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A volte ritorno
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A volte ritorno, Hermes production

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mastruccio
view post Posted on 18/2/2013, 23:14 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Atteso da molti, me compreso, come un film dissacrante e controverso, "A volte ritorno", l'ultima pellicola uscita dalla lucida penna di Hermetico, non tradisce le aspettative e spiazza non poco per le tematiche trattate ed il linguaggio usato.
Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto se realmente questo film fosse uscito nelle sale italiane, casa della "Città del Vaticano", nazione dove, più di ogni altra al mondo, puoi scherzare coi fanti ma non devi toccare i santi.
Molto più semplicemente credo che non sarebbe mai uscito.

Il nucleo della storia che vi si narra è abbastanza già visto ed usato da altri: il ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, per cercare nuovamente di salvare l'umanità intera dalla "perdizione", ma ciò che contraddistingue questo dagli altri è lo stile di linguaggio usato e l'operazione di, lasciatemi questa licenza, chirurgica spoliazione del "Divino" di tutti i porporati, merletti, angeliche visioni, celestiali musiche di trombe e corollari vari che la vecchia e buona tradizione cristiana ci ha tramandato per due millenni.

Dio diventa così una specie di capo d'azienda che, tornato in sede dopo una settimana di vacanza, trova il suo ufficio (un Paradiso ben diverso da come ci è stato sempre rappresentato) pieno zeppo di scatoloni, fascicoli, carte, cd, e quant'altro che tracciano un tremendo ma veritiero quadro d'insieme del mondo ai giorni nostri. E dire che solo pochi giorni prima ci aveva lasciato quando si era in pieno Rinascimento, periodo ben più felice. Il fatto è che un giorno "celestiale" equivale a 57 anni terreni, quindi, fatti i conti, Dio si è rinfrancato dalle fatiche quotidiane per quattro secoli circa, proprio quando ne sono successe di cose che nemmeno Lucifero in persona si sarebbe mai sognato di fare. Ah! L'uomo! E il suo benedetto libero arbitrio! E questa volta Dio si incazza seriamente!
Manda a chiamare Gesù, che intanto si diverte a cannarsi e parlare di musica con Jimi Hendrix, e lo mette davanti alle sue responsabilità. Per rimettere le cose a posto dovrà tornare sulla terra e trasmettere quell'unico e semplicissimo messaggio che Dio in persona aveva mandato in passato, e che quel egocentrico di Mosè ha inutilmente complicato con divieti ed imposizioni assurde, e cioè "Fate i bravi", punto e basta, diretto, non travisabile, ecumenico, "fate quello che volete, ma fate i bravi!".
Quello che succede dopo, quando Gesù torna sulla terra, non lo sto a raccontare anche per non togliere il piacere di scoprirlo guardando il film.

Il grande punto di forza del libro omonimo, scritto dallo scozzese John Niven, è tutto sul linguaggio, nulla di sconvolgente se non fosse che questo tipo di linguaggio è messo in bocca a personaggi appartenenti al Divino.
Hermetico non si è lontanamente sognato di edulcorare la pillola per esigenze produttive (e meno male che Cinematik c'è!), quindi assistiamo a Dio in persona che si lancia in frasi piene zeppe di parolacce, gli arcangeli che più checche non si può, ma "Dio adora i froci per questo se ne circonda”, e vengono gettate alle ortiche quelle che per miliardi di credenti, fra cui il sottoscritto, sono verità evangliche e dogmi: il mistero eucaristico, i miracoli di Cana, della moltiplicazione dei pani e dei pesci, la figura del Papa, ed altro ancora.
Operazione coraggiosa, che arriva perfino a divertire chi è credente, grazie ad una serie di battute al vetriolo che vengono sparate a bruciapelo, e che lancia parecchi forti messaggi sul bisogno di tornare alle origini del pensiero Cristiano, dove l'unico comandamento che Lui ci ha realmente lasciato, e poteva anche lasciarlo John Niven, senza troppo semplificarlo con quel "Fate i bravi", è "Amate il prossimo come voi stessi".

La sceneggiatura di Hermetico è la quasi fedele trasposizione del libro, con necessari e dolorosi tagli che comunque non hanno effetto sul risultato finale. Peccato, però, non aver inserito l'esilarante scena della discesa agli inferi di Dio e Gesù ed il colloquio con Lucifero.

Qualche piccola perplessità me l'ha suscitato l'uso di alcuni dialettismi e neologismi prettamente italioti (ad esempio "me la sciallo" o "fuori come un balcone"), ma Hermetico no ha fatto altro che copiare sic et simpliciter ciò che è stato tradotto nella versione italiana. Anche nel libro troviamo queste ed altre lucuzioni, quindi Hermetico non ha responsabilità. Per essere proprio pignolissimo, la frase "fuori come un balcone" la troviamo in mezzo ad una descrizione di scena, e la cosa non mi è parsa la più azzeccata. Ma è un'inezia.
Come al solito, Hermetico scrive con scioltezza, riuscendo a trasporre, riducendolo opportunamente senza stravolgerlo, un romanzo controverso, non un capolavoro certamente, ma che ha una forza ironica e dissacrante notevolissima.

La scelta di affidare la regia ad un quasi scoonsciuto SETH MACFARLANE non mi è molto chiara, e non avrei storto il naso davanti a qualcuno più quotato. Promossi a pieni voti, invece, gli ottimi JARED LETO e JEFF BRIDGES, un Gesù davvero perfettamente calato nella parte e un Dio molto credibile. Altro nome noto è KEVIN SPACEY, che interpreta un ruolo da cattivo molto ben sfaccettato. Tutti gli altri interpreti del cast, volti abbastanza noti per diversi serial tv, svolgono i compiti assegnati con scioltezza e bravura. Spiccano senza dubbio EMMY ROSSUM ( Becky) e ZACH GALIFIANAKIS (Big Bob), due personaggi splendidi, che potranno anche dire la loro ai premi per i non protagonisti.

La colonna sonora è parte integrante del film, anche perchè alcuni brani sono cantati dal personaggio di Gesù durante le scene del reality. E' una bella colonna sonora, l'ho apprezzata molto.
Il sito è assente, e la locandina è molto ben fatta.

Complessivamente, quindi, il film di Hermetico si piazza certamente fra i suoi migliori sfornati negli ultimi tempi, e ciò grazie alla grande capacità di scegliere libri interessanti e mai banali. Il mestiere, poi, fa il resto, confezionando una pellicola godibilissima, che non penso possa arrivare a disturbare lo spettatore più catto-conservatore, anche perchè, in ogni caso, la missione evangelica ne esce totalmente intatta, ed anzi, viene rafforzata l'idea originaria dell'essere un vero cristiano. Se, invece, ne uscirà disturbato, bè... affari suoi!
VOTO: 80/100
 
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