di quanto sembri: una volta acclarato che le nozze omosessuali e la pedofilia dei preti sono più o meno sciocchezze irrilevanti (e che andrebbero, appunto, discusse in altra sede), e la solita protesta contro il Papato, il film non nega in realtà nessun dogma di nessuna chiesa: la doppia natura di Gesù come Uomo e come Dio è riconosciuta, si fa accenno a un'Immacolata Concezione da una vergine, si rifiutano giusto i miracoli ma capirai, si è visto di peggio.

Invece secondo me la critica del film alla Chiesa va molto più a fondo... Di fatto il film rinnega anche tutto l'aspetto rituale della Chiesa, e non mi sembra affatto una cosa da poco: l'andare a messa, i sacramenti, le preghiere, i voti pasquali ( :P )...nel film viene detto chiaramente che sono cose che non hanno alcun senso, cose di cui non importa nulla a Dio, perché ciò che la pellicola propone è una sorta di ritorno al nocciolo essenziale della religione, al semplice "vogliamoci bene" (o "fate i bravi"), privandola quindi di tutto ciò che poi è stato costruito attorno ad essa (e quindi tutti i riti, per non dire perfino l'idea stessa di Chiesa ecc.)

Sì, in effetti la critica forte è proprio verso la Chiesa.
Ovviamente il film si limita a suggerie delle riflessioni, non vuole certo trattare un tema così complesso da cima a fondo perchè non può farlo. Questo ovviamente vale per qualsiasi forma d'arte. Cattura un'idea, un'emozione, trasmette un messaggio, che ovviamente può essere più o meno condivisibile.
In questo caso la critica alla Chiesa c'è ed è evidente. Come dice Clint non si mettono in dubbio quei dogmi fondamentali su Dio, ma piuttosto tutte quelle convenzioni e norme che sono poi alla base dell'enorme frammentazione del cristianesimo nelle sue svariate divisioni.
Il film vorrebbe proprio dimostrae che se si spoglia il cattolicesimo di tutte queste sovrastrutture emerge un'essenza simile in molte religioni. Ed è un essenza che non offende nessuno, perchè fare il bene credo sia alla base di qualsiasi religione.
 
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