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A volte ritorno
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A volte ritorno, Hermes production

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Clint1994
view post Posted on 23/2/2013, 18:11 by: Clint1994




A VOLTE RITORNO by Clint94

Mi mancano ancora due film da leggere, ma per ora “A volte ritorno” è la vera sorpresa di questo Contest. Mi incuriosiva molto questo nuovo film di Hermes e mi aspettavo di divertirmi, ma mai avrei immaginato che fosse un film di tale complessità. La veste ironica e dissacrante infatti nasconde una profondità di contenuti veramente notevole e porta lo spettatore a riflettere molto di più di tanti altri film più seriosi e drammatici. Dietro alle gag dissacranti, alla volgarità del linguaggio e al politicamente scorretto, si cela una riflessione estremamente intelligente sul senso ultimo della religione e sul modo in cui nel corso della Storia essa ha perso ogni valore sostanzialmente a causa della stupidità dell'uomo. Ma oltre alle riflessioni in sé, lanciate al pubblico attraverso gli splendidi monologhi di Gesù, si raggiungono anche a livello di storia dei picchi di drammaticità e coinvolgimento emotivo che non mi sarei mai aspettato. “A volte ritorno” è dunque un film comico solo di facciata, perché di fatto, oltre a far divertire, riesce a far riflettere e commuovere come raramente mi è capitato leggendo un film di Cinematik.
Tutto ha inizio quando Dio ritorna in Paradiso dopo una breve vacanza e scopre che durante la sua assenza la Terra è andata in malora, a causa della follia e della stupidità dei suoi abitanti. Dio prende quindi la decisione di rimandare Suo figlio sulla Terra, per portare il suo messaggio agli uomini e spiegare che il vero e unico comandamento che essi devono rispettare per vivere bene è molto semplice: fare i bravi. Ha inizio così un'incredibile odissea che porta Gesù prima tra i senzatetto di New York, poi ad una competizione musicale televisiva a Los Angeles e infine in una ideale comunità in Arizona. Inutile dire che il soggetto e la storia in sé sono geniali. La rappresentazione del Paradiso come di un ufficio che monitora l'attività degli uomini sulla Terra, di Dio come di un normalissimo padre di una certa età che si incazza piuttosto facilmente e di Gesù come di un altrettanto normalissimo ragazzo timoroso di imboccare la propria strada e svolgere il proprio compito ma che sa anche assumersi le sue responsabilità, oltre a strappare le risate in diverse occasioni, riesce a rendere queste figure vicinissime allo spettatore, nonostante la loro natura divina. Ma soprattutto una tale rappresentazione della religione permette di arrivare alla comprensione del nocciolo della religione stessa: non hanno alcun senso le discriminazioni e le faide che così spesso nella Storia hanno avuto origine dalla religione, ma non hanno alcun senso neppure tutti i riti, le adorazioni e quegli atteggiamenti tipici dei cattolici che travalicano l'insegnamento originale della religione: fare i bravi, e quindi volersi bene, senza nessuna discriminazione. Esemplare in questo senso la risposta che dà Gesù al nuovo arrivato nella sua comunità che gli chiede informazioni sulla messa: “Se cerchi queste cose, vai da un'altra parte” gli dice. Detta da Gesù, una frase del genere fa molto effetto e in un certo senso racchiude il senso di tutto il film e la visione della religione che si dà in questa pellicola. Nel mondo odierno il ritorno a questo tipo di religione, molto più semplice ed essenziale di quella che è nella realtà, è altrettanto rivoluzionario quanto era l'insegnamento di Cristo nell'epoca dei fatti narrati dal Vangelo. Ed è questa la vera idea geniale del film: la riproposizione assolutamente credibile e “fedele” della storia di Cristo, ma trasferita ai giorni nostri (con tanto di esecuzione finale). Perché se Gesù ritornasse sulla Terra, probabilmente il suo messaggio sarebbe altrettanto rivoluzionario di quanto lo era allora, e lui farebbe la stessa fine. Perché se Gesù tornasse sulla Terra, probabilmente la stessa Chiesa attuale non riconoscerebbe il suo messaggio. Io, che non sono credente, ho apprezzato moltissimo questa visione della religione. E devo dire che la lettura di questo film mi ha fatto completamente rivalutare anche proprio la figura del Gesù del Vangelo. Il bello è che tutto questo è raccontato in modo leggero, divertente, e che queste riflessioni sono il frutto di una bella storia, comica e drammatica allo stesso tempo, popolata da una serie di personaggi memorabili. Jared Leto offre un'interpretazione magistrale in un ruolo non facile: è semplicemente perfetto per la parte, perché oltre a essere fisicamente simile all'immagine tradizionale di Gesù, è anche un cantante, e nel film sono molte le scene in cui Gesù suona e canta. Ma a parte questo, il personaggio di Gesù nel film è caratterizzato benissimo: se all'inizio ci appare come un giovanotto un po' fattone e terrorizzato all'idea di tornare sulla Terra, nel corso della storia si assume tutte le sue responsabilità e si fa portavoce di una vera e propria rivoluzione, che comincia dalla partecipazione ad un programma televisivo e si traduce poi nella creazione di una grande comunità come in tutto il mondo dovrebbero essercene. È quindi nonostante tutto un personaggio forte, carismatico, che nonostante le sue paure e i suoi timori non si tira indietro e va fino in fondo, fino all'estremo sacrificio. Un personaggio memorabile, a cui mi sono affezionato moltissimo. Gli fa spalla Jeff Bridges, anche lui perfetto nel ruolo di Dio: Bridges è un grandissimo attore e vederlo nelle vesti del Signore incazzarsi, lanciare insulti, ma in fondo provare sincero affetto per il figlio come un padre normale, è stato emozionante. Hermes non poteva fare scelte migliori.
Accanto a loro, una serie di ottimi comprimari, tra i quali spiccano gli ottimi Kevin Spacey e Zach Galifianakis: il primo interpreta un personaggio di una durezza, di una severità e di una cattiveria notevoli; il secondo dà vita a un personaggio originale e commuovente, protagonista di una delle scene più emozionanti del film (quella in cui muore dopo aver salvato il piccolo Danny). Ottima anche l'interpretazione di Emmy Rossum nei panni di Becky, che è una sorta di moderna Maria Maddalena. L'unico appunto che ci tengo a fare è che si poteva scegliere un attore anche per Danny.
La scelta di Seth MacFarlane alla regia è difficile da giudicare. Io sono un suo fan, perché adoro il suo tipo di comicità: ho visto centinaia di episodi de I Griffin e American Dad, e ho apprezzato anche il suo esordio cinematografico con “Ted”. C'è da dire però che “A volte ritorno” raggiunge livelli di profondità e drammaticità assenti nelle opere di MacFarlane, che si limita a far riflettere solo attraverso la comicità. Apprezzo quindi la scelta, anche se forse non è proprio azzeccata al 100%. Sicuramente però trovare un regista per una storia come questa era molto difficile.
Le musiche sono bellissime. Molte sono canzoni famose suonate in diretta dai personaggi (Springsteen, i Nirvana, Simon & Garfunkel), ma ci sono anche altri splendidi brani in accompagnamento delle scene. Mi è piaciuto un sacco il brano della scena in cui, all'inizio, Gesù, ancora terrorizzato, si dissolve per sparire dal Paradiso e comparire sulla Terra.
In conclusione, “A volte ritorno” è un piccolo capolavoro ed è sicuramente l'opera migliore di Hermes, ormai praticamente all'apice della sua carriera produttiva. Un film delizioso e sorprendente, che fa ridere, commuovere e riflettere. Cosa pretendere di più? Se proprio si vuole trovare un difetto, bisogna dire che il film è un po' troppo “diviso in parti”, e in particolare la parte conclusiva ambientata nella comunità è un po' troppo slegata dal resto, dal concorso musicale. Ma sono piccolezze. Nel complesso “A volte ritorno” è un film bellissimo che mi ha conquistato, al punto che al termine della lettura sono subito andato dai miei a raccontare tutta la storia e le riflessioni che mi aveva portato a fare. Sono sicuro che questo film porterà a Hermes diverse soddisfazioni.

VOTO: 83
 
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