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Il ladro di anime
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Il ladro di anime, Nuno Productions

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Hermetico
view post Posted on 2/1/2013, 12:20 by: Hermetico
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Il ladro di anime è il nuovo film di Nuno, quello su cui il produttore punta maggiormente in vista degli awards. Avrà quindi le carte in regola per rivaleggiare con le migliori pellicole del semestre e ravvivare un’edizione degli awards che sembra fin troppo scontata?
La storia rivela fin da subito un certo potenziale, pur non inventando nulla e rifacendosi a molti clichè di genere. Seguiamo le adrenaliniche vicende di un gruppo di persone rinchiuse in una lussuosa casa di cura immersa nella neve. I protagonisti saranno continuamente braccati dal fantomatico ladro di anime, un feroce serial killer che riduce le sue vittime in uno stato letargico. Attraverso continui indovinelli e giochi d’astuzia, lo spettatore arriva nel finale a sbrogliare l’intricatissimo enigma che sorregge l’intero film. E, soprattutto se si è grandi appassionati di thriller, scoprire l’identità dell’assassino è in questo caso un’autentica libidine. Perché, come poche altre volte capita, ci si trova davanti a un colpo di scena davvero davvero sorprendente (che a me ha ricordato i fasti del primo mitico Saw) che non può che galvanizzare ed esaltare lo spettatore.
Perché il maggior pregio della pellicola è proprio l’affascinante e complesso intreccio che tiene incollati allo schermo dall’inizio alla fine. Complice un ritmo serratissimo senza neanche un minuto di pausa, soprattutto nella prima parte, si ha quasi la sensazione di essere sballottati da un evento all’altro, da un piccolo twist all’altro. Si è letteralmente in balia delle continue inaspettate svolte della trama e non si ha davvero idea di cosa stia realmente accadendo. Tutto però è dannatamente divertente ed entusiasmante, e questo basta.
Come già detto, poi, la soluzione dell’enigma è sorprendente anche se ho trovato lo spiegone finale un po’ troppo lungo e dettagliato. Ha ammazzato un po’ il ritmo forsennato della pellicola, proprio nel momento cruciale. Io lo avrei snellito, anche a costo di lasciare qualche particolare senza spiegazione.
Il problema, se di problema si può parlare, è che il coinvolgimento emotivo nei confronti dei personaggi e delle vicende non decolla mai, anzi è quasi del tutto assente. La stessa pellicola non sembra avere alcuna ambizione, se non quella di intrattenere e per questo non c’è spazio per particolari riflessioni e approfondimenti, magari sul tema del sogno, sul senso di colpa o che so io. Rimane tutto un po’ in superficie. E poi ho notato che a volte i personaggi si lasciano andare un po’ troppo spesso a battute di spirito anche in situazioni molto drammatiche (soprattutto Tom ma anche Greta se ne uscono con battute che fanno molto “action americano”). Ciò smorza decisamente la tensione ed è un peccato perché l’atmosfera generale poteva essere molto più paranoica e cupa.
Comunque il film, inteso come pellicola di puro intrattenimento (intrattenimento però stimolante, non becero) funziona alla grande e regala due ore piacevolissime e divertenti. Certo, se si cerca dell’altro, allora in quel caso il film potrebbe deludere ma bisogna dire che già dopo qualche scena la pellicola si dimostra chiaramente per quello che è.

Scorsese alla regia è forse un nome un po’ troppo grande e di lusso per una pellicola di questo genere, così sfacciatamente votata all’enterteinment e “all’azione”. Sicuramente c’erano altri nomi meno altisonanti ma più adatti al film. Il cast invece è quasi perfetto e spiccano soprattutto McGregor e Rockwell. Unico neo la scelta della Tautou per un ruolo così marginale e di contorno. Purtroppo però per i motivi elencati sopra, i personaggi non catturano emotivamente e fungono più che altro da pedine o meglio ingranaggi all’interno di un diabolico e interessante meccanismo.

Musiche buone, ma un po’ pochine. Il tema di Requiem for a dream però è troppo importante e riconosciuto per essere riutilizzato.

Sito come sempre molto bello e curato, con le consuete e sfiziose chicche sul film e soprattutto sul cinema di genere con l’interessantissima classifica dei migliori film in cui la neve si tinge di rosso.
Locandina buona ma non tra le mie preferite del semestre.

Il ladro di anime è un entusiasmante enigma, proprio come i tanti indovinelli sparsi per il film. Anche in questo caso mi sono tornati in mente i bei thriller degli anni ’90 (tipo Il Collezionista, ecc…). Ci si diverte nel pensare a quale potrebbe essere la soluzione di tutto e ci si sorprende realmente quando ci si rende conto che la chiave di tutto era fin dall’inizio sotto i nostri occhi. Manca però la componente emotiva, il pathos, l’approfondimento di qualche tema che elevi il film da opera di puro intrattenimento a qualcosa di più. Un bel gioco, insomma, che intrattiene finchè dura ma una volta finito lascia poco. Sarebbe quindi bello vedere Nuno alle prese con una storia un po’ più ambiziosa, che non sia solo puro intreccio narrativo, anche perché in tal caso potrebbe venir fori un vero capolavoro. 75/100
 
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16 replies since 23/12/2012, 03:15   4908 views
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