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A volte ritorno
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A volte ritorno, Hermes production

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Andrew.
view post Posted on 18/2/2013, 14:08 by: Andrew.




Recensione della Chimera.

Questo film da come era presentato sembrava dover essere una grande critica alla religione e invece si è rivelato una grande dichiarazione d'amore nei confronti della stessa, almeno per quanto mi riguarda. Sicuramente infatti farebbe indignare certi cattolici per alcuni pensieri arditi, ma il mio orientamento religioso è perfettamente concorde allo spirito del film e quindi non ho potuto che gioire del fatto che c'è qualcuno che la pensa come me.
Infatti qua Dio è visto come un'entità onnipotente che se ne frega di tutte le cazzatelle (concedetemi il termine) che sono state costruite attorno alla sua figura e attorno alla chiesa nel corso dei secoli. Suddivisioni infinite delle religioni, dogmi, regolamenti, ipocrisie, tante belle parole di cui molti cristiani si riempiono la bocca per poi dimostrare a fatti la propria cattiveria (e la figura del prete nel film è emblematica, uno che si scandalizza per una coppia di omosessuali ma che poi dà del mentecatto a una persona disturbata). E invece qua Dio e Gesù chiedono soltanto una cosa, di fare i bravi. Semplice, diretto, bellissimo.

Ma chiudiamo questa parentesi sulle proprie credenze (a proposito, sempre massimo rispetto in chi crede nella chiesa e nel papa e in tutto il resto) e parliamo del film in sè.
Nasce come un film comico, esilarante nella scena iniziale in paradiso, per poi trasformarsi a poco a poco in un film a metà tra la commedia e il dramma. Suddiviso in due parti, una che mostra l'ascesa al successo di Gesù come pop star e l'altra in cui lo stesso apre un centro che accoglierà i suoi seguaci, fino alla sua caduta.
Scritto benissimo, con dialoghi frizzanti e personaggi memorabili, ci regala non pochi momenti di pura emozione. Sono tanti e cito a caso il discorso che fa Gesù in diretta mondiale (con citazione a The Truman Show), il suo duetto con l'altro cantante, l'attacco finale alla fattoria e il suo ritorno nei cieli.
Momenti da pelle d'oca che nel finale mi hanno persino strappato qualche lacrima, cosa che non mi era quasi mai capitato a Cinematik, dove emozionarsi è molto più difficile rispetto al cinema reale.

A volte critichiamo il regista perchè magari è troppo importante per quel film, questo invece è il caso opposto. Con una sceneggiatura di questo calibro io avrei osato e avrei preso qualcuno di più famoso rispetto a Set McFarlane che ha all'attivo un solo (discreto) film. E' un "difetto" (se così vogliamo chiamarlo) di Hermes che non punta mai troppo in alto coi registi, forse per timore di sbagliare. In ogni caso il regista non stona col film, dato che il genere è proprio il suo, dissacrante anche in temi importanti come lo è sempre nei Griffin.
Jared Leto lo abbiamo già detto, è perfetto per la parte di Gesù. Un Gesù che qua vediamo come non avevamo mai visto, fricchettone e testardo, ma in fondo molto umile e consapevole di quello che è il suo compito (quindi in definitiva non poi così distante dal Gesù biblico).
Jeff Bridges è altrettanto bravo, peccato che compaia così poco perchè nella parte iniziale era divertentissimo vederlo rimproverare i santi.
Degli altri attori mi sono piaciuti Kevin Spacey che rappresenta il male, anche qua sconfitto come allora e Zach Galifianakis che ha un personaggio secondario tra i più belli che ricordi, di quelli che ti entrano nel cuore.

Le musiche hanno un ruolo importante nel film, perchè oltre a fare da accompagnamento di sottofondo, a volte sono proprio protagoniste della scena grazie alle doti canore di Gesù che con le sue canzoni incanta il pubblico. Scelte bene anche quelle nei momenti più drammatici (anche se a volte c'era un effetto dejavù, tipo per le musiche di Inception o The Truman Show, dove non si può non notare che sono colonne sonore di altri film).
Bella la locandina.


Voto: 82

Non ho parlato di difetti, perchè credo non ce ne siano. Forse si può dire che c'è una troppo netta separazione tra la prima e seconda parte, oppure che non si ride abbastanza a parte la scena iniziale in paradiso. Ma questo è frutto di mie aspettative, infatti pensavo che fosse un film comico e invece è molto più sentimentale e profondo di quanto pensassi. Mi aspettavo anche un film dissacrante che sparasse a caso sulla chiesa e invece ho trovato una grande riflessione sulla religione che qua viene intesa nel suo significato più profondo, nel semplice amore tra la gente, senza tutti i merletti di contorno che nel corso degli anni hanno rovinato la figura e la credibilità della religione stessa. Insomma, il film mi ha sorpreso in positivo e soprattutto mi ha emozionato parecchio.
Hermes, lo ribadisco, è ormai tra i migliori sceneggiatori di Cinematik e questo è sicuramente il suo film migliore, anche perchè ha dimostrato di essere in grado di scostarsi totalmente dagli squartamenti e dalle esagerazioni a cui ormai lo accostavamo troppo spesso.
 
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